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Post n°878 pubblicato il 10 Settembre 2012 da atapo
 
Tag: memoria

 

ESTATI LONTANE

(Effetto madeleines)

Negli anni '50 l'estate cominciava in una domenica di fine primavera, che fosse di bel tempo: io con mamma e papà e più tardi anche col fratellino prendevamo il treno di mattina prestissimo. Un treno locale, sbuffante perchè ancora con locomotiva a vapore, con le panche dure di legno chiaro nella terza classe. Lo ricordo bene, era uno dei pochi viaggi che facevamo, tutti insieme poi!

Andavamo a “cercare la casa al mare”.

Tanto sole e tanto mare!” sentenziava la pediatra da quando ero piccolissima e lo ripeteva tutti gli anni: c'era la mia malformazione ortopedica che fino a tre anni non mi consentì di camminare, un inizio di rachitismo, le adenoidi e le tonsille che mi tormentavano per tutte le stagioni fredde o umide. Insomma, una frana di bambina in quanto a salute! Così i miei genitori, per nulla benestanti, facevano economie durante tutto l'anno, ma il soggiorno estivo al mare era sacrosanto!

Scendevamo alla stazione di Torre Pedrera, un paesino poco a nord di Rimini, tranquillissimo e soprattutto ancora poco conosciuto, dove gli appartamenti si trovavano a prezzi ragionevoli. Camera e cucina, possibilmente col bagno all'interno della casa (eh sì, capitava anche che si dovesse uscire...). Giravamo per le stradine sabbiose da una casetta all'altra, immerse tra giardini e orti, che venivano offerte in affitto e i miei genitori osservavano, valutavano, contrattavano, ritornavano sui propri passi, magari qualcun altro ci aveva soffiato l'affare e toccava continuare il giro...e quasi tutti gli anni la casa era diversa. In quelle ricerche io all'inizio ero incuriosita, ma poi mi annoiavo a morte e non vedevo l'ora della scelta...perchè dopo finalmente ci sarebbe stata la frittura di pesce in una trattoria sul mare, poi la prima passeggiata della stagione sulla spiaggia e magari anche un assaggio di bagno...



 

Quando ero piccolissima preferivano il mese di luglio (meno costoso), così il primo luglio, dopo tante ore di treno o di corriera da Bologna, io e la mamma eravamo a Torre Pedrera. La mia mamma mi ha raccontato che subito mi prendevo la tonsillite con la febbre alta, infatti mi ricordo che stavo là a letto ammalata. Ma dopo qualche giorno ero in spiaggia.

Ho immagini-ricordo di quei primi anni: un fornaio con enormi cassettoni pieni di tipi di pasta che io sceglievo e lui tirava fuori con una specie di paletta, poi mi offriva dei gelati finti: un cono di biscotto che aveva sopra un gelato di zucchero dai colori allucinanti, sicuramente molto nocivi... Una casa con un bellissimo giardino dal tavolo di pietra su cui facevo i miei primi disegni; da questo giardino vedevo la camera della Pensione Graziella, dove stavano mia zia e mio cugino (i parenti ricchi). Così ci facevamo compagnia, noi due bambini e le nostre due mamme tra loro.

Dalle foto di quelle estati (passavano i fotografi in spiaggia e una foto all'anno era doverosa, ogni anno si commenta la crescita rispetto alla foto precedente) vedo che c'era anche un'altra bambina che era mia vicina di casa a Bologna. Tutti con quei costumini di maglia che con l'acqua diventavano pesantissimi e gocciolanti...in spiaggia non c'erano gli ombrelloni, ma poche file di tende dai colori vivaci: dei teli fissati in alto a un palo e in basso a un blocco di cemento che il bagnino spostava ogni tanto in modo che l'ombra seguisse il percorso del sole. Naturalmente io stavo nella fila di tende più indietro, la più economica, ma il mare era lo stesso ad un passo...

Il mio papà veniva a trovarci alla domenica, con quello che, seppi molto più tardi, veniva chiamato “il treno dei cornuti”...ma questo non ci riguarda... Eravamo in spiaggia quando arrivava ed io lo aspettavo con impazienza raddoppiata perchè a lui piaceva moltissimo fare il bagno, a differenza della mamma, così ero sicura che quel giorno sarei stata in acqua con lui molto di più! In un giorno solo prendeva il sole che avrebbe dovuto prendere in una settimana, così regolarmente si ustionava e la domenica successiva aveva ancora l'effetto gambero! Ma a quel tempo si credeva che il sole facesse bene a tutte le ore e anch'io ero costretta a stare sdraiata a fare la “cura del sole”, troppo a lungo per la mia vivacità di bambina! Almeno mi erano risparmiate le sabbiature, dove si seppellivano fino al collo tante persone anziane...

L'estate in cui il mio fratellino era appena nato “saltammo” il mese al mare. Mi mandarono in colonia, ma l'esperienza fu disastrosa per me, così i miei genitori ricominciarono a fare economie per assicurare di nuovo la sospirata e necessaria vacanza. Andavo già alla scuola elementare, un anno incontrai in spiaggia, a poche tende di distanza, la mia maestra con le sue figlie e...non gradii molto: ritrovarmela anche lì, dopo tutti i mesi in classe!!! Temevo sempre che mi chiedesse: “Li fai i compiti? Quanti temi hai già scritto?” Perchè nelle vacanze ci dava sempre 20 temi, 10 a soggetto libero e 10 col titolo assegnato. Che tormento!!!

Invece mi piacevano le settimane in cui, a turno, veniva al mare con noi (suppongo anche per aiutare mia mamma col fratellino piccolo) una di quelle cugine che in conseguenza della guerra avevano situazioni familiari molto difficili: erano già signorine ed io mi ero messa in testa che dovevano trovare il fidanzato per cui le tormentavo facendogli notare i bei ragazzi della spiaggia e quando andavamo a fare il bagno mi offrivo di “cadere” sbadatamente addosso a qualcuno di loro, per favorire la conoscenza. Come arrossivano! Come ero canaglia! Avevo appena imparato a nuotare, anzi, solo a galleggiare e sapete come? Un' amica di spiaggia, di famiglia molto ricca, aveva l'istruttore di nuoto privato: durante le lezioni nell'acqua bassa io sguazzavo accanto a loro (il mare è libero no?), ascoltavo, imitavo, finivo sott'acqua, bevevo e...imparavo! Le uniche lezioni di nuoto della mia vita, a scrocco!

Iniziavano gli anni '60, i treni a vapore scomparivano pian piano anche da quella linea secondaria, ogni anno molte casette fra gli orti si alzavano di un piano, gli orti sparivano e comparivano nuovi hotels, le strade erano asfaltate, le file di tende aumentavano e davanti, quasi sul bagnasciuga, c'era qualche fila di ombrelloni, molto più costosi. Ora, non so il perchè, andavamo al mare in agosto.

Io mi avviavo all'adolescenza, con qualche difficoltà perchè avevo dovuto subire due pesanti interventi ortopedici in un momento delicato per la mia crescita...ero ancora più timida, in spiaggia mi rintanavo sotto la tenda e a stento facevo nuove amicizie, tutte le ragazzine mi sembravano più belle e più spigliate di me.

Finchè non conobbi i Francesi! Prima la sorella, mia coetanea, poi i due fratelli di pochi anni minori, poi...il fratello maggiore!!! La mia prima infatuazione estiva! Uno che più bello e più francese di così non si poteva trovare! E anche lui era molto gentile con me! Stavo sempre con loro, ci ritrovammo l'estate successiva e ci tenemmo in corrispondenza per diversi anni...c'era la scusa che volevo esercitare la lingua, ma sotto sotto non era solo quello...finchè lui entrò nell'aviazione e nell'ultima foto che mi mandò sorrideva nell'abitacolo del suo aereo... fu molto tempo dopo.

Arrivò l'estate del 1966, avevo 15 anni. Abitavamo in un appartamentino accanto ad una trattoria-pensione, il figlio del proprietario aveva la mia età, ma il suo fisico “palestrato” si direbbe oggi, la sua simpatia e il suo caldo temperamento romagnolo attiravano molti ragazzi e ragazze. Mi trascinò ad entrare in quella bellissima e allegrissima compagnia e fu... un mese super! Gianni Morandi cantava “Notte di ferragosto” e noi, dopo aver passato le ore allegre sulla spiaggia, tra chiacchiere, scherzi in acqua e partite di pallavolo alla sera andavamo a ballare in spiaggia. Ad ogni ora del giorno e della sera c'era un giradischi in funzione, erano le estati ruggenti degli anni '60, ho delle belle foto di quei giorni, ricordo i nomi di tanti amici, non mi sentivo più brutta e goffa, ero corteggiata e invitata a ballare, avevo i miei preferiti e amiche con cui scambiare segreti e sogni. Mia mamma era sempre molto vigile, come del resto le altre mamme delle ragazzine e alle 23 arrivavano in spiaggia a riprendersi...le loro Cenerentole...

Un'estate così bella e intensa non ci fu più, fu davvero il mio momento magico.

L'anno dopo tornammo in agosto, ma io avevo lasciato a Bologna il mio primo ragazzo, il siciliano dagli occhi verdi che mi aspettava al capolinea dell'autobus, e la nostalgia di lui mi faceva restare nella solita compagnia, ma in modo più...compassato e meno coinvolto.

Poi ci fu l'estate di montagna e del viaggio premio in Grecia, poi l'anno della maturità. Avevamo già prenotato, mi meritavo il mese di mare dopo l'esame, ma il destino sconvolse i piani di famiglia e passammo l'estate al capezzale di mio padre che si aggravava sempre più e moriva alla fine di agosto.

Quella, e non l'esame a scuola, diventò davvero la mia maturità, senza compassione e senza sconti, e la mia vità cambiò radicalmente.

Tornai ogni tanto sulla riviera adriatica: come insegnante nelle colonie, qualche volta in campeggio con i miei figli preadolescenti, infine ora...

Sono la stessa, ma ogni volta diversa...



 

 

 
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