Creato da: giampi1966 il 13/03/2006
Questo blog si propone di promuovere la politica come servizio e la coerenza dei politici con gli obbiettivi programmatici. Troppo spesso l'agire del politico è distante anni luce dal suo programma e da ciò che professa. Per poter rinascere la politica deve sapersi imporre alle varie pressioni e deve guardare lontano.
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Palestina scontri tra Hamas e Fatah
Post n°188 pubblicato il 18 Luglio 2007 da giampi1966
Tag: coerenza politica, cultura, geografia politica, osservatorio politico, palestina, peace, politica internazionale, storia politica, sud L’iniziale intenzione era quella di “ritagliare” delle parti del messaggio sotto riportato perché alcune considerazioni contenute in esso non mi vedono completamente d’accordo, in particolare mi sembra riduttivo descrivere la lotta di liberazione palestinese come lotta di classe, anche lo sdoganamento di Hammas (anche se definita organizzazione borghese) e la visione militarista dell’articolo non mi trovano pienamente concorde. Ritengo tuttavia utile riproporlo integralmente poiché è ricco di spunti ed informazioni utili alla discussione e/o all’informazione, ritengo inoltre che le parti che a mio parere sarebbero da modificare, non possano essere “tagliate e/o modificate” senza alterare l’organicità dell’articolo.
Palestina A cosa corrispondono gli scontri fra Hamas ed Al Fatah?
dal Correo Internacional della Lit (*)
La situazione nei territori palestinesi si è acuita con lo scontro fra le due organizzazioni di maggior peso. Hamas ha preso il controllo della Striscia di Gaza ed ha espulso le forze di Al Fatah, mentre il Presidente dell´Amministrazione Nazionale Palestinese (Anp), Mahmud Abbas, massimo dirigente di Al Fatah, ha fatto un colpo di Stato di fatto, espellendo Hamas dal governo.
La liberazione della Palestina: una lotta storica Dobbiamo inquadrare gli attuali scontri, per quanto brevemente, in una prospettiva storica. La risoluzione dell´Onu che creò lo Stato di Israele, nel 1948, legalizzò l´usurpazione realizzata dal sionismo di oltre la metà del territorio palestinese storico (55%). Dopo la sua creazione, Israele, per il tramite delle organizzazioni armate sioniste invase parte del territorio concesso ai palestinesi e si appropriò di un ulteriore 20%, espellendo più di 800 mila palestinesi (un terzo della popolazione), dando luogo al dramma dei rifugiati. Così venne creata un´enclave imperialista che avrebbe agito come gendarme contro la nascente ondata rivoluzionaria antimperialista araba, al centro di una regione strategica per le sue riserve petrolifere. Perciò, dalla creazione di Israele, il popolo palestinese, e in generale le masse arabe, hanno la necessità di lottare per la liberazione della propria terra espellendo l´occupante sionista.
Gli accordi di Oslo (1993) La fondazione di Al Fatah, da parte di Yasser Arafat, nel decennio del 1960 rispondeva a questa necessità, espressa dalla sua parola d´ordine "Per una Palestina laica, democratica e non razzista" e dalla sua politica di lotta per la distruzione di Israele. Ciò gli permise di trasformarsi nella direzione delle masse palestinesi.
L´Anp A partire dalla creazione dell´Anp nei territori di Gaza e Cisgiordania, Arafat e la direzione di Al Fatah assumono il potere di questa ridotta amministrazione e svolgono un nuovo ruolo: "gerenti autoctoni" di una struttura coloniale. Il sionismo utilizza questa capitolazione per estendere le sue colonie in Cisgiordania e Gaza, controllare l´acqua e costruire passaggi "solo per ebrei" in questi territori. La vita degli abitanti palestinesi diventò un vero inferno.
Abbas, l´uomo dell´imperialismo in Palestina Dopo la morte di Arafat (oggi denunciata come un assassinio), l´elezione di Mahmud Abbas come suo successore ha accentuato questa dinamica. Israele ha cominciato a costruire il "muro della vergogna", separando i territori e approfittandone per sottrarre ancor più territorio palestinese. L´imperialismo chiaramente scommette sull´appoggio ad Abbas come suo agente in Palestina. La direzione di Al Fatah ha portato a tal punto la sua collaborazione con Israele e l´imperialismo che A. Korei (primo ministro per un periodo) è proprietario di un´impresa che vendeva grandi quantità di cemento alo stato sionista per la costruzione del "muro della vergogna".
Il trionfo elettorale di Hamas mette in crisi i piani di Oslo L´imperialismo e Israele cercavano di "legalizzare" la situazione coloniale dell´Anp attraverso elezioni palestinesi. È in questo quadro che si verifica la vittoria di Hamas alle elezioni parlamentari dell´Anp, nel 2006. Come dicemmo nel Correo Internacional 118, questo risultato è stata una vittoria delle masse palestinesi contro i piani di Oslo. Benché Hamas sia una direzione borghese e fondamentalista religiosa, il fatto di mantenere nel suo programma l´appello alla distruzione di Israele, ha fatto sì che le masse palestinesi l´abbiano votata per respingere il tradimento di Al Fatah.
La provocazione di Abbas Abbas, che mantiene l´incarico di presidente dell´Anp, ha lavorato "dall´interno" per obbligare Hamas ad accettare la resa, seguendo lo stesso percorso fatto prima da Al Fatah. Abbas non è semplicemente una direzione borghese che capitola: si è trasformato in un agente diretto di Israele e degli Usa nei territori palestinesi, un collaborazionista simile a ciò che fu il "governo di Vichy" nella Francia occupata da Hitler, o come quello di Karzai, nell´odierno Afghanistan.
Un golpe bonapartista Da che hanno vinto le elezioni, i dirigenti di Hamas hanno proposto di formare un "governo di unità nazionale" con Al Fatah. Anche dopo che è stato evidente che Abbas stava preparando un golpe contro il governo, d´accordo con Israele, Hamas ha continuato con quest´appello e facendo negoziati per il tramite di Egitto ed Arabia Saudita.
Le masse hanno spinto Hamas ad andare più lontano di quanto volesse È stata la preparazione di questo autentico golpe bonapartista, predisposto da Abbas e appoggiato dall´imperialismo e da Israele, ciò che ha prodotto la reazione delle masse di Gaza ed ha spinto Hamas ad espellere da questo territorio gli agenti diretti dell´imperialismo, l´apparato militare armato da Dahlan e la polizia di Al Fatah, i quali, nonostante il loro moderno armamento, non hanno combattuto efficacemente. Crediamo che ciò sia stato un trionfo delle masse palestinesi perché, malgrado la difficile situazione in cui si trova oggi la striscia di Gaza, hanno liberato questo territorio dal controllo di Israele e dei suoi agenti.
Da che parte debbono stare i rivoluzionari? La sinistra mondiale ha l´obbligo di tenere una posizione chiara di fronte a questi avvenimenti. Per noi, in questo conflitto, da un lato stanno l´imperialismo, Israele ed i suoi agenti collaborazionisti; dall´altro, le masse palestinesi in lotta per la propria liberazione.
(traduzione di Valerio Torre dall'originale in spagnolo).
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