Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
"Vorrei che tutte le culture del mondo
potessero circolare liberamente intorno alla mia casa.
"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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« Messaggio #203 | Messaggio #205 » |
Scuola al passato remoto (6)
L'anno seguente trovai lavoro ancora in una scuola privata, sempre rigorosamente in nero per non perdere il presalario che mi permetteva di frequentare l'Università.
Per lo meno, stavolta si trattava di una scuola elementare, più vicina alle mie aspettative e alla mia ...ehm...preparazione. Era chiamata "scuola Montessori", ma di montessoriano aveva proprio poco, frequentata da figli di famiglie facoltosissime(chissà quanto pagavano di retta!), ubicata in una antica villa sulle colline e circondata da un parco enorme.
Un luogo da sogno, pareva la scuola ideale...
L'orario era a tempo pieno per i bambini e per le maestre: tutti dalle 8,30 alle 16,30.
Nel mio caso invece, poichè la maestra della pluriclasse quarta-quinta quell'anno non poteva fare l'orario intero, io sarei stata l'ins. del pomeriggio, quindi del doposcuola.
A me faceva comodo per poter studiare e frequentare un minimo di corsi all'Università, però...la situazione "doposcuola" già mi collocava in serie B rispetto all'ins. del mattino,con cui per altro non c'erano scambi o programmazioni, aggiungiamoci la mia poca esperienza...
...insomma, si ripresentarono tutti i problemi del non riuscire a "tenere" la classe.
Sì, facevano i compiti (assegnati dall'altra), ma con una gran confusione,
a mensa si comportavano in modo pessimo,
a ricreazione nel parco scappavano dappertutto...un disastro! Me ne rendevo conto...
Mi ascoltavano...quando gli pareva,
cercavo di prenderli con le buone, con proposte interessanti...l'interesse durava poco!
Mi arrabbiavo, minacciavo e davo punizioni...ma eravamo presto daccapo!
Erano poche le giornate OK: mi consideravano più un'amica con cui parlare, piuttosto che la loro insegnante...non avevo "le phisique du role".
A Natale, come d'obbligo, come tutte le classi, mi fu affidato il compito di preparare il "lavoretto" e la recita (considerati attività giusto da "doposcuola"): si impegnarono, la recita era abbastanza originale e riuscì bene: "La macchina assegna-regali". Io ne ero contenta e speravo lo fossero anche le famiglie.
Ogni famiglia aveva fatto un omaggio natalizio alle maestre (scoprii che in quella scuola era una prassi obbligatoria, visto il livello sociale degli iscritti) ed ero stata sommersa da cioccolatini e aggeggi vari...per la prima (e ultima) volta in vita mia:
ne ero un po' imbarazzata, per le colleghe era naturale, anzi, ne scoprii due che tenevano il conto di chi...aveva già dato il regalo o no, valutando poi se il regalo era ...adeguato al livello della famiglia! Roba da non credere!
Dopo Natale però fui chiamata dalla direttrice, che mi comunicava di...dovermi licenziare, perchè mi ero dimostrata poco adeguata a tenere la classe e a far lavorare gli alunni. Avrei dovuto dire ai bambini che li lasciavo perchè dovevo studiare e alla fine di gennaio avrei chiuso il rapporto con loro.
Effettivamente, non aveva tutti i torti...
Piccola consolazione: nel congedarmi con l'ultimo stipendio, alla fine di gennaio, la direttrice mi disse:
"Sa, i bambini sono molto dispiaciuti. Non credevo che le si fossero affezionati tanto!"
Questo licenziamento mi fece cadere nella disperazione:
non solo perchè perdevo quella piccola entrata finanziaria così utile alla mia famiglia,
ma anche, e forse soprattutto, perchè il fallimento mi faceva sorgere grossi dubbi:
sarei mai stata capace di insegnare?
Avevo sbagliato tutto?
Anche il concorso magistrale era fallito: non avevo superato lo scritto (non avevo mai fatto temi di pedagogia, grazie alla FAMOSA ins. dell'Istit.Magistrale!), quindi per almeno due anni non c'erano più speranze.
Momento nero, nerissimo...da non saper dove rigirarmi...da pensare di cambiar mestiere...
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