EHA 2023 PODCAST – Studio GN35-027: Brentuximab vedotin e Nivolumab con Doxorubicina e Dacarbazina nel linfoma di Hodgkin classico in fase avanzata

Takeda.

REPORT DAL CONGRESSO DELL’EHA ( EUROPEAN HEMATOLOGY ASSOCIATION  ) 2023

PODCAST – STUDIO GN35-027: combinazione di Brentuximab vedotin e Nivolumab con Doxorubicina e Dacarbazina nel linfoma di Hodgkin classico in stadio avanzato

Studio GN35-027

L’impiego di due agenti attivi e mirati con meccanismi d’azione distinti e complementari per il trattamento di prima linea del linfoma di Hodgkin classico in stadio avanzato, ha portato a promettenti risultati riguardo ad attività, sicurezza e tollerabilità. I risultati di sicurezza aggiornati hanno dimostrato la continua tollerabilità della combinazione di Brentuximab vedotin e Nivolumab con Doxorubicina e Dacarbazina senza che siano stati osservati nuovi segnali di sicurezza. La combinazione di Brentuximab vedotin e Nivolumab con Doxorubicina e Dacarbazina può rappresentare una futura opzione terapeutica di prima linea per i pazienti con linfoma di Hodgkin classico in stadio avanzato.

GN35-027 Trial

The use of two active, targeted agents with distinct and complementary mechanisms of action for the frontline treatment of advanced stage classical Hodgkin lymphoma resulted in promising activity, safety, and tolerability. Updated safety results have demonstrated continued tolerability of the combination of Brentuximab vedotin and Nivolumab with Doxorubicin and Dacarbazine with no new safety signals observed. the combination of Brentuximab vedotin and Nivolumab with Doxorubicin and Dacarbazine may provide a future frontline treatment option for patients with advanced stage classical Hodgkin lymphoma.

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EHA 2023 PODCAST – Studio L-MIND: dati a 5 anni di Tafasitamab associato a Lenalidomide nei pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B recidivato o refrattario

Incyte

 

REPORT DAL CONGRESSO DELL’EHA ( EUROPEAN HEMATOLOGY ASSOCIATION  ) 2023

PODCASTSTUDIO L-MIND: Tafasitamab associato a Lenalidomide nei pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B recidivato o refrattario. Dati a 5 anni

Studio L-MIND

L’analisi finale a 5 anni dello studio L-MIND ha mostrato risposte durature prolungate con la terapia combinata Tafasitamab più Lenalidomide, seguita dalla monoterapia a lungo termine con Tafasitamab, nei pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B recidivato / refrattario, non-idonei al trapianto autologo di cellule staminali, con valore mediano di durata della risposta non-raggiunto dopo 43,7 mesi di follow-up mediano. Questi dati a lungo termine hanno indicato che questo trattamento immunoterapico può avere un potenziale curativo.

L-MIND Trial

In this 5-year subgroup analysis, a long-term clinical benefit with Tafasitamab plus Lenalidomide followed by Tafasitamab monotherapy was observed in all subgroups of clinical interest, including patients with poor prognosis risk factors. These data suggest this immunotherapy may have curative potential.

 

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Linfoma a grandi cellule B recidivante / refrattario: Yescarta migliora la sopravvivenza globale

Kite Pharma

Yescarta ha migliorato la sopravvivenza globale nel linfoma a grandi cellule B nello studio ZUMA-7. Concorrenza tra Yescarta di Kite Pharma ( Gilead Sciences ) e Breyanzi di BMS

Nello studio ZUMA-7, Yescarta ( Axicabtagene ciloleucel; Axi-cel ) di Kite Pharma, una società di Gilead Sciences, ha mostrato un miglioramento statisticamente significativo della sopravvivenza globale ( OS ).nei pazienti con linfoma a grandi cellule B ( LBCL ) recidivante o refrattario.

Yescarta aveva già dimostrato di poter prevenire la progressione della malattia nello stesso studio come trattamento per il linfoma LBCL dopo solo una precedente linea di terapia.

La terapia CAR-T diretta contro CD19 è stata contrapposta al trattamento tradizionale, che prevedeva la chemioimmunoterapia e il trapianto di cellule staminali

Nell’aprile 2022 l’FDA aveva assegnato a Yescarta la seconda linea nel trattamento del linfoma LBCL.

Yescarta era stato approvato sulla base dei dati di ZUMA-7, che avevano dimostrato che Yescarta aveva ridotto del 60.2% il rischio di progressione della malattia, morte o necessità di una nuova terapia rispetto alle cure standard.

Al momento dell’approvazione i dati sulla sopravvivenza globale dei pazienti erano immaturi.

Nell’Unione Europea, Yescarta è stato approvato come seconda linea nel linfoma a grandi cellule B nell’ottobre 2022,

Yescarta è in competizione con Breyanzi ( Lisocabtagene maraleucel; Liso-cel ), la terapia CAR-T anti-CD19 di Bristol Myers Squibb, che ha ottenuto nel giugno 2022 una indicazione di seconda linea nel linfoma LBCL, ma con il vantaggio di una più ampia popolazione.

La sperimentazione clinica a sostegno dell’approvazione di Breyanzi è ancora all’inizio del suo percorso e ci vorrà del tempo prima di avere i dati sulla sopravvivenza globale.

Yescarta, approvato 4 anni prima del suo rivale di BMS, è attualmente leader nelle vendite, dove nel 2022 ha ottenuto un fatturato globale di 1,16 miliardi di dollari. Breyanzi, approvato per la prima volta nel 2021, ha realizzato nel 2022 un fatturato di 182 milioni di dollari. ( Fonte: FiercePharma )

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Mieloma multiplo: i bisogni insoddisfatti e le nuove terapie immuno-mediate

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Quali bisogni insoddisfatti per il mieloma multiplo ?

Ci sono molte domande che devono ancora avere risposta: qual è la gestione ottimale dei pazienti ad alto rischio ? Come gestire i pazienti con fragilità significativa ? Per quanto tempo è necessario continuare il trattamento ? Quando impiegare le immunoterapie, in particolare le terapie con cellule CAR-T e gli anticorpi bispecifici ? I pazienti affetti da mieloma continuano ad avere ricadute, quali sono i meccanismi di resistenza ?

What unmet needs still exist in the multiple myeloma space as a whole ?

There are a lot of questions that still need to be asked: What is the optimal management of high-risk patients ? How do we approach patients with significant frailty ? How long do we need to continue treatment ? Where exactly do we place these immunotherapies, especially the CAR T-cell therapies and bispecifics, with a view of bringing them closer to the earlier stages of the disease ? Patients with myeloma continue to relapse, so we need to understand the mechanisms of resistance better, and a lot more needs to be learned about the biology of the disease as a whole

Aggiornamenti sulle nuove classi di terapie immuno-mirate

Elranatamab, un anticorpo bispecifico mirato a BCMA

Gli anticorpi bispecifici sembrano essere una classe di farmaci molto promettente. Promettenti sono i dati per Elranatamab, un anticorpo bispecifico mirato a BCMA, in una popolazione di pazienti pesantemente pretrattati con una mediana di 5 precedenti linee di terapia [ MagnetisMM-1 ]. Quasi l’80% di questi pazienti era refrattario di tripla classe, e i tassi di risposta erano compresi tra il 50% e il 60%, a seconda dei sottogruppi di pazienti esaminati. Nel sottogruppo di pazienti che erano stati precedentemente esposti allo stesso agente, sembra mantenere l’efficacia, anche se a un livello leggermente inferiore. La tossicità era quella prevista, con il 60-70% dei pazienti con sindrome da rilascio di citochine, nella maggior parte di grado 1 o 2. E’ stata osservata una certa tossicità ematologica, in particolare neutropenia e trombocitopenia. Non c’era tossicità neurologica significativa, ma in tutti i bispecifici, è stato riscontrato un segnale per un aumento del rischio di infezione che deve essere meglio delineato.

Talquetamab, un anticorpo bispecifico mirato a GPRC5D

Data l’esistenza di diversi agenti mirati anti-BCMA, c’è molto interesse nell’esplorare bersagli alternativi. Sono stati presentati i dati aggiornati dallo studio MonumenTAL-1 riguardante Talquetamab, un farmaco di Janssen, che è un anticorpo bispecifico mirato a GPRC5D, che ha esaminato un’ampia coorte di pazienti con malattia refrattaria, prevalentemente, a tripla classe, e anche pazienti che hanno visto più linee di terapia. Talquetamab sembra essere piuttosto attivo, con un tasso di risposta quasi del 50-60% e anche una durata della risposta abbastanza ragionevole in questa popolazione di pazienti.

Modakafusp alfa, una proteina di fusione anticorpo anti-CD38 e Interferone alfa-2b

In termini di altre terapie, sono stati presentati i dati di uno studio su Modakafusp alfa, che è un anticorpo monoclonale anti-CD38 legato a Interferone alfa-2b, in una popolazione di pazienti molto pesantemente pretrattata. Ci sono stati tassi di risposta di circa il 40% al 50%, specialmente quando si osservano sottogruppi di pazienti che non erano stati precedentemente esposti ad alcuni degli agenti più recenti, e la tossicità è apparsa essere prevalentemente ematologica.

What updates have there been in newer classes of immune-targeted therapies ?

Bispecific antibodies seem to be a very promising class of drugs. Data for Elranatamab, which is a BCMA-targeted bispecific antibody, in a heavily pretreated patient population with a median of 5 prior lines of therapy [ MagnetisMM-1 ] were presented. Nearly 80% of these patients were triple-class refractory, and the response rates were 50% to 60%, depending on the subgroups of patients they’re looking at. In the subgroup of patients who have previously been exposed to the same targeted agent, it appears to retain efficacy, albeit at a slightly lower level. The toxicity was as predicted, with 60% to 70% of patients with cytokine release syndrome. Most of them had grade 1 or 2. There was some hematological toxicity, particularly neutropenia and thrombocytopenia. There was no significant neurological toxicity, but across all bispecifics, a signal for increased risk of infection was seen.

Given that there’s a plethora of anti-BCMA targeted agents, there’s a lot of interest in exploring alternate targets. Updated data from the MonumenTAL-1 trial of Talquetamab, which is an GPRC5D-targeted bispecific, looking at a large cohort of patients with triple-class refractory disease predominantly, and also patients who have seen multiple lines of therapy. The drug seems to be quite active, with almost a 50% to 60% response rate and also a pretty reasonable durability of response given this patient population.

In terms of other therapeutics, data from a trial of Modakafusp alfa, which is an anti-CD38 targeted monoclonal antibody bound to an attenuated Interferon, in a very heavily pretreated patient population, were presented. There were response rates of about 40% to 50%, especially when you look at subgroups of patients who have previously not been exposed to some of the newer agents, and toxicity appeared to be predominantly hematologic.

Source: ASH ( American Society of Hematology ) Meeting, 2022

 

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Farmaci per il Mieloma multiplo

AMGEN: Kyprolis ( Carfilzomib )

BMS / CELGENE: Abecma ( Ide-Cel ) [ Terapia CAR-T anti-BCMA ]; Pomalyst ( Pomalidomide )

GSK: Blenrep ( Belantamab mafoditin )

JANSSEN: Carvykti ( Cilta-Cel; terapia CAR-T anti-BCMA ); Tecvayli ( Teclistamab, anticorpo bispecifico BCMAxCD3 ); Darzalex ( Daratumumab ) & Darzalex Faspro ( Daratumumab sottocutaneo ); Velcade ( Bortezomib )

MENARINI: Nexpovio ( Selinexor )

PFIZER: Elranatamab ( non in commercio )

SANOFI: Sarclisa ( Isatuximab; anticorpo anti-CD38 )

TAKEDA: Ninlaro ( Ixazomib )

Mieloma multiplo esposto a tripla classe: Ide-cel aumenta la sopravvivenza libera da progressione rispetto alle terapie standard

 

BristolMyersSquibb

Mieloma multiplo: sulla base dei risultati di KarMMa-3, Idecabtagene vicleucel è la prima e unica terapia CAR-T a dimostrare di essere superiore rispetto ai regimi standard nel mieloma multiplo recidivato e refrattario esposto a tripla classe in uno studio di fase 3 randomizzato e controllato

Nelle prime linee di trattamento per il mieloma multiplo, vengono spesso utilizzati regimi costituiti da agenti immunomodulatori, inibitori del proteasoma e anticorpi monoclonali anti-CD38 per la gestione della malattia. Tuttavia, in molti pazienti esposti alla tripla classe, il mieloma multiplo può recidivare o diventare refrattario. Sono necessarie nuove opzioni di trattamento.

I risultati dello studio KarMMa-3 con Idecabtagene vicleucel ( Ide-cel; Abecma ) hanno chiaramente dimostrato il vantaggio di un uso precoce di una terapia con cellule CAR T nel fornire una più lunga sopravvivenza libera da progressione per i pazienti con mieloma multiplo recidivato e refrattario rispetto agli attuale regimi standard.

Secondo Sergio Giralt, Memorial Sloan Kettering Cancer Center ( New York; Stati Uniti ), per i pazienti con mieloma multiplo recidivante esposti a tripla classe, la sopravvivenza libera da progressione mediana è di soli 4.6 mesi e non esiste un approccio terapeutico standard stabilito che fornisca risposte durature. Nello studio KarMMa-3, Idecabtagene vicleucel ha mostrato efficacia in una popolazione con malattia storicamente difficile da trattare, con un significativo miglioramento della sopravvivenza libera da progressione e risposte profonde e durature.

Questi risultati di KarMMa-3 introducono il potenziale per questa terapia con cellule CAR T anti-BCMA di diventare uno standard di cura nelle prime fasi del trattamento per il mieloma multiplo recidivato e refrattario.

Abecma è una terapia con cellule CAR T diretta contro l’antigene BCMA

 

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ENGLISH VERSION

In earlier lines of treatment for multiple myeloma, regimens consisting of immunomodulatory agents, proteasome inhibitors, and anti-CD38 monoclonal antibodies are often used to help manage the disease. However, in many patients who are triple-class exposed, multiple myeloma can relapse or become refractory. New treatment options are needed.

Results from the KarMMa-3 study with Idecabtagene vicleucel ( Ide-cel; Abecma ) have clearly demonstrated the benefit of earlier use of a CAR T cell therapy in providing the longest progression-free survival for patients with relapsed and refractory multiple myeloma compared to current standard regimens.

According to Sergio Giralt, Memorial Sloan Kettering Cancer Center ( New York; U.S. ),

for relapsing triple-class exposed multiple myeloma patients, median progression-free survival is just 4.6 months and there is no established standard treatment approach that provides durable responses. In KarMMa-3 study, Idecabtagene vicleucel has shown efficacy among a population with historically difficult-to-treat disease, with a significant improvement in progression-free survival and deep and lasting responses.

These results from KarMMa-3 introduce the potential for this anti-BCMA CAR T cell therapy to become a standard of care earlier in the treatment course for relapsed and refractory multiple myeloma.

Abecma, a first-in-class anti-BCMA CAR T cell therapy that has shown clear clinical benefit across lines of therapy for patients with triple-class exposed relapsed and refractory multiple myeloma to provide the best chance for lasting disease control.

Based on results from KarMMa-3, Idecabtagene vicleucel is the first and only chimeric antigen receptor ( CAR ) T cell therapy to demonstrate superiority over standard regimens in triple-class exposed relapsed and refractory multiple myeloma in a randomized, controlled phase 3 trial.

KARMMA-3: KEY POINTS / PUNTI CHIAVE

Ide-cel ha migliorato significativamente la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) rispetto ai regimi standard.

La sopravvivenza libera da progressione mediana è stata di 13,3 vs 4,4 mesi.

 

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Decision Making in Ematologia: l’importanza dei contenuti nell’assunzione delle decisioni terapeutiche

EmatoBase.2

EMATOBASE.it – DECISION MAKING IN EMATOLOGIAL’IMPORTANZA DEI CONTENUTI NELL’ASSUNZIONE DELLE DECISIONI TERAPEUTICHE

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3 – Belantamab mafodotin [ LINK: https://lnkd.in/eVFpP4MR ]
4 – Brentuximab vedotin [ LINK: https://lnkd.in/dNwZJNPj ]
5 – Brexucabtagene autoleucel [ LINK: https://lnkd.in/dDW8ZyeX ]
6 – Carfilzomib [ LINK: https://lnkd.in/eCYwd_ys ]
7 – Epcoritamab [ LINK: https://lnkd.in/dgBd2DNb ]
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9 – Glofitamab [ LINK: https://lnkd.in/dr4QinPu ]
10 – Ibrutinib [ LINK: https://lnkd.in/dARjbKFT ]
11 – Isatuximab [ LINK: https://lnkd.in/epAgJuMu ]
12 – Lenalidomide [ https://lnkd.in/eFxf_aN3 ]
13 – Lisocabtagene maraleucel [ LINK: https://lnkd.in/dEXumKq2 ]
14 – Loncastuximab tesirina [ LINK: https://lnkd.in/djeMuBnC ]
15 – Momelotinib [ LINK: https://lnkd.in/dDndWwP5 ]
16 – Mosunetuzumab [ LINK: https://lnkd.in/dPpsCdHc ]
17 – Polatuzumab vedotin [ LINK: https://lnkd.in/dGG7b33t ]
18 – Pomalidomide [ LINK: https://lnkd.in/dx4zMt4M ]
19 – Ropeginterferone alfa-2b [ LINK: https://lnkd.in/dNuDaDFC ]
20 – Teclistamab [ LINK: https://lnkd.in/dGDZGe_6 ]
21 – Tisagenlecleucel [ LINK: https://lnkd.in/dvEhZvrB ]
22 – Daratumumab [ LINK: https://lnkd.in/dNipUqik ]

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Forum Ematologico – Nuovi farmaci per la mielofibrosi, un raro tumore ematologico: Momelotinib

GSK Nuovo Logo

Momelotinib per il trattamento della mielofibrosi: lo studio clinico di fase 3 MOMENTUM ha soddisfatto tutti gli endpoint primari e secondari chiave di efficacia

Momelotinib è un potenziale nuovo medicinale con un meccanismo d’azione differenziato che potrebbe affrontare le esigenze insoddisfatte dei pazienti affetti da mielofibrosi con anemia.

L’ Agenzia regolatoria degli Stati Uniti, FDA ( Food and Drug Administration ) ha assegnato la data del 16 giugno 2023 per il Prescription Drug User Fee Act ( PDUFA ).

La domanda di autorizzazione all’immissione in commercio NDA ( New Drug Application ) si basa sui risultati degli studi chiave di fase III, compreso lo studio cardine MOMENTUM, che ha soddisfatto tutti gli endpoint primari e secondari chiave, inclusi il punteggio totale dei sintomi ( TSS ), il tasso di indipendenza dalla trasfusione ( TI ) e il tasso di risposta splenica ( SRR ).

I dati dell’analisi primaria dello studio MOMENTUM sono stati presentati all’Annual Meeting dell’American Society of Clinical Oncology [ ASCO ] del 2022 e al Congresso ibrido 2022 della European Hematology Association [ EHA ].

MOMENTUM è uno studio clinico globale, randomizzato, in doppio cieco di fase III di Momelotinib rispetto a Danazolo nei pazienti con mielofibrosi che erano sintomatici e anemici ed erano stati precedentemente trattati con un inibitore di JAK approvato dalla FDA. Lo studio è stato progettato per valutare la sicurezza e l’efficacia di Momelotinib nel trattamento e nella riduzione dei principali segni distintivi della malattia: sintomi, trasfusioni di sangue ( dovute all’anemia ) e splenomegalia ( ingrossamento della milza ).

L’endpoint primario di efficacia dello studio era la riduzione del punteggio TSS del 50% nei 28 giorni immediatamente precedenti la fine della settimana 24 rispetto al TSS di base, utilizzando il modulo di valutazione dei sintomi della mielofibrosi.

Gli endpoint secondari chiave includevano il tasso di indipendenza dalla trasfusione per 12 settimane immediatamente prima della fine della settimana 24 con livelli di emoglobina 8 g/dl e il tasso di risposta splenica basato su una riduzione del volume splenico del 35% alla settimana 24 versus basale.

I pazienti sono stati randomizzati in un rapporto 2:1 per ricevere Momelotinib o Danazolo ( n=130 e n=65, rispettivamente ).

Dopo 24 settimane di trattamento, i pazienti in trattamento con Danazolo sono stati autorizzati a passare a Momelotinib. Il crossover precoce con Momelotinib era disponibile per la progressione splenica confermata.

Lo studio ha arruolato 195 pazienti in 21 Paesi.

Momelotinib è un potenziale nuovo medicinale con un meccanismo d’azione differenziato, con capacità inibitoria lungo tre vie di segnalazione chiave: Janus chinasi ( JAK ) 1 e JAK2 e recettore dell’activina A, tipo I ( ACVR1 ).

L’inibizione di JAK1 e JAK2 può migliorare i sintomi costituzionali e la splenomegalia.

Inoltre, l’inibizione diretta di ACVR1 porta a una diminuzione dell’epcidina circolante, che è elevata nella mielofibrosi e contribuisce all’anemia.

La mielofibrosi è un raro tumore del sangue che deriva da una alterazione del trasduttore del segnale JAK e attivatore della segnalazione della proteina di trascrizione, ed è caratterizzato da sintomi costituzionali, splenomegalia e anemia progressiva.

La mielofibrosi colpisce circa 20.000 pazienti negli Stati Uniti, con circa il 40% dei pazienti già anemico al momento della diagnosi, e quasi tutti i pazienti svilupperanno anemia nel corso della vita.

I pazienti richiedono spesso trasfusioni e più del 30% interromperà il trattamento a causa all’anemia. L’anemia e la dipendenza dalle trasfusioni sono fortemente correlate a una prognosi sfavorevole e a una ridotta sopravvivenza.

Fonte: GSK, 2022

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Forum Ematologico: Dallo studio SHINE indicazioni per l’impiego di Imbruvica come prima linea nel linfoma a cellule mantellari

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Linfoma mantellare di nuova diagnosi: Ibrutinib ha dimostrato risultati di sopravvivenza significativi negli anziani 

” Vi è un urgente bisogno di migliorare i risultati per i pazienti più anziani con linfoma mantellare ( MCL ). Data la sopravvivenza mediana libera da progressione di 6.7 anni, la combinazione di Ibrutinib ( Imbruvica ) ha dimostrato il potenziale per essere un trattamento di prima linea in questo popolazione”, Michael Wang presso l’MD Anderson Cancer Center dell’Università del Texas

Lo studio SHINE di Ibrutinib è uno dei più grandi studi clinici condotti nel linfoma MCL di prima linea e il primo per un inibitore della tirosin-chinasi di Bruton.

I risultati dello studio SHINE sono stati presentati alla riunione annuale 2022 dell’American Society of Clinical Oncology ( ASCO ) e pubblicati su The New England Journal of Medicine ( NEJM ).

ENGLISH VERSION

Newly diagnosed mantle cell lymphoma: Ibrutinib has demonstrated significant survival outcomes in older adults

” There is an urgent need to improve outcomes for older patients with mantle cell lymphoma ( MCL ). Given the median progression-free survival of 6.7 years, the Ibrutinib ( Imbruvica ) combination has demonstrated the potential to be a first-line treatment in this population,” Michael Wang at the University of Texas MD Anderson Cancer Center

The SHINE trial of Ibrutinib is one of the biggest clinical trials conducted in first-line MCL and the first for a Bruton’s tyrosine kinase inhibitor.

Results of the SHINE study were presented at the 2022 American Society of Clinical Oncology ( ASCO ) annual meeting and published in The New England Journal of Medicine.

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Forum Ematologico – Linfoma mantellare recidivante / refrattario: risultati a 3 anni di Tecartus una terapia CAR-T

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Terapia con cellule CAR-T: Tecartus ha dimostrato alti tassi di sopravvivenza globale e risposte durature continue nel follow-up a lungo termine di due studi cardine sul linfoma mantellare

L’aggiornamento del follow-up a 3 anni dello studio di fase 2 ZUMA-2 ha mostrato risposte continue per i pazienti con linfoma mantellare recidivante / refrattario trattati con Brexucabtagene autoleucel ( Brexu-cel; Tecartus ).

I dati triennali di ZUMA-2 rappresentano il follow-up più lungo per una terapia con cellule CAR-T nei pazienti con linfoma mantellare ad oggi e dimostrano che Brexu-cel è in grado di stimolare risposte durature a lungo termine.

ENGLISH VERSION

CAR T-cell therapy: Tecartus has demonstrated strong overall survival rates and continued durable responses in long-term follow-up of two pivotal studies in mantle cell lymphoma

The 3-year follow-up update from the phase 2 ZUMA-2 trial showed continued responses for patients with relapsed/refractory mantle cell lymphoma treated with Brexucabtagene autoleucel ( Brexu-cel; Tecartus ).

The three-year data from ZUMA-2 represent the longest follow-up for a CAR T-cell therapy in MCL patients to date and are impressive in their demonstration of Brexu-cel to elicit durable long-term responses.

LINK alle presentazioni all’ASCO di Tecartus su linfoma mantellare e sulla leucemia linfoblastica acuta a cellule B

 

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Forum Ematologico – Novità nel trattamento della policitemia vera: Ropeginterferone alfa-2b

AOP Health

Risultati finali dello studio CONTINUATION-PV: trattamento dei pazienti con policitemia vera fino a 7.5 anni con Ropeginterferone alfa-2b

I risultati finali riguardo a Ropeginterferone alfa-2b ( Besremi ) nei pazienti con policitemia vera ( PV ) dallo studio CONTINUATION-PV sono stati presentati all’incontro annuale 2022 dell’EHA ( European Hematology Association ).

Ropeginterferone alfa-2b è un Interferone prolina monopegilato a lunga durata d’azione. Viene somministrato inizialmente una volta ogni 2 settimane o fino a un mese dopo la stabilizzazione dei parametri ematologici. CONTINUA IN EMATOLOGIA XAGENA  )

Policitemia vera

GENERALITÀ

La policitemia vera è una neoplasia mieloproliferativa di tipo cronico, in cui le normali cellule midollari crescono troppo, pur mantenendo la capacità di maturare e differenziarsi nelle normali cellule del sangue.

La malattia è caratterizzata da un rilevante aumento del numero di globuli rossi (eritrociti) a cui spesso si affianca anche un aumento di globuli bianchi e piastrine, seppure in maniera di solito meno rilevante. L’anormale quantità di globuli rossi rende il sangue meno fluido e può causare problemi di circolazione alle estremità e un aumentato rischio di trombosi, il maggior pericolo per chi soffre di questa patologia.

In casi infrequenti, e solitamente dopo numerosi anni di storia di malattia, è possibile un’evoluzione verso una fase fibrotica, e più raramente verso una forma di leucemia acuta.

Nella gran parte dei casi (oltre il 95%) la policitemia vera è caratterizzata da una specifica mutazione del gene JAK2, che porta all’attivazione di una via di proliferazione cellulare. Questa si traduce in un incremento dei valori dei globuli rossi e delle altre cellule del sangue.

INCIDENZA

La malattia ha un’incidenza stimata tra 2,3-2,8 casi ogni 100.000 persone e colpisce in prevalenza maggiormente gli uomini, con un rapporto 1,2:1.

La comparsa è tipica di una fase di età abbastanza avanzata, con un’età media alla diagnosi di circa 60 anni; i pazienti al di sotto dei 40 anni rappresentano solo il 5% dei casi.

Presentazione clinica e DIAGNOSI

La malattia è spesso asintomatica e viene rivelata nel corso di normali analisi di routine. A volte possono essere presenti sintomi legati all’aumento della viscosità del sangue, come formicolii a mani e piedi e ronzii alle orecchie. Può anche essere presente rossore al volto, bruciore alle estremità o prurito, specie dopo la doccia. Talvolta si rileva poi un incremento delle dimensioni della milza.

Gli elevati valori di emoglobina, dei globuli rossi e dell’ematocrito (il rapporto fra i globuli rossi e il resto delle componenti del sangue) sono un segno distintivo della malattia e uno dei criteri diagnostici. Per porre la diagnosi si ricerca poi la mutazione di JAK2 con un esame di biologia molecolare, e si dosano i livelli di eritropoietina, che è di solito ridotta. Per definire meglio il quadro della malattia e confermare la diagnosi, nella stragrande maggioranza dei casi si effettua oggi anche la biopsia osteomidollare.

PROGNOSI

La policitemia vera presenta un andamento lento, con ottima sopravvivenza a lungo termine. Tuttavia, rimane una malattia cronica, a oggi non del tutto eradicabile.

Gli eventi trombotici rappresentano la principale complicanza. Per questa ragione la valutazione puntuale del profilo di rischio del paziente è fondamentale. Vengono valutati l’età, la storia di precedenti eventi trombotici ma anche fattori di rischi cardiovascolare come ipertensione, valori elevati di colesterolo e fumo.

Le alterazioni citogenetiche sono relativamente infrequenti, ma possono avere un impatto sul rischio di evoluzione della malattia.

Fonte: AIL

 

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