Creato da: giampi1966 il 13/03/2006
Questo blog si propone di promuovere la politica come servizio e la coerenza dei politici con gli obbiettivi programmatici. Troppo spesso l'agire del politico è distante anni luce dal suo programma e da ciò che professa. Per poter rinascere la politica deve sapersi imporre alle varie pressioni e deve guardare lontano.

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RIFORMA PENSIONI SCANDALOSA

Post n°189 pubblicato il 20 Luglio 2007 da giampi1966
 
Foto di giampi1966

Voglio introdurre questo messaggio con la Dichiarazione di Giorgio Cremaschi (FIOM CGIL) che notoriamente non è un esponente del mio sindacato (COBAS):

pensioni siamo alla presa in giro. Se le proposte che farà il governo corrispondono a quanto appare sui giornali, siamo di fronte alla conferma e non certo a superamento della contro riforma Maroni sulle pensioni. Questo perché: - il meccanismo delle quote innalza l’età pensionabile a 61 anni con quota 96, e forse addirittura a 62. Quest’ultima ipotesi sarebbe vera se ci fosse quota 97, ma può essere che il governo abbia senso del ridicolo e non arrivi a questo. - Le esenzioni per i cosiddetti lavori usuranti corrispondono sostanzialmente quanto già previsto dallo stesso testo Maroni. - Per i 40 anni di contributi continuerebbero ad esserci le finestre di uscita con l’allungamento di fatto della permanenza al lavoro. Inoltre appare sempre più chiaro che sui coefficienti di calcolo delle pensioni per i più giovani non ci sarà alcun rinvio, ma la programmazione dei tagli con qualche esenzione da concordare. Se questa è la posizione del governo è persino scontato dire che siamo di fronte a una pura e semplice presa in giro dei lavoratori e del Paese. Cremaschi in altre interviste evidenzia anche come sia stata portata avanti una campagna mediatica vergognosa, culminata nel teatrino della finta dimissione della Bonino. Che il programma dell'unione non è stato rispettato e che sono stai presi in giro gli elettori, che se fossero stati correttamente informati sulle reali intenzioni del governo non avrebbero votato per l'unione (che ha vinto per soli 25.000 voti). Sostiene che il sindacato confederale ha subito una cocente sconfitta (sono pienamente daccordo) e Prodi si è comportato come Amato nel 92, quando minacciando la crisi di governo impose al sindacato un accordo che in condizioni normali non avrebbe mai accettato.

 Vediamo i privilegi dei politici che si arrogano il diritto di decidere sulle nostre spalle:

 STIPENDIO Euro 19.150

 STIPENDIO Euro 9.980

 PORTABORSE Euro 4.030 (generalmente parenti o familiari)

RIMBORSO SPESE AFFITTO Euro 2.900

INDENNITA’ DI CARICA tra Euro 335 ed Euro 6.455

TUTTO ESENTASSE!!!

più TELEFONO CELLULARE Gratis TESSERA DEL CINEMA Gratis TESSERA TEATRO Gratis METROPOLITANA Gratis FRANCOBOLLI Gratis VIAGGI AEREI NAZIONALI Gratis CIRCOLAZIONE su AUTOSTRADE Gratis PISCINE e PALESTRE Gratis TRENI Gratis AEREO DI STATO Gratis AMBASCIATE Gratis CLINICHE Gratis ASSICURAZIONE INFORTUNI Gratis ASSICURAZIONE DECESSO Gratis AUTO BLU CON AUTISTA Gratis RISTORANTE Gratis (nel 1999 hanno mangiato e bevuto gratis per Euro 1.472.000)

Hanno diritto alla pensione dopo 35 mesi in Parlamento, mentre obbligano i cittadini a 35 anni di contributi (per ora!!!).

Circa 103.000 euro li incassano con il rimborso spese elettorali (in violazione alla legge sul finanziamento ai partiti), più i privilegi per coloro che sono stati Presidenti della Repubblica, del Senato o della Camera (es: la sig.ra Pivetti ha a disposizione e gratis un ufficio, una segretaria, l'auto blu ed una scorta sempre al suo servizio).

 La classe politica ha causato al paese un danno di 1 MILIARDO e 255 MILIONI di EURO. La sola Camera dei Deputati costa al cittadino Euro 2.215 al MINUTO !! A questo desolante quadro va poi aggiunto che, come ho già argomentato in precedenti messaggi l’I.N.P.S. è in attivo, nonostante sia stata negli anni gravata delle spese per l’assistenza (ad es. cassa integrazione) e che l’unica rete di salvezza che rimaneva al lavoratore (T.F.R.) sta per essere scippata dai sindacati e dalle banche.

Dal punto di vista del mercato del lavoro il governo non ha nessuna intenzione di abrogare la legge Biagi e le legge Treu, ma al più, apporterà delle modifiche non sostanziali.

Veramente deplorevole è inoltre la massiccia campagna che i mass-media hanno portato avanti per mettere contro i vecchi (con i diritti) e i giovani (precari), in realtà non esiste nessun nesso tra la sfigata situazione dei giovani e i minimi diritti di cui ancora godono gli anziani, lo scopo è solamente quello di togliere i diritti agli anziani, a quel punto i giovani e gli anziani saranno sullo stesso piano....... e non avranno più motivo di litigare, peccato che i pochi diritti degli anziani stanno fungendo da rete sociale anche per i giovani, fino a quando?

Squallida infine la posizione di Rifondazione Comunista, sempre più lontana dalle idee dei propri elettori (o meglio ex elettori).

 termini dell´accordo
Lo scalone di Maroni viene diluito in tre scalini, nel periodo gennaio 2008-gennaio 2011, andando anche oltre: dal 1 gennaio 2008 l´età minima di anzianità è di 58 anni, dal 1 luglio 2009 di 59 anni e quota 95, dal 1 gennaio 2011 di 60 anni e quota 96, dal 1 gennaio 2013 di 61 anni e quota 97. Per chi ha maturato i quaranta anni di contributi ci saranno quattro "finestre di uscita", lo stesso vale per le pensioni di vecchiaia, che non decorrono più al compimento dell´età minima, determinando un reale aumento dell´età pensionabile, anche per le donne, di alcuni mesi.
Accanto all´aumento dell´età pensionabile l´accordo prevede, in linea con la riforma Dini, un  meccanismo automatico, da attuare entro il 2008, che determinerà il valore dei coefficienti di rendimento previdenziale sulla base di parametri esterni al bilancio dell´Inps (finanziato con i contributi dei lavoratori e oggi in attivo), quali le dinamiche delle grandezze macroeconomiche, l´andamento demografico, l'aspettativa di vita, gli obiettivi di bilancio statale. Sulla base di queste valutazioni, il governo ogni tre anni, autonomamente e senza obbligo di contrattazione, stabilirà a quali coefficienti di calcolo la pensione dovrà fare riferimento, con apposito decreto ministeriale. Pertanto con questo accordo la pensione del lavoratore esce definitivamente dalla categoria del salario differito e contrattato, mentre il governo si appropria definitivamente della cassa dell´Inps. La stessa rivendicazione della sinistra sindacale di separare l´assistenza dalla previdenza viene svuotata di contenuto. La burocrazia sindacale ha evidentemente deciso di mandare alla deriva quello che resta della pensione pubblica puntando a gestire assieme ai poteri forti i fondi pensione.
Infine, l´intesa ha previsto: la detassazione del premio di risultato, ossia il salario contrattato in azienda, in tal modo il governo finanzia le imprese e da avvio allo smantellamento di quel che resta del contratto nazionale; di aumentare dal 2011 ulteriormente i contributi previdenziali a carico dei lavoratori; di procedere all´unificazione degli Enti previdenziali che porterà ad un travaso dei soldi dai fondi in attivo (quello dei lavoratori dipendenti) a quelli in passivo (quelli dei dirigenti d´azienda, autonomi).
L´accordo è condito con una polvere di zucchero (tutele per i lavori usuranti, una promessa prevista dalla Dini e mai mantenuta, aumento miserevole delle pensioni minime, promessa della copertura previdenziale per i periodi di disoccupazione) in modo da addolcire nei confronti con i lavoratori l´amara medicina. Su questi aspetti già si dilungano stampa e mass media borghesi, così come vari esponenti dei partiti della sinistra di governo, come il responsabile lavoro di Rifondazione, Zipponi. 
 

 
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