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PIERO BUSCAGLIA di Teresa Ramaioli

Post n°14887 pubblicato il 14 Agosto 2014 da dinobarili
 

PIERO BUSCAGLIA 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 13/08/14 alle 13:54 via WEB
PIERO BUSCAGLIA calciatore- (Torino, 1911- Vigevano, 1997)- Nato a Torino da genitori vigevanesi, allo scoppiò della prima guerra mondiale, dopo che il padre partì per il fronte, si asserì a Vigevano con la madre. Le sue grandi capacità calcistiche erano evidenti sin da bambino: già a dodici anni giocava nei “Giovani”(affettuoso nomignolo con cui sono sempre stati indicati i giocatori del “Vigevano calcio “) e nel campionato tra il 1928 e 1929 con il Vigevano conquistò la promozione alla Prima Divisione . Durante il servizio militare a Tortona incontrò l’allenatore austriaco della Lazio, Sturmer, che gli propose di trasferirsi nella capitale. Vi rimase per due anni, fino al 1934, per passare poi al Torino, allenato da Tony Cargnelli . Nel 1937 l’allenatore della Nazionale Vittorio Pozzo lo convocò per la partita contro l’Ungheria, vinta poi dall’Italia 2-0. Bloccato da un infortunio al ginocchio , non potè partecipare ai mondiali di Parigi del 1938 e nello stesso anno fu ceduto al Milan. Nel 1941 giocò in serie B con il Savona; l’anno successivo ritornò nel Mlan per poi diventare allenatore dell’Abbiategrasso. Rientrò a Vigevano l’8 settembre 1943 per disputare il campionato misto ligure – lombardo. Giocò fino a quarant’anni; negli anni successivi ebbe esperienze da allenatore e saltuariamente come giocatore. Tra i vanti della sua carriera di goleador ( nell’anno agonistico 1929-30 segnò ben 61 reti)esiste un record storico: “rifilò”sei gol in una sola partita a quello che viene considerato il miglior portiere di tutti i tempi, il mitico Zamora. Ciao Teresa Ramaioli

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 14/08/14 alle 15:41 via WEB
.MARIA BAMBINA-- MILANO-- Non lontano dal duomo, nella casa delle Suore di carità, in via santa Sofia, si apre un santuario dove, in una culla di bronzo dorato, è custodita un'immagine miracolosa di Maria Bambina. Intorno agli anni 1720-1730 suor Isabella Chiara Fornari, francescana di Todi, modellava volti in cera di Gesù bambino e di Maria bambina; era questa un'espressione della devozione ai misteri dell'infanzia di Gesù e di Maria, tipica del '700. Un simulacro in cera, raffigurante Maria in fasce, fu donato a mons. Alberico Simonetta e, alla sua morte (1739), l'effigie passò alle suore Cappuccine di santa Maria degli angeli in Milano, che ne divulgarono la devozione. Gli anni che vanno dal 1782 al 1842 segnano la soppressione, decretata prima dall'imperatore Giuseppe II e poi da Napoleone, delle varie congregazioni religiose. Il simulacro è portato da alcune suore Cappuccine presso il convento delle Agostiniane, poi dalle Canonichesse lateranensi; sarà quindi affidato al parroco don Luigi Bosisio, perché lo trasmetta a un istituto religioso che possa mantenerne viva la devozione. Questo simulacro arriva alll'ospedale Ciceri di Milano. Lì verrà affidato dal Bosisio a suor Teresa Bosio, superiora delle Suore di carità di Lovere (Bg), congregazione religiosa fondata nel 1832 . Queste suore che il popolo chiamerà in seguito 'di Maria Bambina', presenti in Milano dal marzo del 1842, erano state chiamate dal card. Gaysruck per l'assistenza ai malati dell'ospedale. Al Ciceri, suore e malati si rivolgono ben presto a Maria Bambina per ottenere forza, speranza e protezione. Nel 1876 il simulacro passerà in via santa Sofia. L'effigie di Maria Bambina ha ormai oltrepassato il secolo: il volto in cera appare scolorito e sciupato dal tempo; viene così sostituita con un'altra immagine, mentre quella originale sarà riesposta l'8 settembre di ogni anno all'interno della casa religiosa. E' il 1884... Nella cronaca dell'anno si legge: "...erano le ore sette del 9 settembre 1884... La madre si reca nell'infermeria per la visita alle ammalate e, preso il santo simulacro, va di letto in letto porgendolo alle suore ammalate perché lo bacino. Giunge alla postulante Giulia Macario, da più giorni aggravatissima. Questa si sforza di avvicinarsi alla Celeste Bambina, con parole affettuose chiede la guarigione. Subito si sente per tutto il corpo un fremito misterioso. 'Sono guarita!', esclama. Si alza e cammina". Da allora, il 9 settembre di ogni anno, si festeggia il 'giorno del miracolo'. Dal 16 gennaio, poi, dell'anno successivo si nota un fatto straordinario: l'immagine di cera, scolorita e ingiallita, comincia a diventare così bella da sembrare "una bambina vera". Ciao Teresa Ramaioli
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