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L'ORGANO DI EOLO di Teresa Ramaioli

Post n°24808 pubblicato il 22 Luglio 2016 da dinobarili
 

L'ORGANO DI EOLO di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo il 21/07/16 alle 20:24 via WEB
L'ORGANO DI EOLO ---A Lipari ci sono i resti di uno strumento molto particolare, che veniva “suonato” dal vento che soffia in questo arcipelago. Si tratta dell’”organo di Eolo” o “arpa eoliana”, un antico strumento che indicava con suoni diversi quale degli otto venti stava soffiando perché i venti, insinuandosi nelle sue cavità emettevano appunto suoni diversi a seconda dell’angolo di provenienza. La leggenda locale vuole che sia stato costruito dallo stesso Eolo, il dio dei venti che ha dato il nome all’arcipelago delle Eolie. Anche ad Atene è conservato un edificio ottagonale denominato “torre dei venti” che svolgeva una funzione simile a quella dell’organo di Eolo. Jean Houel, un pittore francese del 1700, ha documentato nel suo “Viaggio pittoresco alle isole Eolie” con delle bellissime tavole , conservate al museo dell’Hermitage di Leningrado, l’esistenza di questo organo i cui resti sono stati ritrovati negli anni ’80 quando fu tracciata la strada della Piana dei Greci, chiamata così perché qui si sono ritirati gli ultimi greci che hanno abitato quest’isola. Più che un vero e proprio strumento musicale si trattava di una piccola sala termale, un calidarium di età romana . Una piccola sala termale dove il vento, penetrando nell’ intercapedine sotto il pavimento e nei tubi della stufa, emetteva un effetto musicale che la leggenda e i liparesi hanno chiamato “Organo di Eolo“. Ciao Teresa Ramaioli

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 22/07/16 alle 19:26 via WEB
---La pista ciclabile di Van Gogh---“La notte stellata” di Vincent Van Gogh, una delle opere più belle della sua tormentata e straordinaria attività artistica. Il clima sereno e tranquillo del paesino dormiente sovrastato da un cielo attraversato da astri che sembrano ruotare vertiginosamente e rischiarare il cielo scuro. Spesso l’artista se ne andava in giro di notte con tela e pennelli, cercando di cogliere la realtà immersa nel buio. Aveva creato un cappello sormontato da candele accese per riuscire a vedere meglio nell’oscurità. La tela in questione è stata creata attraverso il ricordo di una notte stellata impresso nell’animo dell’artista. Questo famosissimo dipinto, conservato al MoMa di New York, realizzato dal pittore nel 1889, riproduce il cielo di Saint-Rémy-de-Provence. Sarebbe bello passeggiare in questo quadro, in una notte rischiarata da fantastiche stelle! Daan Roosegaarde ha reso in parte possibile tutto questo, l’artista e designer olandese per il “Van Gogh 2015 International Theme Year” ha voluto rendere omaggio al genio espressionista con la “Van Gogh-Roosegaarde Cycle Path di Nuenen“. Si tratta di un tratto di strada lungo circa 1 km .Il percorso, aperto il 12 novembre 2014 ad Eindhoven, collega due mulini e aggiunge un nuovo tratto alla pista ciclabile, lunga 335 chilometri che si snoda nella regione del Brabante del nord, collegando la casa di famiglia dove nacque Van Gogh al paese di Nuenen, dove il pittore dipinse il suo primo capolavoro, Il Mangiatore di Patate. Di notte la strada si trasforma come per magia in una scia luminosa, come la via lattea, la stessa dipinta da Vincent, grazie a un espediente tecnologico: 50mila sassolini scintillanti che segnano la via. Led e sassi fluorescenti che durante il giorno accumulano energia e durante la notte si illuminano. La sera si potrà camminare, correre, pedalare tra le stelle. E' un regalo per tutti coloro che vorranno/ potranno percorrere un sentiero pieno di magia, vivendo l’emozione di entrare in un’opera d’arte. Buona passeggiata Teresa Ramaioli
(Rispondi)
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 22/07/16 alle 19:27 via WEB
SANT’ ALBERTO DI BUTRIO-- L'eremo di Sant'Alberto di Butrio, sorge fra primi rilievi dell'Appennino Ligure, nella Valle Staffora dell'Oltrepò Pavese, in provincia di Pavia, in frazione Butrio del comune di Ponte Nizza, a 687 metri s.l.m., isolato in una chiostra di monti, tra verdi pascoli, castagni, querce e abeti. L'eremo di Sant'Alberto ha origini molto antiche. L’aspetto esteriore rivela le ristrutturazioni che si sono succedute nel tempo, l'interno invece ci porta indietro nel tempo e ci sentiamo pervasi da una sensazione di misticismo Considerata la perla dell'Oltrepò Pavese, l'abbazia fu fondata nell'XI secolo sui ruderi di una fortificazione romana dall'eremita sant'Alberto. Frate Ave Maria nasce a Pogli di Ortovero in provincia di Savona, il suo vero nome è Cesare Pisano, da ragazzo la sua vita cambia radicalmente quando giocando in paese con alcuni amici viene colpito involontariamente da un colpo di fucile ritenuto scarico perdendo la vista. Don Luigi Orione di Tortona lo ospita in un suo istituto assistito da una suora missionaria della Carità. Cesare Pisano attraversa un periodo molto difficile, ma sente crescere una particolare venerazione per la Madonna. E' l'anno 1923 quando entra a fare parte degli eremiti ciechi della Divina Provvidenza (fondato da don Orione), poi viene destinato in una isolata località allora poco conosciuta: l'eremo di Sant'Alberto nel comune di Ponte Nizza in valle Staffora (PV). In questo luogo Cesare Pisano, indossa la veste e prende il noma di frate Ave Maria datogli da don Orione. La sua grande umiltà, saggezza e disponibilità attira la venerazione di tantissime persone che desiderano incontrarlo per essere confortati, consigliati spiritualmente. Il 21 gennaio 1964 frate Ave Maria muore; un'immensa folla accorre ai funerali proclamandolo santo Le sue spoglie, venerate nell'eremo sono meta ogni giorno di pellegrinaggi Ciao a tutti gli amici del blog Teresa Ramaioli
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