OncoUrologia: San Raffaele Urologic Oncology Retreat 2a Edizione 2023

Congresso Necchi 2023

 

Nell’ultimo decennio, l’oncologia urologica ha conosciuto uno sviluppo significativo dell’attività multidisciplinare, con urologi, oncologi, radioterapisti e medici nucleari coinvolti nel trattamento sempre più complesso dei tumori urogenitali.

Le innovazioni nelle tecniche chirurgiche e radioterapiche e l’aumento del numero di farmaci oggi disponibili rendono necessario un aggiornamento continuo dei percorsi diagnostici e terapeutici dei tumori urologici. La necessità di percorsi diagnostici e terapeutici condivisi, anche nel campo dell’oncologia genitourinaria, non è solo quella di migliorare e standardizzare la qualità dell’assistenza clinica, ma anche di razionalizzare le risorse finanziarie disponibili ed evitare inutili sprechi nelle aree diagnostiche e terapeutiche.

Obiettivo dell’evento è fare il punto sullo stato dell’arte della terapia delle neoplasie urologiche e condividere insieme, urologi, oncologi e radioterapisti, un percorso di qualità assistenziale omogeneo per le diverse categorie di pazienti con neoplasie dell’apparato uro-genitale, anche tramite la partecipazione ad un gruppo multidisciplinare di cure.

 

Responsabili Scientifici:

Prof. Andrea Necchi, Prof. Alberto Briganti, Prof. Francesco Montorsi

 

LINK PROGRAMMA MEETING

 

SAN RAFFAELE UROLOGIC ONCOLOGY RETREAT
Formazione Residenziale
Milano – IRCCS Ospedale San Raffaele, Venerdì 17 Novembre 2023
Promosso da: EXPO POINT
Provider: EXPOPOINT 2091
Segreteria Organizzativa: EXPOPOINT
Accreditamento:
Il Convegno è accreditato presso il Ministero della Salute per acquisizione crediti formativi ECM in modalità RESIDENZIALE per le seguenti figure professionali: Biologo, Farmacista (discipline in: Farmacia ospedaliera, Farmacia territoriale), Fisico sanitario, Infermiere, Medico Chirurgo (discipline in: Allergologia e immunologia clinica, Anatomia patologica, Anestesia e rianimazione, Chirurgia generale, Cure palliative, Direzione medica di presidio ospedaliero, Endocrinologia, Farmacologia e Tossicologia clinica, Genetica medica, Laboratorio di genetica medica, Medicina Interna, Medicina nucleare, Nefrologia, Oncologia, Radiodiagnostica, Radioterapia, Urologia), Tecnico della fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare, Tecnico Sanitario Laboratorio Biomedico, Tecnico Sanitario Radiologia Medica
ID ECM: 2091-388073
Crediti ECM: 4,9

 

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MEETING: Progressi nel trattamento dei pazienti con carcinoma renale

Meeting Kidney Cancer 2023

I tumori renali sono tra i primi 10 tumori più comuni sia negli uomini che nelle donne: circa 80.000 nuovi casi/anno, secondo l’American Cancer Society. Quando il cancro viene diagnosticato per la prima volta, oltre il 20% dei pazienti ha già una malattia avanzata, il che significa che il cancro si è diffuso oltre i reni. Anche tra coloro il cui cancro è confinato al rene e che si sottopongono a intervento chirurgico, il 30% alla fine svilupperà una malattia metastatica.

Negli anni ’90 la sopravvivenza dei pazienti con malattia renale avanzata era di un anno o inferiore, le opzioni terapeutiche erano poche mentre radio e chemioterapia non dimostravano efficacia.

La scoperta della elevata angiogenicità dei tumori renali rispetto alla maggior parte delle altre forme di cancro ha indirizzato la ricerca verso lo sviluppo di inibitori dell’angiogenesi, un tipo di farmaco che interrompe l’afflusso di sangue a questi tumori. Questi farmaci si sono dimostrati molto efficaci e le aspettative di vita sono raddoppiate: un grande balzo in avanti, ma che lasciava ancora spazio per ulteriori progressi.

La svolta che ha rivoluzionato il trattamento del cancro del rene, è arrivata solo un decennio fa con gli inibitori del checkpoint immunitario. Molti tipi di cancro, compresi i tumori renali, hanno difese integrate che consentono loro di respingere gli attacchi del sistema immunitario umano. Gli inibitori del checkpoint immunitario aiutano a contrastare queste difese.

La Food and Drug Administration ( FDA ) statunitense ha approvato il primo inibitore del checkpoint immunitario per il trattamento del cancro del rene nel 2015. Da allora, molti di questi farmaci hanno ricevuto l’approvazione della FDA. Prendono di mira le proteine CTLA-4, PD-1 e PD-L1 sulle cellule immunitarie che possono limitare gli attacchi del sistema immunitario contro le cellule tumorali. Nati come terapie di seconda linea gli inibitori del checkpoint immunitario vengono sempre più utilizzati come terapie di prima linea, anche nei casi di carcinoma renale metastatico post chirurgia.

Oggi l’utilizzo combinato di terapie immunitarie evidenzia un effetto additivo e in molti casi sinergico, portando quasi a un raddoppio della sopravvivenza mediana e ad un aumento percentuale di pazienti in remissione completa.

Guardando al futuro, l’evoluzione della sottotipizzazione del cancro e della mappatura dei biomarcatori dovrebbe aiutare a garantire che ai pazienti vengano somministrati i farmaci più efficaci con il minor rischio di effetti collaterali. Considerando quanto sia cambiato radicalmente il quadro del trattamento solo negli ultimi cinque o 10 anni, c’è motivo di aspettarsi progressi più significativi nel prossimo futuro.

VISITING PROFESSOR – KEY ADVANCES IN THE TREATMENT OF PATIENTS WITH KIDNEY CANCERSProgressi nel trattamento dei pazienti con carcinoma renale

Milano, Venerdì 8 Settembre 2023
Promosso da: EXPO POINT
Provider: EXPOPOINT 2091

LINK: https://lnkd.in/d8K-mSp5

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Merck KGaA ha riacquistato da Pfizer i diritti dell’inibitore del checkpoint immunitario anti-PD-L1 Bavencio, che è approvato nel carcinoma uroteliale e nel tumore del rene

Merck KGaA

A partire dal 30 giugno 2023, Merck KGaA assumerà il pieno controllo della commercializzazione globale dell’antitumorale Bavencio ( Avelumab ). Merck KGaA ha comunicato di aver riacquistato i diritti esclusivi a livello mondiale per lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione dell’anticorpo anti-PD-L1 Bavencio in seguito alla risoluzione dell’accordo stipulato nel 2014 con Pfizer. Bavencio ha un ruolo primario in oncourologia ( carcinoma uroteliale e carcinoma a cellule renali )

Nel 2022 le vendite nette di Bavencio sono salite a 611 milioni di euro ( 2021: 373 milioni di euro ).

Avelumab è frutto della ricerca di Merck KGaA. L’alleanza tra Merck KGaA e Pfizer è stata siglata nel 2014 per co-sviluppare e co-commercializzare Bavencio con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo di questo anticorpo anti-PD-L1.

Avelumab è un anticorpo monoclonale umano del tipo immunoglobulina G1 ( IgG1 ) diretto contro il ligando del recettore di morte cellulare programmata PD-L1. Avelumab si lega a PD-L1 ( espresso dalle cellule tumorali e/o sulle cellule immunitarie infiltranti il tumore [ TIL ] ) e ne

impedisce l’interazione con i recettori PD-1 e B7.1 ( situati sui linfociti T e sulle cellule che presentano l’antigene ). In tal modo Avelumab impedisce l’effetto soppressivo di PD-L1 sulle cellule T CD8+ citotossiche e ripristina la risposta antitumorale delle cellule T.

Inoltre, Avelumab induce la lisi diretta delle cellule tumorali mediata dalle cellule natural killer ( NK ) attraverso la citotossicità cellulomediata anticorpo-dipendente ( ADCC ).

Indicazioni di Bavencio

A) Bavencio è indicato in monoterapia per il trattamento di pazienti adulti affetti da carcinoma a cellule di Merkel ( Merkel Cell Carcinoma, MCC ) metastatico.

B) Bavencio è indicato in monoterapia per il trattamento di mantenimento di prima linea dei pazienti adulti affetti da carcinoma uroteliale localmente avanzato o metastatico senza progressione dopo chemioterapia a base di Platino.

C) Bavencio in associazione con Axitinib è indicato per il trattamento di prima linea dei pazienti adulti affetti da carcinoma a cellule renali in fase avanzata

Perchè Pfizer ha restituito Bavencio a Merck KGaA ?

Per Fierce Pharma le motivazioni sono le seguenti:

1) Il settore degli inibitori del checkpoint immunitario è dominato dagli anticorpi anti-PD-1, Pembrolizumab ( Keytruda ) e Nivolumab ( Opdivo ), ed è difficile conquistare spazi terapeutici

2) Alcuni studi clinici di Bavencio non hanno dato esito positivo. Nel 2019 uno studio che aveva testato l’uso di Bavencio come trattamento di mantenimento nei pazienti con cancro gastrico che erano stati sottoposti a un ciclo di chemioterapia, non aveva dato risultati positivi. Nel 2020, Bavencio non ha dimostrato superiorità rispetto al placebo in uno studio riguardante il carcinoma testa-collo.

3) In campo oncologico Pfizer ha acquisito Seagen per 43 miliardi di dollari nella più grande acquisizione biofarmaceutica dopo quella di AbbVie per Allergan nel 2019 per una cifra di 63 miliardi di dollari. Pfizer ritiene che i prodotti di Seagen possono raggiungere i 10 miliardi di dollari di fatturato entro il 2030

 

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