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« 8 MARZOPOMERIGGIO DI DOMENICA »

LABIRINTO

Post n°506 pubblicato il 09 Marzo 2010 da atapo
 

IL PROBLEMA

Sarebbe bello se l'avessimo risolto...

Il fatto che io abbia scritto il post precedente ha forse suggerito a qualcuno che finalmente la faccenda si fosse conclusa, o per lo meno avviata alla conclusione, magari una felice conclusione, come nelle fiabe...e vissero tutti felici e contenti. Lo dico con amarezza: non è così.

Mi sono accorta che dal ritorno dalla vacanza qui non ho più toccato l'argomento...proprio non riuscivo, preferivo scrivere d'altro, di altri settori della mia vita. Ma questa scelta non mi faceva stare meglio...molte volte avrei voluto provarci, ma le idee mi scivolavano da un'altra parte...

Nemmeno il pensiero che vedere le parole lì, nero su bianco, me le avrebbe fatte “digerire”, come già successo in passato, mi dava la forza.

Insomma, potrebbe essere una telenovelas, o un drammone di quelli in cui più si va avanti più si ingarbuglia la vicenda...e non ti riesci ad immaginare un finale perchè temi colpi di scena che spiazzino tutto.

Nemmeno a Gran Canaria il PROBLEMA ci aveva lasciato tranquilli del tutto: le e-mail di mio cognato ci informavano delle “prodezze” di mio suocero, della sua fuga dall'ospedale in cui finalmente il suo medico era riuscito a farlo ricoverare: né i dottori avevano pensato di sorvegliarlo, né i carabinieri che l'avevano rintracciato l'avevano riportato in clinica, fidandosi delle sue promesse “Sì, ci torno da solo stasera”...e se ne è ben guardato dal farlo!

Dopo altre vicende, al momento attuale lui sta frequentando una psichiatra, prende le medicine prescritte, non tormenta più nessuno telefonicamente: sta facendo il “bravo bambino”, però tutti quelli che stanno in questa storia non credono affatto ad un rinsavimento, ma dall'esperienza del passato temono che faccia così solo per ottenere con la “buona condotta” il ritorno della moglie per poi ricominciare.

Alle Canarie ero riuscita finalmente a parlare con calma con mio marito, a raccontargli tutto il mio disagio, le mie perplessità sul fatto che la situazione in casa nostra mi pareva molto...statica: mia suocera non parlava mai di come sistemarsi per il futuro, di che intenzioni avesse (vari parenti suoi le avevano offerto di vivere insieme, lei non aveva mai dato un'opinione in merito): mi pareva che da noi si fosse proprio “installata” definitivamente e su questo nemmeno mio marito era favorevole. Così ci eravamo accordati che al ritorno ci saremmo rivolti noi due al centro antiviolenza dove già conoscono la storia, per farci consigliare su come affrontare questi discorsi con mia suocera.

Tre giorni dopo il rientro a Firenze, mia suocera era di nuovo a casa nostra: aveva telefonato immediatamente dicendoci il giorno del suo ritorno...

Ma da gennaio la musica è cambiata: io ho aumentato i miei impegni, Martino ha avuto più bisogno di me, ho ripreso la mia vita un po'...zingara (e mio marito pure) e poco casalinga, non l'ho più portata in giro per mercatini ecc., lei si è ritrovata in casa, da sola non usciva mai...e si è buttata sui “riordini universali” e di nuovo ci siamo ritrovati, un giorno, con stirato tutto, lo stirabile e il non stirabile! Quella volta si è arrabbiato pure mio marito, finalmente! Così sembra che l'abbia capito, che se noi lasciamo qualcosa in giro non è perchè lei debba sentirsi in dovere di sistemarla immediatamente a modo suo, già l'abbiamo lasciata rivoluzionare tutta la disposizione dei tegami in cucina...

Ma qualcos'altro mi dava ancor più fastidio.

Passavano le settimane dopo metà gennaio come se niente fosse, da nessuno in quella famiglia veniva affrontato l'argomento FUTURO: un appartamento in affitto, i modi per recuperare le cose di lei da quella casa a cui lui ha addirittura cambiato la serratura, principalmente riavere la documentazione medica che sarebbe indispensabile se le viene un malore, la necessità di cercare un legale per avere consigli, una separazione ufficiale che la garantirebbe legalmente, come muoverci anche per questioni burocratiche per le quali occorrono documenti che lei non ha con sé, un casino dietro l'altro...

Aspettiamo...vediamo...chissà...già, si dovrebbe...queste erano le risposte di mio marito quando tentavo di riparlarne e mi facevano andare in bestia: era ritornato il solito, dai tempi lunghi, l'eterno indeciso, l'eterno pigro, che aspetta che le cose si risolvano da sole o che qualcuno le faccia al suo posto. Ma in questa situazione non è possibile: addirittura due dei suoi fratelli in questa storia vogliono tenersi il più possibile al di fuori, perchè hanno già avuto abbastanza scontri col padre e se ne sentono molto segnati. Mio marito invece... pure! Però la mamma se la tiene in casa e le deve sbrogliare le rogne che saltano fuori.

Io ho cominciato a star male dal nervoso, non dormivo più, avevo le palpitazioni e la tachicardia: ho fatto una visita cardiologica, naturalmente molto è dovuto allo stress. Soluzioni proposte: psicologo e/o medicine.

Di frequentazioni con lo psicologo ne avrei abbastanza: l'ho già fatto in diversi momenti di crisi nella storia della mia coppia e famiglia, ho scoperto cose su di me che mi hanno permesso di essere, di solito, abbastanza equilibrata, tutti gli psicologi alla fine arrivavano alla conclusione che il più “difficile” era il mio partner : per me, non era che una conferma, lo immaginavo da prima!!!

Ora basta! Il mio tempo lo voglio impiegare in modo più soddisfacente per me: preferisco un'ora di teatro o di museo che un'ora dallo psicologo, finchè mi sarà possibile. Non ne ho voglia di chiacchierare della mia vita passata ad un nuovo “strizzacervelli” a causa anche dei problemi dei miei suoceri! Così stavolta ho accettato qualche blando tranquillante, che almeno mi faccia essere più rilassata...

Quando finalmente siamo stati, come d'accordo, al centro antiviolenza, anche lì hanno detto che si dovrebbe agire di più, su più fronti. Io ho usato il verbo IMPANTANARE per descrivere come mi sembrava la situazione, e pare sia stato un termine che rendeva benissimo l'idea. Lì mio marito ha chiesto lui una consulenza psicologica, per sé, perchè si è reso conto che ha paura di diventare come suo padre...io gli avevo suggerito da tempo che sarebbe stato meglio ne avesse parlato con esperti ed ha accolto il mio suggerimento, speriamo gli serva... Hanno sollecitato mio marito ad affrontare un dialogo con sua madre su come lei vedrebbe un suo futuro...ed io nei giorni successivi sono restata fuori casa il più possibile, in modo che trovassero il momento adatto, ma ce n'è passato del tempo!

Finalmente l'hanno fatto: non ho chiesto dettagli, a mio marito è parso che lei effettivamente non si ponesse la questione di doversi trovare un'altra sistemazione, le ha detto che finchè è una situazione d'emergenza lei può stare, ma per sempre noi non lo vorremmo, abbiamo le nostre abitudini che sono molto diverse dalle sue, tutti ci sentiremmo più liberi, ognuno a casa propria, anche abitando vicini.

Risultato: da quel giorno lei si è sentita che “disturbava”, si chiudeva in camera sua scendendo il minimo indispensabile per i pasti! Necessità di chiarirsi ancora...Ora da qualche giorno pare più equilibrata, ma io a volte mi sento allo sfinimento...Ah, ha accettato anche lei di fare quattro chiacchiere con la psicologa al centro antiviolenza, chissà non le diano più serenità e sicurezza.

Io mi sento così diversa da qualche mese fa, esattamente da prima del 15 novembre...molto, ma molto stanca...anche se sono contenta di tante cose che faccio ho sempre un sottofondo di tristezza, di ansia leggera, mi sento meno libera, meno tranquilla, come se una nuvola scura stesse per scendere all'improvviso a sciuparmi le luci nella mia vita e fatico a tenere lontane queste sensazioni negative...

Ecco, oggi ho preso il coraggio a quattro mani e ho raccontato. C'è probabilmente un po' di caos, ma la storia è un caos per conto suo. Anzi, forse è meglio chiamarlo un labirinto: quando riusciremo ad uscirne?

 

 
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Commenti al Post:
artemisia_gent
artemisia_gent il 10/03/10 alle 10:51 via WEB
Per me la scrittura è sempre stata terapeutica. Ho sempre riempito pagine e pagine di inchiostro delle mie "seghe mentali" ma funzionava. Ci sono milioni di pagine sbavate dalle lacrime, ci sono pagine rese soft da antidepressivi e poi ci sono pagine bianche di quando finalmente stavo bene. e poi sono venuti igiorni in cui ho alzato le spalle e i giorni in cui ho mandato a fanculo (scusa il termine). Una cosa è certa non potrei mai vivere con mia suocera nemmeno un giorno e nemmeno in caso di emergenza, perchè è lei il mio problema. Continuo a sperare che ti vada meglio, ma a quanto pare le cose sono sempre uguali a se stesse...
(Rispondi)
 
atapo
atapo il 13/03/10 alle 19:20 via WEB
Sì, sempre uguali, se non peggio per il fatto che non si trovano soluzioni...Ora non ho più nemmeno voglia di scrivere.
(Rispondi)
rlily
rlily il 10/03/10 alle 11:36 via WEB
Questa la mia esperienza scolastica in casi simili: si finisce in genere in tribunale, il tribunale interviene e separa marito e moglie, ingiungendo al violento di starsene lontano, prendendo altri provvedimenti necessari. La moglie, ormai in stato di prostrazione psicologica, non riesce a vivere sola, perchè è abituata a obbedire, perchè non è abituata a decidere bensì a eseguire ordini di altri, perchè ha paura che il marito torni o riesca a farle del male comunque, perchè ha paura addirittura di rispondere al telefono e sentirlo e quindi non vive sola per non dover rispondere al telefono, perchè non ha stima di sè e pensa di non essere capace,... Il darsi da fare per gli altri, anche sbagliando, è un modo per mettersi alla prova, per ritrovare stima. Chi si sente fragile, trova forza nella forza e nell'affetto degli altri. Ci vuole molto tempo e un carattere straordinario per uscire da quello stato; da soli non ci se la fa.
Tua suocera riuscirà a vivere da sola quando si sentirà sicura di sè. Bisogna scoprire quello che lei sente in sè (non in voi) come punto di forza. Auguri!
(Rispondi)
 
atapo
atapo il 13/03/10 alle 19:22 via WEB
Hai descritto in modo molto "scientifico" come stanno esattamente le cose...A noi manca solo l'intervento del tribunale, ma penso che arriverà, viste le denunce che sono partite e i tempi lunghi della "giustizia".
(Rispondi)
titty7titty
titty7titty il 11/03/10 alle 00:32 via WEB
ciao grazie di essere passata nel mio blog in un momento moltodifficile della mia vita...titty
(Rispondi)
 
atapo
atapo il 13/03/10 alle 19:23 via WEB
Pare che i momenti molto difficili non manchino a nessuno...Comunque auguri per la tua vita!
(Rispondi)
magdalene57
magdalene57 il 12/03/10 alle 14:59 via WEB
Mi pare una situazione molto difficile, per l'età di tua suocera sopratutto. Così, a freddo, temo che per lei vivere sola sarebbe un pericolo, fosse altro per quella specie di marito che si ritrova vicino, ahimé della tipologia peggiore... Mi viene in mente invece un discorso di casa famiglia, dove lei potrebbe condividere alcuni ambienti pur avendo la sua stanza, potrebbe rendersi utile mettendo a posto pentole e stirando quanto vuole e sarebbe protetta dalla presenza delle altre persone. Chissà se ne esistono anche per donne della sua età... La cosa più positiva? Che tuo marito abbia finalmente guardato dentro se stesso e accettato un percorso introspettivo. Certe esperienze famigliari segnano, anche se crediamo di averle superate o di esserne immuni ce le portiamo addosso e fanno di noi quel che siamo. Nel bene e nel male. Io vengo da una famiglia litigiosa e francamente vedo nei miei fallimenti sentimentali molto di quello che ho visto e pensato. Tu pensa alla tua salute,. mentale e fisica. Anche perché Martino richiede la tua presenza, e poi ci sarà l'altro piccolino e hai tutti i diritti di dedicarti se vuoi a loro o alle cose che ami.... Un abbraccio forte
(Rispondi)
 
atapo
atapo il 13/03/10 alle 19:32 via WEB
E' difficile davvero...Non so di case famiglia per anziane del tipo che descrivi, comunque al centro antiviolenza hanno dei casi così disperati a cui trovare un rifugio che mia suocera, avendo ben quattro figli, diciamo che...sta nei casi da gestire in famiglia. Per mio marito sono contenta anch'io di questa sua decisione, anche se probabilmente sarò chiamata in causa anch'io, a chiarire...a ricordare...a rivangare...momenti che avrei preferito dimenticare.
(Rispondi)
 
 
magdalene57
magdalene57 il 14/03/10 alle 11:31 via WEB
stai tranquilla R., se e quando avverrà, sarà assolutamente liberatorio. La presenza di un mediatore esterno è quasi taumaturgica...un abbraccio
(Rispondi)
vi_di
vi_di il 13/03/10 alle 16:15 via WEB
Che garbuglio, amica mia... spero riusciate a trovare il bandolo della situazione prima che vi si stringa troppo intorno. Non so suggerirti nulla, in verità, ma so le difficoltà della convivenza, visto che mia madre vive con me da sempre e, pur non avendo altre situazioni di stress come può essere nel tuo caso la situazione di tuo suocero, ne conosco i limiti e le privazioni. Cercala tu, una casa pet tua suocera, magari non lontano da voi, ma cercala.
(Rispondi)
 
atapo
atapo il 13/03/10 alle 19:37 via WEB
Io sento proprio che la situazione si sta stringendo...almeno attorno a me. Poi se è già difficile con una mamma, immagina con una suocera dopo 40 anni di non-rapporti (se non peggio). Io non posso cercare proprio nulla e nemmeno mio marito (cioè suo figlio), se lei non vuole andare o se il centro che ci segue ritiene che non sia il caso che stia da sola...Grazie della partecipazione, comunque!
(Rispondi)
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 14/03/10 alle 11:30 via WEB
continuo a ritenere che una visita a qualche bella struttura (genere il pensionato dove vive mia suocera) potrebbe essere di aiuto. chissà che lei non si smuova e non trova migliore quella situazione (protetta) rispetto all'idea che adesso ha di essere di peso.
scusa: tentar non nuoce. al limite non serve a nulla, no? al limite hai perso mezzo poemriggio.
io mi dò disponibile
(Rispondi)
 
atapo
atapo il 14/03/10 alle 19:38 via WEB
Proverò a lanciare a mio marito un'idea del genere, sentiremo all'associazione che ne pensano e se ne hanno adatte. Grazie.
(Rispondi)
calipso81
calipso81 il 14/03/10 alle 12:41 via WEB
Lasciarla sola credo non sia una soluzione: per l'età e per il suocero che potrebbe farle male e stavolta in modo tragico. Vedi cosa salta fuori con il centro antiviolenza. Bisognerebbe puntare a situazioni in cui la nonna sia in compagnia e si senta "protetta". Non è facile, ma tieni botta!
(Rispondi)
 
atapo
atapo il 14/03/10 alle 19:39 via WEB
Infatti io e mio marito a breve torneremo al centro a fare il punto della situazione...
(Rispondi)
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