Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
"Vorrei che tutte le culture del mondo
potessero circolare liberamente intorno alla mia casa.
"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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Messaggi di Ottobre 2007
Sono iscritta all'Università...
...sì, all'Università dell'età libera, per le persone che...hanno tanto tempo libero.
Per ora mi immagino un concentrato di vecchietti, ma spero sia solo una fantasia degenere!
Ho scelto Laboratorio teatrale, il teatro è una mia passione da sempre...
Si parte a metà novembre.
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Ieri sera ho partecipato alla cena del mio Istituto Comprensivo.
Da diversi anni c'è l'abitudine di organizzare tre cene tra insegnanti ogni anno scolastico, una all' inizio, una verso Carnevale, una a fine anno.
In teoria un'intenzione nobilissima: attorno a cibi e vini si sciolgono i cuori, si aiuta la socializzazione e via discorrendo.
In realtà, con tutti gli attriti, le incomprensioni, le difficoltà, i rapporti interpersonali negativi, le lobbies che si sono più o meno formate nell'Istituto causa fatti oggettivi e reazioni soggettive...non è che questi incontri siano il massimo, visto che poi nel lavoro quotidiano l'unione e la condivisione sono ancora moooolto lontane.
E' per questo che dopo le prime esperienze io non ci andavo quasi più, vista la caduta di tante illusioni e il disagio che spesso provavo ad avere a che fare con certe persone!
In questi ultimi due anni però la nuova Dirigente si sta dando molto da fare per ricostruire un clima che in precedenza si era parecchio guastato: faticherà tanto, ma le auguro davvero di riuscirci!
Queste cene sono anche l'occasione di invitare colleghi pensionati o trasferiti che hanno tempo e voglia di incontrarsi ancora.
Allora mi sono detta ANDIAMO, e ne sono stata contenta.
Ho parlato con tanti che non incontravo da mesi, ci siamo raccontati i nostri fatti e guai familiari e scolastici. Mi è stato detto che mi vedono più rilassata e anch'io mi sento così.
Non so se tornerò ancora: forse ne sentirò il bisogno, forse no: non vorrei sentirmi troppo "reduce". Dipenderà da come si incanalerà il mio futuro, forse...
Mi è stato "sussurrato" che il problema del modo di fare del mio ex- collega sta diventando serio, forse dovranno parlarne in riunione, affrontarlo anche con lui, prima che ci siano ripercussioni sulla classe...Mi è dispiaciuto molto, ma allora non era solo la mia depressione che mi faceva vedere certe cose...
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Vedo con piacere che i "passaggi" a questo blog hanno superato il migliaio.
Esiste da nemmeno un mese,
forse gli argomenti non sono di interesse universale,
non voglio stupire,
non racconto cose piccanti,
la grafica...lasciamo perdere, causa la mia incompetenza,
ho la sensazione di avere dei nuovi amici.
Anche grazie a voi faccio meno fatica a...ricominciare da 7!
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Come d'accordo, sono arrivata a scuola un po' prima delle 11, in piena ricreazione.
i maschi gridavano e saltavano, poi i più "teneri" sono venuti anche loro nel mucchio o a prendersi un bacino subito dopo, alla fine anche i più "duri" erano con gli altri attorno alla cattedra a occhioni sgranati e sorridenti
a chiedere, a raccontare, a farmi carezzine e grattatine sulle mani (ancora il nostro antico lessico familiare).
Y, che odia la confusione, stava un po' più in là, ma non si perdeva una mossa,
K (l'altro handy) invece mi stava attaccato a un braccio, si strusciava come un gatto e interveniva nella conversazione col suo buffo linguaggio.
La nuova maestra B. ne ha approfittato per andare a prendere un caffè, i bambini mi spiegavano le novità di quest'anno: li ho visti tranquilli e sereni, i soliti agitati, i soliti coccolini, i soliti piccoli "saggi".
Qualcuno mi ha chiesto: "Ma come ti dobbiamo chiamare adesso? Si può dire ancora maestra? Io non riesco a dire solo Renata!"
E ancora: "Ma non verrai qualche volta a farci lezione?"
E questo momento è stato per me il più duro: ho sentito acuta la nostaglia per quella parte positiva (forse l'unica ormai) del lavoro che ho lasciato: il bellissimo rapporto che stavamo costruendo in quel gruppo di alunni, tra loro e con me. Sono bambini con tanti problemi di tutti i tipi, familiari e di apprendimento, però hanno tutti un grande entusiasmo verso il nuovo e lavorano sempre volentieri, se ne è già accorta anche la maestra nuova.
Ho presentato uno per uno i libri che ho portato, come facevo l'anno scorso , per invogliarli a leggerli e già si agitavano e dicevano "Questo lo leggo io!"
Urla alle stelle per le CARAMBAR, ma prima di mangiarle hanno dovuto spiegare alla nuova maestra il perchè di tanto entusiasmo: "Sono francesi, sono buonissime, hanno tanti gusti, dentro c'è una storiellina in francese e la maestra ce la traduce..."
Anche la cornice è piaciuta, alcuni hanno detto che ci metteranno la foto di classe dell'anno scorso, altri ci hanno già messo il mio bigliettino allegato.
Poi qualcuno ha avuto l'idea: "Ci fai l'autografo sul diario? Ci metti anche il tuo numero di telefono?"
E lì mi sono sciolta...Per tre anni avevo difeso strenuamente la mia privacy, dando il numero solo alla rappresentante di classe, ora ho ceduto...
In fondo, non sono più la loro maestra, ora potrei essere una loro amica, o meglio, una vecchia zia, una nonna...
Poi sono passata a salutare anche l'altra classe, anche per loro avevo preparato un sacchetto di caramelle francesi.
Ho parlato con le loro maestre: mi dicono che non sono semplici i rapporti con i maestri della mia classe: con B. perchè è nuova, con il collega che c'era anche gli anni scorsi le cose vanno sempre peggio, ma questo è un discorso che si trascina da anni e che ha avuto il suo peso nelle mie decisioni. Basta, non me voglio parlare, mi dispiacerebbe solo se si interrompesse del tutto quella collaborazione che avevamo cercato, anche con fatica, di mantenere viva per tre anni, soprattutto per far lavorare meglio i bambini delle nostre due classi.
Temo sarà difficile anche che il collega mi chiami, come ho proposto, se fanno quelle attività manuali dove due mani e due occhi in più in aiuto possono sempre fare comodo...
Ora sono appena rientrata, ho sentito il bisogno di scrivere questa cronaca, anche se forse non interessa a molti, per me stessa, per non dimenticarla più...
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Leggendo i commenti del mio messaggio n.21 del 5-10, vedo che mi hanno risposto persone positive, che lavorano volentieri con i ragazzi ed io sono molto contenta di conoscerle, seguendo i loro blog con interesse.
Mi dispiace non essere più in servizio attivo e non offrirvi nuove esperienze, ma ciò che potrò fare attraverso i nostri blog (commenti, consigli, chiacchiere anche...) lo farò volentieri, in modo da formare una rete di AMICI INSEGNANTI (ci vogliamo chiamare così?), aperta a tutti, naturalmente...
Buon lavoro a tutti e buona serata!
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Ho setacciato tutti i discount della mia città e dintorni alla ricerca dei famosi regalini...
Non è che col mio stipendio mi possa permettere chissà che cosa, più un oggetto sa di regalo più costa caro, poi i bambini sono 19 e bisogna trovare qualcosa di uguale per tutti, altrimenti si sa che succede!
Avevo trovato un delizioso gattino salvadanaio di cui mi ero innamorata a prima vista ed ero sicura che sarebbe piaciuto, ma purtroppo non ne avevano abbastanza.
La mia prima idea era una cornice per foto, in modo che potesse essere utile anche quando saranno più grandi, così si ricorderanno di me,
ma tra le cornici di vetro belle colorate ma a rischio rottura rapida,
quelle miniprezzo ma anche troppo minigrandezza,
quelle troppo serie,
quelle troppo care...
alla fine però ce l'ho fatta e ho trovato una cornice "giusta",
di legno e cartone pressato,
rivestita di plastica lavabile decorata a palloncini colorati e sfumati,
leggermente diverse l'una dall'altra a seconda delle sfumature dei palloncini.
E' molto allegra.
Poi ho messo un bigliettino per uno.
Insieme gli porterò dei libri di narrativa per la loro biblioteca, che avevo già dall'anno scorso (erano così contenti quando gliene portavo dei nuovi)
e, sorpresa delle sorprese, un pacchetto delle mitiche caramelle CARAMBAR che compro in Francia e che non si trovano qui in Italia (perlomeno nella mia città): di queste sono sicura che ne vanno matti!
Poi, domattina alle 11 salirò in classe e li rivedrò.
Ne ho tanta voglia, sono emozionata, qui non voglio dire altro per non sciupare tutto: questo post è tutto per i miei 19 bambolotti.
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Di corsa, di corsa, di corsa...
ho pensato a me, sono andata a prendere informazioni per il corso di yoga, ho trafficato al computer per scaricare i corsi dell'Università dell'età libera a cui mi vorrei iscrivere,
ho girato tutta la città e zone limitrofe per cercare 19 regalini, tutti il più possibile uguali, poco costosi, poco ingombranti...che porterò ai miei scolari quando li andrò a trovare.
Sia al mattino che al pomeriggio però non ho concluso molto e domani dovrò continuare i miei giri.
Ma non ero andata in pensione per riposarmi?!
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Oggi un giorno importante
34°
ANNIVERSARIO
DI
MATRIMONIO !
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Sono appena andata a leggere la mia posta, ho trovato una lettera di una mia scolara!!
Avevo detto ai genitori che i bambini avrebbero potuto scrivermi (tanto ormai il computer per molti è pane quotidiano), ma finora ...nulla e pensavo che la proposta non li interessasse.
Invece è arrivata una bella letterina, con anche un bell'errore di ortografia! Dice "ci stiamo abituando alla nuova maestra" e mi racconta della gita che hanno fatto.
Naturalmente ho già risposto: oggi la corrispondenza ha senz'altro la priorità su qualsiasi blog!
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Ieri pomeriggio al CIDI (associazione di insegnanti) abbiamo avuto il primo direttivo dell'anno, cioè la riunione generale in cui fare il punto. Sulle nuove indicazioni nazionali, innanzitutto.
Pare che in generale risultino abbastanza positive, pochi i punti su cui ci sono state critiche, i problemi maggiori pare ci siano su come far funzionare il biennio obbligatorio dopo la terza media, in modo che sia davvero formativo e faccia calare l'enorme dispersione scolastica che c'è finora.
Io confesso di non averli esaminati a fondo, ma per quel po' che ho letto sono stata d'accordo con le osservazioni degli altri.
Poi il discorso è scivolato sui "giovani" insegnanti, quelli che stanno entrando ora nelle scuole, neanche a farlo apposta in questi giorni avevo riflettuto anche per conto mio su questo e le conclusioni a cui ero arrivata io le ho sentite ripetere ieri anche da molti altri.
Sembra che tutta la formazione universitaria che ora è obbligatoria per insegnare a tutti i livelli di scuola non sia affatto capace di preparare i giovani docenti ad affrontare le classi, soprattutto non li abitua a lavorare collegialmente, a confrontarsi con altri, ad essere umili e disponibili ad aprire gli occhi su coloro che ti stanno attorno e che potrebbero avere qualcosa da insegnarti. Sembra sia passato quasi solo il falso efficientismo di finire programmi, riempire quaderni e fare schede, non si cerca di capire se quello che si propone sia davvero quello che ci vuole per quel gruppo di alunni.
Nei primi anni di insegnamento tutti abbiamo bisogno di farci le ossa, una volta c'era l'aggiornamento obbligatorio che almeno creava occasioni di incontro, ora si può continuare ad insegnare senza aggiornarsi mai e senza porsi mai il problema se si può fare meglio o in modo più funzionale.
Se si ha la fortuna di lavorare in una scuola con una certa "tensione" educativa, dove ci sono gruppi di insegnanti che fanno insieme "ricerca" su come si può insegnare meglio, professionalmente si cresce e il lavoro con i ragazzi diventa proficuo, ma queste scuole sono poche. In molti istituti ognuno fa per sè, chi propone qualcosa è visto come scocciatore, i capi di istituto stessi non si preoccupano di "amalgamare" i loro docenti attorno a ricerche per migliorare la didattica.
Poi però ci si lamenta che i ragazzi non seguono, che la scuola è invivibile...
Sembra che molti insegnanti giovani siano disperati e sbandati...
Pare che sia stato appurato che lo stile e il modo di fare che un insegnante assorbe nei primi 7-8 anni della sua carriera poi sarà determinante per tutto il resto del tempo che passerà dietro la cattedra: questo stile di "sbandamento" certo non promette bene per il futuro della scuola!
Al Cidi ci siamo detti che probabilmente il compito di chi è più anziano e ha trovato modi soddisfacenti per lavorare, ora deve essere proprio quello di tutoraggio, anche non ufficiale, ma amichevole, dei colleghi più giovani per non farli sentire soli e fargli capire l'importanza di lavorare insieme e di trovare modi e tempi per confrontarsi .
Questa è un'attività che mi piacerebbe molto continuare, all'interno del Cidi, potrei farla anche se non ho più una classe; anni fa già organizzai corsi di aggiornamento e mi era piaciuto.
Chissà...
In giro per i blog ci sono giovani insegnanti, che ne pensate? Che esperienze avete?
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Non sono molto brava con le immagini, meglio di così non riesco a fare, ma voglio dare il mio piccolo contributo.
Per meditare sempre che qualcuno in questo momento sta lottando per la libertà.
Accompagniamolo con la forza del pensiero, dell'amore, della preghiera.
LIBERA
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Questa volta, tra i nuovi, c'è una ragazza Down, molto sorridente, molto autonoma.
Mi ha fatto ripensare a Y., una bambina della classe che ho dovuto lasciare.
Nonostante nella mia lunga carriera di insegnante io abbia incontrato tanti scolari con handicap, fino a due anni fa non avevo mai avuto a che fare con bambini Down e confesso che ne ero un po' intimorita, mi parevano davvero strani, la paura dell'ignoto probabilmente...
Poi, nella mia seconda classe già appesantita dall'anno prima a causa della presenza di un bimbo con grave ritardo d'apprendimento, che non aveva sostegno perchè i genitori ancora non accettavano le sue difficoltà, in questa situazione il preside ha inserito anche Y, così l'ins. di sostegno ci avrebbe aiutato per entrambi!
Y non è solo down, ha avuto problrmi a causa della nascita molto prematura, cammina male, ci vede poco, dice poche parole e si spiega con una gestualità ricchissima.
Quando venne da noi, aveva cambiato tutto: casa, scuola, orari scolastici (non era abituata al tempo pieno),insegnanti di classe e di sostegno : era abituata ad avere una maestra tutta per sè in ogni momento, da noi questo era impossibile e dovette iniziare una difficile strada verso la conquista dell'autonomia a scuola.
Naturalmente non si contavano gli atteggiamenti oppositivi, era bastian contrario ad ogni richiesta di ragionevolezza e di adeguamento agli altri soprattutto quando era troppo stanca e sconvolta.
La situazione era durissima prima di tutto per lei, poi per i compagni e per noi adulti. La sua mamma (è peruviana, vive qui sola con questa figlia, il babbo ha un'altra famiglia, lascio immaginare) era disperata...
Pian piano però qualcosa abbiamo costruito, Y è stata accettata anche dai compagni e dalle famiglie: avevamo il sistema degli "aiutanti", ogni giorno due bambini a rotazione stavano in banco insieme a questi due compagni con grossi problemi e ne erano "aiutanti" per quel giorno, in tutte le piccole necessità che potevano sorgere. E devo dire che questo è stato meglio di tante lezioni teoriche...
Y era diventata affettuosissima con me, ma sapeva che non poteva saltarmi al collo come faceva con altri perchè "avevo male alla schiena",
aveva cominciato a dirmi spontaneamente nuove parole,
tentava di dire forte ANDIAMO quando battevo le mani per richiamare tutti dalla ricreazione in giardino,
mi scriveva delle lettere colorando i fogli,
cercava di nascondere nello zaino i giocattoli della classe per portarseli a casa, ma accettava di rimetterli in ordine insieme all'aiutante del giorno,
le piaceva immensamente riordinare i libri della biblioteca e "leggeva" il suo Dizionario degli Orsetti in una sua lingua incomprensibile...
Alla fine dell'anno scorso si trovava proprio a suo agio nella nostra classe.
E io mi trovavo a mio agio con lei, non ero più ansiosa come all'inizio.
In Perù dicono che i Down sono bambini speciali: io credo che ognuno di noi è speciale per qualche cosa, quindi...
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Si dice che oggi sia la FESTA DEI NONNI.
mio figlio ha una compagna,
mia figlia si è sposata in giugno...
...potrei farmi un AUGURIO per il futuro prossimo...
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Ma se sono davvero ABBASTANZA TRANQUILLA...
...oggi pomeriggio avevo un gran sonno ma mi sono rigirata nel letto un'ora senza addormentarmi?
...ho ciondolato un'altra ora senza decidere che cosa fare, finchè ho pensato bene di stirare per maltrattare a colpi di ferro un po' di vestiti?
...ma soprattutto perchè al supermercato ho sentito la necessità impellente, irresistibile e irrefrenabile di comperare una torta, piccola, sì, ma sempre piena di invadentissime CALORIE....
DEVO CAPIRE SE ERA PER FESTEGGIARE O PER CONSOLARMI.
(prof56 non avrebbe dubbi...)
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"Le infermità riscontrate costituiscono impedimento permanente alla prestazione lavorativa in modo relativo (riferimento al profilo personale di insegnante); può eseguire mansioni di tipo amministrativo".
Questo è stato il giudizio della commissione medica.
E allora...
"Si chiede pertanto di comunicare la Vostra scelta tra le seguenti possibilità:
essere utilizzata in mansioni di tipo amministrativo,
presentare domanda di quiescenza anticipata."
LA SECONDA
me ne andrò del tutto.
La preside mi aveva ritelefonato, mi aveva chiesto ancora di restare, viste le competenze ecc. ecc., che ci saremmo accordate per l'orario ecc. ecc., che quando non mi sentivo bene avrei presentato tutti i certificati medici che volevo ecc. ecc., che andandomene ora avrei perso qualcosa anche finanziarmente sulla pensione ecc. ecc...
e come sempre quando qualcuno mi chiede qualche favore mi sentivo rimescolare dentro e mi veniva di accettare le sue proposte, allora ho cercato di pensare anche a certi momenti brutti che ho passato in questi ultimi anni, a certe persone con cui mi sono scontrata e che avrei dovuto ritrovare, mi sono convinta e ho resistito!
Da oggi sono davvero Once I was a teacher.
Come mi sento? A un capolinea. Come se fossi scesa da un autobus che mi ha portato in un posto nuovo, che non conosco ma che dovrò abitare e ora mi sto guardando intorno.
Emotivamente sono abbastanza tranquilla (credo),
ormai tutto quello che si poteva pensare, valutare, rimpiangere è stato pensato, valutato e rimpianto.
Se passo con l'autobus davanti alla mia scuola e li vedo in cortile, come oggi, mi sento un nodo alla gola, se non li vedo alzo gli occhi alla finestra della mia aula con un filo di speranza che qualcuno, proprio in quel momento, sia al vetro e guardi fuori. Poi mi dico che ormai sono grandi, sono in quarta, staranno lavorando sodo, mica come quando erano più piccini e qualsiasi cosa fuori dalla finestra li attirava...
Ero molto più angosciata in giugno, quando presi questa decisione e cominciai la strada della raccolta dei documenti, degli incontri al sindacato, dei pareri chiesti a poche colleghe fidate, dei pensamenti e ripensamenti, quando mi veniva da piangere se rivedevo le faccette dei miei 19 bambolotti a cui ho voluto immensamente bene per tre anni, che mi hanno dato tanto in simpatia e allegria e che lavoravano con tanto impegno e tanta gioia.
Sono stati loro che mi hanno fatto resistere in questi ultimi faticosi tre anni, l'unico aspetto positivo e che mi dava soddisfazione in quel caos di colleghi schizzati, burocrazie farraginose e ritardi cronici che rendono il lavoro peggio di un'arrampicata sugli specchi, con una sensazione di emergenza continua.
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Inviato da: atapo
il 26/07/2024 alle 23:10
Inviato da: la.cozza
il 10/07/2024 alle 09:57
Inviato da: atapo
il 23/03/2024 alle 19:21
Inviato da: lalistadeidesideri79
il 15/03/2024 alle 11:02
Inviato da: atapo
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