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GIACINTA E UNA CANZONE PER TE racconto (890) di Dino Secondo Barili

Post n°17850 pubblicato il 09 Febbraio 2015 da dinobarili
 

8 FEBBRAIO 2015

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 8 Febbraio 2015 – Domenica - 12.00

Intrigo …

… a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

890

Giacinta e una canzone per te

Un anno fa, la Dott. Giacinta, quarant’anni, single, bellissima, impiegata presso una Agenzia Commerciale a Milano, abitante a Pavia, era insoddisfatta della propria vita. Non di tutta la sua vita … solo di una parte. Il lavoro andava benissimo. L’ambiente era buono … buoni i Colleghi e le Colleghe. Ciò nonostante Giacinta si rendeva conto che non poteva vivere in quel modo. Il fatto che fosse stata piantata dal fidanzato Francesco dopo cinque anni di convivenza non riusciva a digerirla. E’ vero che non poteva continuare tra un bisticcio e una discussione … ma voleva essere stata lei a dare un taglio. Invece, un giorno Giacinta ha ricevuto un messaggino … “questa è l’ultima volta che ci sentiamo … ciao” La quarantenne non aveva avuto nemmeno il coraggio di rispondere. Chiuse il telefono e guardò dalla finestra del suo Ufficio. In lontananza transitava un treno. Si disse mentalmente. “Quello è il treno della mia vita … il mio treno. Non ho alcuna intenzione di fermarmi” Ora, però, doveva prendere una decisione: “quale direzione far prendere il treno”. Ne parlò con la sua amica e coetanea Valeria la quale era al corrente della situazione sentimentale. “Giacinta, se io fossi in te, farei buon uso della voce. Canti benissimo. Ti accompagni con la chitarra. Sai raccontare storie … cosa vuoi di più dalla vita? Se vuoi ti posso presentare un amico che cerca una collaboratrice. E’ un cinquantenne originale, ma sono certo che ti piacerà. Si chiama Orfeo” Cosa doveva fare una quarantenne in crisi, bellissima, con una voce splendida la quale non voleva “morire dentro”? Giacinta accettò di incontrare Orfeo e non è stato un incontro facile. Era un egocentrico che si vedeva lui solo … e si vedeva, forse, per quello che non era. Orfeo aveva parlato chiaro. “Qui, se c’è una primadonna … sono io. Tu devi fare esattamente ciò che ti dico io” Giacinta aveva capito che sotto quelle parole si nascondeva un timido … uno di quelli che usa quella maschera per difendersi. Infatti, dopo aver sentito cantare Giacinta, Orfeo cambiò totalmente tono. “Scusami se di primo acchito ti sono sembrato rude. Non ti avevo ancora sentito cantare. E’ un periodo in cui sono un po’ giù di corda. Anzi, Giacinta, dovresti farmi un favore. Sabato sera io dovrei andare a casa di una Signora settantenne a Milano, la quale ha un figlio cinquantenne immobilizzato su una carrozzella. Ogni sabato sera vuole che io vada a rallegrare la sua casa … suo figlio immobilizzato e lei. Questo è l’indirizzo. Provvedo io ad avvisare la Signora Cecilia” Per Giacinta è stato come se il treno della sua vita si fosse messo improvvisamente a correre … Correva verso il sole di primo mattino mentre stava per sorgere. La quarantenne si era messa subito all’opera. Doveva preparare un paio d’ore di intrattenimento per due persone. Per una settantenne ed un cinquantenne immobilizzato su una carrozzina. Giacinta aveva le sue idee. In ogni situazione c’è sempre un raggio di sole che entra dalla finestra … Lei voleva essere quel raggio di sole … un piccolo raggio di sole … sempre e solo un raggio di sole. Per il sabato sera, la quarantenne si preparò a dovere. Una camicetta bianca e un paio di jeans … ed una carica interna capace di sciogliere montagne di ghiaccio. Giacinta si presentò puntualissima all’appuntamento. Ad accoglierla la Signora Cecilia, un gentilissima settantenne, dai modi delicati la quale presentò il figlio Donato il quale non aprì neppure gli occhi. La quarantenne non ha avuto nemmeno il tempo per guardare il lussuoso appartamento. La sua concentrazione era sulla Signora Cecilia e sul figlio Donato … viso bellissimo, il quale doveva avere problemi personali legati a qualche delusione amorosa. Per Giacinta era la prima volta che si cimentava in una situazione simile. Parlò alla settantenne. “Signora Cecilia, mi scusi se sono un po’ impacciata. E’ la prima volta che canto per due persone. Le sarei grata mi facesse un cenno qualora toccassi argomenti che non sono di suo gradimento” La settantenne confermò con la testa. Giacinta si mise a cantare. Era la canzone di un uomo che si era perso nel bosco … un bosco incantato. Non sapendo cosa fare chiese aiuto agli uccellini i quali accorsero in suo aiuto … cantando. Sembrava che nel lussuoso appartamento fossero entrati centinaia e centinaia di uccellini. Il cinquantenne Donato apri gli occhi adagio … Voleva vedere se nell’appartamento erano entrati veramente degli uccellini. I suoi occhi si fermarono su Giacinta … e non li chiuse più. Era rinato l’interesse. A quel punto la quarantenne aveva cominciato a muoversi come una libellula. Movimenti calcolati. Movenze sinuose come voleva la musica. Donato, adagio, adagio stava rientrando nel mondo delle persone normali … quelle che si accontentano di poco. Coloro che sanno che la vita è fatta di tutto e di niente … e nel niente c’è tutto. La stessa Signora Cecilia si meravigliò. Avrebbe voluto dire qualcosa, ma preferì attendere. Guardare. Osservare il figlio Donato muoversi e … Ad un tratto, questo parlò. “Giacinta … Giacinta cosa ne dici di dedicarmi una canzone. La quarantenne non sapeva nulla di Donato. Si immaginò che fosse un Principe … che avesse perso il Regno. Nella vita tutti possono vincere o perdere. Giacinta cantò il momento in cui era apparso un nuovo sole: “una canzone per te” … e Donato saliva su un cavallo bianco. Dopo la canzone, Donato si era effettivamente alzato dalla carrozzina sulla quale si trovava. Con le proprie gambe cominciava a muoversi. Aveva bisogno di un sostegno. Quel sostegno era Giacinta … che da quel momento non lasciò più quell’appartamento in centro a Milano. Questo è il racconto 890 scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per … il piacere di chi scrive … e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

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Commenti al Post:
alba.estate2012
alba.estate2012 il 09/02/15 alle 11:43 via WEB
Carissimo Dino in questo racconto è chiarissimo che l'amore riesce a spostare qualsiasi pietra che la disavventura ha lasciato per sbaglio.. Non esistono barriere che l'amore non riesca a distruggere.. Meraviglioso.. Un abbraccio e felice giornata, Antonella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 09/02/15 alle 16:09 via WEB
Ciao Antonella - Non esiste alcun ostacolo all'amore e la vittoria è assicurata. Buona serata. Dino
(Rispondi)
DoNnA.S
DoNnA.S il 09/02/15 alle 14:23 via WEB
Molto bello questo racconto, che da speranza. Nella vita tutto può cambiare e bisogna essere pronti a ricominciare. Mentre i sogni anche se a volte sembrano impossibili, si possono realizzare.
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 09/02/15 alle 16:11 via WEB
Ciao Donatella - bel commento. La vita comincia sempre ... domani (anzi, oggi). Buona serata. Dino
(Rispondi)
maddamark
maddamark il 10/02/15 alle 19:43 via WEB
Ciao purtroppo i miracoli succedono solo nelle favole e con la fantasia.....Fortunato il ragazzo che una canzone d'amore lo ha riportato alla vita....ripeto beato lui. Un salutone Maddalena
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 11/02/15 alle 09:17 via WEB
Ciao Maddalena - vero. Hai ragione. Ma anche i racconti servono ad allietare gli animi. Buona giornata. Dino
(Rispondi)
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