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GISELLA E IL LAGO DI COMO racconto (656) di Dino Secondo Barili

Post n°24745 pubblicato il 18 Luglio 2016 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Questestorie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla ache

vedere conpersone o fatti realmente avvenuti)

racconto del giorno

656

I racconti di Pavia

Gisella e il Lago di Como

Un anno fa, la Prof Gisella,trentacinque anni, bellissima, alta, bionda, occhi azzurri, gambe da fine delmondo, era stanca ed annoiata. Le ragioni erano molte. La principale era la Scuola presso la qualeinsegnava come Docente di Lettere. Gli studenti erano così e così. Il Colleghinon offrivano grandi interessi. L’unico risvolto positivo era lo stipendiosicuro. Inoltre, Gisella si era lasciata con il suo moroso, Il Docente diEducazione Fisica, Prof Leone. Un bell’uomo. Un quarantenne che si vedeva sololui ed amava avere sempre gli occhi puntati su di sé da parte di tutte leColleghe della Scuola. Per un po’ Gisella non ci aveva fatto caso. Poi, cominciòad essere insofferente. La Docente desiderava avere accanto un uomo meno appariscentedal momento che… “morto un Papa… ne sarebbe arrivato un altro”. Accampandoimpegni inesistenti, fece in modo di ritrovare la propria libertà ed autonomia.Così, un anno fa, Gisella si sentiva stanca ed annoiata… ma non depressa. Anzi,sotto quell’aspetto, non aspettava altro che il momento di “spiccare il volo”…avere un altro amore. Questa volta, però… niente Colleghi… niente Scuola…Qualcosa di grande… di vero… di eccezionale. Chi è quella donna che atrentacinque anni non sogna un “amore da favola”? Del resto Gisella era unabellezza rara, di quelle che quando passeggiava per Strada Nuova a Pavia facevagirare la testa a tutti gli uomini di ogni età. Ora, però eccola, stanca edecisa a recuperare le proprie forze. Dopo la fine dell’anno scolastico Gisellasi era concessa un meritato riposo nel suo bell’appartamento in Pavia, alquarto piano, con le finestre rivolte al fiume Ticino. La Docente di Lettere eratalmente stanca che durante la giornata si abbandonava sul divano della sala. Prendevaun libro. Iniziava a leggere… e subito si addormentava. Un anno fa, appenaaddormentata, Gisella ebbe un sogno. Sognò sua nonna Donata… Il sogno era confuso.Si vedeva un Lago. Alcune montagne sullo sfondo. Sul Lago c’erano diverseimbarcazioni che si muovevano adagio… La nonna Donata, però, era ben vestita epasseggiava in un giardino stupendo in compagnia della sua coetanea Clotilde.Ed era stata proprio Clotilde a sollecitare Donata a parlare. “Di a tua nipotequello che hai detto a me” Nonna Donato non se lo fece ripetere. “Gisella… soche sei stanca ed annoiata. Non preoccuparti. Vieni qui a passare qualchegiorno sul Lago di Como e vedrai che non avrai più problemi. Anzi, proprio inquesto punto, nel giardino di Villa Carlotta, incontrerai l’uomo della tuavita” Al quel punto si sentì suonare il campanello dell’appartamento e il sognosi interruppe. Gisella non aveva dimenticato nulla di ciò che aveva detto nonna.Quando la Docentedi lettere andò ad aprire la porta si trovò davanti il Postino con unaraccomandata tra le mani. “E’ per Lei. Mi serve una firma” Gisella firmò eprima di aprirla si fece una domanda. “Prima il sogno…poi la raccomandata… sonocoincidenze oppure è la mano del Destino?” La trentacinquenne aprì la bustadella raccomandata. Era il Notaio Rocco che l’invitava nel suo Studio di Comoper firmare alcuni documenti riguardanti sua nonna Donata. Ormai aveva deciso.Gisella, dopo essere stata a Como, avrebbe fatto una visita alla VillaCarlotta. La Villaè un luogo di rara bellezza, dove capolavori della natura e dell’ingegno umanoconvivono in perfetta armonia in oltre 70.000 metri quadrativisitabili tra giardini e strutture museali. Questa splendida dimora vennecommissionata alla fine del 1600 dal marchese Giorgio Clerici che desideravaper sé un edificio imponente, ma sobrio, circondato da un giardino all’italianacon statue, scalee e fontane. Era proprio quello che Gisella voleva vedere coni propri occhi. Il giorno dell’appuntamento dal Notaio in Como era unmercoledì. Splendido sole, temperatura ideale. Basta dire Lago di Como perchéla mente corra al romanzo i Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. Gli occhidella Docente di Lettere, invece, erano puntati sui Giardini di VillaCarlotta…e quel sentiero in cui, in sogno, la nonna le aveva predetto cheavrebbe incontrato l’amore… Le persone possono credere o non credere, ma isogni premonitori hanno sempre accompagnato l’uomo nella sua lunga storia.Gisella non sapeva cosa pensare, ma alle undici del mattino, era sul quelsentiero all’interno degli stupendi Giardini di Villa Carlotta nello stessopunto in cui aveva visto in sogno nonna Donata. Non l’aveva dimenticato. C’erauna fontanella e tutt’intorno fiori e piante di rara bellezza. Ad un trattoGisella si abbassò sulla fontanella per toccare l’acqua. La stava per toccarequando vide riflesso nell’acqua la figura di un uomo…ed una voce. “No. Maitoccare l’acqua con tanti fiori…” Gisella si girò. Un splendida figura d’uomosui cinquant’anni era davanti a lei. “Sono il Prof. Durant di una Università diParigi… Non è mai consigliabile toccare l’acqua quando ci sono così tanti fioriin intorno. Troppo lungo spiegare il perché” Gisella rimase come fulminata.Ormai non aveva più dubbi quello era l’uomo che aveva sempre sognato. Giselle eDurant andarono a prendere un caffè al Bar. Si raccontarono tutto o quasi. Allafine il Prof. Durant invitò Gisella nel suo Castello in Francia… sulle rivedella Loira, dove c’era una fontanella identica a quella della Villa Carlotta. -(656) 

 
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