Creato da lilith_0404 il 20/02/2005

A Room of One's Own

This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!

 

Messaggi del 26/10/2007

Esperienze (parte seconda)

Post n°253 pubblicato il 26 Ottobre 2007 da lilith_0404

La cosa comincia con un commento in cui vengono espresse alcune considerazioni, non ha importanza se a favore o contro l’argomento del post. L’autore del blog, o un altro blogger interviene esprimendo considerazioni di segno diverso dalle precedenti, e a questo punto il primo ribatte spiegando meglio il proprio punto di vista, e insistendo sulla correttezza delle proprie conclusioni in contrapposizione alla scorrettezza a suo dire evidente,  delle conclusioni dell’altro.

        

En passant, qualcuno inserisce nel discorso una  parola, una battuta, una frase magari detta in tono ironico o sarcastico, che può essere percepita come denigratoria dall’interlocutore. È quella che io chiama ‘la provocazione’, se fossimo in un cartone animato sarebbe la buccia di banana che Speedy Gonzales butta dove sa che passerà il gatto che lo sta inseguendo.

        

Davanti alla buccia di banana ci possono essere due comportamenti:  si può semplicemente scavalcarla, facendo mostra di non averla notata, e continuare imperterriti a sviluppare dialetticamente le proprie argomentazioni. Per fare questo però è necessario 1) avere delle argomentazioni da sviluppare, e 2) accettare il rischio di sembrare privi di quelli che vengono definiti gli ‘attributi’ maschili. 

         

Naturalmente  chi la ‘buccia di banana’ l’ha buttata lì spera che l’avversario scelga la seconda alternativa: che cioè ci metta il piede sopra e ruzzoli rovinosamente a terra, ovvero, fuor di metafora, che reagisca alla provocazione con veemenza,  cosa che avviene in effetti nel 99,99 per cento dei casi,  poiché in quelle occasioni ciascuno, anche senza averla mai letta,  fa propria la famosa dichiarazione di Cyrano de Bergerarc:

<< Io non uscirei mai con, sì, per negligenza, un affronto non ben lavato, con l'onore gualcito, gli scrupoli in ginocchio, ma io procedo e sono, in piena lucentezza, piuma di indipendenza, pennacchio di franchezza. >>

         

A questo punto il gioco è fatto: l’argomento di cui si stava discutendo viene rapidamente accantonato, tutta l’attenzione viene dedicata a dimostrare che si è più corretti, più accorti, più intelligenti, più  capaci di rintuzzare le provocazioni dell’avversario: un po’ come quando nei cartoni animati una nuvola di polvere avvolge tutti i personaggi che si azzuffano furiosamente.

            

Alla fine, uno o più contendenti se ne va sbattendo la porta: ricordo ancora quella volta  in cui Merlinodibretagna e John keating  dopo una bella ‘scazzottata’ virtuale se ne andarono pregandomi di non ‘citarli’ più nei miei post. All’epoca ricordo quanto mi angustiai per quella situazione. Riguardandola con l’esperienza di oggi, non posso fare a meno di sorridere.

        

 
 
 

Esperienze (parte prima)

Post n°252 pubblicato il 26 Ottobre 2007 da lilith_0404

A volte mi piace sfogliare all’indietro il mio blog, e sebbene non sia strutturato come un diario, rileggendo le cose scritte a distanza di tempo, mi rivedo per come ero al momento in cui le ho scritte. Come mi è successo un paio di giorni fa , dopo aver scritto il post precedente, che mi è venuto desiderio di andare a rileggere il post che aveva innescato l’episodio  di cui avevo parlato.

        

Quando due anni e mezzo fa ho cominciato a scrivere nel blog, ero completamente digiuna di qualunque esperienza su come si conduce una discussione. Non avevo tentato che un brevissimo esperimento con i forum e avevo capito subito che non era cosa per me, così come non ero riuscita a entrare in sintonia con i ritmi della chat. Anche nel mondo ‘’non virtuale’’ il mio stile di vita è talmente appartato che non prevede praticamente mai incontri con amici con i quali affrontare e discutere qualche argomento. 

       

Per questo, probabilmente, all’inizio mi sentivo molto intimidita quando mi imbattevo in qualche blog in cui ci si azzuffava verbalmente: ricordo che in quello di Rosalux c’erano alcuni personaggi che litigavano su qualunque argomento, e io mi chiedevo come fosse possibile che lei potesse sopportarlo e  continuasse a tenerlo aperto.

          

Pensavo anche che, così come disturbavano me, quelle risse camuffate da discussioni fossero ugualmente penose per i vari soggetti che vi erano coinvolti e poiché non brillo certo per acume e perspicacia, ci ho messo un po’ a rendermi conto che in questa, come in tante altre cose, le persone non sono tutte uguali, e che persone diverse hanno percezioni diverse di ciò che è penoso oppure eccitante.

        

Dopo averlo capito, ho cominciato però a considerare con un po’ più di distacco le discussioni a cui mi capitava di assistere, e  questo mi ha dato anche  modo di notare ed estrapolare   alcuni cliché che si possono individuare e riconoscere sotto l’apparente diversità delle varie discussioni.

(continua)

 

 
 
 

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