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VITTORIO NECCHI di Teresa Ramaioli

Post n°15293 pubblicato il 08 Settembre 2014 da dinobarili
 

VITTORIO NECCHI

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 07/09/14 alle 15:11 via WEB
VITTORIO NECCHI-industriale-(Pavia,1898-1975).Industriale,"Cavaliere del Lavoro" e fondatore dell'omonima fabbrica di macchine x cucire(un tempo vanto delle produzioni pavesi). Nel 1902 il padre Ambrogio(Pavia 1860-1916)fondò nella città natale una pccola fondeia artigiana di ghisa malleabile che, sotta la direzione di Vittorio, subentratogli,cominciò a produrre impanti x radiatori.Nel 1926 uscirono i primi esemplari di macchine x cucire, che resero possibile un rapido sviluppo della fabbrica, che arrivò ad occupare anche seimila dipendenti.Parte dell'azienda fu portata in dote da una delle sorelle di Vittorio, Gigina, alle nozze con l'industriale Angelo Campiglio. La fonderia assunse perciò una nuova denominazioe :NE.CA.(NEcchi CAmpiglio). Molto attivo nel sociale, fondò una scuola professionale e istituì un Fondo di Assistenza Interna (F.A.I.), molto avanzato x quei tempi. A fonte della tattenuta dell'1%, le maestranze potevano fruire di notevoli prestazioni integrative dell'assistenza sanitaria pubblica o potevano trascorrere le vacanze in case di soggiorno . Divideva il suo tempo libero tra una villa vicino a Nervi e la tenuta Portalupa (tra GAMBOLO' e il ponte di BEREGUARDO nell'attuale Parco del Ticino).Nel 1955 gli fu conferita la laurea honoris causa in Fisica. Negli ultimi anni dovette assistere al declino della sua fabbrica nonostante i tenativi di divesificazione dei prodotti:gruppi elettromeccanici,compressori x frigoriferi elettrodomestici. Ciao Teresa Ramaioli

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 08/09/14 alle 14:08 via WEB
ATTILIO DE PAOLI- pittore(CARBONARA AL TICINO,1910-1978).E' considerato uno dei maggiori aristi del xx secolo per lesue qualità pittoriche, che si manifestarono sin dall'infanzia. Frequentò inizialmente la scuola serale di disegno e in seguito i corsi regolari della Civica Scuola di Pittura di Pavia. Si dedicò con impegno alla rappresentazione di episodi sacri, paeaggi, ritratti e al restauro di pitture a olio e affreschi. Dal 1929 dipinse la cappella di San Giovanni Bosco nella chiesa di Santa Maria delle Grazie di Pavia. In queste opere emerge la sua capacità tecnica nell'utilizzare con sicurezza colori e pennello; la serenità interiore viene espressa dai volti mistici e contemplativi dei personaggi rappresentati;mentre l'insegnamento neo-impressionista dei macchiaioli affiora dall'interpretazie dei paesaggi , nei quali compare quasi sempre il malinconico ambiente lombardo. Ciao TEREsa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 08/09/14 alle 14:10 via WEB
GASPARE CAMPARI-liquorista(Cassolnovo,1828- Milano,1882). Benché il fondatore della ditta Campari, sinonimo di aperitivo nel mondo intero, sia stato DAVIDE CAMPARI (1867-1936) non va scordato che tutto ebbe origine dall’umile rampollo di una famiglia di agricoltori cassolesi che all’età di quattordici anni si era recato a Torino per apprendere l’arte del liquorista. Dopo aver lavorato in due locali storici(la pasticceria Bass e il ristorante Cambio), studiando innumerevoli miscele di erbe e aromi naturali, inventò la sua ricetta con sessanta ingredienti naturali tra erbe, spezie, cortecce d’albero e bucce di frutta, che ancora oggi viene mantenuta rigorosamente segreta. Nel 1860 acquistò il caffè dell’Amicizia a Novara e nel 1862 approdò a Milano dove, cinque anni dopo, nella appena inaugurata galleria Vittorio Emanuele II, aprì il caffè Campari, locale di gran classe, che divenne ben presto uno dei più importamti punti di ritrovo della cultura milanese.Al figlio Davide si deve lo svilppo dell’azienda , attraverso idee di marketing che diventarono l’avanguardia nel campo della promozione e ella pubblicità. Tra esse, la creazione di cartelli pubblicitari, affidando il compito ad artisti di grido,ai quali venivano indicate solo tre regole base: visualizzare chiaramente la marca; usare colori e grafica semplice; incorporare in modo naturale il logo nell’immagine, Fra i manifesti più memorabili vi è il Folletto di Leonetto Cappiello (1921), raffigurante un clown che danza in una spirale di buccia d’arancia e regge una bottiglia di Bitter Campari. Nel 1932, Davide creò il Campari Soda, cocktail in una bottiglia a forma di cono progettata dal designer futurista Fortunato Depero. Il suo fiuto per il marketing e per le strategie innovatrici avevano ormai portato al marchi Campari un successo mondiale. Ciao TEREsa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 08/09/14 alle 14:11 via WEB
iltuonoilgrillo il 28/10/13 alle 19:34 via WEB CARLO BANDIROLA- campione motociclista(Voghera, 1915- 1981). Fin dall’adolescenza affascinato dai motori e dalle motociclette, esordì nelle corse automobilistiche nel 1934 sul Circuito di Novara. L’anno successivo, per avere la possibilità di proseguire l’attività agonistica,entrò volontario nel corpo della Milizia della Strada, nelle file della cui squadra corse fino allo scoppio del secondo conflitto mondiale.La guerra gli impedì di proseguire una evoluzione che lo avrebbe sicuramente portato a vittorie ben più importanti. Alla fine del 1945 rientrò a Voghera, riprese servizio nella Milizia, divenuta Polizia della Strada, e ricominciò a correre. Nel 1947 fu assunto dalla GILERA come pilota ufficiale. Smise di correre nel 1958, dopo aver conquistato , all’ età di 45 anni ,. l’unico titolo della sua carriera, quello di Campione italiano classe 500cc. Pilota irruente e capace come pochi di entusiasmare le folle, vinse molto meno di quanto avrebbe meritato, ma fu sempre nel cuore degli appassionati, anche dopo aver, come si suol dire, “APPESO LA MOTO AL CHIODO”. – Come tutti i piloti anche Carlo Bandirola considerava alcuni oggetti o consuetudini come dei talismani :era particolarmente affezionato al suo casco bianco con la stella rossa , tanto che non lo sostituì neppure quando si ammaccò visibilmente dopo una grave caduta. Un altro simbolo di scaramanzia era costituito dalla sua tenuta di corsa in pelle, che non volle mai rinnovare, anche se era “spelacchiata”e gli conferiva un’aria piuttosto trasandata. A tale proposito si racconta un simpatico aneddoto circa un episodio accaduto a MONZA nel 1957:prima della partenza della gara, in seguito alle insistenze degli amici affinché indossasse la nuova tuta, Carlo vestì la “nuova pelle”in un unico pezzo con l’imbarazzo della poca convinzione. Accadde però che, pochi minuti prima del vi, Bandirola non era ancora comparso in pista e, mentre lo si cercava ,egli arrivò sorridente e a suo agio indossando la vecchia mise, e disse all’amico:”Caro Milesone , rabiat no , ma custa chi la m’ha sempar purtà a cà la peell”. –Ciao Teresa Ramaioli
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agostinofaravelli
agostinofaravelli il 08/09/14 alle 18:06 via WEB
Bene, Teresa, quest'uomo ha fatto tanto per la sua città, e non sarà mai ricordato abbastanza. Più di tre anni fa ho inoltrato al comune una petizione firmata da alcune centinaia di pavesi per intitolare il rondò di porta Milano a Vittorio Necchi. La delibera del consiglio comunale è stata approvata nel maggio 2012 ma a tutt'oggi non è stata messa in pratica. Saluti cari.
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dinobarili
dinobarili il 08/09/14 alle 19:22 via WEB
Ciao Agostino - Hai ragione. Vittorio Necchi appartiene alla storia di Pavia. Un tempo "la macchina da cucire Necchi" voleva dire Pavia in tutto il Mondo. Ora la storia è un'altra... ma ciò è stato non potrà più essere cancellato. Buona serata. Dino
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