Messaggi del 09/11/2015

BUON LUNEDI' ... DA PAVIA

Post n°21163 pubblicato il 09 Novembre 2015 da dinobarili
 

BUON LUNEDI’ …

 DA PAVIA

9 novembre 2015

“Mai rimandare a domani ciò che si può (e si deve) fare oggi”

Dino

33 “una canzone al giorno”

Alberto Rabagliati

“Abbassa la tua radio”

Era il 1940. “Abbassa la tua radio” aveva un altro titolo: “Silenzioso slow” ed era stata scritta da Bracchi e D’Anzi, interpretata da Norma Ricci e Alberto Rabagliati. La canzone ha avuto diverse traversie, ma ha resistito al tempo. Anche oggi, in epoca dove, chi grida di più, pensa di avere ragione … qualche persona amante del bel vivere … sussurra il motivetto sottovoce. “Abbassa la tua radio per favor … se vuoi sentire i batti del mio cuor” Già. I battiti del cuore non li sente solo il Dottore quando si va a passare la visita medica. I veri “battiti del cuore” li sentono le persone, quelle vere, quelle che non hanno bisogno di troppe parole, ma di sguardi appassionati. L’amore non ha età … e gli innamorati di qualsiasi età. Gli sguardi sono il mezzo migliore per ascoltare i “batti del cuore” … dell’altro lui o dell’altra lei. Lo dice anche la canzone. “le cose belle che ti voglio dir … tu sola le dovrai sentir” Ed è solo l’inizio. “Le mie parole appassionate … son timide carezze profumate” In epoca di telefonini e tablet a go go … “abbassa la tua radio per favor/ Se vuoi sentire i battiti del mio cuor”

E poi dicono che il romanticismo è finito. Dino

 
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LA GIUSEPPINA, SESSANTENNE racconto (381) di Dino Secondo Barili

Post n°21162 pubblicato il 09 Novembre 2015 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

381

La Giuseppina, sessantenne

Settembre è il mese della “ripresa delle attività”. Le persone, volenti o nolenti, si adeguano, ma appena possono, cercano ogni scappatoia per prendersi qualche “area di libertà”. La crisi economica ha inciso su tutto. Ormai la gente non pensa più alle vacanze esotiche, ai mari del Sud, ai lunghi viaggi “chissà dove”… Le distanze sono ridiventate reali, terra terra … La gente si accontenta delle modeste iniziative locali e ne approfitta… In questo inizio di settembre, ogni piccola o media città, piccolo o grande paese si sbizzarrisce… in serate da ballo… notti bianche… mini feste in piazza… come “la febbre del sabato sera”. Quando Giorgio, sessantenne, scapolo con la passione del ballo ne ha sentito parlare, ha subito rizzato le orecchie. “Febbre del sabato sera? Che cos’è?” Subito le ha risposto la sua vicina di casa, la Signora Giuseppina, vedova, sessantenne pure lei … con un desiderio segreto “circuire lo scapolo impenitente Giorgio”… Bell’uomo, cercato da qualsiasi donna, ma libero, libero di essere e di agire in ogni momento della giornata. Un osso duro (con e per le donne) … anche per la Giuseppina, la quale ci aveva già fatto un “pensierino” anche quando era felicemente sposata. Ora che, da un paio d’anni, è rimasta vedova, ci faceva una malattia. Si sa come sono le donne. A parole fanno finta di essere al di sopra di ogni “tentazione”… poi, sono esattamente come gli uomini (maschi) quando vanno “in fumo”. Ora, c’era l’occasione della “Febbre del sabato sera”. Giorgio si era finalmente interessato all’argomento. Era un bravo ballerino. Cosa ci voleva per “agganciare l’impenitente scapolo”? Veramente, la Signora Giuseppina ci aveva già provato diverse volte. Vedova da un paio di mesi, ci aveva tentato in occasione della gita alle “Cinque Terre”. Aveva fatto di tutto per sedersi nel sedile accanto a Giorgio. Durante il viaggio avevano fatto piacevoli discorsi al punto che lui le aveva preso la mano (per poco tempo). La Giuseppina era andata su di giri. Durante la passeggiata “sul sentiero dell’amore” la Giuseppina aveva fatto finta di slogarsi un piede. Il Giorgio l’aveva soccorsa come un buon Samaritano… Quando lei (senza farsi notare) si era slacciata un paio di bottoni della camicetta (mostrando il suo ben di Dio) il Giorgio aveva fatto finta di niente. Come se la cosa non l’interessasse. Per il bell’uomo era una tattica per sentirsi superiore e corteggiato. L’altra volta era stato due giorni prima. La Signora Giuseppina aveva inventato la scusa che era rimasta senza sale (roba da matti!) proprio all’ora di cena. Si era rivolta trafelata al Giorgio il quale le aveva dato l’intera scatola del sale non ancora aperta. Non era finita. La Giuseppina aveva lasciato cadere la robusta scatola la quale aveva resistito. Giorgio si era messo a ridere. “Vedi, Giuseppina, anche le scatole del sale resistono. Si vede che sono proprio fortunato.” La vedova aveva sorriso e risposto. “Anche il ghiaccio si sceglie e presto sarai mio.”…Giorgio non era di ghiaccio e sapeva che un giorno o l’altro sarebbe caduto tra braccia della focosa vedova. Ora, era arrivata “la febbre del Sabato sera”. Il paese era “effervescente”. Grandi e piccini erano pronti per la manifestazione. Giorgio aveva deciso di prendervi parte… tanto per vedere di cosa si trattasse. La Giuseppina era pronta “all’assalto” dell’impenitente scapolo. Da scaltra sessantenne non avrebbe perso di vista la “sua preda”. A metà serata, a mezza notte, Giorgio e la Giuseppina erano seduti, uno di fronte all’altra, ad un tavolino con altri amici. Tutti dicevano la loro sulla “febbre del Sabato sera”. La Giuseppina sentì una gamba muoversi sotto al tavolino accanto alla sua… In un primo tempo le sembrava una cosa impossibile… invece, no. Era proprio il Giorgio che, chiacchierando con la signora Lisa, stava segretamente manovrando… La Giuseppina lasciò fare… anzi, vi prese delicatamente parte, come se dicesse parole vere, a tu per tu, e sussurrasse…”Era ora che ti decidessi. Chi la dura la vince… sempre.” (381)-

 
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BUONA GIORNATA CON IL DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

Post n°21161 pubblicato il 09 Novembre 2015 da dinobarili
 

BUONA GIORNATA CON IL DISEGNO DI

TERESA RAMAIOLI


 
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IL TACCHINO E COLOMBO di Teresa Ramaioli

Post n°21160 pubblicato il 09 Novembre 2015 da dinobarili
 

IL TACCHINO E COLOMBO

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 08/11/15 alle 17:45 via WEB
IL TACCHINO E COLOMBO--Il tacchino è originario del nord dell’America. Colombo è stato il primo europeo a conoscere il tacchino quando, il 14 agosto 1502, sbarcando sulle coste dell’attuale Honduras, ricevette dai nativi alcuni cibi e tra questi quelle che lui chiama “gallinas de la tierra”. Tra il 1511 e il 1512 il tacchino fu portato in Spagna. Il primo documento, datato 24 ottobre 1511 a firma dal Vescovo di Valencia, riguardava una nave che trasportava dieci tacchini da riproduzione, metà maschi e metà femmine. Cortes nel 1519, durante la conquista del Messico ,trovò abbondanza di tacchini domestici, in quel periodo in Messico era la carne più economica. Importato dall’America in Spagna, il tacchino si diffuse in tutta Europa. Il termine inglese “Turkey” deriva dai mercanti turchi che lo portarono per primi in Inghilterra. In Francia, il nome era Coq d’Inde (gallo d’India) per la credenza che Colombo avesse scoperto le Indie Orientali. In Italia il gallinaceo venne chiamato Gallo d’India, Dindio o Dindo, e poi Tacchino, forse dal verso, “toc, toc”, fatto della tacchina quando guida i suoi piccoli. Il gastronomo Vincenzo Tanara (fine '600) consigliava diverse preparazioni per cucinare il tacchino: arrostito, allo spiedo, al forno come i capponi. Auguste Escoffier, grande cuoco della storia della cucina , e gli altri chef dell'Ottocento nascondono all'interno del tacchino farcie a base di marroni, funghi porcini, tartufi e foie gras. I contadini allevavano il tacchino considerato cibo d'eccellenza da consumare nelle grandi occasioni. Oggi il tacchino cucinato intero è un cibo natalizio, in America, sua patria d'origine, viene consumato nel “Thanksgiving day” (quarto giovedì novembre), in memoria dell'arrosto di tacchino con il quale i Padri Pellegrini, nel novembre 1621, ringraziarono i Nativi Americani per l'aiuto che gli avevano dato a sopravvivere durante il primo anno dopo lo sbarco nel Nuovo Mondo. Ciao Teresa Ramaioli

 

 
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CIAO CHIARASANY ... BARCELLONA (SPAGNA)

Post n°21159 pubblicato il 09 Novembre 2015 da dinobarili
 

CIAO CHIARASANY ...

BERCELLONA SPAGNA

chiarasany
chiarasany il 08/11/15 alle 20:27 via WEB
Che bella sorpresa per l'idraulico, una sorella gemella..Grazioso racconto e interessante come tutti, amico Dino. Salutino afettuoso. Chi.-
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 09/11/15 alle 07:16 via WEB
Ciao Chi. Grazie del bel commento. Gli idraulici ha volte hanno delle soprese, specialmente quando si innamorano della "morosa" del collega. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO ILSOGNODIUNADONNA1

Post n°21158 pubblicato il 09 Novembre 2015 da dinobarili
 

CIAO ILSOGNODIUNADONNA1

 
ilsognodiunadonna1
ilsognodiunadonna1 il 08/11/15 alle 10:44 via WEB
Porta sempre la serenita' nel tuo cuore così la trasmetti a chi ti è vicino.....Buongiorno e Buona domenica
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 09/11/15 alle 07:07 via WEB
Ciao. Grazie della visita e del bel commento. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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TARTE TATIN di Teresa Ramaioli

Post n°21157 pubblicato il 09 Novembre 2015 da dinobarili
 

TARTE TATIN

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 08/11/15 alle 17:40 via WEB
TARTE TATIN ----La Tarte tatin è un dolce della tradizione francese nato all'inizio del secolo grazie all'inventiva delle sorelle Carolina e Stephanie Tatin albergatrici a Loret-Cher, in Francia. Sembra che questa buonissima torta sia nata a causa di uno sbaglio. La giovane Carolina si occupava di accogliere i clienti, Stephanie, cuoca provetta, si occupava della cucina, era apprezzata la sua buonissima torta di mele. Un giorno, narra la leggenda, l'albergo era pieno di cacciatori che aspettavano di poter pranzare e Stephanie si accorse di non aver preparato la sua torta di mele, corse in cucina, imburrò e cosparse di zucchero una tortiera, ci mise dentro le mele e la infornò. Solo dopo si rese conto di non aver foderato la tortiera con la pasta brisè. Stephanie,senza farsi prendere dal panico, ricoprì la tortiera con un solo strato di pasta e rimise tutto in forno. Terminata la cottura, Stephanie rovesciò la torta su un piatto e la portò in sala dove fu divorata. Era nata : la tarte tatin. Oggigiorno è uno dei dolci più amati in Francia ed è immancabile nei ristoranti, dai più modesti ai più lussuosi. Ciao Teresa Ramaioli

 

 
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