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A Room of One's Own

This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!

 

 

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Il pane dei morti

Post n°148 pubblicato il 01 Novembre 2006 da lilith_0404
 

immagine

Tecnicamente il primo novembre è Ognissanti, ma da sempre, poiché il primo è segnato in rosso sul calendario e non si lavora, è questo il giorno che si usa dedicare alla festa dei morti.

E non c’era neppure bisogno che si importassero tradizioni che non ci appartengono, come quella anglosassone di Halloween, per dare alla giornata un carattere festoso, anche se la parola festa accostata alla parola morti fa uno strano contrasto. Forse è perché sono rimasta ad abitare nel paese d’origine della mia famiglia, e da sempre i parenti che se ne sono allontanati, in questo giorno ritornano per il giro dei cimiteri, e si aspettano visite fin dal mattino presto.

Ricordo che quando ero bambina, quello più atteso era un fratello di mio papà. Era lo zio di Brescia, in contrapposizione ai parenti della mamma che invece arrivavano da Milano. E i miei genitori, per riferirsi a loro, dicevano proprio così: ‘quelli di Brescia’ ed erano lo zio, sua moglie, i cugini.

A quel tempo, alla mia fantasia di bambina Brescia sembrava un posto mitico, e pieno di cose belle, perché lo zio una volta che venne a trovarci portò in regalo due bambole, le più belle che io avessi mai visto, grandi, con un vestito lungo orlato di pizzo, e una complicata acconciatura,una per me e una per mia sorella. E ai morti di solito, portava un pacchetto avvolto nella carta di una pasticceria della città, con un dolce che io pensavo facessero solo nelle pasticcerie di Brescia, una specie di ricetta segreta, perché da noi in paese non si trovava: il pane dei morti, un dolce squisito con un impasto al cioccolato, e frutta secca e canditi a pezzi grossi.

Passando davanti alla sua tomba, nel cimitero del paese, penso sempre che per me lui é rimasto lo ‘zio di Brescia’ che ci portava il pane dei morti, anche ora che in città ci vado ogni giorno, per lavoro, e il pane dei morti lo prendo al supermercato.


immagineCala Novembre e le inquietanti nebbie
gravi coprono gli orti,
lungo i giardini consacrati al pianto
si festeggiano i morti,
si festeggiano i morti...

 
 
 
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