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GIANMARCO racconto (413) di Dino Secondo Barili

Post n°13687 pubblicato il 20 Maggio 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

racconto del Sabato

 Gianmarco (413)

L’Oltrepò Pavese è un vasto territorio in maggioranza collinare dove le persone hanno sempre avuto una vita dura in tutte le epoche e in tutte le stagioni. Molti abitanti dell’Oltrepò, oggi, terminata la Scuola, cercano occupazione a Milano. Anche Gianmarco ha avuto il suo primo impiego a Milano… molti anni fa. A Milano ha incontrato Sofia. Si è innamorato e si è sposato. Di figli non ne sono venuti. Il tempo è volato via. Un anno fa. Gianmarco è andato in pensione. In tutta la sua vita ha avuto un solo pensiero. Tornare al suo paese natale… incuneato nelle colline dell’Oltrepò Pavese. Un luogo sperduto. Difficile da raggiungere, ai margini di fitti boschi di castagno… dove erano rimasti solo pochi abitanti e dove nessuno si fermava. Gianmarco, invece, aveva le idee chiare. Il suo paese natio era il più bello del mondo e aveva tutte le qualità per essere conosciuto ed apprezzato. Quando Gianmarco ne parlò con la moglie Sofia… successe il finimondo. Sofia era facile ad andare in fumo. “Ma come fai a farti venire in mente certe idee? Siamo a Milano. Abbiamo tutte le comodità sottoscala… e tu pensi di andare a vivere in un luogo dimenticato da Dio e dagli uomini…Questa è pazzia pura.” Gianmarco, però, sapeva come prenderla. La lasciò sfogare. Le lasciò dire ciò che voleva …e poi faceva di testa sua (come fanno spesso le persone originarie della montagna). Un mese dopo il pensionamento, Gianmarco aveva già messo gli occhi sulla casa “ideale”nel paese natio. In realtà non aveva fatto fatica perché c’erano parecchie case in vendita che aspettavano l’acquirente. Le famiglie residenti erano solo dodici in tutto…e l’unico posto frequentato era la “Vecchia Osteria del Cavallo Zoppo”. Il vecchio Oste si lamentava in continuazione che gli affari non andavano bene. Si lamentava… ma tirava avanti. Gianmarco dopo aver fatto trasloco aveva preso contatto con l’Oste. “Tu mi fai partecipe della tua attività. Mi dai la possibilità di darti una mano nella gestione dell’attività…ed io ci metto “idee, iniziativa e lavoro”. Il vecchio Oste era diffidente, come buona parte dei commercianti. Tergiversò… ma di far partecipe Gianmarco non aveva alcuna voglia. Diceva dentro di sé… “E se questo “milanese rimpatriato” ha annusato l’affare e mi taglia fuori? Difficile capire cosa ha nella mente. Meglio non cedere e non fidarsi…” I giorni passavano e Gianmarco diventava impaziente. Un giorno il vecchio Oste si sentì poco bene e fu lui stesso a chiedere a Gianmarco di “di tenere aperta l’Osteria del Cavallo Zoppo”. Era quello che Gianmarco aspettava. Ora, la strada era spianata. Ne parlò con sua moglie Sofia la quale non solo andò in fumo… ma diede in escandescenze. Gianmarco cercò di calmarla. Non vi riuscì. “Ti ho dato retta e sono venuto in Oltrepò. Non volevo lasciare Milano e tu hai comprato casa dove hai voluto… Cosa vuoi ancora? Che mi metta a lavorare dopo che sono andata in pensione? Ma tu sei matto da legare! Se insisti… ti lascio e ritorno a Milano…” Sembrava proprio che questa volta Gianmarco avesse toccato il fondo. Il “milanese rimpatriato” fece tutto di testa sua. Tenne aperta l’Osteria e dopo una settimana inventò “una nuova gestione”. Chiese a Sofia, sua moglie, di fare da “cavia” come prima ospite. Il programma era: “Una giornata di benessere all’Osteria del Cavallo Zoppo”. L’Osteria avrebbe ospitato una sola persona al giorno, massimo una coppia (uomo e donna). Gianmarco “offrì a Sofia un programma tipo”. Metà mattina lunga passeggiata nel bosco di castagni. A mezzogiorno pranzo superlativo assoluto con vini favolosi dell’Oltrepò Pavese. Seguito dai “racconti” dell’Osteria del Cavallo Zoppo. Infine, visita alla Fontana della Strega per bere “l’acqua della felicità”. Sofia, la moglie di Gianmarco, fu talmente sorpresa e soddisfatta del menù che si associò subito al marito come aiutante. Aveva scoperto… come vivere una “pensione da sogno”.(413)

 
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