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LOIRA 3, selvaggia

Post n°567 pubblicato il 05 Settembre 2010 da atapo
 

LA  LOIRA  DEI  CANALI

Il 2 agosto la pioggerellina della sera precedente si trasforma in una mezza giornata di orage, uno di quei temporali pazzeschi dove sembra che l'acqua venga rovesciata da rubinetti aperti al massimo, il vento forte la fa andare di traverso e non c'è ombrello o impermeabile che ti salvi. Abbiamo già conosciuto in Francia queste situazioni (anche a Villeneuve in giugno), sappiamo che non c'è nulla da fare se non aspettare che passi, possibilmente al coperto. Naturalmente è impensabile visitare città, ma tanto Saint Etienne l'avevamo già esclusa dalle soste possibili: da quello che avevamo letto ci pareva troppo grande, troppo moderna, troppo caotica...e non avevamo torto, ce ne siamo accorti al ritorno quando l'abbiamo dovuta passare in mezzo al traffico convulso della sua circonvallazione...

Allora decidiamo di procedere pian piano verso nord, cercando di intravedere il panorama e i paesi attraversati negli attimi in cui i tergicristalli riescono a ripulire il vetro prima dello scroscio successivo...ci fermeremo quando smetterà di piovere.

Così arriviamo a Roanne, poi, in serata, a Charlieu. Ora siamo in campagna, i monti sono finiti, d'ora in poi si alterneranno altipiani e colline, il paesaggio tipico francese che a dirla così sembra monotono, ma in realtà i suoi elementi, campi, alberi, fattorie, paesi, boschi, animali, castelli...si combinano in modi e colori e varietà sempre diversi, così che non annoiano, ma trasmettono una grande tranquillità e un senso di spazi ampi e sereni e il viaggio è molto piacevole, in attesa di vedere la sorpresa della prossima curva.

Per molti chilometri il fiume (con le strade che lo costeggiano) segue il confine tra l'Alvernia e la Borgogna, un po' di qua e un po' di là come facesse il gioco della campana: quando vediamo i tetti delle case che cambiano la loro forma...ci rendiamo conto ancora prima del cartello stradale che siamo passati da una regione all'altra.

A Roanne la Loira inizia ad essere navigabile, e lo sarà fino alla foce. Pensate che le scorrerie dei Vichinghi, che venivano dall'oceano e risalivano il fiume, portarono devastazioni fin quaggiù...

Merci di tutti i tipi risalgono e discendono il corso del fiume, ci sono stati vari tipi di imbarcazioni nel corso dei secoli. Alcuni di questi antichi ora sono rimasti per trasportare i turisti nelle escursioni, in ogni città c'è un imbarcadero adibito al turismo e si può provare l'ebbrezza di un viaggio lungo il fiume a pelo d'acqua.

barche antiche e moderne

Così la vita delle cittadine sul fiume dipende da quest'ultimo, di solito erano centri importanti già all'epoca dei Celti, poi diventarono gallo-romane, poi furono contese tra i vari nobili e i re di Francia, erano fiorenti per i commerci quando non venivano distrutte dalle guerre...ed è per questo che in ognuna di esse abbondano torri, castelli, fortificazioni...o quel che ne resta...

navigazione antica sul fiume

Attorno al fiume c'è una fitta rete di grandi canali, che praticamente attraversa tutta la Francia e mette in comunicazione la Loira con gli altri grandi fiumi, la Senna, il Rodano, la Saone...

Uno di questi si chiama canale laterale della Loira ed ogni giorno, in questo tratto, decidiamo: “Oggi cosa seguiamo, il fiume o il canale?” Perchè a volte la strada più bella e panoramica è più vicina al canale...ma ogni tanto il navigatore ci fa strani scherzi, è difficile impostarlo sui giri spesso un po' tortuosi che ci interessano, allora pare si voglia vendicare mandandoci per sperdute strade di campagna o in mezzo ai boschi...dove comunque un castello inaspettato o una foresta maestosa incontrati a sorpresa ci fanno pensare che, in fondo, non abbiamo perso tempo ed è stato bello lo stesso...

Tornando ai canali, il massimo di tutta la faccenda lo vedo a Digoin, dove c'è un “ponte canale”, cioè il canale incrocia la Loira e...ci passa sopra, lungo un ponte, come spero si possa capire dalla foto:

E per far “salire” le barche? C'è la chiusa, una delle tante che permettono a questi canali di superare le colline

Sapete che là è molto sviluppato il turismo fluviale? Si noleggia un battello, con o senza marinaio, e si va su e giù per fiumi, canali, chiuse, fermandosi nei vari porti, dove si scende a visitare la città, magari con le biciclette che non mancano mai sui battelli, apposta per questo...oppure si fa una sosta in un ristorante a mangiare la bistecca di Charolais, che è come la nostra chianina italiana, tenera, morbida e saporitissima...

Non me ne vogliano i vegetariani, ma quando nei campi vedo pascolare queste candide Charolais non posso fare a meno di pensare al loro futuro...io non sono tanto carnivora, ma quelle bisteccone le apprezzo ...

 

Così come apprezzo un “plateau de fromages”

 

la “friture de la Loire”

 

i biscotti e i dolci tipici

A Charlieu, a Digoin, a Decize negli uffici turistici c'è molto materiale sulla Loira, scopro che viene chiamata “l'ultimo fiume selvaggio d'Europa”, sia per la ricchezza di flora e fauna selvatica lungo le sue rive, sia, soprattutto, per la difficoltà di controllarne il corso e la portata d'acqua: poiché ha molti grossi affluenti, in primavera e in autunno raggiunge delle piene incredibili: ora in agosto la vedo calma e tranquilla, ma leggo un lungo elenco di straripamenti e inondazioni, ci sono tacche sui muri delle case: “nell'anno...l'acqua arrivò fin qui”, vedo foto in cui il viale lungo il fiume che ho appena percorso è completamente sommerso dall'acqua e spuntano solo le cime degli alberi...Per un attimo ripenso a Firenze, così lontana eppure così vicina...

Loira a Digoin (è larga come l'Arno a Firenze)

 

Pian piano, costeggiando un po' il fiume e un po' il canale laterale, arriviamo a Nevers, troviamo da sostare comodamente, quindi la visitiamo: ci sono strade di case medievali e rinascimentali, negozi e fabbriche di bellissime e costosissime ceramiche, una grande cattedrale dove però la torre è fasciata per i restauri, quindi ci accontentiamo delle guglie

e dell'interno, dove le vetrate antiche furono completamente distrutte durante l'ultima guerra e solo da poco sono state sostituite, facendole decorare da artisti moderni che hanno usato stili diversi, alcuni figurativi, altri astratti, ma tutti suggestivi.

E finisco con un po' di orgoglio nazionale: Nevers, nel XVI secolo, appartenne ai Gonzaga di Mantova, che fecero costruire il palazzo ducale sotto l'influenza del Rinascimento italiano...un tocco di classe!

 

(continua...)

 
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