Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
"Vorrei che tutte le culture del mondo
potessero circolare liberamente intorno alla mia casa.
"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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"IL LIBRO DEL VICINO"
Si tratta di una manifestazione del mio quartiere: gli scrittori che abitano in zona possono presentare un loro libro al pubblico, in alcune biblioteche. Di questo libro lasciano in omaggio una copia ad ognuna delle biblioteche di quartiere.
Nata qualche anno fa, sospesa nel 2020 per il covid, l'anno scorso fu fatta on line, io partecipai per la prima volta, feci conoscere il mio libro "Neretta". Quest'anno finalmente è tornata in presenza ed io mi sono iscritta, stavolta col libro "L'aria buona del giardino".
Per me è la prima esperienza di questo genere, ero emozionata, ma non troppo, in fondo mi piace incontrare le persone, raccontar loro qualcosa, intuire le reazioni del pubblico osservando le reazioni, gli sguardi... altrimenti che attrice sarei?
Forse ero più agitata l'anno scorso, con queste piattaforme dove vedi gli altri ma sembrano lontanissimi, riesco male a interpretare gli sguardi, e ho in più l'ansia dei malfunzionamenti della tecnologia.
Mi ero preparata bene: le impressioni sul mio libro che mi aveva raccontato un amico mi avevano dato l'idea di fare una piccola indagine tra altri amici lettori su quali parti li avessero colpiti di più. Avevo ricevuto parecchie risposte, con risultati interessanti: contavo di leggere piccoli brani, scelti tra quelli che avevano avuto più preferenze, sarebbero stati probabilmente graditi.
Invece, alla diffusione del programma ho scoperto che in una prima presentazione generale di tutti gli autori ognuno avrebbe avuto a disposizione cinque minuti e che vuoi dire in così poco tempo?
Successivamente ci sarebbero stati altri due incontri, in due diverse biblioteche di quartiere, in ognuno avremmo avuto quindici minuti, nemmeno questi sono poi molti, quando si parla o si legge passano in un baleno.
Così ho dovuto tagliare drasticamente le mie aspirazioni di letture, insomma ho letto solo due brani, il primo sul giardino, tanto per onorare il titolo, il secondo sulle mie prime impressioni appena arrivata a Firenze, stavolta per onorare... il pubblico fiorentino. Ho preferito per il resto del tempo spiegare perchè l'ho scritto e cosa si può trovare in quelle pagine: una città, Bologna, e un'epoca molto diverse da oggi.
Sono così rimasta dentro ai tempi dati, altri autori hanno spudoratamente "sfondato" e non mi è sembrato corretto. Il pubblico mi è parso attento e interessato, entrambe le volte; mi dispiace che fossimo in tanti autori, alla fine era tardi, quasi nulla è rimasto per chi voleva porre osservazioni o domande. Penso di suggerire agli organizzatori, che conosco, di fare magari una presentazione soltanto per ciascun autore, anzichè due, ma con maggior tempo a disposizione. Entrambe le volte è venuto qualche mio amico, più di quanti mi aspettassi e questo mi ha reso felice e carica per dare il meglio di me.
Mi dispiace un po' che mio marito non si sia fermato nemmeno una volta, dice di essere contento quando scrivo o vinco premi, però non gli interessa questo genere di eventi, magari mi accompagna, ma poi se ne torna a casa, o si ferma ad aspettarmi in un parcheggio, leggendo o lavorando al portatile.
Ora però confesso una cosa: anche altri autori hanno letto brani dalle loro opere, devo dire che quasi nessuno mi è piaciuto, mi parevano abbastanza inconsistenti nel contenuto, o con linguaggio arzigogolato... e le poesie di poetico avevano ben poco, non mi davano emozioni, erano più raccontini dove, immagino, ogni tanto si andava a capo, se avessi visto la pagina scritta. O forse sono troppo critica e presuntuosa?
Tra l'anno scorso e ora, in questo evento ho conosciuto alcune scrittrici, famose come me, cioè per nulla; una soprattutto mi ha colpito, una signora egiziana che l'anno scorso presentò due fiabe del suo paese scritte in italiano e arabo, mentre quest'anno un romanzo costruito da interviste a donne emigrate. E' stato pubblicato da una casa editrice egiziana, per ora solo in arabo, peccato, perchè l'avrei letto volentieri. E' una donna vulcanica, attiva in varie associazioni culturali, ci ha proposto di ritrovarci ancora per conoscerci meglio; così un pomeriggio in quattro scrittrici ci siamo date appuntamento in un parco cittadino e siamo rimaste a chiacchierare un'oretta di noi, dei nostri lavori, dei dubbi, successi e insuccessi della nostra attività e dei nostri sogni letterari. Due di loro sono anche insegnanti, altro punto che ci accomuna. Vorremmo aiutarci a creare occasioni per presentare e diffondere i nostri lavori, è una strada per me completamente nuova, ci terremo aggiornate... e chissà...
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