dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 19/11/2014
19 NOVEMBRE 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 19 novembre 2014 – Mercoledì - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
809
Delia e la Maga della Lomellina
Il suono della sveglia al mattino non è gradito a molte persone. Specialmente quelle che devono alzarsi presto. Eppure ha pensarci bene, il suono delle sveglia è un suono benedetto, perché annuncia un nuovo giorno. Se poi, una persona ha le idee chiare, il nuovo giorno è un tesoro da scoprire. Un anno fa, una delle persone che non sopportava più la sveglia era la Dott. Delia, una quarantenne bellissima, impiegata presso una Agenzia Commerciale di Milano, abitante a Pavia. A Delia la sveglia del mattino non aveva mai dato fastidio, ma nell’ultimo anno le cose erano cambiate. Aveva compiuto quarant’anni e quando si compiono quarant’anni … cambiano molte cose. La sveglia del mattino era diventata insopportabile. Delia ne parlò con la sua coetanea e amica del cuore, Tina. “Tina, da un po’ di tempo a questa parte non sopporto più la sveglia del mattino. A volte la prenderei a calci e la lancerei lontana un chilometro …” Tina ascoltò lo sfogo e si prese qualche secondo prima di rispondere. Poi … “Delia, capisco il tuo sfogo, ma non basta sfogarsi. Bisogna prendere delle decisioni” – “E quali?” chiese con rapidità la Dott. Delia. Ancora una volta Tina si prese una pausa prima di rispondere. Poi … “Vedi, Delia, viviamo nel mondo degli Esperti, coloro che dicono di sapere tutto. Sono proprio gli Esperti che dovrebbero essere umili e far accettare la vita per quella che è. Invece cosa accade? Studiano, studiano e poi vanno tentoni senza mai dare risposte positive alle domande dei singoli individui. Tempo fa mi sono trovata nelle tue stesse condizioni. Un’amica di mia sorella, mi ha segnalato la Maga Iris della Lomellina. Più che una Maga, sembra una vecchia nonna di una volta. Piccola di statura. Minuta nella corporatura … capelli bianchi ben tenuti … e un linguaggio semplice e gentile. Mi sono trovata bene. Se vuoi ti posso dare l’indirizzo oppure ti accompagno io” La risposta di Delia è stata immediata. “Mi accompagni tu. Mi accompagni tu” Un sabato mattina di un anno fa, Delia e Tina si sono recate dalla Maga Iris … Più che una Maga era la saggezza in persona. Era nell’orto e stava raccogliendo le patate. Ne ha subito offerte alcune a Delia per fare una minestra in brodo. La quarantenne le ha accettate per cortesia … perché, i tempi stretti del lavoro, non permettono più di assaporare quelle belle minestrine di una volta … riso, patate e un po’ di prezzemolo … che assicurava alle donne una linea perfetta. La Maga Iris ha ricevuto Delia e Tina nella cucina della sua casa isolata in mezzo ai campi. Ha preparato un buonissimo caffè. Roba da far venire la voglia di caffè … anche al lettore o alla lettrice che sta leggendo questo racconto. Iris ha ascoltato la storia della sveglia del mattino e … “Delia. Posso darti del tu? Potresti essere mia figlia. Oggi, le persone vivono sotto stress. Hanno la testa in confusione e la notte non basta per riposare. Ecco una delle ragioni del “rigetto della sveglia”. Non è la sola ragione. Quando una persona ha il sonno arretrato è irritabile in ogni momento della giornata. La ragione principale, però, del rifiuto della sveglia è che le persone oggi vogliono allungare troppo la giornata da svegli … a scapito del periodo del sonno. Il sonno è salutare come una medicina. Quando una persona dorme quanto basta, sta bene e pensa in positivo. Solo dormendo abbastanza, il suono della veglia diventa dolce. Come dire. “Eccoti una nuova giornata. Un nuovo giorno per realizzare i tuoi desideri … e, magari, fare all’amore” Iris tacque. Delia, alzò timidamente la mano e chiese di parlare. “E’ proprio dell’amore che volevo parlare. Come devo fare per trovare l’uomo giusto?” Iris aveva risposto mille volte alla stessa domanda. “Delia. Molte donne, oggi, hanno smesso di ascoltare il proprio corpo. Hanno la testa in confusione. Non sanno più quello che vogliono. Si affidano troppo alle parole degli Esperti, i quali, spesso, dicono tutto e il contrario di tutto. Invece, è tutto semplice. Quando hai fame … mangi. Quando hai sonno … dormi. Quando hai sete bevi … Quando hai voglia di fare all’amore … non rimandare a dopo quello che puoi fare subito. L’uomo (maschio) non aspetta altro. Inoltre, la donna vede l’uomo … che vuol vedere … non quello che è nella realtà” Delia ha avuto le risposte di cui aveva bisogno. Ora, tutto dipendeva da lei ... e dal Destino. Appena tornata a Pavia, Delia si accorse che nel suo Palazzo era in corso un trasloco. Chiese informazioni alla sua vicina di pianerottolo, la Signora Maria, una settantenne che sapeva sempre tutto di tutti. La risposta è stata lapidaria. “Delia, nel Palazzo è arrivato un nuovo coinquilino, il Dott. Gianfrancesco. E’ il nuovo proprietario dell’Attico del nostro Palazzo. Io l’ho visto. E’ un bel cinquantenne dal fascino superlativo. Se non avessi settant’anni gli farei subito la corte. Se io fossi in te … non mi lascerei sfuggire l’occasione” La Signora Maria aveva appena terminato di parlare quando il Dott. Gianfrancesco si materializzò tra le due donne. Era effettivamente un uomo … da fine del mondo. Delia si sentì bollire il sangue nelle vene. Era il tipo d’uomo che aveva sempre sognato. Si presentò. “Sono Delia” – “Io Gianfrancesco. Visto che siamo coinquilini possiamo darci del tu? Anzi, perché non ne approfitti per vedere la ristrutturazione dell’Attico?” Come poteva, Delia, rifiutare? Gianfrancesco fece da cicerone per illustrare il suo Attico … da favola. Anzi, Gianfrancesco volle che Delia si fermasse a cena … una cena splendida … a lume di candela … con musica in sottofondo. Come è possibile rimanere insensibili quando si è immersi in un atmosfera del genere? Infatti, Gianfrancesco è stato gentilissimo, abilissimo a trovare la scusa per lanciare un bacio alla bellissima Delia … la quale lo raccolse e lo restituì … moltiplicato per 10, 100, 1000 volte. Perché la fortuna, quando capita, bisogna acciuffarla al volo. - Questo è il racconto 809, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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LA CARMEN DI BIZET
di Teresa Ramaioli
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ANTONELLA DI CREMONA
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DANIELINA07
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
135
Un caffè in Piazza Ducale …a Vigevano
Il segno distintivo di Vivevano (provincia di Pavia) è l’operosità dei suoi abitanti. Diciamo pure che, i vigevanesi, hanno nel sangue l’ingegno e l’intraprendenza. Prima di tutto hanno una manualità senza limiti. Oggi, avere una simile manualità crea da sola “un importante valore aggiunto”. Sia le donne, sia gli uomini, sono animati da spirito attivo e combattivo. Non si fermano davanti ad alcun ostacolo. Detta così… sembra “uno spot pubblicitario” sugli abitanti di Vigevano… ma non è così. Vigevano e la sua gente… sono sempre stati originali. Nel secondo dopoguerra (1945-1965) …a Vivevano non si vedeva in giro anima viva … né di notte né di giorno. Tutti al lavoro. Ogni famiglia era un’impresa, ogni casa un laboratorio. Si racconta (ma forse è un po’ esagerato) che in una casa c’erano due macchine per cucire le tomaie delle scarpe… La famiglia era composta da padre, madre e due figli di quindici e sedici anni… Quelle due macchine da cucire lavoravano ventiquattrore al giorno, con turni impressionanti. Poi è arrivato il benessere… Le strade di Vigevano cominciarono a popolarsi di persone che prendevano il “caffè” prima di iniziare il turno di lavoro. Ormai parecchie persone potevano permetterselo. Si poteva guardare al futuro con moderato ottimismo. Pensare alla casa di proprietà, ai viaggi, all’istruzione… Per prima cosa i figli dovevano conseguire la Laurea… e questo da solo comportava un impegno finanziario non indifferente. Poi, la Laurea del figlio o della figlia è arrivata… e sono cominciati a nascere i problemi. “E, adesso, cosa facciamo?” – si chiedevano padre e madre – “Mica tutti possono fare il Dottore Commercialista?” L’altro giorno il Signor Giovanni, 82 anni, era in Piazza Ducale con un amico quasi coetaneo, il Signor Giuseppe, 80 anni, alto e magro come era sempre stato, quando era giovane… e cuciva tomaie con suo padre e sua madre. - “Caro Giuseppe… sono finiti i nostri tempi quando facevamo dieci / dodici ore di lavoro nelle nostre case… e nessuno si lamentava. Anzi, erano momenti d’oro. C’era lavoro per tutti…e tutti lavoravano come matti. (“tuti a fasù dané” – “tutti a fare denari”). Non c’era tempo per nient’altro. Ora si continua a parlare di crisi, di aziende che chiudono, di cassa integrazione, di esodati … Ma tu, Giovanni, lo sai chi sono gli esodati? Io non l’ho ancora capito. Ricordo mia madre che faceva cuocere due pezzi di carne dentro alla pentola sopra la stufa…” così risparmiava tempo lei…e noi della famiglia (mio padre e mia sorella). Si risparmiava tempo perché quando si aveva fame … si poteva fare la zuppa con il brodo… e mangiare un pezzo di carne bollita. Neanche un lamento. Cose che, oggi, si rifiutano di fare persino alla “mensa del povero”. A volte mi chiedo come mai …siamo così cambiati!... E pensare che “conservo” ancora la “mia” macchina per cucire le tomaie delle scarpe…” – Giuseppe era stato zitto. Per carattere, non è mai stato di molte parole. Questa volta, però, ha fatto un discorso abbastanza lungo. “Anch’io conservo ancora la “mia” macchina per cucire la tomaie. A volte mi viene voglia di rimettermi a lavorare… per combattere la crisi…” Giovanni, scrollò la testa… “Troppo tardi, troppo tardi… adesso la “crisi” si combatte con le chiacchiere in TV…Parlano solo persone… che “non” hanno mai cucito tomaie per le scarpe… ” (135)
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MILANO
di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo il 18/11/14 alle 17:37 via WEB MILANO----Il monumento a Leonardo da Vinci e a quattro dei suoi allievi milanesi, Marco d’Oggiono, Gian Giacomo Caprotti, Cesare da Sesto e Giovanni Antonio Boltraffio, si trova in piazza della Scala, alle spalle c’è Palazzo Marino (sede dell’amministrazione comunale). La statua di Leonardo è in marmo bianco che poggia su un piedestallo ottagonale in granito rosso. Su quattro degli otto lati si possono ammirare dei bassorilievi che hanno per tema Leonardo pittore,scultore, architetto e stratega, genio idraulico. Leonardo quindi che dipinge il Cenacolo, che scolpisce la statua di Francesco Sforza, che dirige le fortificazioni, che si occupa dei canali navigabili in Lombardia. Il monumento realizzato da Pietro Magni è stato inaugurato il 12 settembre 1872. Ciao Teresa |
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DONATELLA DI MILANO
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FAUSTINA.SPAGNOL
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ANTONELLA DI CREMONA
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SEMPLICELUCREZIA
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DONATELLA DI MILANO
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SICILY FOREVER.59
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ANTONELLA DI CREMONA
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DANIELINA07
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ANGELHEART2014
Dona a chi ami ali per volare,radici per tornare e motivi per rimanere...Un abbraccio e un sorriso della Farfalla , con grande affetto Monika - Il tocco della Farfalla , grazie di cuore per la tua amicizia ......Un clikka per te (Rispondi) (Rispondi)
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