Creato da LaDonnaCamel il 16/09/2006
Il diario intimo della Donna Camèl con l'accento sulla èl
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"Mille e ancora mille."
« A me il vento piace | Commenti in bianco » |
Intanto che raccolgo i miei stracci per i commenti ragionati ai racconti dell'ultimo eds, per ingannare il tempo che è un bastardo cinico e baro, eccoti qui un raccontino di 2767 battute. E' di David Means e l'ho trovato su Minima e Moralia come regalo per Pasquetta, forse l'hai già letto se la segui anche tu - se non la segui seguila, il più delle volte è interessante.
Quello che spero io, da Episodi incendiari assortiti di David Means
Non voglio più che nei miei racconti la gente muoia. D’ora in poi dovrà essere una vita meravigliosa. La luce della sera che si vede dal traghetto per l’isola baluginerà un istante per poi sparire dietro l’orizzonte, portandosi dietro l’ultimo spicchio di sole; loro due si appoggeranno sul parapetto spalla contro spalla, avvertiranno il tenue rollio della barca, e sapranno che una volta arrivati al bed and breakfast – il sacchettino di pot pourri appeso nell’armadio e la mentina sul cuscino – si svestiranno e si ammireranno a vicenda nel loro nudo splendore. Il giorno dopo affitteranno due biciclette e pedaleranno controvento finché non avranno le cosce indolenzite (a casa, in città, non vanno mai in bicicletta); andranno a fare un pic-nic lontano, sull’altro capo dell’isola, in una caletta riparata dal vento. Di tanto in tanto un soffio di vento spargerà sabbia sulla loro insalata di patate. Lì si baceranno lentamente e lui le leccherà la salsedine dalle labbra e si stupirà del contrasto tra il calore della sua bocca e il freddo intenso dell’aria in fondo alla cala, dove si infrangono le onde. Tornando indietro, questa volta con il vento a favore, proveranno l’ebbrezza di un jet che sfreccia lasciando la scia, allargheranno le braccia, spinnaker per catturare il vento. Parcheggeranno le biciclette sulla veranda, chiuderanno i lucchetti delle catene e si dirigeranno a passi incerti verso l’ingresso, con le gambe che non li reggono. Dio come saranno stanchi, con le gambe meravigliosamente molli, come se poggiassero i piedi a terra per la prima volta dopo anni; e nell’angoscia di quello sfinimento faranno l’amore di nuovo, su in camera, semisvestiti, dopodiché si addormenteranno saltando la cena, svegliandosi soltanto quando ormai fuori è già buio pesto e con il brivido del temporale che imperversa, con la sensazione appena percepibile di essersi persi qualcosa, qualcosa di estremamente importante. Nel corridoio la porta cigola e l’uomo laggiù in fondo, che loro immaginano essere un lupo solitario, avanza lentamente verso il bagno (in comune), e tutti e due restano in ascolto, trattenendo il fiato per sentire lo scroscio della pipì nell’acqua, che non li fa più ridere come la prima volta che l’hanno sentito, al mattino, ma che ora suona invece come qualcosa che va fatto, acqua fredda e immobile contro altra acqua in una tazza di porcellana. Se nel racconto nessuno morirà, ecco come andrà a finire: con loro due che il giorno dopo salgono di nuovo sul traghetto e fanno ritorno alla terraferma, osservando il paesaggio scivolare dietro la barca, con i gabbiani che sfrecciano al di sopra della scia, e l’iniziale forma a V della scia stessa che si allarga stemperandosi nell’eterno tumulto dell’Oceano Atlantico settentrionale.
E intanto Pendolante cattura pensieri erotici e stupendi.
Angela ha un romanzo nel cassetto, ma c'è sempre più di quello che si scrive.
E intanto Hombre ha scritto una cosa speciale.
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