dino secondo barili
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15 LUGLIO 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 15 Luglio 2014 – Martedì - 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Martedì
682
I racconti dell’estate
Milano… come Parigi?
L’enigma di Leonardo da Vinci
(Questa è la seconda puntata. Cliccare “precedenti” per leggere la prima puntata (racconto 681). Oppure leggere il seguente riassunto: “Il Dott. Raffaele, Giornalista trentacinquenne ha litigato con la morosa Anna, perché la Vice Direttrice, Miki, del Settimanale dal quale dipendeva le aveva chiesto di dedicare il sabato e la domenica ad una “inviata speciale” proveniente da Parigi per scrivere un “servizio” su Milano)
La ragazza si presentò. Sono Cristine… vengo da Parigi. Potrebbe farmi da guida alla città?” Raffaele aveva già capito che si trattava della Giornalista parigina. La stessa che avrebbe dovuto incontrare alle ore dodici in Galleria…alle “palle del toro”. Non disse nulla. L’importante era… stare al gioco. Un gioco pericoloso… Raffaele non poteva fare altrimenti. Voleva dimostrare a Miki, la sua Vice Direttrice, che aveva il fiuto del giornalista e sapeva cogliere l’occasione buona. Il fascino di Milano è tutto lì… “nel sapere e…nel non sapere”. Del resto Leonardo da Vinci lo aveva già intuito in tutte le sue opere pittoriche… dalla Gioconda all’Ultima Cena. Raffaele si svestì dell’abito del Giornalista ed assunse quello della Guida Turistica, amante della città di Milano e della sua storia. “Cristine… posso chiamarti così?” – “Certo” - rispose la ragazza – “E’ quello che voglio” – “Allora, andiamo. Seguiamo gli stessi itinerari di Leonardo da Vinci quando dimorava a Milano nel 1495. Leonardo era la curiosità in persona. Non dimenticava mai di osservare il Duomo di Milano. I cambiamenti nella città. I volti delle persone. Passeggiava lungo la Loggia dei Mercanti. Uno dei suoi luoghi preferiti, però, era la Chiesa della Madonna delle Grazie, Sede dell’Inquisizione. Un luogo lugubre e pericoloso” – Cristine rimase turbata. “Mi parli come se tu volessi mettermi paura…” – Raffaele la guardò per tranquillizzarla – “Non temere non voglio metterti paura… Milano è sempre stata così. Era così all’epoca romana… ed era così nel 1495, quando per due anni, Leonardo da Vinci ha dipinto un capolavoro unico al Mondo: “L’ultima cena”. In quella rappresentazione pittorica il famoso artista ha messo tutto sé stesso ed ha descritto la Milano di allora. Al centro della scena ha messo il Cristo che annuncia il tradimento da parte di uno dei suoi discepoli. Nel Cristo è possibile individuare lo stesso Leonardo che nella società milanese di allora… subdola, piena di spie e di spiati … era un agglomerato di invidie e gelosie. Lo stesso Pittore poteva essere stritolato da quella macchina infernale che si chiamava Santa Inquisizione. Ecco perché il Cristo è attorniato dai dodici apostoli suddivisi in gruppi di tre. E’ la legge dell’aggregazione sociale che prima tende ad unire le persone… e poi a dividerle per i più svariati motivi. Leonardo da Vinci ha descritto perfettamente gli stati d’animo dei personaggi rappresentati nell’ultima cena. La sua domanda rimane senza risposta anche oggi. “Chi mi tradirà?” Cristine è rimasta folgorata dalle parole di Raffaele. Non era solo un’improvvisata Guida Turistica, ma un uomo. Un uomo che aveva nel sangue la passione per la storia della sua città. Se Parigi ha la Gioconda con quel suo enigmatico sorriso… Milano ha L’ultima cena… con quell’altrettanto enigmatica rappresentazione pittorica in cui ci sono domande che attendono ancora oggi risposta. Tante domande che lasciano i visitatori con il fiato sospeso… “Qualcuno mi tradirà” dice Cristo. Seguita dalla domanda che i discepoli si pongono l’un l’altro “chi di noi sarà il traditore?” Cristine era affascinata dal dipinto e dal modo in cui Raffaele lo aveva raccontato. Una città, non è mai fine a sé stessa … è sempre in funzione di …e per… Intanto, Raffaele e Cristine avevano lasciato la Chiesa della Madonna delle Grazie e si erano diretti al Castello Sforzesco. Cristine guardò l’orologio e notò che erano le undici e quarantacinque. “Raffaele… mi sono accorta proprio adesso che ho un appuntamento alle dodici esatte in Galleria Vittorio Emanuele II” Raffaele non aveva alcun interesse a chiedere spiegazioni. Ad anticipare i tempi. L’incontro con Cristine sulla panchina davanti alla Statua di Leonardo da Vinci era stato casuale e tale doveva rimanere. Anch’egli aveva un appuntamento alle ore dodici in Galleria. Si salutarono ed ognuno dei due andò per la propria strada. Raffaele non aveva ancora messo piede in Galleria quando il suo telefonino si è messo a suonare. Era Miki dalla Direzione del Settimanale femminile. “Raffaele il nome della giornalista è Cristine. L’appuntamento è confermato per le ore dodici precise” Raffaele, guardò l’orologio. Mancava un minuto… Alle dodici esatte era nei pressi delle “palle del toro” in Galleria. Davanti a lui c’era Cristine… o meglio. C’era una ragazza, bellissima, identica a Cristine, ma non poteva essere lei. Corpo, viso, occhi…stesso vestito… ma non era lei. La Cristine che aveva accompagnato per Milano. Con la quale aveva visitato “l’ultima cena” di Leonardo aveva i capelli biondi. La Cristine che aveva davanti … aveva i capelli rossi. Raffaele era rimasto senza parole. Chi era la Cristine che aveva lasciato pochi momenti prima? Chi era la Cristine che aveva davanti ora? Non poteva, in così poco tempo, aver cambiato pettinatura… neppure usando una parrucca. La Cristine che aveva davanti ora…era un nuovo enigma? La vita è fatta di enigmi. Ogni lettore, a questo punto, avrà una sua teoria. Una sua soluzione dell’enigma. Se vuole potrà far partecipi del proprio pensiero i lettori di questo Blog cliccando “scrivi commento” e lasciando il messaggio. - Questo è il racconto 682, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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