Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
"Vorrei che tutte le culture del mondo
potessero circolare liberamente intorno alla mia casa.
"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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Messaggi del 15/05/2015
COSA FARO'
In questa giornata disastrosa per i metereopatici, mentre si alternano sole cocente, frustate di vento gelido, acquazzoni,
ogni progetto di "fuggire" per qualche ora dal camper è meglio cancellarlo per non correre il rischio di rientrare zuppa di acqua e dover poi tenere gli abiti inumiditi a lungo in camper o in garage,
mentre mio marito alla casa nuova è super impegnato a sistemare la ringhiera della scala (finalmente completa dopo che i pezzi arrivavano a rate), perchè come la monta lui non lo sa fare nessuno... ed io tremo perchè ieri ho provato personalmente quanto siano pesanti i pezzi ed ora pavento uno di quei suoi mal di schiena che aggiungerebbero disastro a disastro,
io qui, irritata dal ticchettio della pioggia e dallo scroscio dei temporali, riordino un poco, guardo il copione, cazzeggio qua e là come si suol dire... e penso.
Immagino il ritorno dei mobili nelle stanze da ieri già colorate, il nostro rientro finalmente... senza illudermi troppo perchè niente ancora è stato fissato, visto che di incompiuto ce n'è ancora molto.
Penso che, svuotati gli scatoloni essenziali, il prima possibile farò una cosa...
Quei vecchi diari della mia adolescenza, riposti in una scatola insieme ad una cassettina che mio marito aveva costruito col traforo nella quale tenevo le lettere che ci eravamo scritti da fidanzati, di cui avevo perso le tracce poco prima del 2000, quando i muratori avevano lavorato anche nella soffitta ed era nella soffitta che io li avevo messi per andarli a rileggere talvolta lassù tutta sola... mentre preparavamo gli scatoloni per il trasloco dicevo: -Ora che dobbiamo svuotare tutto vedrai che salteranno fuori, se esistono ancora... se non li hanno buttati o portati via quella volta i muratori.-
Mio marito quando aveva cominciato a rovistare nelle sue attrezzature in soffitta per impacchettarle aveva spostato, cercato, ma non aveva trovato niente ed io ormai ero rassegnata a questa perdita definitiva e dolorosa.
Io svuotavo gli armadi nelle stanze, lasciando di solito a lui il compito di spostarmi o abbassarmi ciò che si trovava nei ripiani altissimi, ai quali arrivo a stento anche salendo sulla scala. Un giorno in cui era al lavoro nella parte più alta dell'armadio in camera nostra, dopo aver preso coperte e piumini, dietro a questi tastando con la mano ha sentito qualcosa d'altro... è riuscito ad afferrare...
-Che roba è questa scatola?-
Io l'ho riconosciuta immediatamente e ho gridato: -I diari!!! Le lettere!!!-
Quasi ci siamo commossi entrambi, ma erano giorni convulsi di fretta esagerata, non c'era tempo di gustare la gioia di questo ritrovamento, l'importante è sapere che non sono perduti! Li avevamo avuti così vicini per tutti questi anni, anche se proprio in fondo all'armadio in una posizione inarrivabile!
Resta il mistero di come siano finiti lassù: li avevo spostati io quando i muratori cominciavano a bazzicare la soffitta, poi me ne ero dimenticata? Li aveva spostati mio marito per lo stesso motivo, visto che io non sarei mai arrivata a riporli così in alto, e pure lui se ne era dimenticato? Anche quella volta coi lavori che scombussolavano la casa una scatola di diari e lettere non era la nostra prima preoccupazione...
In questi giorni penso che senz'altro sarà una delle prime cose che farò, appena svuotati gli scatoloni: immagino quando con calma finalmente la aprirò quella scatola e mi prenderò tutto il tempo necessario per rileggere, per ricordare, per provare nostalgia, per ritrovare la mia giovinezza, per emozionarmi...
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