Creato da LaDonnaCamel il 16/09/2006
Il diario intimo della Donna Camèl con l'accento sulla èl
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"Mille e ancora mille."
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Questo me lo manda la mia amica F. per partecipare all'EDS Sniff sniff - odori antichi come pure
Odori di ricordi di Lillina ma anche questo che potrebbe degnamente farne il seguito.
L'abbondanza di cozze - Fevarin e carnazza
L'odore della SIPE di Pendolante
Profumo di marsigli a ancora Lillina
Il profumo del rinnovamento di Mai Maturo
e te lo consiglio perché siamo della stessa scuola ;)
Tra poco posterò anche il mio, è pronto devo solo ripulirlo dalle pinzillacchere: oggi tre post: sciambula!
La polenta avanzata era in tavola coperta con uno strofinaccio. Le croste di formaggio gonfiavano sulla piastra della stufa e l’odore di bruciacchiato saturava la cucina. Mario vuotò il bicchiere di vino, si buttò il tabarro sulle spalle, accese una sigaretta e andò a fumarla in cortile.
Tirò avide boccate scrutando il cielo che era pieno di stelle. Buttò la cicca per terra e andò a pisciare dietro la catasta di legna come tutte le sere. Non sentì l’odore della concimaia, faceva troppo freddo. Quando rientrò sbattendo l’uscio la Gina gli fece segno portando il dito alla bocca di stare zitto. Stava ascoltando la radio.
Anche lui si mise in ascolto:
“Tornando a casa, troverete i bambini. Date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa…….”.
“Mi piace proprio Papa Giovanni, ” disse la Gina dopo un po’.
Mario rispose, con un già e girò le croste di formaggio sulla stufa: “E’ tutto sereno, mi sa che domattina c’è la brina, l’inverno è alle porte”. Lui le stagioni le sentiva in anticipo, nell’odore dell’aria.
E la brina la mattina dopo aveva ghiacciato il letame nel campo. Mario imbracciò il forcone e sparse il concime con fatica. Finito il lavoro fece un giro intorno al campo e si fermò sull’argine. Sul fondo asciutto della roggia qualcosa attirò la sua attenzione, sembrava un topo morto, ma quando con una pertica riuscì a prenderlo vide un palloncino sgonfio legato a una cartolina.
Chi trova questa cartolina vince un pacco dono. Spedire a Palmolive, via Nettunense, Anzio (Roma) ” c’era scritto.
“E’ il tuo anno fortunato! Al tiro a segno hai vinto il profumo, alla lotteria di Pasqua l’uovo più grande e adesso i detersivi”. Disse Gina mentre scrutava la cartolina, che portava stampati i disegni di una saponetta, un tubetto di dentifricio Colgate, una scatola di detersivo Olà e un cilindro di sapone da barba, Poi la infilò nella fessura dei vetri della credenza in bella mostra.
La domenica mattina come faceva sempre la Gina mise il vecchio ferro della nonna a scaldare sulla stufa. Allargò un foglio di giornale e dopo aver fatto sfrigolare il dito bagnato sotto la piastra del ferro, lo appoggiò sui pantaloni e passò la riga del vestito buono di Mario che finito di sbarbarsi stava sciacquando il pennello nel catino. Guardò la Gina e salì in camera.
“Poco!”, urlò lei dabbasso e Mario rimase col tappo dalla bottiglietta del profumo in mano. Ne versò solo due gocce sul fazzoletto.
Gli piaceva tanto quella bottiglia verde col tappo a forma di pigna! ma alla Gina il Pino Silvestre faceva venire la nausea e così lo metteva solo la domenica.
Verso le otto erano pronti per la messa, ma sull’uscio di casa Mario si ricordò che aveva dimenticato la cartolina e tornò a prenderla.
In chiesa c’erano solo donne e bambini. Gli uomini si erano fermati al bar.
Mario arrivò poco prima della benedizione, s’infilò nel banco di fianco alla Gina. Bastò lo sguardo severo di lei per farlo inginocchiare con gli occhi bassi.
“Sono stato a comprare i francobolli e a spedire la cartolina!“.
Lei non rispose ma si inginocchiò di fianco a lui. Sentì l’odore di suo marito, quello della domenica, quello che le faceva scoppiare il mal di testa e venire la nausea. Guardò alla sinistra dell’altare e pregò San Giorgio.
L’arciprete disse: “andate in pace” dondolando braciere dell’incenso.
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