Creato da LaDonnaCamel il 16/09/2006
Il diario intimo della Donna Camèl con l'accento sulla èl
|
"Mille e ancora mille."
« Scusa l'attesa | L'attesa è finita » |
Dedicato all'amico MaiMaturo. Quanto a me, ho sempre aspettato di diventare grande.
Quando andavo a scuola avevo l'abitudine di passare sotto un cartello stradale. Il cartello, anzi la serie di cartelli, per essere precisa, era avvitata alle estremità su due pali. Erano cartelli di metallo serigrafato, di quelli che finiscono a freccia, c'era scritto Como, e poi Varese, Aeroporto di Linate e poi non so, non mi ricordo tutte le città indicate. Erano posizionati uno sotto l'altro con un piccolo spazio che li separava, come le traversine di un treno che va verso il cielo, posto che i pali fossero i binari. Mi ricordo il punto preciso, la via e l'incrocio, non lontano da casa mia, il quartiere dove abito anche adesso. __________ Questo racconto partecipa all'eds Attesa come anche:
|
https://gold.libero.it/LaDonnaCamel/trackback.php?msg=11408865
I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Area personale
COLLABORAZIONI
Ultimi commenti
Inviato da: LaDonnaCamel
il 03/08/2018 alle 10:03
Inviato da: gattoselavatico
il 31/07/2018 alle 15:50
Inviato da: LaDonnaCamel
il 08/07/2017 alle 11:52
Inviato da: Amico.Dario
il 07/07/2017 alle 17:53
Inviato da: LaDonnaCamel
il 26/04/2017 alle 21:34
Menu
Cerca in questo Blog
Leggi la vera storia della Donna Camèl
La nutria: fotoromanzo
Le avventure di Nonugo
i miei preferiti
- L'ascensore
- Fotografia di mio padre
- L'abbraccio
- Supermarket
- Le anguille e l'ombrello
- Il dolore del ragno
- Molino Dorino
- Non so
- Torna
- Haiku della Marty I
- Haiku della Marty II
- Va tutto bene
- Per nessun altro
- La freccia nera
- L'algoritmo del patè
- Scrivere, pedalare
- Ma quando imparerai?
- Poesia del blog-compleanno
- Poesia del Palombaro
Tag
Chi può scrivere sul blog
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
Scrivere è il mio gioco preferito
Altri Amici e Cotillons
Catinate
TTLWH
E come Eleonora
Walter Binaghi
Cybernarda
Sosu
Vanamonde
Il blog della Ric
Adriano Barone
Guido Catalano
Alfredo Colitto
Bobboti
Nostra signora dei calzini
things_written
Spinoza
Fernandel
Eleanore Rigby
Tina
Davide Musso
Limiteumano
Gipi
Cronache dalla libreria
Baionette Librarie
Il mestiere di scrivere (blog)
Makkox
Unico Lab
Il cielo sopra Milano
Effetti collaterali
Singlemama
Okkietti spenti
Minerva Jones
cadillac
Conigli modaioli
Ferramenta
Mente e psiche
Quadrati semiotici
Wonder a Shangai
Per piacere
Pensieri a metà
I miei Blog Amici
- Transmission
- Il diario di Serena
- Kitsune no Nikki
- Follaia
- NAdC
- Il diario di un semiconduttore
- Carlo Molinaro
- squali sulla cassia
- Mario
- TraMe e Me
- L'angolo di Jane
- Harvey the Pooka
- casualblog
- topo seduto
- ..Uomini...
- Al Cuore Ramon!
- arance a colazione
- Barchimede TransAt
- Luomo illustrato
- middlemarch
- Memorie di una colf
- Frammenti
- Choke
- Invidio il vento
- achab959
- Titillalapupilla
- CANONE INVERSO
- bolledisapone
- SiAmo ?
- cavoli a merenda
- Plath Sylvia
- Rete
♥
spet-ta-co-lo!
grazie :)
Invece sai una cosa? Arrivare vuol dire esattamente il contrario: vuol dire smettere di crescere. Vuol dire abbarbicarsi a un plateau che non porta più da nessuna parte. Vuol dire chiudere gli occhi su un orizzonte ormai completamente esplorato, ignorando che basterebbe salire un po' più in alto per scoprire che c'è di più. Vuol dire inorgoglirsi per un'esistenza omologata, diligente e senza sorprese, e non udire più quel richiamo che lanciano le sirene di Ulisse, o quel fruscio che ci spingerebbe a inoltrarci nel bosco per vedere se a suscitarlo è stato il passaggio di una fata. Vuol dire vivere nella gabbia rassicurante di un casellario tutto in ordine, etichettato, collaudato, tramandato, e reprimere la curiosità di spezzare quel codice antico per sperimentarne uno o più di nuovi. Vuol dire impigrire la mente e tarpare la creatività.
Crescere è invece un processo continuo, senza un obiettivo ferreo se non quello di continuare a provare, aspettando la prossima rivelazione che può essere dietro un altro angolo di strada, sotto un altro cartello a un bivio, nella sofferenza di una persona cara o nell'euforia di una notte di fantasie. Non aspettare più è darsi per vinti, darsi per morti. Di noia.
Questo ci dice Bianca: non facciamocela bastare, la noia. Viviamo da vivi, vele al vento, avanti tutta, in cerca sempre di qualcosa di incompiuto da amare.