Messaggi del 12/08/2014

L'ARCHITETTO FORTUNATO racconto (501) di Dino Secondo Barili

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Mercoledì

501

L’Architetto Fortunato e le nuove idee

Le crisi economiche sono come le guerre… Ogni persona le affronta come può… sperando che tutto vada per il meglio. L’Architetto Fortunato, con Studio avviato in Milano, aveva una sua logica. “Coloro che non si rinnovano… muoiono”. Non basta fare quello che si può… Bisogna fare molto di più. Capire dove ci sono i punti deboli e intervenire. Un anno fa, L’Architetto Fortunato, aveva notato che nel suo Studio mancava vivacità e entusiasmo. Aveva alle proprie dipendenze sette Architetti, tre donne e quattro uomini. Facevano il loro lavoro, in modo isolato, senza neppure rivolgersi lo sguardo. Mai una parola… che non fosse di circostanza. A giudizio dell’Architetto un simile atteggiamento portava all’isolamento, alla mancanza di dialogo, di stimoli. Un lunedì mattina di un anno fa, decise di intervenire, di cambiare sistema. Convocò il personale per una riunione urgente. I sette Architetti si sentirono sulle spine. Si aspettavano una dei quelle “lavate di capo” di cui il “Capo Supremo” (come veniva chiamato) era un campione. Invece, con voce tranquilla l’Architetto parlò. “Cari Colleghi… (gli Architetti si guardarono in faccia, ma non dissero nulla… le pensarono tutte) Cari Colleghi… da oggi cambiamo sistema. Questo Studio non mi piace così com’è. Ogni volta che entro qua dentro mi sembra di entrare in “una Sala Operatoria”. Tutti in silenzio, tutti tesi come elastici per il timore di non sbagliare o di fare qualcosa che non va. Non un sorriso… non una parola. Questo non è uno Studio di Architettura… O meglio, non è lo studio di Architettura che voglio io. Da questo momento, una volta alla settimana facciamo una “mattinata” di aggiornamento.” I sette Architetti si guardarono in faccia come dire “…di quale novità si tratta?”. L’Architetto Fortunato continuò. “La mattinata di aggiornamento, però, non la facciamo qui dentro… ma fuori, nella città, per le vie di Milano. Una volta al Bar, un’altra in Piazza del Duomo… al Museo Brera, Poldi Pozzoli o altri… o sopra al Duomo… tra le guglie… o al Castello Sforzesco… o non so dove. Dappertutto insomma, tranne che qua dentro. Il motivo è subito spiegato. L’architettura è una “attività creativa”… Non è un’attività “cervellotica” da persone che “amano vivere con i fantasmi della loro mente”. L’architettura è al servizio delle persone… non le persone al servizio dell’Architettura. Per fare in modo che l’Architettura sia al servizio delle persone… bisogna che gli Architetti, cioè noi, viviamo la vita delle persone, in mezzo alle persone, con loro … nei vari momenti della giornata.” Detto fatto l’Architetto Fortunato con i suoi sette Architetti usci dallo Studio e si avventurò per la città. Milano è una fonte di ispirazione … illimitata. Basta passeggiare, guardarsi intorno e… c’è di tutto e di più. I sette Architetti cominciarono a parlare tra loro a fare domande al loro “Capo Supremo” che adagio adagio divenne sempre meno Capo e sempre più Supremo… Tutti hanno cominciato a “respirare un’altra aria”. Il “vizio” degli Architetti è quello di avere sempre un blocnotes tra le mani e … scarabocchiare in continuazione. L’Architetto Claudio era attratto dalle stupende gambe della collega Federica. Quasi senza volerlo disegnò un paio di gambe da fine del mondo… seguito dalla scritta “Federica hai le più belle gambe dell’universo”. Qualcuno sbirciò il blocnotes e si mise a ridere… Anche Federica aveva notato il disegno di Claudio… Era da tempo che ci pensava. Non sapeva se fare il primo passo… o se aspettare che lo facesse Claudio… Ora, Claudio l’aveva fatto…al resto ci avrebbe pensato lei. L’Architetto Fortunato aveva aperto un “vaso di Pandora”… perché “da cosa nasce cosa”… dal niente… non nasce nulla. (501)

 
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MUSEO DELLA FISARMONICA DI STRADELLA (PAVIA) di Teresa Ramaioli

MUSEO DELLA FISARMONICA

DI

STRADELLA (PAVIA) 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 12/08/14 alle 14:04 via WEB
IL MUSEO DLLA FISARMONICA DI STRADELLA –Grazie al trentino MARIANO DALLAPE’, STRADELLA può fregiarsi del titolo di “capitale mondiale della fisarmonica”. E la cittadina oltrepadana, ha voluto intitolargli il Museo della fisarmonica, che con il passare del tempo andrà ad arricchirsi attraverso nuove esperienze e con spazi sempre più ampi. Vi si possono ammirare, oltre alla prima fisarmonica costruita da Mariana Dallapè, una autentica rarità storica, la ricostruzione di un piccolo laboratorio artigianale con gli attrezzi di lavoro originali; una quarantina di strumenti separati in gruppi omogenei, in relazione alle fasi di evoluzione, alle tecniche di costruzione; moltissime foto e documenti d’epoca. Ciao Teresa Ramaioli

 
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PENSIERO DEL GIORNO

Post n°14863 pubblicato il 12 Agosto 2014 da dinobarili
 

PENSIERO DEL GIORNO

“Per ottenere risultati

ci vuole costanza”

Dino

 

 

 
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PAVIA - PALAZZO BOTTA di Teresa Ramaioli

PAVIA

PALAZZO BOTTA 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 12/08/14 alle 13:42 via WEB
PALAZZO BOTTA_ Edificato nel 1702 dal marchese Luigi Botta fu una delle + eleganti dimore cittadine e, come scriveva Luigi Malaspina ,” destinata all’alloggio de’Principi”. Ospitò, oltre a Napoleone Bonaparte, Francesco I d’Austria, l’arciduca Ferdinando d’Asburgo, il maresciallo Josepl Radetzky, Vittorio Emanuele II di Savoia. L’attuale edificio è frutto dell’adattamento a istituti universitari quando nel 1885, l’intero complesso fu ceduto dai marchesi Cusani, discendenti dei Botta, al demanio dello Stato e all’Università di Pavia. La facciata su piazza Botta, di gusto neoclassico, risale al 1892, ed è frutto dei lavori dell’ing. Leopoldo Mansueti. All’interno, rimaneggiato x le nuove destinazioni d’uso, si sono conservate alcune testimonianze degli sfarzi settecenteschi con stucchi e affreschi che decorano le stanze del piano nobile. Il vero gioiello del palazzo è la”Stanza di Napoleone”che ospitò il Bonaparte con la consorte Giuseppina in visita a Pavia nel 1805. Oltre agli affreschi e agli stucchi, della camera si mantengono il camino marmoreo recante lo stemma dei Botta Adorno, le porte ad anta unica dipinte con figure simboliche. Ciao a tutti gli AMICI DEL BLOG. Teresa Ramaioli

 
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VIAGGIO IN LOMBARDIA

Viaggio in Lombardia

Ritorno all’artigianato…

Non è una novità. Tutte le volte che la società si mette a correre e mette in campo nuove tecniche, l’uomo comune, “l’uomo della strada” perde “l’orientamento” … non riconosce più sé stesso. E’ quello che sta capitando in questa epoca dove l’industria continua a sfornare prodotto nuovi, idee nuove, proposte nuove… Alla fine “l’uomo comune” non sa più dove guardare, dove muoversi. Basta vedere quello che avviene nelle nostre case: un’invasione di oggetti (non sempre utili) che vanno ad occupare ogni e qualsiasi spazio…(vedi libri, film). Cosa fare? Come fare per riprendere il controllo della situazione? Si ritorna a fare l’artigiano, cioè al fai da te… Anche nella società è cosi. Anche nella economia è così…si ritorna all’artigianato. Una persona non è più solo laureato, dottore in qualche cosa, ma anche artigiano “esecutore materiale dei servizi per i propri bisogni”. Del resto c’era il proverbio: “Impara l’arte e mettila da parte”… Attenzione, oggi l’adattamento del proverbio è… “impara l’arte, non metterla da parte” … perché l’arte, in quest’epoca, è la nostra salvezza. Buona serata a tutti. Dino

 
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DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

Post n°14860 pubblicato il 12 Agosto 2014 da dinobarili
 

DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

"Buon Mercoledì ...a tutti"

DIARIO CORALE

del

13 agosto 2014

 
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PENSIERI SPARSI DEL 12 AGOSTO 2014

Post n°14859 pubblicato il 12 Agosto 2014 da dinobarili
 

PENSIERI SPARSI DEL 12 AGOSTO 2014

“Quando i baci abbondano

 l’amore è garantito”

Dino

 
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AGOSTO A PAVIA racconto (710) di Dino Secondo Barili

12 AGOSTO 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 12 agosto 2014 – Martedì - 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Martedì

710

I racconti dell’estate

Agosto a Pavia

A parecchie persone, ogni anno, sorge un problema… dove e come passare le vacanze nel mese di agosto. Un anno fa è stato così anche per la Dott. Adelaide, quarant’anni, bellissima, single (da poco tempo), Dirigente presso una Agenzia Commerciale a Milano, abitante a Pavia. Per una persona che da poco tempo è diventata single il caso si presenta complesso. A quarant’anni, molte persone sono già accoppiate. Le amiche si sono assottigliate. Gli amici si contano sulle dita di una mano. Tuttavia Adelaide, da persona positiva quale è sempre stata, non si è fatta un problema. Dal primo di agosto dello scorso anno, Adelaide, ogni mattina era solita recarsi in Piazza della Vittoria per gustare il caffè e leggere il giornale… al solito Bar. Qualche lettore dirà che queste non sono ferie. Vero… ma in mancanza d’altro? Adelaide oltre a prendere il caffè e leggere il giornale … sbirciava la gente…si guarda intorno. Non è che a Pavia ci sia una grande varietà di persone, ma un po’ di gente frequenta Piazza della Vittoria… anche turisti. Il primo di agosto dello scorso anno, mentre prendeva il caffè, Adelaide ha dato un’occhiata alle persone della Piazza. Poco lontano da lei incrociò la figura della sua coetanea e Collega Dott. Caterina che sola soletta attraversava Piazza della Vittoria. Caterina e Adelaide si incrociarono negli occhi e le due colleghe si ritrovarono sedute al medesimo tavolino. E’ stato un bell’incontro perché le due coetanee si confidarono le rispettive situazioni e le relative aspettative. “Vedi, Adelaide, essere single è bello sotto parecchi aspetti… sotto altri no. Il periodo meno bello dell’anno per essere single… è il periodo delle ferie di Agosto. Vorresti fare tante cose…ma da sola, combini poco o nulla” Adelaide si incendiò. “Hai ragione. E’ proprio così… però, se ci pensi bene… te ed io siamo due… e in due possiamo rimediare. Cosa ne dici?” Sembrava una delle tante frasi fatte. Invece, no. Caterina, bella, vispa e allegra quarantenne prese la palla al balzo. “Adelaide … cosa dici se stasera andassimo a ballare? Conosco un localino mica male… Ho anche degli amici” Adelaide stava per rispondere quando i suoi occhi sono stati attratti da due Signori, sui cinquant’anni, che attraversavano Piazza della Vittoria in quel momento. Li riconobbe. Erano il Colleghi, Amilcare e Ippolito, due fusti da fine del mondo. Nell’ Agenzia presso cui lavorava erano considerati … i più bei “esemplari maschili” in circolazione. Tutte le donne dell’Agenzia sbavano per loro. Ora, erano a due passi da Adelaide e Caterina e le due quarantenni non potevano (e non volevano) lasciarseli sfuggire. E’ stata Caterina, la più intraprendente. “Penso che un caffè non potete rifiutarlo” Amilcare e Ippolito scoppiarono in una risata. “Visto cosa vogliono dire gli oroscopi? Questa mattina il mio oroscopo diceva… “incontrerai una persona conosciuta…e sarà un sorpresa. Ecco la sorpresa” Quando le persone si conoscono da tempo non hanno bisogno di tanti preamboli. Caterina aveva una simpatia per Ippolito. Sul posto di lavoro non aveva mai osato,. Ma ora che era in Piazza della Vittoria… non c’erano limiti. Anzi, fece in modo di averlo vicino, vicino. La stessa cosa fece Adelaide. Oggi, gli uomini sono pochi… e le donne parecchie… E’ quindi  ovvio che siano le donne a prendere l’iniziativa. Caterina lanciò il sasso… “Adelaide ed io stavamo progettando di andare a ballare questa sera… Cosa ne dite?” Amilcare si mostrò entusiasta. Aveva proprio voglia di sgranchirsi le gambe. Ippolito, però, era un precisino… “Si, si… per me va bene… Però è solo mattina… prima di sera cosa facciamo?” – “Andiamo a Ticino …” rispose velocemente Adelaide. L’idea ha avuto successo. Dopo il caffè la compagnia si è diretta lungo Strada Nuova per raggiungere la riva del fiume. Si dice che è l’ambiente a creare l’atmosfera. Caterina teneva sottobraccio Ippolito il quale si lasciava coccolare. La quarantenne era dolce come il latte ed avrebbe sciolto anche i ghiacciai dell’ Himalaya. Ogni tanto si fermava in modo che tra le due coppie ci fosse una certa distanza. Il fiume Ticino era a due passi. Due passi lungo la riva… ed ecco la corrente del fiume che invitava a sognare… Adelaide aveva una passione per l’acqua. Appena la vide si entusiasmava. “Amilcare cosa ne dici se andassimo ad intingere le mani nell’acqua del fiume? A Pavia dicono che porta bene…” Amilcare accennò ad un sorriso. “Voi donne pavesi … ne sapete una più del Diavolo. Perché intingere le mani nell’acqua del fiume porta bene?” Adelaide aveva la risposta pronta. “Perché l’acqua del fiume è partita dalla Svizzera dove nasce il fiume Ticino ed è arrivata fino a Pavia … Lungo il tragitto ha raccolto infinite sensazioni ed emozioni. Quindi a Pavia tali sensazioni ed emozioni le dona a tutti coloro che ne vogliono approfittare…Logico?”

Amilcare ha dovuto ammettere che Adelaide aveva una sua logica. La quarantenne era bellissima ed una donna bellissima colpisce in profondità. Amilcare si sentì toccato dalla voce languida e non riuscì più a toglierle gli occhi di dosso. La quarantenne ne approfittò per accarezzargli il viso. Come poteva Amilcare rimanere indifferente? Infatti, reagì con un bacio appena sfiorato. Uno di quelli che assomiglia ad una folata di vento… ma vento non è. La quarantenne accennò ad una nuova carezza e Amilcare l’abbracciò dolcemente. Si sa che gli abbracci sono il preambolo dei baci… e i baci sono l’anticamera di molte cose. Anche Caterina si era data da fare. La passeggiata lungo la riva del Ticino si stava trasformando in una romantica corsa verso angoli appartati dove l’intimità è garantita. Quando i baci abbondano … non occorre aspettare la sera per andare a ballare. - Questo è il racconto 710, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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MILANO SANTA MARIA DELLA PASSIONE di Teresa Ramaioli

MILANO

SANTA MARIA DELLA PASSIONE

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 11/08/14 alle 13:39 via WEB
SANTA MARIA DELLA PASSIONE ---MILANO---Situata nel cuore di Milano, la cinquecentesca Basilica di Santa Maria della Passione è una tra le più belle e grandi chiese della città. Sorse per iniziativa del ricco prelato Daniele Birago (1486), che la donò ai Canonici Regolari Lateranensi di S.Agostino. L'opera, ideata da Giovanni Battagio, fu proseguita poco alla volta da Cristoforo Lombardo. Sua è la cupola che realizzò nel 1530 (alta m 49,7). L'interno della chiesa è un' autentica pinacoteca ed è una delle chiese più rinomate per le rare pitture che vi si conservano. Di Daniele Crespi (1598/1600-1630)( e di artisti appartenenti ad aree culturali differenti da quella lombarda) sono i ritratti di Papi e Canonici lateranensi appesi sui pilastri che reggono le volte. Ancora del Crespi sono le Scene della Passione che fregiano le ante dell'organo di sinistra, quelle dell'organo di destra, furono dipinte da Carlo Urbino, nel 1558 e, La Cena di S.Carlo, nella cappella di sinistra. All'altare Ultima cena, di Gaudenzio Ferrari (1475-1546). Quest'ultima tela costituisce insieme alla Crocifissione di Giulio Campi(1505-1572) ed alla Deposizione di Bernardino Luini (1480-/85-1532) nel transetto a destra, un "racconto"del dolore. Di Panfilo Nuvolone (1609-1662) sono le belle decorazioni del catino dell'abside principale che hanno per tema l'Incoronazione della Vergine. Ai pilastri si trovano otto quadri della Passione che costituiscono una Via Crucis: Cristo alla colonna, Incoronazione di spine, Ecce Homo, Andata al Calvario, Cristo inchiodato alla croce, Cristo abbeverato di fiele, Cristo sorretto da un angelo, L'Angelo e il sudario. Opera di Ambrogio da Fossano detto il Bergognone (1481-1522) e di suo figlio Bernardino sono i preziosi affreschi dipinti sulle pareti della Sala Capitolare che raffigurano Vescovi e Santi dell'Ordine Lateranense. Sede sin dal 1500 di un'intensa attività musicale, tra il XVI e il XVII secolo furono costruiti, sotto l'imponente cupola, due organi , uno in fronte all'altro. Quello di destra fu realizzato dal celebre Antenati, quello di sinistra fu realizzato dall'organaro Valvassori ,autore anche dell'organo del Duomo.Da Milano, ciao Teresa Ramaioli

 
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PASSEGGIATA A VIGEVANO (PAVIA) di Teresa Ramaioli

PASSEGGIATA A VIGEVANO

(PAVIA) 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 11/08/14 alle 14:15 via WEB
PASSEGGIATA A VIGEVANO- La Piazza Ducale è l luogo d’incontro dei vigevanesi, circondata su tre lati da bassi edifici uniformi, con portici e arcate sorretti da colonne di granito, chiusa dalla facciata della Cattedrale di Sant’Ambrogio.Tra il 1492 e il 1494, Ludovico Maria Sforza, detto il Moro, fece edificare Piazza Ducale come elegante ingresso al suo castello. Il progetto fu probabilmente affidato a Leonardo da Vinci , alle dipendenze del Moro dal 1482. Domina la piazza,l’imponente Torre del Castello, detta TORRE DEL BRAANTE ( anche la presenza di Donato Bramante sul finire del Quattrocento è documentata a Vigevano). Il CASTELLO di VIGEVANO si erge nel punto + alto della città; venne edificato da Luchino Visconti, signore di Milano, nella prima metà del Trecento. Nel 1347, Luchino fece costruire anche la Strada Coperta, un passaggio soprelevato(tuttora esistente) , che metteva in comunicazione il castello con una preesistente fortificazione: la rocca di Belreguardo poi chiamata Rocca Vecchia. In epoca sforzesca , il castello venne ampliato e divenne una dimore adatta ad ospitare la corte x lunghi soggiorni. Furono costruite le scuderie e la Loggia delle Dame, x la duchessa Beatrice D’Este, la giovane moglie di Ludovico il Moro, morta poco più che ventenne. Il DUOMO, dedicato a Sant’ Ambrogio , fu iniziato nel 1532 x volere di Francesco II Sforza, figlio di Ludovico il Moro, su disegnodi Antonio da Lonate . L’attuale facciata barocca che ricopre la precedente , fu disegnata dal vescovo Juan de Caramuel Lobkovitz e venne realizzata intorno al 1680. La trasformazione attuata dal vescovo spagnolo comportò l’abbattimento della quattrocentesca rampa d’accesso al castello situata ai piedi della torre. Ciao Dino,Buona giornata Teresa Ramaioli

 
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VIAGGIO IN LOMBARDIA

Viaggio in Lombardia

Cortile … story

Il cortile di una volta era un “microcosmo”…gigante, nel senso che nel cortile c’erano molte vite, molte storie, e tutti avevano “memoria di qualcosa”. Le persone si conoscevano tutte e molte avevano rapporti di parentela. Di tutti erano noti “vizi e virtù”. Nel 1950, però, la Pina era un’eccezione. Innanzitutto, era un incanto di ragazza, vent’anni, piena di vita e una bellezza sorprendente… Era naturale che “persone importanti” le mettessero gli occhi addosso. E così fu. Non aveva compiuto vent’anni ed aveva già avuto richieste di matrimonio a non finire…ma aveva una sorella di 25 anni che proprio non era una dea. La Pina, si diede da fare e subordinò la scelta del marito alla sistemazione anche della sorella. E così fu. All’orizzonte si presentò un bel giovanotto, ricco quanto basta… il quale aveva un fratello, non proprio un Adone…ma ugualmente “ben rifornito”. Cosa fare? L’occasione era ghiotta…e cosi, per la prima volta, non uno ma due matrimoni si conclusero in bellezza… E che bellezza… per il cortile   Buona giornata a tutti. Dino

 
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PENSIERO DEL GIORNO

Post n°14854 pubblicato il 12 Agosto 2014 da dinobarili
 

PENSIERO DEL GIORNO

“La vita è una corsa a tappe.

Ogni traguardo

 prevede un altro traguardo…

…come

 una corsa senza fine”

Dino

 

 

 
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COMMENTO DI... IOSONOLAVITA1

Post n°14853 pubblicato il 12 Agosto 2014 da dinobarili
 

COMMENTO

DI...

IOSONOLAVITA1

IOSONOLAVITA1
IOSONOLAVITA1 il 11/08/14 alle 18:40 via WEB
Un saluto per una serata radiosa, sia Gloria al Signore.
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 12/08/14 alle 08:57 via WEB
Ciao - grazie per il commento. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 
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VIAGGIO IN LOMBARDIA

Post n°14852 pubblicato il 12 Agosto 2014 da dinobarili
 

Viaggio in Lombardia

“A 90 anni, un’automobile nuova…

Pavia, più che una città, è un salotto… Passeggiare per Corso Cavour è come girare per le vie del paese (… una volta). Qui c’è la sosta con un amico, là con le amiche e… le chiacchiere volano come rondini a primavera. Alfredo, però, pensionato di 77 anni, è come il gazzettino…sa tutto di tutti. Senza preamboli mi ha detto: “Sai, Dino, ieri ero in Viale Matteotti ad aspettare l’autobus. Si ferma un’automobile nuova di zecca con il finestrino abbassato. Subito pensai si trattasse di qualcuno che aveva bisogno di informazioni…No, neanche per sogno. Era l’amico Andrea in giacca e cravatta, quello che conosci anche tu, il quale con fare elegante… “Scusi vuole un passaggio sulla mia nuova automobile?…” Lo guardai bene per non avere dubbi… Era proprio lui, Andrea, 90 anni suonati!… Accettai. Mi sembrava un giovanotto alla guida… Prima di lasciarmi davanti a casa, mi ha detto… “Adesso vado a prelevare la mia “metà”… la badante ucraina che mi prepara la cena e mi tiene compagnia per qualche ora”. Sono rimasto di stucco.”    Buona giornata a tutti. Dino     

 
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