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LORENZO E L'ACQUA DEI SETTE FONTANILI racconto (211) di Dino Secondo Barili

Post n°17368 pubblicato il 11 Gennaio 2015 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

211

Lorenzo…e l’acqua dei sette fontanili

Ci sono momenti nella vita nei quali, alcune persone, si affidano a Dio, altre, invece, tentano altre opportunità. Certo è, che tutti, indistintamente, cercano soluzioni idonee. Del resto non è possibile darsi alla disperazione. Sarebbe assurdo e inconcludente. La saggezza antica, però, ha “provato” svariati sistemi. Basta “leggere” la storia e le storie delle persone nelle varie epoche. Al mio paese, Trivolzio (Pavia), per esempio, le cose non sono sempre andate per il giusto verso. Confitti piccoli e grandi, lotte fra gruppi e fazioni… Eppure, qualcuno riusciva a non perdere la calma e trovare il coraggio per andare avanti. Qualche lettore dirà che quella persona... aveva fede, era saggia! Anche… e non solo. Nel 1800 a Trivolzio abitava un ragazzo, ultimo di tredici figli. Facile immaginarsi quali rinunce abbia dovuto fare. Allora, la concorrenza tra i fratelli era esasperata (come oggi). Il suo nome era Lorenzo. Si racconta che oltre a essere l’ultimo della “nidiata”… era piccolo, gobbo, mingherlino e brutto (diciamo… sgraziato). Cosa poteva aspettarsi dalla vita, un essere così conciato? Eppure, Lorenzo, non solo ha vinto la sua battaglia… ma avuto un successo insperato. A quell’epoca i bambini “gracili” dovevano contare sulle proprie forze (ammesso che ne avessero). Siccome le forze fisiche erano ridotte, l’unica forza sulla quale potevano contare era la forza della mente. Lorenzo, all’età otto anni venne messo a servizio presso una delle Famiglie più ricche del circondario. Il compito di Lorenzo era assai limitato: in cucina… a pelare le patate. Quello era il posto e quella era la mansione. D’altro canto cosa poteva pretendere un essere così ridotto? A quell’epoca, però, c’era un proverbio che diceva: “Ogni essere è, a suo modo, perfetto. Sta all’individuo mettere in luce la propria perfezione”. Quando Lorenzo pelava le patate osservava il mondo che gli stava intorno. Ascoltava i racconti delle persone e faceva tesoro di tutto ciò che colpiva la sua intelligenza. Un giorno vide una serva che accettava volentieri i complimenti del Padrone e capì che il mondo aveva una “guida”. All’età di sedici anni, Lorenzo, aveva fatto “carriera”. Anziché pelare patate era diventato l’auto-cuoco. Il Capo-Cuoco era burbero, autoritario ed il migliore di tutto il circondario. Però, anche i migliori cuochi si ammalano. A Trivolzio era scoppiata una epidemia. Nella Famiglia più ricca del paese, l’unico a non essere ammalato era proprio Lorenzo, il vice-cuoco. In molti cominciarono a chiedersi il perché. Nella Famiglia più ricca del circondario erano tutti ammalati …tranne Lorenzo. Il segreto stava nel fatto che Lorenzo, il vice-cuoco, raccoglieva… e beveva (solo) “l’acqua dei sette fontanili”. Secondo un’antica leggenda trivolzina… ne beveva “sette” sorsi ogni mattina. Da quel momento Lorenzo divenne la persona più consultata. Qualche lettore dirà che si tratta di una favola per persone ingenue. Non è così. La fama di Lorenzo giunse fino a Milano. Un giorno, il piccolo, gobbo, mingherlino brutto vice-cuoco trivolzino venne invitato per una prova della sua “acqua dei sette fontanili”. A Milano la prova riuscì talmente bene che Lorenzo si stabilì definitivamente nella grande città, richiesto e riverito dalla migliore nobiltà (211)-

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Commenti al Post:
semplicelucrezia
semplicelucrezia il 11/01/15 alle 07:59 via WEB
Bellissima Dino ^_^
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 11/01/15 alle 11:34 via WEB
Ciao Lucrezia - grazie. Lorenzo, però, non è un caso isolato. Ci sono tanti Lorenzo in giro che continuano a lottare per poter sopravvivere. Buona giornata. Dino
(Rispondi)
alba.estate2012
alba.estate2012 il 11/01/15 alle 08:38 via WEB
Carissimo Dino, è un racconto bellissimo mette in risalto che ogni essere umano è speciale.. come la storia del brutto anatroccolo, da piccino nessuno lo guardava ma da adulto tutti lo guardavano per le sue qualità. Così Lorenzo è diventato un uomo riverito da tutti. Ti lascio il mio abbraccio con l'augurio di buona domenica, ciao, Antonella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 11/01/15 alle 11:38 via WEB
Ciao Antonella - bel commento. E' l'individuo stesso che deve trovare la ragione del suo agire. C'è un detto che dice: "Non importa quante volte si cade ... quel che conta è quante volte ci si rialza e si cammina" Buona giornata. Dino
(Rispondi)
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 11/01/15 alle 09:52 via WEB
Ciao Dino,la prima responsabilità di una persona è quella di essere la testimonianza di se stessa. La responsabilità e il rispetto nei confronti di noi stessi e delle persone che ci circondano, dovrebbe essere il presupposto su cui costruire tutti i nostri rapporti. Le relazioni autentiche, fondate cioè su veri sentimenti, si nutrono principalmente della fiducia e della responsabilità che le persone coinvolte sono in grado di assumersi l'un l'altro. Lorenzo (protagonista del racconto) è riuscito a costruire il suo destino recuperando la sua individualità. Ciao Teresa Ramaioli
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 11/01/15 alle 11:39 via WEB
Ciao Teresa - hai ragione. Ogni individuo è un mondo. E quel che passa nella testa di una persona lo sa solo lui. Buona giornata. Dino
(Rispondi)
faustina.spagnol
faustina.spagnol il 11/01/15 alle 09:54 via WEB
Ciao Dino il tuo racconto mette in luce il fatto che non importa come si è ma quello che conta è la forza che c'è in ognuno di noi di lottare per andare avanti. Dobbiamo essere noi stessi i primi a crederci e darsi da fare perchè niente piove dal cielo. Buona domenica. Tina
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 11/01/15 alle 11:46 via WEB
Ciao Tina - dici bene - "... non importa come si è, ma quello che conta è la forza che c'è in ognuno di noi" Ecco, proprio così. Se una persona vuole può tutto. Buona giornata. Dino
(Rispondi)
DoNnA.S
DoNnA.S il 11/01/15 alle 17:03 via WEB
Si dice che ogni persona nasce con un talento e uno scopo nella vita, sta a noi scoprirlo. A volte il destino da una spinta.
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 11/01/15 alle 19:45 via WEB
Ciao Donatella - hai ragione. Ogni persona combatte la sua battaglia per sé. E' l'individuo in prima persona che deve darsi da fare. Buona serata. Dino
(Rispondi)
franzkline
franzkline il 11/01/15 alle 17:55 via WEB
E' nel nostro istinto lo spirito combattivo nell'affrontare le avversità e ognuno di noi ce l'ha! A volte però ci vuole una forte scintilla per farlo esplodere. Ciao Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 11/01/15 alle 19:47 via WEB
Ciao Stefano - hai ragione. E' nelle avversità che si forgia il carattere di una persona. Più dura è la battaglia ... maggiori sono i risultati. Buona serata. Dino
(Rispondi)
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