Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
"Vorrei che tutte le culture del mondo
potessero circolare liberamente intorno alla mia casa.
"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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« ADDIO ALBINO | IN CAMPER, GIORNO 28 » |
PER FORTUNA CHE C'E'
In questa confusione di vita e di giornate sconvolte e strane paradossalmente un filo di normalità e di collegamento alle mie piacevoli abitudini di prima passa per il TEATRO, che dovrebbe essere quanto di meno reale e normale ci sia...
Nel marasma degli scatoloni da rinchiudere nel magazzino mi ero preoccupata di "salvare" i copioni, i trucchi, gli abiti di scena già decisi, perchè come ogni primavera si stanno concludendo le mie attività teatrali.
La mia amica regista che si era rotta un braccio l'estate scorsa pareva impegnatissima nella riabilitazione quindi nessuno spettacolo nuovo era in cantiere, per fortuna, pensavo io, perchè questo inverno di tempo per le novità ne avevo poco... Ma anche per lei il palcoscenico è una seduzione, così a gennaio mi confidò che voleva ripresentare "Donne al parlamento", che avevamo fatto l'anno scorso, ma aveva idee nuove per arricchire ecc... Naturalmente contava su di me per la parte di Prassagora, come l'anno scorso. Io le dissi che era impossibile, con questo trasloco (e ancora non si sapevano tutte le terribili conseguenze) non avrei avuto tempo di ripassare una parte così impegnativa. Lei però mi voleva ugualmente, così ha rivoluzionato la regia ancora di più, ha affidato la parte di Prassagora ad un uomo, come ad altri uomini altre parti femminili e ha creato una specie di "coro" greco: tre attrici che sottolineassero certi momenti importanti con brevi frasi. Io ero una di queste, così che l'impegno di memoria era ridotto, più importanti i movimenti che comunque si allenano nelle prove tutti insieme. Inoltre ha aggiunto canzoni, creando uno spettacolo originale, un po' grottesco, ma molto vivace e impegnato politicamente... direi realistico e attuale!
Peccato che, come avevo scritto, sia andato in scena proprio il sabato dello svuotamento di casa, ero così stressata per i fatti miei che non mi sono goduta molto il nostro lavoro, che comunque ha divertito sia il pubblico sia gli attori, noi che abbiamo superato con onore, improvvisando, alcuni vuoti di memoria proprio dell'attore principale! Io mi ero accorta che in fondo la mia ex-parte la ricordavo ancora molto bene, forse avrei potuto rifarla io, ma ormai... mi accontentavo di suggerire a chi mi aveva sostituito!
Qualche giorno dopo la regista, commentando con me lo spettacolo, ha detto: -In fondo per me la vera Prassagora resti sempre tu.- Ed io mi sono quasi commossa...
Anche il teatro in francese si è concluso in questi giorni, venerdì scorso per l'esattezza. Ne avevo parlato qui solo a dicembre, all'inizio del percorso per mettere in scena "La guerre de Troie n'aura pas lieu", poi non era stato certo l'impegno più intenso nella mia vita... Ero rimasta sconcertata sul ruolo che il regista aveva scelto per me: un uomo! Il poeta di corte, un personaggio ambiguo, guerrafondaio, cospiratore, esagerato, negativo insomma.
-Io non sono tanto cattiva!-avevo commentato.
-Certo che no, ma così è una bella sfida, renderlo credibile in scena.- aveva replicato il regista. E come al solito mi sono messa d'impegno, mi è venuto talmente bene che... era diventato simpatico a tutti! Alla fine piaceva anche a me e ci provavo gusto a perfezionare le sue esagerazioni sempre di più ad ogni prova...
A parte il mio diventare questo cattivo Demokos, mi è piaciuto questo testo molto ricco e profondo anche se con punti divertenti. Era suggestiva la scenografia essenziale: fondo nero, due altissime colonne ioniche di cartone bianco, tre panchetti bianchi su cui salivano alternandosi vari personaggi, una piccola sagoma di tempio che reggeva le due terribili "porte della guerra". Noi attori avevamo costumi molto creativi: abiti lunghi, o pantaloni e lunghe camicie, sandali, bracciali e collane, tutto giocato sui toni del bianco, argento, dorato e madreperla, come si conviene a personaggi regali, naturalmente tutto raccattato rovistando negli armadi! Di scuro solo due spade, da sguainare alla fine, quando purtroppo si arriva alla conclusione che ... la guerra si farà!
Mio marito ha scattato foto, appena avremo un po' di calma le scaricheremo perchè i miei partner le aspettano, cercherò di postarne qualcuna anche qui, però non ci è semplice lavorare ai PC nella situazione attuale...
Così archivio con qualche nostalgia anche questo copione. Mi resta l'ultimo impegno, il corso al teatro delle Spiagge. Quello finirà circa a metà giugno, spero tanto di essere già ritornata ad una vita normale... Se avessi immaginato tutti i problemi di questo trasloco non mi sarei fatta convincere, a quel tempo, ad imbarcarmi anche in questo terzo anno di corso, ma ormai ci sono, non sarebbe serio abbandonare ora che tutto è già stato deciso e mettere in crisi gli altri compagni di corso...
Prepariamo "L'importanza di chiamarsi Ernesto", testo molto conosciuto, quasi inflazionato. Confesso che il lavoro che mi sta richiedendo la regista mi è molto difficile. Credo conti anche il fatto che non sono tranquilla, che le mie energie sono messe a dura prova in questo periodo... cercherò di fare del mio meglio, ancora devo partire con il lavoro intenso di memorizzazione, vedremo come andrà, ci sarà tempo per riparlarne.
Devo constatare che il tempo dedicato a questa mia passione è l'unico NORMALE in questo periodo. E per la mia salute psicofisica per fortuna che c'è.
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