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RINALDO A PREGA racconto (209) di Dino Secondo Barili

Post n°17342 pubblicato il 09 Gennaio 2015 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

209

 Rinaldo … a Praga

Coloro che sono stati a Praga sanno che Praga è una città magica, imprevedibile, come Torino e Lione. La parola magia, forse, non basta. Ne sapeva qualcosa Rinaldo, impiegato presso una ditta commerciale che aveva clienti in molti Paesi dell’Europa. La Ditta aveva sede a Milano, e per anni, per la sua società, Rinaldo aveva viaggiato dappertutto. Da due anni, però, il lavoro era terminato. Rinaldo, causa la crisi economica ed altri motivi, aveva cessato di andare di qua e di là per l’Europa… con una valigia in mano, sempre la stessa. Da due anni per Rinaldo la vita era diventata monotona… e la sua mente correva nei posti in cui era stato e aveva vissuto momenti irripetibili. Di tutti i paesi, visitati, però, c’era un luogo che gli era rimasto nel cuore e nella mente. Un luogo indimenticabile: Praga. Si, proprio Praga, la città magica per eccellenza… dove la parola “magia” assume infiniti significati. Per Rinaldo, era stato un periodo straordinario. Le ragioni erano diverse. Una fra tutte. A Praga, Rinaldo si era innamorato… innamorato veramente, da perdere la testa. La Ditta per la quale lavorava aveva a che fare con “scarpe da donna”. Rinaldo portava campioni di scarpe da tutte le parti. Si trattava di “campioni” che dovevano giungere nella mani di “artisti veri, strani, con parecchi tic.” Questi artisti non volevano muoversi dal luogo in cui abitavano e dove creavano i loro capolavori. Un’artista alla quale Rinaldo doveva recapitare i campioni di scarpe da donna era, appunto Praga. Si chiamava Zerlina, era un’artista vera, estroversa (un po’ matta… solo?)…e misteriosa. Durante il primo anno in cui Rinaldo andava a Praga per conto della sua Ditta, doveva stare a regole ferree. Doveva telefonare e l’incontro con Zerlina avveniva solo davanti al monumento di Jan Hus, il religioso riformatore boemo morto sul rogo nel 1415. L’incontro avveniva sempre alla stessa ora. Nel pomeriggio, all’ora in cui Jan Hus era stato arso vivo. Rinaldo, pur ponendosi molte domande, accettava un simile rituale. Per un anno non era mai riuscito a vedere Zerlina in volto… sempre coperto da un velo nero. Era arrivato a pensare che Zerlina fosse un mostro. Un anno dopo, però, la “misteriosa artista” invitò Rinaldo a casa sua. La donna si mostrò per quella che era… una bellezza fuori del comune. Non molto alta, viso perfetto, incantevole, occhi verdi, capelli biondi lunghissimi che arrivavano fino ai piedi. Per Rinaldo è stata una sorpresa nella sorpresa… un amore a prima vista… Zerlina non era una donna … era una fata, una strega… La donna disse una sola frase. “Non farmi domande, perché non puoi e non ne hai il diritto. In casa mia entrerai solo se te lo dico io e quando voglio io…” Rinaldo ormai era caduto nel “cerchio magico” e non poteva più uscire. Per anni la storia era andata avanti. Ogni volta che Rinaldo andava a Praga c’era una sorpresa. Da due anni, però, il suo rapporto con Zerlina era terminato… Il suo pensiero, però, era sempre là, a Praga. Dopo molte titubanze, dopo due anni, decise di ritornare a Praga. Non più come commesso viaggiatore per la sua Ditta, ma come “innamorato pazzo” di Zerlina. Senza dire parola con nessuno, un sabato mattina, Rinaldo, giunse a Praga. Si fermò sotto la statua di Jan Hus. Digitò il numero di Zerlina sul suo telefonino e attese la risposta. Dopo alcune frasi, Zerlina ebbe uno scatto. “Aspettami sotto la statua di Jan Hus”. Dopo un’ora Rinaldo vide giungere una carrozza con le tendine chiuse trainata da due cavalli bianchi guidata da un cocchiere in livrea. Era Zerlina. “Sali!”. Fu l’ordine. Rinaldo salì. Il milanese non si era reso conto che Zerlina era nuda, completamente nuda e ordinò anche a lui di mettersi nudo. “Vedi, Rinaldo. Quando una persona sceglie l’amore … non può e non deve avere vincoli di sorta, regole, obblighi di qualsiasi natura. L’amore è libertà, vera, assoluta libertà. Ora, mi trasformerò … e sarò sempre con te, in ogni mento della tua vita… e sarai felice per sempre.” Zerlina, si trasformò in volatile dai colori sgargianti… e Rinaldo si ritrovò nel suo ufficio di Milano. La sua Capoufficio, l’arcigna Eva, cercò di farsi spiegare da Rinaldo il suo volto sorridente e felice. Non vi riuscì. Capì che c’era un segreto. Il segreto si chiamava Praga. (209)

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Commenti al Post:
lascrivana
lascrivana il 09/01/15 alle 07:35 via WEB
Wow! Proprio una magica storia. Buongiorno Dino,
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 09/01/15 alle 14:53 via WEB
Ciao Laura - RINALDO A PRAGA riflette l'atmosfera della città. Il fiume Moldava ... non è fiume ... è un mito. Una persona se ne rende conto appena si trova sul Ponte Carlo. Non è un ponte come un altro ... Provare per credere. Buona serata. Dino
(Rispondi)
alba.estate2012
alba.estate2012 il 09/01/15 alle 10:44 via WEB
Carissimo Dino questo racconto è una favola fantastica.. un po' osè nel finale...accipicchia.. Zerlina è molto birichina... Comunque l'amore trionfa sempre.. Un abbraccio e felice giornata, ciao, Antonella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 09/01/15 alle 14:56 via WEB
Ciao Antonella - nel racconto RINALDO A PRAGA non ho fatto altro che descrivere l'atmosfera della città. Un'atmosfera romantica, misteriosa ... come se ci si trovasse dentro ad una favola ... Buona serata. Dino
(Rispondi)
DoNnA.S
DoNnA.S il 09/01/15 alle 12:51 via WEB
Interessante racconto. L'amore non lo si conosce mai e così deve essere, perchè senza mistero l'amore muore. Il tuo racconto fantasioso, esprime benissimo la potenza e la libertà dell'amore per vivierlo appieno, deve essere libero e si deve trasformare per essere sempre vivo e intenso.
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 09/01/15 alle 15:01 via WEB
Ciao Donatella - Bel commento. Hai detto bene. "il tuo racconto un po' fantasioso ... " Praga è così ... Un invito alla fantasia, alla libertà, alla voglia di volare ... Zerlina è proprio il simbolo del volo. Buona serata. Dino
(Rispondi)
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