« LA CRAVATTA di Teresa RamaioliPENSIERI SPARSI DEL 20 A... »

EDVIGE E IL CASTELLO IN LOMELLINA racconto (718) di Dino Secondo Barili

Post n°14982 pubblicato il 20 Agosto 2014 da dinobarili
 

20 AGOSTO 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 20 agosto 2014 – Mercoledì - 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Mercoledì

718

I racconti dell’estate

Edvige e il Castello in Lomellina

I giorni dopo Ferragosto… sono i giorni della confusione mentale. I giorni passano lenti… in modo veloce. Una persona coglie ogni occasione per vivere alla meglio i giorni di ferie che rimangono… e non riesce a combinare nulla. “Come sarà il dopo ferie?” E’ una domanda che ricorre spesso e nessuno riesce a dare una risposta. Soprattutto dopo aver letto i giornali del mattino. E’ stato cosi, un anno fa, anche per la Dott. Edvige, quarant’anni, bellissima, impiegata presso un Ufficio di Milano … single. Essere single ha i suoi vantaggi. La Dott. Edvige non se ne faceva un problema. “Un giorno o l’altro avrebbe incontrato l’uomo del cuore. L’uomo che l’avrebbe fatta sognare, divertire, viaggiare in tutto il mondo”. Intanto erano passati cinque giorni dal Ferragosto e la quarantenne non aveva ancora combinato nulla. Decise di mettere un po’ di ordine nelle carte che si trovavano sulla sua scrivania dove c’era un po’ di tutto: bollette pagate e da pagare, e un po’ di corrispondenza ritirata dalla cassetta delle lettere che ormai è diventata un optional. Una volta la cassetta delle lettere veniva svuotata più volte al giorno… Oggi, con i telefonini e Internet… la cassetta delle lettere è un “retaggio del passato”… o forse no. Infatti, la Dott. Edvige, dopo aver cercato di mettere ordine nelle carte… si è trovata tra le mani un busta vecchia maniera.. con indirizzo scritto a mano… calligrafia finissima. C’era pure il francobollo obliterato. Era della Zia Clelia della Lomellina la quale l’invitava a casa sua per passare qualche giorno di ferie. Perché non cogliere l’occasione? “Finalmente qualcosa di nuovo…” pensò Edvige. Pavia è una piccola e piacevolissima città, ma la Lomellina è un territorio antico, straordinario e imprevedibile. Infatti, perché mai una terra così è abitata da novemila anni? In Lomellina c’è di tutto… soprattutto il “profumo del passato”… un passato che non manca mai di guardare al presente e al futuro. Proprio quello di cui la Dott. Edvige aveva bisogno… Soprattutto al suo futuro, all’amore, all’uomo della sua vita, unico e ineguagliabile. Si fa presto a dire felicità, ma la felicità di una donna è l’uomo. E la felicità di un uomo è la donna. Quando Edvige raggiunse il paese della Zia Clelia, fece fatica a ritrovare la casa dove abitava. Come ogni cosa… anche la Lomellina si rinnova e le vecchie vie dei paesi cambiano volto. Da un anno all’altro non si riconoscono più. Un anno fa, la Dott. Edvige, era arrivato a casa della Zia Clelia. L’aveva ritrovata com’era nella sua memoria. Era la stessa di quando, ragazzina, vi passava un paio di settimane d’estate dopo la fine dell’anno scolastico alle Scuole Medie. Allora, aveva un compagno di giochi, Bernardo, il figlio del proprietario del Castello. In Lomellina ci sono ancora molti Castelli. Guardandoli sembra che il tempo si sia fermato. Edvige, dopo aver salutato la Zia Clelia sentì il bisogno di dare un’occhiata al Castello che si trovava poco distante. Sentì la nostalgia di Bernardo. “Chissà che fine ha fatto?” si chiedeva la quarantenne. “Chissà se si sarà sposato… con figli...” La Zia Clelia aspettava che Edvige parlasse… invece, la quarantenne, pensava… ma non parlava. Allora, lo ha fatto lei stessa. “Edvige. Il Dott. Bernardo sta passando le ferie nel Castello. Ieri mi ha fermata e mi ha chiesto di te. Mi ha detto. “Quando arriva l’Edvige le dica che l’aspetto nel mio Studio… nel Castello”. Penso che dovresti passare a salutarlo… se non altro per cortesia. Per Edvige è stata come un boccata d’ossigeno… di quell’ossigeno di cui aveva bisogno. La quarantenne non attese un secondo. Sapeva come raggiungere lo Studio di Bernardo… Non aveva bisogno di spiegazioni. Quando Edvige e Bernardo si trovarono uno di fronte all’altra non hanno avuto parole. Entrambi sono rimasti sbigottiti. Bernardo non si immaginava di trovarsi di fronte ad una donna da fine del mondo… alta, bionda, occhi azzurri e gambe mozzafiato. Edvige per poco non svenne. Era proprio l’uomo che aveva sempre sognato… un fusto da far perdere i sensi. Bernardo non era più quel ragazzino mingherlino delle scuole medie inferiori. Non era più quel tipino un po’ lunatico, a volte triste e impacciato. Ora, Bernardo era un uomo… un uomo vero. Fiero di sé stesso e del nome portava. Sembrava un antico cavaliere senza macchia e senza paura… di cui i suoi antenati andavano fieri. E’ stato Bernardo a parlare per primo. “Edvige, mi sembri una Dea. Se ti avessi incontrata per strada non ti avrei riconosciuta. Sei la fine del mondo” Edvige si sentì lusingata. Accettò il complimento… ma la sua mente era già andata oltre. Nella sua mente si era materializzato un chiodo fisso. “Questa volta… non c’è tempo da perdere. Bernardo sarà mio e mio per sempre” Sembrava che Bernardo le avesse letto nel pensiero. I due si erano abbracciati e baciati sulla guancia… In altre occasioni sarebbe stato un fatto normale tra due persone che si incontravano dopo molti anni. Non questa volta, però. Sia Bernardo che Edvige non avevano alcuna voglia e intenzione di lasciarsi. Entrambi si tenevano stretti… come se avessero paura di non ritrovarsi più. Edvige poi era più languida e flessuosa che mai. Voleva rimanere tra quelle braccia …e vi riuscì. E’ stata proprio lei a baciare Bernardo… Un bacio lungo, appassionato, che non lasciava scampo a molte interpretazione… Era un bacio d’amore… un amore sognato, desiderato, voluto, atteso. Non c’era scampo per nessuno dei due. Per Bernardo e Edvige era giunto il momento tanto atteso… come se qualcuno avesse “suonato la campana”…e quella campana si chiamava amore. - Questo è il racconto 718, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

Archivio messaggi

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 72
 

Ultime visite al Blog

Arianna1921cassetta2saturno_leofosco6dinobarilidanielemi13acer.250Dott.Ficcagliaamorino11communitywindil.passovulnerabile14BeppeCassismariateresa.savino
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963