Creato da LaDonnaCamel il 16/09/2006
Il diario intimo della Donna Camèl con l'accento sulla èl
 

Messaggi di Dicembre 2013

Tutti i miei eds

Post n°856 pubblicato il 31 Dicembre 2013 da LaDonnaCamel
 
Tag: EDS
Foto di LaDonnaCamel

L'anno volge al termine ma non mi arrendo, non sarò io quella che alza le mani.
Dall'altra parte del monitor è stato un anno difficile, faticoso e molto povero. Ma siamo ancora qui e storicamente c'è stato di peggio, anche se non era la mia generazione a doverlo sopportare.
Da questa parte del monitor è stato invece un anno ricco e pieno di soddisfazioni, che ha visto passare di qui tanti nuovi amici, molti sono rimasti e la compagnia si è fatta grande, questa è una piccola cosa ma buona, cit. E tutto grazie agli EDS, i cari vecchi esercizi di scrittura che mi porto dietro e tengo sempre con me, qui vicino, tra lo stomaco e la milza.
Quale momento migliore per metterli in fila, non come propositi per l'anno nuovo ma come riconoscimento di qualcosa di vero che è uscito di qui, altro che virtuale, per tenere viva la consapevolezza che tanto si è fatto e tanto si può fare ancora. Poi è anche un indice: serve a me per evitare doppioni (ogni volta che ne devo inventare uno mi domando: ma questo l'ho già detto? Eh, che ti ridi, è la senilità che avanza. Sembro sempre figa, e lo sono, ma anziana...)
Prendilo anche come un servizio per chi è arrivato dopo e può pescare dal mazzetto degli arretrati. Dunque ecco l'elenco degli esercizi anno per anno.

2011
Mi stavo annoiando, volevo ridare smalto al mio blog smorto, avevo notato che in rete c'è vita, altro che! Ho provato. Ha funzionato.

28 ottobre EDS di Halloween il primo di sempre.
Cinque personaggi, una situazione. I personaggi erano richiesti non a caso, la situazione era tratta da un fatto di cronaca: code all'inaugurazione di un centro commerciale. Questo è il primo EDS partito dal blog, se ci penso mi intenerisco.

6 dicembre EDS del ponte
Sei parole obbligatorie (ASSENZA - DANNO - GINOCCHIO - PIETRA - SPIRITO - TRONCO) e una vietata (CHE)

2012

Nel 2012 abbiamo fatto sette eds, il che non è per niente male. Abbiamo avuto compiti facili, se confrontati a quelli che siamo in grado di svolgere oggi, però il quel momento anche una collinetta ci sembrava un monte. Non vale la pena di farne un libro, ma non sono tutti da dimenticare, un giorno o l'altro metterò insieme un indice completo, per adesso li puoi sfrucugliare da qui:

8 gennaio Scapoli contro ammogliati
Tema a piacere, richiesta di scrivere con il punto di vista in prima persona plurale: "noi"

16 febbraio Incipit o della citazione
Prendi un pezzo che ti è piaciuto e parti da lì. Quello sarà il tuo incipit, il principio della tua storia.

29 marzo Il nome della cosa
Scrivi un raccontino che abbia a che fare con uno o più oggetti materiali di qualsiasi genere o specie: valgono anche cose inventate, zombie, creature soprannaturali o fantastiche: ma il nome della cosa deve cominciare per C

3 ottobre 27 spousev paura!
1) paura!
2) un numero almeno
3) una parola inventata

26 maggio Intersex
Scrivere un testo in prima persona il cui protagonista sia di genere complementare al tuo, femmina se sei maschio e viceversa.

17 giugno Attesa
Scrivere un post che parli di un personaggio che aspetta.

9 settembre 33
Scrivi per 33 minuti non di più. Mettici qualcosa di surreale o assurdo o impossibile o illogico o strano o bizzarro o soprannaturale o anacronistico o fantascienza o fantasy o quel che ti pare ma fai in modo che io ci creda!

2013
Questo è l'anno dei sensi, abbiamo cominciato a gennaio e non ci ha fermato più nessuno. Confesso che ci avevo pensato fin dal principio, non era un proposito ma un programma, che è poi stato attuato anche meglio di come l'avevo pensato. Dunque per chi c'era - e per chi c'è - mi piace ricordare come abbiamo fatto:

31 gennaio Udito: cos'è questo rumore?
Deve essere in seconda persona singolare: dammi del tu.

15 febbraio Olfatto: Sniff sniff
Il paletto che ci metto, il Venturi de noialtri duri e puri, per addensare la materia fluida e renderla formidabile, per sciogliere le dita e far dolce la salita è questo qua: la storia che stai per raccontare deve essere ambientata non meno di 50 anni fa, quindi prima del 15 febbraio 1963.

13 marzo Tatto: toccami
Mettici il tatto ma. Che sia lontano. Lontano da casa tua. La storia si deve svolgere in un posto che sia almeno a 500 chilometri di distanza da dove ti trovi adesso oppure da dove vivi abitualmente, se sei un viaggiatore di lunga percorrenza questo te lo lascio come opzione.

22 aprile Gusto: ipogeusia
Parla dei sapori sopraffini, mettici una ricetta, mettici un po' di dialetto, ma poco!

17 maggio Vista: Non cosa ho veduto, ma come l'ho veduto.
Il cambio del punto di vista: quello che ti chiedo di fare è scrivere un raccontino con una storia che può essere vista in modo molto diverso a seconda del personaggio su cui è puntato il focus

11 giugno Sesto senso
Racconta una cosa che non sai definire e non usare mai la parola che.

Il progetto dei sensi è stato completato e ha seguito il suo destino, ma il gioco degli eds non finisce mai, difatti:

1 ottobre Il blues dei blu
Umore triste, colore blu. Mettici qualche ripetizione ma ben misurata

31 ottobre Arancione e il grande cocomero
Scrivi un racconto sincero, coloralo di arancione nel tuo blog, mettici uno scherzetto divertente ma anche una canzone tropicale, che dentro ci sia almeno un animale, un po' di umorismo se puoi e se ti piace, se no pazienza e pace

1 dicembre Nero di Natale
Scriviamo un raccontino nero, ci mettiamo un po' di cioccolato, una sorpresa e qualche particolare davvero originale

E ormai è cronaca, siamo arrivati ai giorni nostri: domani lancerò il prossimo anno nuovo, che ho deciso di chiamare 2014. Ahah, scherzavo, non sarò io a far partire l'anno ma stai connesso che qualcosa magari succede.

 
 
 

Vita di un uomo non illustre

Post n°855 pubblicato il 29 Dicembre 2013 da LaDonnaCamel
 
Foto di LaDonnaCamel

Sono sempre curiosa di indagare i meccanismi editoriali perché mi piace scoprire come funzionano le cose, è un desiderio ovvio e naturale, aiuta a inserirsi meglio nel mondo, permette in qualche modo di controllarlo o almeno di adeguarsi alle pretese della realtà.
Mi sono messa quindi a leggere un po' in giro il perché e il percome del tardivo successo di un romanzo uscito cinquanta anni fa e solo recentemente apprezzato dalla critica e dal pubblico. Il libro in questione è Stoner dell'americano John E. Williams che mi è stato regalato per Natale e che ho letto tutto in un fiato a Santo Stefano. Lo dico subito, mi è piaciuto molto, del resto io non sono una che legge qualcosa per forza, se non mi avesse presa - o se mi avesse richiesto una tassa di lettura troppo alta - l'avrei mollato lì. Voglio dire subito anche la mia ingenuità, o ignoranza: non sapevo nulla delle fortune editoriali di questo romanzo, l'ho letto così, alla cieca, senza guardare la quarta di copertina, senza cercare la storia dell'autore, l'apparato critico, gnente.
La storia è semplice e viene riassunta dall'autore stesso nelle prime dieci righe, non ci sono sorprese o colpi di scena. Ecco l'incipit:


"William Stoner si iscrisse all'università del Missouri nel 1910, all'età di diciannove anni. Otto anni dopo, al culmine della prima guerra mondiale, gli fu conferito il dottorato in filosofia e ottenne un incarico presso la stessa università, dove restò a insegnare fino alla sua morte, nel 1956. Non superò mai il grado di ricercatore, e pochi studenti, dopo aver frequentato i suoi corsi, serbarono di lui un ricordo nitido. Quando morì, i colleghi donarono alla biblioteca dell'università un manoscritto medioevale, in segno di ricordo."


La scrittura è la più trasparente possibile, pudica e asciutta, non troppo scarna ma essenziale, senza fronzoli, come se l'autore avesse urgenza di dire qualcosa e non volesse sbiadirla con uno stile troppo brillante o straordinario e per questo dovesse andare dritto alla meta. Una scrittura che ho trovato anche molto attuale, non dico contemporanea altrimenti si potrebbe pensare a un post-postmodernismo di maniera e così non è, è talmente poco connotata che si distingue dai suoi contemporanei come se fosse stato scritto oggi (ho pensato nel confronto a Revolutionary Road che è uscito negli stessi anni e pure ho amato, ma che sembra scritto da suo nonno, per dire). Un classico, direbbe qualcuno. Scritto sottovoce, ho detto io su Anobii:


"Sono sempre affascinata da questi personaggi passivi, o dall'apparenza passiva, che si lasciano fare dalla vita. Mi immedesimo e vorrei potergli parlare, vorrei entrare in contatto con loro per spingerli a non accettare il proprio destino con quella rassegnazione, come se tutto fosse fatale, già deciso una volta per tutte, vorrei scuoterli e urlare, dai che ce la puoi fare, forza!
E' ovvio che il loro destino sia fatale, c'è un Dio crudele che tiene il lettore in sospeso per tutto il tempo, che mette questi personaggi alla prova, li fornisce di amici e nemici, di desideri che in un primo momento sembrano realizzabili solo per poterli deludere poi. Questo Dio è un autore abile e attento, che conosce il profondo dell'animo umano, che lo sa raccontare senza epica e senza acuti, per fargli vivere la vita sottovoce fino alla fine."


Bada bene, non è un libro noioso. Lo ribadisco, ce ne fosse bisogno: l'ho letto senza fermarmi perché mi ha presa bene, è molto immersivo. Questo uomo senza qualità, rassegnato ma tenace, ha desideri, sentimenti e emozioni nei quali ci si può immedesimare.

Come dicevo prima, quando è uscito, nel 1965, non ha fatto grande scalpore. Perché adesso sì? Nel 2006 è stato ripescato dalla New York Review of Books, che ha presentato Stoner come "improbabile eroe esistenziale che si staglia come una figura di un dipinto di Edward Hopper", eh sì, Hopper è vero, Escursione nella filosofia, Hopperquarda questo qua, Excursion Into Philosophy, 1959. Il periodo ci sta e lo stile anche, il parallelo mi convince ma io non direi che si staglia, direi invece che Stoner si procura di stare fuori dal raggio della luce, senza nascondersi proprio ma senza mettersi in evidenza, lasciandosi sfiorare appena la punta del piede.
E ora che ci penso è questo forse il segreto, il romanzo, come il suo protagonista, rimane ai margini della scena perché non pretende di essere ascoltato, non strepita e non si mette in mostra, parla sottovoce e lo dice una volta sola: solo chi sta attento lo sente e può comprenderne il valore. Non è facile emergere in questo mercato editoriale simile ai talk show televisivi dove chi urla più forte assorda tutti e copre il bisbiglio di chi ha una cosa da dire e sa dirla bene. Magari anche una sola, ma bella. Però tra i lettori c'è chi sa ascoltare, chi non si fa impressionare, meno male. Il resto è passaparola.

Stoner, di John E. Williams, Fazi editore

 
 
 

Musei e baci

Post n°854 pubblicato il 27 Dicembre 2013 da LaDonnaCamel
 

Te l'ho detto che domani a Brera si entra gratis?

 

bacio

 
 
 

E' gratis è bello

Post n°853 pubblicato il 26 Dicembre 2013 da LaDonnaCamel
 

Che sorprese che mi fa delle volte Milano. Oggi sono andata a vedere una mostra, ma più che una mostra era un ricchissimo polo museale, era gratis, ce l'avevo davanti da almeno due anni e nemmeno lo sapevo, tanto che ho chiesto a una delle millemila guide se per caso era un segreto. Lei, una moretta che indossava la divisa con classe, alta, snella, bel sorriso, ha allargato le braccia. Te lo dico subito, non è un indovinello e magari tu lo sapevi già, tu che non abiti neanche a Milano, si tratta delle gallerie di piazza della Scala  dove si possono visitare le ricche collezioni di Intesa San Paolo. Io no che non lo sapevo, sono sempre l'ultima a saperlo. La moretta mi ha spiegato, non le pareva vero: è corsa anche a prendermi due locandine illustrate con la mappa delle sale, primo piano, secondo piano, cortile con la scultura di Pomodoro, soffitti affrescati, specchi, camini, modanature. Ho visto, ho guardato come se avessi passato gli ultimi tre mesi bendata. Un po' è anche vero.

Museo di piazza della scala

La sala grande poi, la prima che ti accoglie, quella che una volta era una banca io me la ricordavo. Ci ero stata quando era una banca, avevo sgranato gli occhi anche quella volta perché non era mica normale, era sprecato come banca e adesso mi sembra sprecato come museo, se penso che le sale erano quasi vuote e in piazza della scala c'era una coda di trecento metri per vedere un solo quadro a Palazzo Marino, sarà anche Raffaello però due ore di coda sotto la pioggia. Mentre loro facevano la coda io mi vedevo tre mostre, da Canova a Boccioni, Homo ludens e Wunderkammer per non parlare di Fontana che solo di tagli c'era più che al museo del novecento, altro che spending reviù.
Insomma, quando vieni a Milano organizziamo, è gratis, è bello, cosa vuoi di più?

 
 
 

Lo sai chi è Lansdale?

Post n°852 pubblicato il 23 Dicembre 2013 da LaDonnaCamel
 

e Zerocalcare lo sai chi è?

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