dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 15/01/2015
CIAO GIOVANNI ...
MENEGI53
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CIAO DONATELLA ...
DONATELLA DI MILANO
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CIAO STEFANO ...
STEFANO BROCCA DI PAVIA
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO DONATELLA ...
DONATELLA DI MILANO
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
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La felicità non ha età
Difficile dire cosa significhi veramente la parola “felicità”. Il Dizionario della lingua italiana afferma che si tratta “del completo appagamento derivante da un’esperienza”. Pertanto, la felicità non è di per sé un punto di arrivo, ma ciò che si prova “durante” una determinata azione. Le azioni, inoltre, sono infinite, come infinite sono le esperienze. Ogni persona passa dalla gioventù alla vecchiaia e la felicità cambia con il variare dell’età. Era proprio quello che pensava Giacomina, che aveva appena compiuto l’età per andare in pensione. Giacomina, si era recata al Patronato. La Dott. Paola aveva svolgo la pratica e dopo, alcune settimane, la neo-pensionata aveva ricevuto la pensione. Ci sono persone che provano dispiacere quando ricevono il certificato di pensione… Giacomina, no. “La vita è una ruota.” – diceva spesso – “Gira sempre alla stessa velocità. Importante essere in sintonia con il proprio tempo e l’età che si ha.” Per tanti, lunghi anni, Giocomina aveva preso il treno a Pavia per Milano. A Milano aveva fatto tutta la sua carriera come impiegata in un ufficio di commercialista. Ora, però, quel tempo era finito, terminato. Durante quel tempo aveva conosciuto tante persone. Alcune le ricordava con piacere … altre un po’ meno. Una persona, in particolare, ricordava con piacere: Massimo, il cameriere del Bar che per tanti anni le aveva preparato il caffè… prima che lei salisse al quarto piano per entrare in ufficio. Massimo era veramente un cameriere perfetto, con atteggiamento e linguaggio sempre gentile e educato. Mai una parola fuori luogo. Inoltre, Massimo era un “maestro nel preparare il caffè”. Dopo i primi giorni di pensione Giacomina sentì la nostalgia di quel caffè. Per ovviare a tale nostalgia, prese l’abitudine di andare, una volta alla settimana, da Pavia a Milano. Lo scopo era di rivedere Massimo e gustare il suo squisito caffè. Ogni persona ha le proprie simpatie. Simpatia, però, non vuol dire che una persona “non” sappia comportarsi secondo le regole del vivere civile. Massimo era felicemente sposato… e la simpatia di Giacomina era “solo per il caffè” (forse). Del resto Giacomina, aveva passato tutta la vita a cercare l’uomo della sua vita …e non l’aveva ancora trovato. Cosa poteva essere un’innocente simpatia? Dopo la pensione, Gioacomina una volta alla settimana si recava a Milano… per il caffè …e per vedere Massimo. Così… per alcuni mesi. Fin tanto che le cose si fanno in gioventù rientrano nel normale giro della vita. Ad una certa età, invece, cominciano ad assumere un aspetto “quasi patologico”. Nel Bar di Milano, Massimo e Giacomina erano “chiacchierati”…sulla bocca degli avventori. Giacomina se ne accorse. “Massimo, questa è l’ultima volta che ci vediamo. A Milano, in questo Bar, per prendere il caffè, non ci vengo più.” Massimo ci rimase male. Non voleva perdere una così “affezionata” cliente. Corse ai ripari. “Giacomina mi piacerebbe farti una sorpresa.” Disse, Massimo, il cameriere perfetto…quasi con noncuranza. “Vorrei presentarti mio fratello, Angelo. E’ in pensione da oltre sei mesi. Sta cercando una compagna per fare un lungo viaggio di piacere in tutte le capitali europee.” In quell’istante comparve Angelo. Era la fotocopia esatta di Massimo. Giacomina capì che Angelo poteva essere l’uomo della sua vita… l’ultimo treno… quello che passa una sola volta… il treno della felicità. (217)-
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MICHELE MINOLI
di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo il 14/01/15 alle 18:34 via WEB Michele Mainoli era nato a Sannazzaro de’ Burgondi, in provincia di Pavia, il 20 gennaio 1927. Ancor giovanissimo avvertì una decisa attrazione verso il disegno, il che lo spinse a frequentare regolarmente il Liceo Artistico e l’Accademia di Brera a Milano. Suoi maestri furono: Salvatori per la pittura e Disertori per l’incisione. Gli furono però eccellenti maestri anche quelli antichi (che egli studiò appassionatamente in biblioteca, in pinacoteca e in diversi musei), senza trascurare quelli moderni, specialmente stranieri, di cui potè vedere direttamente le opere in tante mostre e musei importanti. A Milano, e particolarmente nell’ambiente di Brera, assorbì i fermenti di nuovi ideali, in un clima esaltante di libertà che stimolarono e favorirono la sua preparazione artistica. Il suo esordio pubblico avvenne con la partecipazione alla Mostra del Natale dell’Arte, tenutasi nella Villa Belgioioso a Milano, nel 1948. Per un anno, nel 1950, lavorò all’ufficio pubblicità della casa farmaceutica “Carlo Erba” di Milano. Il richiamo verso la pittura fu però così forte da indurlo ad abbandonare ogni altra forma di impiego per dedicarsi esclusivamente all’attività artistica. Nel 1953 e per la durata di un anno venne incaricato per l’insegnamento nella Civica Scuola di Pittura di Pavia. Negli anni fra il 1955 il 1959 trascorse lunghi soggiorni in Svizzera, a Zurigo e a Basilea. Ebbe altresì modo di compiere brevi viaggi in Spagna, sostando a Valencia, Barcellona. Nell’anno 1956 fu corrispondente per la RAI-TV italiana, per la rubrica “Questo nostro tempo " . Ciao Teresa |
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO LUCREZIA ...
SEMPLICELUCREZIA
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CIAO ...
ERIC.TRIGANCE
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14 GENNAIO 2015
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 14 gennaio 2015 – Mercoledì - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
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Rodolfo e Susanna
Parecchi studiosi sono convinti che “nella vita … nulla accade per caso” … “tutto ha una ragione”. Certo che non è il caso di farsene un problema. Gli impegni sono tanti e basta seguire una certa regola per avere il buon esito delle proprie azioni. Un anno fa, ne era convinto l’Architetto Rodolfo, affascinante cinquantenne, fisico atletico, single, Studio avviato in Milano, abitante a Pavia. Il fatto che avesse dedicato tutta la sua vita al lavoro non giustificava il fatto non avesse una sua compagna. Ogni tanto sua madre Ofelia glielo ricordava. “Rodolfo … non esiste solo il lavoro … Ora, puoi contare sulla mia presenza … ma quando non ci sarò più io? Non puoi fare la vita del “barbone”…” Già, sua madre Ofelia, aveva solo quel figlio e l’adorava. Rodolfo rispondeva con la solita frase. “Mamma, se devo sposarmi … sarà lei, la donna che dico io, a cercarmi e a trovarmi” Intanto i suoi Colleghi Architetti erano tutti sistemati con una bella famiglia e dei figli. Anzi, a dire il vero erano anche un po’ gelosi e invidiosi. Specialmente l’Architetto Goffredo … “Lo so perché, tu Rodolfo, non ti sposi … Hai troppe spasimanti. Tu sei come un’ape regina … ami scegliere e non ti accontenti mai” L’Architetto Rodolfo, sorrideva maliziosamente … facendo aumentare l’invidia del Collega. In realtà avrebbe voluto che fosse così … ma non era vero. C’erano si, alcune spasimanti donne … ma non erano il tipo da far perdere la testa. Insomma, il cinquantenne aveva dei gusti un po’ difficili. Su questo non c’erano dubbi. Rodolfo ne parlò con il Dott. Felice suo Psicologo di fiducia. “Felice sono preso tra due fuochi. Da una parte c’è mia madre che mi assilla fino all’inverosimile. Dall’altra ci sono due o tre donne che mi telefonano quaranta volte al giorno … ed io divento sempre più freddo. Suggeriscimi qualcosa …” Il Dott. Felice era una persona seria. Nei suoi sessant’anni di vita ne aveva viste di cotte e di crude. Ora, aveva il caso dell’amico Architetto Rodolfo che sotto diversi aspetti era emblematico. “Rodolfo, il matrimonio oggi è diventato uno dei passaggi più difficili che una persona possa affrontare. Se sbaglia … è infognato per tutta la vita. Per fortuna che tu hai un tuo Studio avviato. Una tua Professione autonoma. Un tuo bellissimo Attico sul Lungoticino in Pavia … cittadina tra le più graziose che conosco. Ti manca solo la donna giusta … e poi potresti essere la persona più felice di questo mondo” Rodolfo accennò ad un sorriso di soddisfazione. Intanto aspettava il consiglio. Il Dott. Felice aveva seguito molti casi, ma quello dell’amico Rodolfo voleva trattarlo in modo diverso del solito. Il cinquantenne era un amico e come tale poteva sperimentare una nuova soluzione. “Rodolfo, io potrei darti alcuni consigli … ma in amore sono sempre un azzardo. Allora ho pensato di proporti qualcosa di particolare. Una cosa che non si fa mai. Immagino che tu hai una nonna alla quale sei legato particolarmente. Ebbene chiedi mentalmente a tua nonna di suggerti la donna che fa per te” L’Architetto Rodolfo, non si aspettava un simile consiglio. Nello stesso tempo, però, è stato felice. Rodolfo aveva un piacevole ricordo di sua nonna Pasqualina. Perché non chiedere a lei consiglio e aiuto? Quello stesso giorno, Rodolfo portò un fiore sulla tomba della nonna Pasqualina e disse una preghiera. Nulla di eccezionale … Non erano passati tre giorni e Rodolfo è stato chiamato dal Presidente degli Architetti della sua Associazione. Voleva organizzare una Commissione per lo Studio delle nuove Soluzioni Abitative ed aveva pensato a Rodolfo come Coordinatore. Oltre all’atto di fiducia c’era una finestra spalancata sul futuro. Inoltre poteva scegliersi i collaboratori che voleva. Le domande erano già disponibili. Tra queste al primo posto c’era l’Architetto Susanna, una trentenne, alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … E come se non bastasse … un’intelligenza ed una volontà senza limiti. Sono proprio le coincidenze che danno sapore alla vita. Susanna era alla ricerca dell’uomo della sua vita. Un uomo serio, posato, affermato per formare una famiglia vera, forte … Susanna, però, non era il tipo che si accontentasse del primo venuto. Susanna voleva l’amore … l’amore vero … con la A maiuscola … quello che fa perdere i sensi. A volte nella vita tutte le coincidenze fanno gioco e producono felicità. Appena Rodolfo vide Susanna, comprese che la nonna Pasqualina aveva fatto centro. Susanna aveva tutto ciò che desiderava Rodolfo … e così per Susanna. Il cinquantenne non perse tempo in preamboli. Il cinquantenne invitò Susanna ad un vacanza a Vienna … città romantica per eccellenza. Città dove c’è tutto e ogni cosa. Basta pensare alla torta sacher … una prelibatezza da fine del mondo. Come fanno un uomo ed una donna non innamorarsi quando sono seduti al tavolino in tipico caffè viennese … con davanti agli occhi un’enorme fetta di torta sacher? Rodolfo e Susanna … era in quella condizione … favolosamente rilassati, quando gli occhi dei due si incrociarono. Si guardarono l’un l’altro con intensità. Un’intensità che per Rodolfo voleva dire voleva dire desiderio, passione, voglia di lei, di Susanna … la quale in quel momento non desiderava altro … altro che farsi abbracciare, accarezzare … baciare. Per farlo Rodolfo e Susanna rinunciarono anche alla dolcissima torta sacher. Corsero in Albergo. Si chiusero in camera e non uscirono per sette giorni. Alla fine il cinquantenne e la trentenne erano completamente convinti che Vienna è veramente la città dell’amore … e che d’amore si vive … che è un piacere. - Questo è il racconto 865 scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per … il piacere di chi scrive … e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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SANTA SOFIA
di Teresa Ramaioli
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CIAO STEFANO ...
STEFANO BROCCA DI PAVIA
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO TERESA ...
TERESA RAMAIOLI
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