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LA RADIO A MILANO di Teresa Ramaioli

Post n°14888 pubblicato il 14 Agosto 2014 da dinobarili
 

LA RADIO A MILANO

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 13/08/14 alle 13:52 via WEB
LA RADIO A MILANO---A Milano, dal 1923 era attivo il “Gruppo Radiotecnico Milanese”, fondato dall’ingegner Eugenio Gnesutta (uno dei pionieri della radio italiana) che ebbe i primi permessi di trasmissione dal Ministero delle poste. Nello stesso anno Gnesutta ed altri fondarono inoltre la ADRI (Associazione Dilettanti Radiotecnici Italiani) ed il radioamatore milanese Donner Flori iniziò delle trasmissioni con una certa regolarità dalla sua piccola stazione sperimentale. Nacquero anche due periodici che si occupavano di radio, il “Radio Giornale” di Ernesto Montù e l’anno dopo la “Radio per tutti”, rivista quindicinale. Nel giro di un paio d’anni, nella nostra città, venne installata una stazione trasmittente nella sede milanese della URI, in Corso Italia n. 23 e iniziò le trasmissioni il 28 dicembre 1925.Ciao Teresa Ramaioli

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 14/08/14 alle 15:29 via WEB
MARIA BAMBINA--MILANO--Nella prima metà del secolo XVIII ( fra il 1720 e il 1730), una monaca francescana di Todi (Umbria) modella con la cera un visetto dolcissimo di bimba: la Madonna appena nata. La bellissima testina in cera viene appoggiata su un corpo molto semplice (una specie di cilindro) e avvolta tutta di fasce, come si faceva con i neonati di una volta, che venivano completamente immobilizzati nelle fasce perché - si pensava - in questo modo sarebbero cresciuti meglio! Così nasce la tradizione di avvolgere Maria Bambina in fasce di pizzo candido. La statuetta di cera di Suor Chiara di Todi, rivestita di pizzo e deposta in una culla, viene donata a un vescovo, che la dona a delle suore .Nel 1876 la statua di Maria Bambina è ospitata in via Santa Sofia a Milano dove si trova anche adesso. E le suore che la ospitano nella cappella della loro casa ( Suore di Carità di Lovere), saranno chiamate Suore di Maria Bambina, proprio a motivo di quella statuetta. Infatti la dolce immagine di Maria neonata diventa molto popolare in Milano e sono numerosi i fedeli che si recano a pregarla, tanto che le suore devono più volte allargare la cappella per contenere i visitatori. Siamo alla fine dell'ottocento: Maria Bambina è sempre più conosciuta e amata. Tanto che le Suore devono far costruire addirittura una santuario tutto dedicato a lei (il santuario sarà finito nel 1888, ma sarà bombardato e distrutto, e infine ricostruito negli anni '50). La statuetta di Maria Bambina viene riprodotta in migliaia di esemplari e collocata in molte chiese, specialmente della diocesi di Milano. La devozione di diffonde moltissimo anche nelle famiglie, fino a qualche decennio fa in molte zone della Lombardia il regalo tradizionale di nozze era una Maria Bambina che veniva amorevolmente conservata protetta da una campana di vetro. Molti genitori, fino agli anni '50 , imponevano alle loro figlie il nome di "Bambina" in onore di Maria Bambina. Ciao Teresa Ramaioli
(Rispondi)
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 14/08/14 alle 15:44 via WEB
CESARE ANGELINI- sacerdote, letterato educatore- (Albuzzano, 1886- Pavia, 1976)- Sesto figlio di modesta famiglia di contadini, frequentò- tra il 1906 e il 1910- il seminario di Pavia,dove fu particolarmente attratto dallo studio della teologia. Ordinato sacerdote (1910), fu inviato a Cesena in qualità di segretario particolare del vescovo Giovanni Cazzani , già parroco della sua città natale, lo stesso che lo aveva indirizzato agli studi teologici.Angelici nel 1915 seguì il vescovo Cazzani a Cremona, città in cui rimase cinque anni, nel corso dei quali gli si aprirono nuovi orizzonti culturali. Fu in special modo la conoscenza di Renato Serra, allora direttore della Biblioteca Malatestiana e collaboratore del quotidiano “La Voce”, a spingere Cesare Angelici a una ricerca interiore che conciliasse la predisposizione letteraria co la vocazione religiosa. Nel 1916 fu arruolato nell’esercito , dal quale fu congedato nell’ottobre 1919 con il grado di tenente cappellano. Rientrato a Pavia, iniziò, nel seminario che lo aveva visto studente, l’impegno didattico al quale unì ben presto un’attività letteraria sempre più intensa, integrata dalle collaborazioni a riviste cattoliche e a prestigiosi quotidiani (scrisse pregevoli elzeviri per il “Corriere della Sera”). Nel 1939 fu nominato rettore del Collegio Borromeo di Pavia, incarico che mantenne fino al 1961. Tra le sue numerose opere, più volte ristampate, ricordiamo: Il dono del Manzoni(1924),; Commenti alle cose(1925); Conversazioni sul Vangelo(1930); Invito al Manzoni(1928); Carta, penna e calamaio (1944); Acquerelli(1948). Ciao Teresa Ramaioli
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