Messaggi del 09/12/2014

PENSIERI SPARSI DEL 9 DICEMBRE 2014

Post n°16859 pubblicato il 09 Dicembre 2014 da dinobarili
 

PENSIERI SPARSI DEL 9 DICEMBRE 2014

“Amore chiama …

Amore risponde”

Dino

 
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OTTAVIA E GIOVANNI racconto (829) di Dino Secondo Barili

Post n°16858 pubblicato il 09 Dicembre 2014 da dinobarili
 

9 DICEMBRE 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 9 dicembre 2014 – Martedì - 12.00

Intrigo …

… a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

829

Ottavia e Giovanni

Il bello della vita è che ogni età ha i suoi problemi. Inoltre quelli che erano considerati “problemi” con passare degli anni non vengono più considerati tali. Erano le considerazione che la Dott. Ottavia faceva un anno fa. La Dott. Ottavia aveva compiuto quarant’anni, bellissima, single … tuttavia,  non era soddisfatta di come si era svolta sua vita. Per esempio. Si considerava fortunata ad avere un bel posto di Dirigente a Milano. Il lavoro, però, era stressante oltre ogni limite. Per tenere testa a tutto … aveva dovuto rinunciare ad avere un compagno … specialmente il Dott. Giovanni, suo compagno di Università. I rapporti tra Ottavia e Giovanni erano nati quasi per caso ... durante una passeggiata lungo le rive del fiume Ticino a Pavia. Sono molte le persone che fanno passeggiate lungo il Ticino a Pavia. Anche Ottavia e Giovanni durante il Corso di Laurea erano soliti perdersi nei sentieri dei meravigliosi boschi del Ticino. Durante, una di queste passeggiate … i due si erano trovati soli. L’ambiente è stato galeotto. Ottavia ha messo il piede in una buca. Si è lussata … e non è stata più capace di camminare. Risultato. Giovanni si è prodigato oltre ogni limite per aiutarla … ma la vicinanza dei loro visi ha fatto la differenza. Giovanni ha baciato sulla guancia Ottavia e Ottavia ci ha trovato gusto. Conseguenza. Giovanni e Ottavia si sono abbandonati ai baci … tanti baci. Una infinità di baci. Quando succedono cose del genere non si sa più chi ha cominciato per primo … Giovanni e Ottavia si sono innamorati pazzamente l’uno dell’altro … e la cosa è andata avanti cosi … per un paio d’anni. Cioè fino alla Laurea. Poi, per esigenze di lavoro, le strade si sono divaricate. Ottavia si è impiegata a Milano. Giovanni ha preso la strada di Strasburgo, in Francia. Quando le strade del lavoro divergono gli incontri diventano difficili. Ottavia, un anno fa, ci ha pensato … e sentiva la nostalgia dei baci di Giovanni. Con la nostalgia, però, non si risolvono i problemi. Ottavia ne parlò con la sua coetanea e amica, Fiorenza. “Fiorenza, ho compiuto i quarant’anni e sono giù di corda. Vorrei avere un compagno, ma la mia mente è occupata da un fantasma: Giovanni … un amore di quindici anni fa … al tempo della Laurea. Non so proprio cosa fare” Fiorenza era un tipo allegro, ma riflessivo. Oltre tutto si occupava di “leggende del fiume Ticino a Pavia” Quando una persona è addentro in tali leggende è come se avesse una marcia in più. Da poco tempo era venuta a conoscenza che al Bosco delle Betulle accadevano fenomeni difficili da spiegare. Per esempio. Nel Bosco delle Betulle si incrociavano tre sentieri frequentatissimi dai camminatori della domenica. A tale incrocio avvenivano fenomeni inspiegabili. Bastava scrivere il nome di una persona su foglio di carta. Piegarlo e metterlo sotto un sasso, al centro dell’incrocio e … la persona compariva da uno dei sentieri. Ottavia non era una credulona. Una di quelle che bevono tutto ciò che viene loro raccontato. Sulle leggende del fiume Ticino, però, aveva avuto prove sconcertanti. Ringraziò l’amica Fiorenza per l’informazione e si immerse nell’esperimento. Un sabato mattina di un anno fa. Ottavia, da sola, percorse gli stessi sentieri che aveva frequentato con Giovanni. Si trovò all’incrocio magico del Bosco delle Betulle. Scrisse il nome ‘Giovanni’ fu un foglio. Lo piegò in quattro e lo mise sotto un sasso al centro dell’incrocio. Non aveva ancora terminato l’operazione che … Ottavia sentì un fortissimo dolore al piede destro. Era sola  in mezzo al bosco. Non riusciva più a camminare … da nessuna parte erano vista persone. Quando una persona si trova nell’impossibilita di muoversi … la paura si moltiplica per cento. Ottavia era quasi sul disperato. Avrebbe voluto urlare. Chiamare qualcuno … ma chi l’avrebbe sentita? A volte, necessità non vuol legge … Ottavia cominciò a chiamare Giovanni … Giovanni … Giovanni … sempre più forte. Alla terza volta, Ottavia, vide in lontananza comparire la figura di un uomo. Non credeva ai propri occhi … Non le sembrava vero. Era proprio Giovanni, il quale, non si immaginava una cosa simile. Aiutò Ottavia. Anche questa volta, però, la vicinanza tra Ottavia e Giovanni ha fatto rinascere l’antica attrazione. Si abbracciarono … si baciarono … si baciarono a lungo … e decisero di non lasciarsi più. Oltre tutto, Giovanni aveva terminato il suo periodo di lavoro a Strasburgo ed aveva avuto un incarico presso una Università milanese. Ottavia e Giovanni decisero di eleggere Pavia come loro città ideale … quella dove ci sono dei sentieri magici i cui incroci fanno incontrare gli uomini e le donne che si amano. - Questo è il racconto 829, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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LA TORTA DI SAN BASILIO di Teresa Ramaioli

Post n°16857 pubblicato il 09 Dicembre 2014 da dinobarili
 

LA TORTA DI SAN BASILIO

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 09/12/14 alle 17:26 via WEB
TORTA DI SAN BASILIO--San Basilio vescovo, della Chiesa ortodossa, è l’omologo greco del nostro Babbo Natale. Il primo gennaio, giorno della sua morte, in Grecia si usa scambiarsi doni, mentre le donne preparano un dolce in suo nome, la “vassilopita” o “torta di San Basilio”. Una preparazione al delicato profumo d’arancia, nel cui impasto si usa nascondere una moneta d’oro. Colui che la troverà sarà reputato il fortunato dell’anno. La tradizione della “torta di San Basilio” risale all’epoca bizantina. Si narra che per resistere all’assedio turco della città di Cesarea di Cappadocia, il vescovo Basilio chiedesse ai cittadini di donare oggetti preziosi. Una volta liberata la città, questi oggetti dovevano essere restituiti ai proprietari. Allora, Basilio decise di far impastare dei dolci con dentro gli oggetti da distribuire alla cittadinanza. I preziosi ritornarono ciascuno nelle mani del legittimo proprietario. Dall’Asia minore, la tradizione della “torta di San Basilio” si diffonderà, ben presto, in tutta la Grecia. A tagliarla deve essere il capo famiglia. La prima fetta spetta al Bambin Gesù, la seconda è per San Basilio, la terza è per la casa. La Vasilopita è una delle più belle tradizioni della Chiesa Greca. È una festa che tutte le famiglie osservano, insieme a tante altre tradizioni religiose, e che fa parte del patrimonio culturale della Religione Cristiana. La parola Vasilopita è un termine Greco composto da “Vasilo” e “pitta” che significa “pane di Basilio”. Questa antica tradizione risale al quarto secolo, quando San Basilio il Grande, che era un vescovo, desiderava distribuire monete ai poveri della sua diocesi. Ha incaricato molte donne di cuocere in forno un pane zuccherato dove veniva inserita una moneta d’oro. Così la famiglia che tagliava il pane per mangiarlo avrebbe avuto una piacevole sorpresa trovando la moneta. Come vuole la tradizione, un pane dolce (in alcune zone della Grecia esso assomiglia ad una torta) viene preparato per le case e per la comunità religiosa, esso si chiama Vasilopita. I dolci sono aggiunti al pane come simbolo di dolcezza e di gioia della vita. Essa simboleggia anche la speranza che il Nuovo Anno sia pieno di dolcezza di vita, libertà, salute e felicità per tutti coloro che partecipano alla festa della Vasilopita. Durante la preparazione della Vasilopita si aggiunge una moneta tra gli ingredienti. Quando il pane è tagliato comincia la festa e la persona che riceve la porzione di Pane che contiene la moneta è considerata benedetta. Questa tradizione si aggiunge alle celebrazioni dell’inizio del Nuovo Anno da cui tutti sperano di avere bene. Molti Cristiani si divertono con la festa della Vasilopita a casa con i propri cari durante le celebrazioni per il Nuovo Anno. Il capo famiglia taglia i pezzi del pane per tutti i membri della famiglia. San Basilio amava il popolo povero, per questo un pezzo speciale è tagliato per le persone più sfortunate che simboleggia la nostra preoccupazione per i poveri di qualsiasi nazione del mondo. Ciao Teresa Ramaioli

 

 
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CIAO STEFANO ... STEFANO BROCCA DI PAVIA

Post n°16856 pubblicato il 09 Dicembre 2014 da dinobarili
 

CIAO STEFANO ...

STEFANO BROCCA DI PAVIA

franzkline
franzkline il 09/12/14 alle 18:23 via WEB
Almeno una volta nella vita deve avverarsi il sogno che aspettiamo da tanto tempo. Basta pazientare e prima poi arriva… Ciao Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 09/12/14 alle 19:07 via WEB
Ciao Stefano - nella vita basta avere pazienza... poi, si avvera tutto. I sogni diventano realtà. Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO ANTONELLA ... ANTONELLA DI CREMONA

Post n°16855 pubblicato il 09 Dicembre 2014 da dinobarili
 

CIAO ANTONELLA ...

ANTONELLA DI CREMONA

 
alba.estate2012
alba.estate2012 il 09/12/14 alle 08:01 via WEB
Carissimo Dino, l'Amore guarisce tutti i mali del mondo intero... Che meraviglia niente più bruciori di stomaco, solo notti di fuoco... caldissimo fuoco!!! Troppo bello Parigi!!! Ma quel Cupido sta sempre all'erta...? Bravissimissimo!!! Un abbraccio affettuoso e felice giornata. Ciao, Antonella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 09/12/14 alle 19:04 via WEB
Ciao Antonella - Hai ragione. Cupido non dorme mai ... anzi, mentre gli altri Dei e Semidei ogni tanto chiudono gli occhi ...Cupido, no. Sempre con l'arco e la freccia pronta ... zac e il gioco è fatto. Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 
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ANDREA E L'ESPERTO DI PARIGI racconto (171) di Dino Secondo Barili

Post n°16854 pubblicato il 09 Dicembre 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

171

Andrea e l’Esperto di Parigi

Ogni età ha i suoi problemi… Anche Andrea, 35 anni, ottima posizione, stipendio sicuro. Due mesi fa si lamentava con il suo medico di famiglia, perché, ogni tanto sentiva dei bruciori di stomaco e non riusciva individuarne la causa. Il Medico, Dott. Giuseppe, aveva superato i sessant’anni. Conosceva bene la sua professione e nella sua lunga carriera aveva visto molti casi. Alle preoccupazioni di Andrea rispose con sicurezza. “Non ci pensare. Certi disturbi, sono tipici dell’età. Passano da soli come sono comparsi. Certe volte sono legati a stress, altre volte a confusioni mentali…” Andrea accettò il consiglio, ma quel “confusioni mentali” l’aveva messo sulla difensiva. Il giorno successivo ne parlò con Mario, suo collega d’ufficio, che aveva quindici anni in più. “Mario, cosa sono le confusioni mentali?” – Il collega non rispose. Alzò le spalle, come dire “Hai altre domande?” Andrea non era affatto soddisfatto. I bruciori di stomaco continuavano. Decise quindi di prendere un the al “posto ristoro dell’ufficio” dove incrociò il Capo dell’Ufficio Acquisti con il quale aveva una certa confidenza. “Andrea ti vedo turbato … cosa hai?” Andrea rispose sfiduciato… “Ieri sera sono andato dal mio medico perché ogni tanto ho dei bruciori di stomaco. Mi ha detto di non pensarci … è solo confusione mentale. Tu cosa dici?” – Il Capo Ufficio Acquisti era una persona seria, molto riflessiva ed aveva una vasta cultura. “Il tuo medico ha ragione. Certi disturbi sono tipici dell’età. A 35 anni… accade. Per risolvere i tuoi problemi non c’è che da rivolgersi ad “esperto” che riceve a Parigi. Se vuoi ho anche l’indirizzo… “ Andrea pensava che fosse uno scherzo. Invece, no. Si ritrovò con un biglietto da visita tra le mani nel quale era specificato il nome dell’esperto, l’indirizzo di Parigi, le ore di ricevimento e il numero telefonico per fissare l’appuntamento. Andrea aveva perso la voglia di prendere il the. Ritornò nel suo ufficio e mise il biglietto da visita in bella evidenza sulla scrivania. Non riusciva a concentrarsi. La sua mente era attratta da Parigi e da quel biglietto da visita. Dopo un ora, Andrea aveva deciso. Sarebbe andato a Parigi. In brevissimo tempo fissò l’appuntamento con l’Esperto e la prenotazione del viaggio aereo per il sabato di quella stessa settimana. Ormai non ci pensava più. Anche i bruciori di stomaco erano diminuiti. Andrea si sentì sollevato e la settimana passava in fretta. Il sabato si era presentato come una bella giornata di sole, ventilata ma non troppo e la temperatura ideale. Parigi era entrata nella mente di Andrea il quale non vedeva l’ora di veder comparire all’orizzonte la Tour Eiffel. Quando Andrea prese posto sull’aereo ebbe la prima piacevole sorpresa. Accanto a lui si era seduto una splendida ragazza, di dieci anni più giovane. Immediata l’intesa. Iniziò lei. “Mi chiamo Mirian. Lei va a Parigi per lavoro?” – “Io, Andrea… No. Ho un appuntamento.” La chiacchierata prese la giusta piega e i due si trovarono a Parigi senza quasi accorgersene. All’Aeroporto, Mirian e Andrea si salutarono e ognuno prese la propria destinazione. La seconda piacevole sorpresa Andrea l’ebbe nello studio dell’Esperto. Nella sala d’aspetto c’era Mirian … “Anche Lei qui?” Ormai i due si conoscevano. Stessi problemi. Decisero, dopo la visita, di ritrovarsi per il pranzo… insieme. Di ciò che l’Esperto disse loro, né Andrea, né Mirian compresero molto….Certo è, che dopo la visita, i due “colombi” passarono una splendida settimana a Parigi.Giornate di sole… e notti di fuoco. Gli incontri dei due continuano anche ora …senza bruciori di stomaco. (171)

 
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IL CALENDARIO DELL'AVVENTO di Teresa Ramaioli

Post n°16853 pubblicato il 09 Dicembre 2014 da dinobarili
 

IL CALENDARIO DELL'AVVENTO 

di Teresa Ramaioli

 
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 08/12/14 alle 08:54 via WEB
CALENDARIO DELL’AVVENTO-- martedi 9 DICEMBRE--UN PONTE PER MARISA--«Cara Befana, vorrei un ponte». Era questo il desiderio espresso da una bambina di 9 anni, Marisa Leonzio, figlia di contadini di Gorgo. Era il 1957 e Marisa ogni mattina camminava per 3 km, attraversando i campi e i boschi per arrivare a scuola. Tra la casa e la classe della quarta elementare che frequentava a Nibbiaia scorreva un piccolo torrente, il Chioma, che in inverno diventava un ostacolo difficile da superare, specialmente quando si gonfiava per la troppa pioggia. A volte Marisa e il fratello Pantaleone restavano bloccati dall’altra parte e non potevano tornare a casa da scuola, altre volte il padre, quando c’era, la prendeva sulle spalle per farla passare o la faceva salire sul carro trainato dai buoi. «Un giorno costruirò io un ponte tutto per te», le diceva scherzando. Un giorno la maestra diede ai bambini un tema da fare e Marisa raccontò il proprio viaggio quotidiano per arrivare a scuola: «Quando vengo a scuola e piove la maestra mi dice “Povera Marisa! Vai ad asciugarti alla stufa. Sei la bambina più brava e coraggiosa perchè devi fare tutta quella strada da sola”». Poi arrivò una grande macchina al podere paterno. Ne uscì fuori un signore elegante con il completo nero. Si mise davanti al padre di Marisa, gli tese sorridendo una mano. «Sono qui perchè vorremmo costruire noi il ponte a sua figlia». Il padre rimase attonito. Era alto, molto magro, con i baffetti neri. «Ma chi è lei, chi le ha detto del ponte? Io non posso aiutarvi a costruirlo, non ho soldi». Ma l’elegante messaggero non si lasciò scomporre: «Abbiamo letto il tema di sua figlia e penseremo noi a tutto». Il tema scritto dalla bambina era infatti stato pubblicato nel giornale didattico e da lì era riuscito a incuriosire un giornalista di Firenze. La storia di Marisa, costretta a camminare così tanto ogni mattina, si diffuse fino a raggiungere gli eleganti studi di una casa cinematografica, la Ceiad Columbia occupata in quei giorni a pubblicizzare l’uscita di un nuovo film di guerra hollywoodiano, «Il ponte sul fiume Kwai». Marisa divenne il centro di una grande propaganda mediatica: la Columbia si incaricò di costruire sul torrente Chioma un ponte di legno identico a quello ideato nel film e gli venne dato il nome della bambina. Divenne l’inizio di una storia esemplare, di quelle che le nonne raccontano la sera ai nipoti per farli addormentare. Marisa fu travolta da un vortice che la rese famosa in Italia e nel mondo, e che la portò non soltanto a casa del presidente italiano Gronchi, ma anche alla Casa Bianca, dalla nuora di Eisenhower a Washington. Giocò con i figli di Nixon, fu ricevuta da ambasciatori e presidenti, venne contesa da programmi radiofonici e televisivi. Parlarono di lei giornali americani, spagnoli, francesi, fu invitata alla prima visione americana e italiana del film. In una foto compare in braccio all’attore William Holden; in un’altra donna Carla, moglie del presidente Gronchi, che comprò a lei e a suo padre i vestiti per andare in America, le accarezza i capelli; in una terza un sorridente senatore americano la invita a bere il latte che non le piace e lei lo guarda perplessa. Bambini da ogni parte del mondo iniziarono a mandarle fiumi di lettere: «Alla proprietaria del ponte scrivevano-come siamo fortunati noi rispetto a te che devi camminare così tanto». Ma cosa pensava Marisa, catapultata all’improvviso dalla sua casa di Gorgo senza elettricità alle luci sfavillanti di New York? «Guardavo tutto con gli occhi di una bambina - ricorda - non capivo perchè mio nonno si commuovesse così tanto, “Ma cosa avrà da piangere?”, mi chiedevo. Tutta quell’attenzione su di me alla fine mi stancava, senza considerare che il film di cui divenni il manifesto pubblicitario parlava di guerra con i giapponesi e lo dovetti vedere sia in inglese, senza capirci niente, sia in italiano. Che noia!». Per non parlare di quando William Holden, il protagonista del film, venne da lei, porgendole galantemente un mazzo di viole. «Volevo buttarle via: a Gorgo ne raccoglievo tantissimi mazzi e non capivo perchè le sue dovessero essere speciali. Ma mio padre mi fermò». Tuttavia la storia di Marisa rimase una bella favola che le permise di avere i soldi per iscriversi alle magistrali e diplomarsi. «Ogni tanto, specialmente nel periodo di Befana i giornalisti continuano a cercarmi per raccontare la mia storia e a me piace farlo». E un giorno una nipotina telefonò a casa da Benevento: «Zia, c’è la tua storia sul mio libro di italiano». La vicenda reale della bambina di Gorgo diventò così ufficialmente la bella fiaba della bimba povera che, ottenuta la considerazione del mondo, scelse volontariamente di tornare a casa. E anni dopo la scomparsa del ponte di Marisa la storia della bambina non è stata ancora dimenticata. (storia vera )- Ciao Teresa Ramaioli

 

 

 

 
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CIAO DONATELLA ... DONATELLA DI MILANO

Post n°16852 pubblicato il 09 Dicembre 2014 da dinobarili
 
Tag: DoNna.S

CIAO DONATELLA ...

DONATELLA DI MILANO

DoNnA.S
DoNnA.S il 08/12/14 alle 21:24 via WEB
A volte un gesto di gentilezza ripaga. Non sempre però. A me non hanno offerto neanche caffè!
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 09/12/14 alle 07:18 via WEB
Ciao Donatella - bisogna sempre avere fiducia. La ricompensa arriva sempre. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO ANTONELLA ... ANTONELLA DI CREMONA

Post n°16851 pubblicato il 09 Dicembre 2014 da dinobarili
 

CIAO ANTONELLA ...

ANTONELLA DI CREMONA

 
alba.estate2012
alba.estate2012 il 08/12/14 alle 20:24 via WEB
Carissimo Dino, quanto è bello il tuo racconto! Che bello sognare... se poi il sogno diventa realtà è bellissimissimo!!! Un abbraccio affettuoso, buona serata, Antonella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 09/12/14 alle 07:14 via WEB
Ciao Antonella - I sogni sono fondamentali per vivere bene. Non importa quanti si realizzano... quel che conta è averne tanti e sempre. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO OSCAR ... OSCAR.TURATI

Post n°16850 pubblicato il 09 Dicembre 2014 da dinobarili
 

CIAO OSCAR ...

OSCAR.TURATI

oscar_turati
oscar_turati il 08/12/14 alle 22:06 via WEB
Armandosi di ago, filo, pazienza, perseveranza e tanta disponibilità all'emozione. Ciao Oscar
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 09/12/14 alle 07:08 via WEB
Ciao Osar - Hai detto bene. L'amore è quello che hai descritto nel tuo commento. Buona giornata Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO ANTONELLA --- ANTONELLA DI CREMONA

Post n°16849 pubblicato il 09 Dicembre 2014 da dinobarili
 

CIAO ANTONELLA ...

ANTONELLA DI CREMONA 

 
alba.estate2012
alba.estate2012 il 08/12/14 alle 20:15 via WEB
L'amore è una dolce fiaba ed ognuno sogna.... Un abbraccio affettuoso carissimo Dino, per augurarti una serata meravigliosa. Ciao, Antonella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 09/12/14 alle 07:07 via WEB
Ciao Antonella - Hai ragione. L'amore è una dolce fiaba ... da vivere ogni giorno ... per essere felici. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 
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