Astral Night Reverie

Hypothesis

Charles uscì sul vialetto per prendere i bagagli e portarli in casa poi sposto l'auto nel garage, quando scese dal veicolo prese il cellulare e chiamò Victor.
"Ehi Charles, com'è la campagna?" rispose l'amico con voce allegra.
"Non me ne parlare... Piuttosto dovresti farmi un favore: venire qui per portare via la mia auto"
"Perché?"
"Appena sono arrivato ho dovuto utilizzare la ruota di scorta, e sono stato fortunato, queste strade sono un colabrodo"
"Dove ti hanno sistemato?"
"In una pubblicità degli elettrodomestici"
"Cosa?"
"La solita casa dell'infanzia della nonna in campagna"
Victor scoppiò in una risata fragorosa che finì per contagiare anche Charles che subito disse "Secondo me sapevi dove sarei finito..."
"No, Charles te lo giuro, non sapevo nulla..." riuscì a dire Victor riprendendosi pian piano "Non ti ci vedo proprio lì... mi raccomando il grembiulino con i fiori quando lavi i piatti"
"Bell'amico che sei!"
"Passo a prendere la tua auto appena posso, porto con me qualcuno così magari restiamo lì un week end..."
"Perfetto, grazie. Ciao Victor ci sentiamo..."
"Ok, stammi bene" 

Più tardi, a letto, Charles faticò a prendere sonno. Il troppo silenzio, interrotto solo dal canto di qualche cicala solitaria, era per lui assordante, un baratro rispetto al rassicurante suono delle auto che sfrecciavano per le strade della sua città. I rumori della "città che non dorme mai" erano, per lui, suoni melodiosi che giungevano ovattati fino al suo appartamento, cullandolo ogni notte.

E fu il canto degli uccelli e di un gallo a svegliarlo. Quando spalancò gli occhi pensò che forse davvero era piombato in uno di quei vecchi film dall'aria genuina.
Mancavano ancora due ore prima dell'incontro con il signor Williams e, visto che non riuscì più a prendere sonno, mise in ordine le sue cose e cercò di adattare uno studiolo alle sue esigenze.
Poi andò a fare un giro nei dintorni e trovò un minimarket in cui fece la spesa tra gli scaffali stipati e il sorriso della proprietaria del negozio. In strada, le persone lo guardavano incuriosite, Charles scommise che gli abitanti si conoscevano tutti e già stavano chiacchierando di lui. E non sbagliava.

***

Qualche isolato più in là, Susy stava preparando la colazione per la sua famiglia quando il telefono iniziò a squillare. La "proprietaria sorridente" del minimarket dal quale Charles era appena uscito, informò Susy che in città si aggirava una nuova persona ma che non era riuscita a parlargli "Sai Susy, mi sembrava di fretta e scontroso, ha risposto freddo al mio saluto. Peter mi ha detto di averlo visto ieri incontrarsi con la signora Williams" le disse.
Quella fu solo la prima telefonata che Susy ricevette quel mattino, altri la informarono dei luoghi in cui era stato visto Charles e su dove alloggiava.
Ma la telefonata più importante fu fatta da Peter, il proprietario del bar in cui Charles e il signor Williams si incontrarono.
"Ma tu sei sicuro che è qui per la villa dei Williams?"
"Senti Susy: ti sto dicendo che ha aperto dei fogli con dei disegni e non mi sembrano orsacchiotti!"
Susy soffocò una risatina e chiese "E cosa ti sembravano?"
"Ho servito io stesso il caffè e li ho visti: erano vari disegni di una casa, ne sono certo, c'erano anche gli arredi"
"Ok, dopo pranzo terremo una riunione, chiamo gli altri"

Susy aprì la sua agenda e iniziò a chiamare quante più persone possibili.

***

"Charles, so che la sua società è la migliore, spero che lei non mi deluda. Nessuno dei suoi precedenti colleghi è riuscito a farsi consegnare la licenza per l'inizio dei lavori" disse pacato Greg Williams sorseggiando il suo caffè.
"Quale era stato il problema?" Charles era curioso di capire, ma non voleva darlo a vedere.
"All'ufficio hanno sempre sostenuto che mancassero dei documenti"
"Assurdo, ha gli atti di compravendita vero?"
"Certo. Ma c'è sempre qualcuno che fa notare che manca questo o quest'altro e che le ditte non riescono mai a procurarsi" disse il signor Williams sorridendo. 

***

Il salotto di Susy era pieno di gente che parla concitatamente rendendo la sua casa caotica, il clima sembrava quello teso delle riunioni condominiali.
"Secondo me dobbiamo raccogliere informazioni su questo tizio"
"Ma è chiaro che è qui per costruire la villa ai Williams"
"Ma chi lo dice che la vuole costruire sulla collina?"
"Ieri ho visto che andava lì con la signora..."
Susy si alzò in piedi e alzò la voce per sovrastare quella dei presenti "Calmatevi ora, ogni cosa che dite potrebbe essere giusta, scopriamo chi è e cosa è venuto a fare, se è venuto per la villa sulla collina andremo a fargli visita, già altri prima di lui si sono arresi"
Peter prese la parola "Sono del parere che i Williams abbiano licenziato gli altri, ma l'importante è che non abbiano costruito ancora nulla".