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Post n°1885 pubblicato il 03 Settembre 2023 da atapo
 

SILENZIO

Balthus, Ragazza alla finestra

Silenzio, lungo silenzio qui, perché non c’è molto da raccontare.

In agosto siamo riusciti a stare in montagna di più, due lunghi periodi, ci hanno consentito di sfuggire l’ondata di calore in città, anche se pure lassù si arrivava sui 30-32 gradi nelle ore centrali della giornata. Internet in quel luogo di montagna fa pena, è lentissimo e discontinuo; abbiamo installato un solo computer che naturalmente viene usato dal marito, per quel che riesce, solo l’indispensabile vista la connessione ballerina. Io, dal cellulare, mi accontento di leggere la posta, seguire per quanto è possibile gli amici e i gruppi di facebook, ma con tanta pazienza nei video che si interrompono continuamente e nei link ai siti che si aprono con difficoltà. Così sono solo spettatrice, o almeno tento. A farmi cartelle provvisorie per scaricare o scrivere, poi pubblicare, ho rinunciato per non innervosirmi troppo.

In montagna ho molto tempo per pensare e non è sempre un bene: in questi mesi mi sono sentita stanca, rattristata, penso anche a causa dei problemi di salute che si sono affacciati sia a me che al marito e che ci hanno fatto tornare periodicamente dal medico, poi esami clinici, poi lotte per prenotare visite specialistiche in tempi ragionevoli, poi ritorno dal medico con gli esiti, ecc, di conseguenza ogni altro tipo di impegno viene sospeso, tutto dipende da quelli sanitari.

E’ mio marito che ora è in fase di “decadimento” fisico più accentuato, si ripercuote anche nel suo stato d’animo generale e aumentano anche in me ansia e depressione. Ancora dai giorni della Puglia gli è peggiorato un dolore a un piede, rivelatosi tendinite, che in pratica non lo fa più camminare: già si muoveva poco prima, figuriamoci adesso! Solo per uscite essenziali, in auto o scooter, che cammini il meno possibile. Sta tutto il giorno in salotto davanti alla televisione a seguire, uno dietro l’altro, telefilms di qualsiasi tipo, anche vecchissimi passati e ripassati in TV ormai centinaia di volte, legge il giornale on line dalla prima all’ultima pagina, ogni tanto fa qualche lavoretto tipo bricolage o riparazioni essenziali e i giorni passano così. Anche in montagna era uguale. In tutto il tempo che siamo stati lassù siamo andati, in auto, solo un pomeriggio in un paese vicino dove una mia conoscente presentava un suo libro, e una sera, sempre in auto, in un altro paese a cena fuori perché insieme a noi c’erano mio figlio e la sua compagna. Tutto ciò che sarebbe ancora da sistemare nelle camere, affinché potesse venire in montagna anche mia figlia con la sua famiglia, è fermo e anche per quest’anno non se ne fa niente.

Si dice che per passare una buona vecchiaia bisogna mantenersi attivi, con una vivacità di interessi, coltivando rapporti sociali: noi, soprattutto lui, ci stiamo adagiando, addormentando, stiamo quasi sempre da soli chiusi in casa, soprattutto d’estate, non incontriamo nessuno, non organizziamo niente insieme ad altri.

Questo tipo di vita ultimamente mi sta parecchio intristendo e demotivando, mi passa l’interesse anche per cose che di solito mi piacevano: leggere, cucinare, scrivere, studiare i copioni, progettare. Niente mi fa sentire soddisfatta, mi pare sia tutto inutile e non riesco nemmeno a pensare. In montagna mi affaccio alla finestra, guardo il panorama verde, respiro più a fondo e… basta, passa il tempo e non me ne accorgo. Oppure mi immergo nella lettura: almeno lì c’è una storia, delle vicende in cui entrare, qualcosa di vivo anche solo sulla carta. Ultimamente ho letto alcuni miei libri in attesa sullo scaffale, che raccontano di conflitti familiari e di coppia (L’arminuta, Lacci, Nessuno si salva da solo), è la tematica su cui sta lavorando il mio amico psicologo di Bologna, per preparare delle conferenze, e mi aveva chiesto di dargli una mano con qualche suggerimento, volentieri mi sono prestata, ma mi accorgo che questo tipo di letture “smuovono” ricordi poco piacevoli e situazioni vissute, per cui forse non sono state il massimo per me in questi attuali stati d’animo.

Come è faticoso anche scrivere… se manca o non si sente una vita interiore non si riesce a mettere nulla sulla carta, rimane tutto a frullare nel cervello.

Mi fermo per ora. A scrivere questo ci ho messo due sere, figuriamoci!

Vorrei prendere l’impegno di essere più costante, mi capirei forse meglio mettendo nero su bianco, ma… chissà...

 

 
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magdalene57
magdalene57 il 04/09/23 alle 14:22 via WEB
Se vuoi scrivere, fallo. penna, taccuino.. e quando torni nella civiltà riprendi tutto in mano e vai!! Pensa quanto pagherebbero le persone per starsene fuori dal mondo come è concesso a te.. temporaneamente... Con mia madre non posso vivere molto nel mondo, ma cerco di non farmi schiacciare da questa routine... Ciao, cara!
(Rispondi)
 
atapo
atapo il 19/09/23 alle 23:32 via WEB
Sì, fuori dal mondo solo temporaneamente, la solitudine mi fa male. Per quel che riguarda lo scrivere, sai che ormai a mano non riesco più a scrivere cose lunghe? Piccole annotazioni, qualche verso, promemoria, ma è al computer che mi trovo a mio agio, vedo più chiaramente ciò che voglio esprimere.
(Rispondi)
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