Creato da LaDonnaCamel il 16/09/2006
Il diario intimo della Donna Camèl con l'accento sulla èl
 

Messaggi di Gennaio 2012

EDS scapoli contro ammogliati

Post n°541 pubblicato il 08 Gennaio 2012 da LaDonnaCamel
 
Foto di LaDonnaCamel

Il titolo non c'azzecca (o forse sì?), l'ho scelto per mantenere una promessa che ho fatto a Cielo  come ringraziamento per avermi insignito del Gran Premio Filini per chi organizza più giochi interblogger: son soddisfazioni.
Quindi in questo primo EDS del 2012 non c'è tema, o meglio, il tema è a piacere perché ho stabilito una sola regola:

Il punto di vista in prima persona plurale, vale a dire noi.

Il punto di vista è problema cruciale e sempre sottovalutato, la stessa storia infatti può risultare più o meno efficace a seconda del punto di vista scelto, ma non solo. Il punto di vista va tenuto con ferrea consapevolezza, che sia interno o esterno al personaggio, vicino o lontano. La scelta di un punto di vista quindi non è mai casuale ma funzionale alla storia, a quello che si vuole dire o a dove si vuole andare a parare. Per esempio, come ho già detto altrove, nel mio blog scelgo di rivolgermi a te in particolare invece che a un generico voi perché ti immagino mentre leggi davanti al monitor e di solito questa cosa si fa da soli. Scelgo quindi di immedesimarmi in ciascuno dei miei lettori piuttosto che vedere idealmente me stessa davanti a un pubblico sfocato. Non è per niente naturale scrivere in questo modo, devo farci caso continuamente perché gli altri non lo fanno, nell'orecchio ho questo "voi" che mi distrae e stare attenta a chi mi rivolgo è un continuo esercizio di consapevolezza. Lo faccio anche perché così, se mi leggi solo tu e nessun altro, non sbaglio;)

Il noi narrante è abbastanza raro e anche difficile da tenere, in questo vecchio post del blog di Paolo Cognetti ci sono un po' di esempi, con tanto di citazioni e analisi della funzione del noi.
Puoi prendere spunto se vuoi, oppure fai a modo tuo che va bene.

Metto una scadenza, tanto per aggiungere un paletto: facciamo una settimanella abbondante e finiamo entro lunedì 16 gennaio a mezzanotte, ma se arrivi un po' più tardi bene lo stesso.

Forma e lunghezza a piacere e sistema solito: metti il racconto sul tuo blog e poi vieni qui e avvisa quando è pronto. Se non hai un blog o vuoi restare anonimo, manda in mail a ladonnacamel @ gmail.com che te lo pubblico io.

 
 
 

Non c'è solo Anobii

Post n°540 pubblicato il 07 Gennaio 2012 da LaDonnaCamel
 

Ultimamente ho letto sui blog parecchie belle recensioni di libri. Ecco a cosa servono i blog, per esempio (*). Oggi ne sottolineo tre, poi vediamo.

La prima, qualche giorno fa, su L'oubiquo, un blog ingiustamente poco frequentato - a giudicare dai commenti - che ho scoperto tramite il blog amico Transmission.
Si tratta della Camera Azzurra, uno dei romanzi di Simenon che più amo. L'oubiquo è riuscito a esprimere impressioni che avevo provato leggendolo ma io stessa non avevo messo a fuoco del tutto. Io tendo a essere sbrigativa anche nelle recensioni, nel migliore dei casi cito ma non approfondisco, son fatta così, che ci vuoi fare. Ogni volta che trovo qualcuno che riesce a dirmi quello che provo è una piccola epifania. Caro oubiquo, non ti conosco ma ti ringrazio.

La seconda, uscita ieri su Tapirullanza, parla di un libro che probabilmente non leggerò mai, ma ne parla così precisamente e con tanti particolari che è un po' come se l'avessi letto. Questo del resto è lo stile dell'amico Tapiro, sul suo blog consiglia  libri  speciali, fuori dai soliti circuiti, vuoi perché il  genere è strano o bizzarro o perché l'autore è sconosciuto o perché non sono mai stati tradotti o stampati.  E ne parla sempre in modo molto approfondito, riportando lunghe citazioni, notizie sugli autori e sul contesto culturale in cui operano e sul loro posizionamento storico. Queste recensioni sono mini saggi, vale la pena di metterci un bookmark.
Il libro di oggi è un trattato in due volumi sul processo di civilizzazione nel medio evo: a cosa servono le buone maniere? Perché nella nostra società non sta bene fare la cacca in pubblico o sputare addosso agli altri commensali a tavola? Come sono cambiate le regole del galateo nei secoli? Ma soprattutto perché? Se non hai voglia di leggerti il saggio originale di Norbert Elias vai su Tapirullanza e saprai tutto, presto e bene.

Ho conosciuto Eleonora a una cena di Anobii qualche anno fa. Lei era una ragazzina così piccola che si era fatta venire a prendere dalla mamma. Adesso è una giovane donna, frequenta l'università e quando si ricorda scrive sul suo blog. Perché scrivere Eleonora ha sempre scritto. "Io trovo che queste pagine siano la dimostrazione di come per alcuni di noi la scrittura sia un qualcosa di naturale, qualcosa che è già all’interno di noi e aspetta solo il momento per uscire fuori e depositarsi sulla carta per essere letto da altri. Per dilettare questi altri che magari provano le stesse cose, ma non hanno gli stessi mezzi per poterle esprimere." Il romanzo di cui si parla è L'inconfondibile tristezza della torta al limone di Rose Edelstein e per quanto riguarda Eleonora, se riuscirà a disciplinare il suo talento sentiremo parlare di lei, mi ci gioco la sottana. Intanto, comincia a scrivere regolarmente sul blog, amica...

(*) sembra un'inutile precisazione, ma blog è la quarta parola di cui più si è cercato il significato su Google nel 2011, lo dice l'Inkiesta ma la fonte è proprio google, c'è da crederci. Del resto, la prima è lol.


 
 
 

Conversazioni sul futuro e sul presente dei blog

Post n°539 pubblicato il 04 Gennaio 2012 da LaDonnaCamel
 

Negli ultimi giorni dell'anno scorso è iniziata una discussione sul futuro dei blog. Dove? Nella blogosfera, ovviamente, ma anche sui social e sui media. L'hashtag su twitter è #risorgiblog  e ci sono post anche oggi.

L'autoreferenzialità è una delle caratteristiche trasversali dei blog, ma anche dei social in generale  e se questa estate pure io, dal mio modestissimo ombelicale punto di osservazione, scrivevo che il blog è morto, oggi proclamo che non solo è vivo ma gode di ottima salute.

Cos'è successo? Provo a dare una mia interpretazione, sempre ombelicale che più lontano non ci vedo nemmeno con gli occhiali.

1 - Facebook e i social
Passata l'ubriacatura dei primi tempi, i nerd hanno lasciato il posto alle orde dei niubbi. Non conto le volte che ho letto dichiarazioni di schifo e demonizzazione di Facebook: basta, chiudo il profilo, me ne vado, addio. Ma intanto il bottoncino con la effe bianca in campo blu si è insinuato dappertutto e pure le imprese, le banche, le istituzioni hanno aperto la propria paginetta collezionando like. Il demonio è diventato un altro canale a disposizione e pure i blog ne hanno tratto il loro piccolo guadagno, attirando una fetta di lettori che prima sarebbero stati tagliati fuori.
Un discorso a parte per twitter, che è ancora uno strumento d'elite, ancora molto più autoreferenziale della media dei media (scusa il gioco di parole, delle volte non posso farne a meno).

2 - chi legge e chi scrive
Si parla molto di questa "novità" rappresentata dalla rete dove i contenuti sono prodotti dal basso. Basso sarà lei, mi viene in mente ogni volta che vedo scritta questa frase. Non è vero. O meglio, è vero solo in parte. Perché comunque anche nella rete il mondo è sommariamente diviso in chi scrive e chi legge. Questo vale anche nei social, alla faccia della democratizzazione, dove il mondo è suddiviso in chi scrive e chi like. La partecipazione consiste nel palesare la propria presenza di lettori, ma resta inteso che chi ha qualcosa da dire, e lo dice bene, rimane una minoranza e la maggioranza serve a leggere e commentare e laikare. Pure su twitter vale questo paradigma, si contano i followers e i retweet che valgono punti di popolarità spendibili poi nel mondo reale.

3 - i contatti uno a uno (o uno a pochi)
C'è, è vero, un sacco di traffico generato dai contatti poco più che uno a uno, ma questo non va confuso con la produzione di contenuti. Se metto le foto delle mie vacanze sul social (o se scrivo nello status che ho il raffreddore), saranno guardate più o meno solo dai miei amici più intimi e il processo informativo non è molto diverso da quando le mandavo in cc allo stesso, piccolo, numero di persone. Cambia il mezzo ma il messaggio non ne è influenzato.

Quindi il blog sta bene, grazie, e casomai ha qualche possibilità in più di aumentare i suoi lettori proprio grazie ai social, dove vengono rimbalzate le notizie a un maggior numero di lettori. Molti dei produttori di contenuti che seguo sul blog, ogni volta che scrivono un nuovo post lo annunciano anche sui social, ci sono addirittura degli automatismi che li collegano tutti tra loro: l'assassino del blog è diventato suo amico.

Io no, non lo faccio (quasi mai) non sono ancora un produttore di contenuti uno a molti. Mi piacerebbe, ci sto provando, mi sto attrezzando per. Difatti vedi come pontifico.

 
 
 

Paolo Cognetti

Post n°538 pubblicato il 02 Gennaio 2012 da LaDonnaCamel
 

Non perderti questo bellissimo post di Paolo Cognetti! È raro che Paolo scriva della scrittura sul blog, più spesso preferisce raccontare della montagna, oppure dei posti e delle persone, mostrare il modo in cui vede le cose piuttosto che quello in cui le cose viste si trasformano in cose scritte. Ma questa volta deve aver fatto un'eccezione e quello che è venuto fuori è di nuovo una visione delle cose: un racconto, per me, bellissimo.
Dice che ha cominciato a scrivere nel 1997, più o meno quando ho cominciato io, ehm, si vede che lui faceva sul serio e io mai, nemmeno adesso. Si vede anche dai traguardi raggiunti...

 
 
 

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