Nuvaxovid: il nuovo vaccino a proteine ricombinanti

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Il nuovo vaccino anti-COVID prevede un ciclo di due dosi a distanza di tre settimane l’una dall’altra

Il nuovo vaccino anti-COVID di Novavax, Nuvaxovid, basato su proteine ricombinanti, è riservato alle prime dosi e per coloro i quali hanno avuto dubbi sui vaccini vettoriali e a base di RNA messaggero ( mRNA ).

Secondo le indicazioni della Commissione tecnico scientifica dell’AIFA, verrà utilizzato nella somministrazione come ciclo primario di vaccinazione e non come booster, ovvero non per il richiamo successivo. La vaccinazione prevede un ciclo vaccinale primario di due dosi a distanza di tre settimane l’una dall’altra.

Il vaccino ha un’efficacia che si attesta intorno al 90%, secondo gli studi condotti in Messico, negli Stati Uniti e nel Regno Unito.

Nuvaxovid ( Covovax in India ) è un vaccino proteico, ossia contiene frammenti prodotti in laboratorio della proteina Spike, che si trova sulla superficie del virus Sars-CoV-2, e un adiuvante, la saponina.

Diversamente dai vaccini Pfizer, Moderna, Astrazeneca, Johnson & Johnson, Sputnik, che usano tecnologie a mRNA o vettore virale, quello prodotto dalla Novavax non è un vaccino genico ed è stato creato attraverso la tecnica delle proteine ricombinanti.

Una tecnologia delle proteine ricombinanti è già stata ampiamente sperimentata fin dagli anni ’80 ad esempio contro l’epatite B e la pertosse.

Nuvaxovid ha come obiettivo quello di stimolare il sistema immunitario e di indurre una risposta contro un agente esterno ( proteina spike ). È composto da frammenti proteici della proteina virale spike, inseriti in un baculovirus. In una fase successiva, alcune cellule vengono infettate dal virus e quando il materiale è all’interno, il baculovirus libera il materiale genetico utile alla produzione della proteina spike. Proteina che, in seguito, viene rilasciata al di fuori delle cellule.

Le nanoparticelle virali di Nuvaxovid contengono fino a 14 proteine spike, a cui si aggiunge un adiuvante che stimola il sistema immunitario.

Gli effetti indesiderati osservati negli studi sono stati generalmente lievi o moderati e sono scomparsi entro un paio di giorni dopo la vaccinazione. Molto simili a quelli degli altri vaccini già noti. I più comuni sono risultati sensibilità o dolore al sito di iniezione, stanchezza, dolori muscolari, mal di testa, sensazione generale di malessere, dolori articolari e nausea o vomito.

https://www.ilrestodelcarlino.it/cronaca/novavax-italia-febbraio-1.7274352

 

 

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