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« BAMBINISCUOLA PER TRE »

CINA

Post n°764 pubblicato il 21 Novembre 2011 da atapo
 

 

1990, classe prima A


dragone cinese

Ieri, mentre facevo il solito giretto serale su Facebook per leggere le novità di parenti e amici, ecco i segnali di richiesta d'amicizia e di messaggio.

Apro la richiesta e mi sorride la foto di una bella ragazza orientale, in abito tradizionale...Il nome cinese con cui si presenta mi spinge a frugare nella mia memoria fra tutte le alunne cinesi che ho avuto...e intanto leggo il messaggio: è lei che mi scrive: "Ma è proprio la mia maestra Renata? Io sono L., si ricorda di me?" Qui ha messo il nome italiano con cui si faceva chiamare e questo mi toglie ogni dubbio. Certo che mi ricordo, molto mi ricordo...

Era il 1990, stava arrivando nel mio quartiere, e di conseguenza nella scuola in cui insegnavo, quella che chiamavano "l'invasione" dei Cinesi: famiglie intere immigrate che occupavano case poverissime trasformandole in laboratori per fare borse. Non sapevano quasi parlare l'italiano, non conoscevano nè seguivano regole che potevano facilitare la convivenza con gli Italiani, la situazione sociale era pesante. I loro bambini appena arrivati in Italia venivano mandati subito a scuola senza sapere la lingua e le abitudini e si stavano creando non pochi problemi.

Io avevo una prima classe in cui erano stati inseriti da inizio d'anno tre piccoli Cinesi, poi da gennaio se ne aggiunsero altri due. La direttrice mi aveva detto, assegnandomi anche questi ultimi: "Li metto nella tua classe, perchè voi li accettate volentieri..." e lo diceva sul serio.

L. era arrivata a settembre, una bimbetta spaurita e traumatizzata dal nuovo mondo in cui era stata catapultata, così come gli altri suoi conterranei. Ma la loro presenza io e la collega la considerammo come una sfida nuova, uno stimolo a creare un ambiente educativo che non li facesse sentire diversi e che li aiutasse ad inserirsi. I compagni li accettarono e li aiutarono molto, L. in particolare diventò grande amica di una bimba italiana che spesso la invitava a mangiare e a giocare a casa sua.

Furono cinque anni per me molto significativi con quella classe. Dovetti cambiare l'insegnante collega per i primi quattro anni e ogni volta non era semplice ricominciare un nuovo rapporto e dover spiegare come "funzionava" la nostra realtà multietnica (avevamo anche un piccolo italo-francese e una italo-tedesca), ma per fortuna dopo qualche perplessità iniziale i nuovi colleghi... accettavano la sfida. Perchè, vedete, ci proponevamo la ricerca di un modo nuovo di fare scuola, non più italocentrico, ma aperto alle altre culture, a scoprire le differenze ma anche le somiglianze tra i diversi popoli, e con questa ottica facevamo le scelte in ogni materia: come insegnare l'italiano in modo funzionale anche per gli stranieri, come e cosa presentare nella storia? Quali fiabe, quali narrazioni proporre? Quali temi potevano accomunare bambini dalle origini e dalle esperienze così diverse? Fu proprio L. che ci portò una videocassetta del funerale cinese del suo nonno, per farci conoscere le usanze, poi altre videocassette di storie della mitologia cinese...

Sono passati vent'anni, ora tutto questo può sembrare scontato, ma allora eravamo pochi ad avere classi del genere, pochissimi a porci questi problemi e quasi nulle erano le soluzioni, dovevamo costruire tutto, pian piano. E credo che davvero abbiamo costruito molto in quegli anni, anche con l'aiuto del CIDI e del Cospe con cui ho lavorato e sperimentato percorsi didattici. Fu con quella classe che in seconda iniziai l'insegnamento del francese, caldeggiato in quegli anni a livello istituzionale, a me sembrò una proposta che li rendeva tutti uguali: lì tutti avrebbero avuto lo stesso punto di partenza. Forse fu proprio l'apertura verso culture diverse che mi cambiò un poco la mentalità e mi aprì nuove prospettive dandomi il coraggio, dopo quei cinque anni, per scegliere di diventare insegnante di francese a tutta la scuola.

In quinta, L. e un altro degli alunni cinesi nelle verifiche risultavano sempre tra i migliori.

Seppi qualche anno dopo che L., già ragazzina, era stata contattata dal Cospe ed utilizzata come interprete in alcune iniziative interculturali: tutti quelli che la conoscevano si auguravano che continuasse a studiare, magari andasse anche all'università, con un'intelligenza simile...

Invece il suo babbo, vero padre padrone cinese, le consentì di continuare gli studi, ma il minimo indispensabile, prima di farla lavorare nella fabbrica di pelletterie della numerosa famiglia.

Ieri sera ci siamo scritte, dice che è sposata, ha due figli, vive in un paese dell'Emilia e lavora in una propria piccola azienda col marito, ma è preoccupata per la crisi...Ha chiesto se può venirmi a trovare sotto Natale...la aspetto! Ricorderemo quei tempi lontani, forse oggi per i suoi figli la scuola è diversa...

 
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Commenti al Post:
mpt2003
mpt2003 il 22/11/11 alle 07:58 via WEB
Ecco, questi sì sono begli incontri!! a volte costruire qualcosa insieme, qualcosa che comporta lavoro e impegno porta ad un legame di affetto e stima che dura davvero nel tempo ...e la tua ex alunna te lo ha dimostrato:) buongiorno. mp
(Rispondi)
 
atapo
atapo il 22/11/11 alle 14:44 via WEB
Sapessi come mi sento contenta quando mi capitano questi incontri! Io sono portata a conservare i legami che creo con gli altri, amici, alunni, persone che hanno incrociato la mia vita: magari non insisto a cercarli, ma quando il destino me li fa ritrovare è sempre una gioia.
(Rispondi)
nuovavita2011
nuovavita2011 il 22/11/11 alle 16:50 via WEB
Aaah, come ti capisco! Spesso vengono a trovarmi ex alunni ed è sempre un piacere immenso! L'altro giorno è venuta Agnese a scuola, mentre ero in giardino con la mia classe attuale. Era allora una bambina splendida, oggi è una ragazza che ho trovato ancora più bella, dentro e fuori. Ha 19 anni, studia fisica al primo anno di università. "Sai, maestra? Quello che ho imparato qui con te è stata davvero la base, per me. Sono stati cinque anni sereni, che ricordo sempre..." E mentre parlava la vedevo scrutare angoli del giardino dove lei stessa aveva giocato...come per ritrovare la spensieratezza di quei giorni. Beh, sono queste e solo queste le soddisfazioni del nostro lavoro... P.S. Ho anch'io in classe un bimbo cinesino, una piccola peste... Purtroppo devo dire che non abbiamo problemi con il ragazzino, che è adorabile, ma con i genitori talvolta sì... sono culture diverse e non sempre condivisibili per ciò che riguarda l'atteggiamento verso i figli... Ciao, un abbraccio!
(Rispondi)
 
atapo
atapo il 22/11/11 alle 22:40 via WEB
Anche da me tornavano scolari dopo molti anni e lo dicevano chiaramente guardandosi attorno: "Ah! Come stavamo bene qui!" In effetti spesso con i bambini emigranti i problemi maggiori sorgono nei rapporti con i genitori, io però ho conosciuto anche tanti casi in cui i genitori sono stati collaborativi e disponibili. Molto dipende dall'atteggiamento generale di accoglienza e di interesse che mostra l'istituzione scolastica nel suo insieme.
(Rispondi)
artemisia_gent
artemisia_gent il 22/11/11 alle 18:48 via WEB
che bello questo racconto! Oggi semmai siamo più avanti per certe cose, ma l'integrazione è ancora veramente lontana. Pensa oggi a scuola per i nuovi arrivi (ragazzi da poco sbarcato con il gommone, intendo) non sapevano se scegliere un mediatore culturale o un prof di sostegno... certo che l'inserimento dei mediatori culturali è ancora molto e troppo lontano! Almeno qui da noi
(Rispondi)
 
atapo
atapo il 22/11/11 alle 22:43 via WEB
Sono d'accordo che la vera integrazione sia lontana, con gli ultimi tagli poi...Comunque, come dicevo sopra, ho conosciuto anche situazioni vissute positivamente sia dai genitori (e alunni) che dagli insegnanti e in ogni caso ora non è paragonabile allo "sconvolgimento" di quei primi anni da...pionieri!
(Rispondi)
Lolablu7
Lolablu7 il 22/11/11 alle 23:23 via WEB
E' inaccetabile che la riuscita di una piccola creatura sia legata solo alla fortuna di incontrare persone come te e poche altre come te .Ho visto bambini abbandonati in fondo alla classe senza che nessuno li aiutasse.Ho negli occhi i loro sguardi tristi.Erano bambini che non avevano neppure genitori o perchè nelle colonie o perchè albanesi giunti da soli in Italia.A nulla valeva sensibilizzare i colleghi e allora,in poche,ci rimboccavamo le maniche per restituire loro dignità.Oggi li incontro nei ristoranti o nell'ambito di vari mestieri e mi abbracciano come se vedessero un loro caro.E lo Stato dov'è?E le coscienze dove sono?Ciao,Grazia:-)
(Rispondi)
 
atapo
atapo il 22/11/11 alle 23:36 via WEB
Concordo in pieno con quanto dici. L'inserimento, il successo di questi bambini (ma non solo) ancora troppo spesso dipendono da chi hanno la fortuna o la sfortuna di incontrare sulla loro strada, soprattutto quella scolastica. E mi pare che lo Stato, con la scusa dei tagli, li abbia abbandonati di nuovo...
(Rispondi)
trampolinotonante
trampolinotonante il 23/11/11 alle 08:00 via WEB
sono commosso da tutto questo. Ciao, tivoglio bene, tt
(Rispondi)
 
atapo
atapo il 23/11/11 alle 21:31 via WEB
Grazie, sei troppo gentile.
(Rispondi)
marzo1941
marzo1941 il 23/11/11 alle 09:38 via WEB
Ciao! Io non sono particolarmente attratto dal mondo virtuale, anche se questo lo è, ho una certa diffidenza non vedendo le persone negli occhi, non sentirne "l'odore", per non dire che è tutto un parlare di amicizia, quando poi amicizia nella maggior parte dei casi amicizia non è, siamo arrivati allo spazio amici che spesso è trasformato in un album, tipo quello delle figurine Panini, ma a quanto pare, e leggendo questo tuo bellissmo episodio, probabilmente dovrò essere meno diffidente e più disponibile, perchè per un incontro come quello accaduto a te, compensa tante delusioni. Buona giornata - Andrea
(Rispondi)
 
atapo
atapo il 23/11/11 alle 21:34 via WEB
Anch'io ero molto diffidente all'inizio, ma qui ho trovato la stessa "varietà" di persone come nella vita reale e anche qui si può scegliere come starci e cosa mettere in gioco di se stessi...come facciamo giorno per giorno con le persone che incontriamo e...guardiamo negli occhi. buona serata.
(Rispondi)
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