L’ultimo tabù? Il ciclo mestruale

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Le mestruazioni restano ancora oggi il tabù numero uno, inserito nella top ten delle cose alla cui esistenza si accenna sottovoce con aria cospiratoria, passandosi un tampone interno come se si trattasse del manoscritto destinato a rivelare che Gesù era una donna“. Così Elise Thiébaut, autrice del libro Questo è il mio sangue, che dà voce a tutte le donne del mondo per le quali il ciclo è fonte di sofferenza e noia e ostacolo alla parità di genere.

Ma com’è possibile che la più fisiologica tra le funzioni del corpo femminile sia annoverata tra gli ultimi tabù, nonostante il femminismo e i sovvertimenti di tanta parte della cultura occidentale?

Soltanto quattro anni fa, alla poetessa indiana Rupi Kaur fu cancellata una foto dal suo Instagram che ritraeva una ragazza addormentata con il pigiama e il lenzuolo macchiati di sangue. Molto elegantemente lei reagì dicendo:

“Grazie, Instagram, per avermi dato la risposta esatta per cui il mio lavoro era nato. Non mi scuserò perché non voglio alimentare l’ego di questa società misogina a cui va bene il mio corpo in mutande, ma non se sulle mutande c’è una macchia. Il mio grembo è la fonte della vita, che io decida di procreare o no. Nelle antiche civiltà, questo sangue era considerato sacro. E invece oggi la maggioranza delle persone rifiutano questo processo naturale”.

Il rimedio più estremo adottato da un numero crescente di donne è il no period, ovvero l’assunzione della pillola contraccettiva senza interruzioni. Che sia o meno la risposta risolutiva all’irrazionalità della misoginia lo dirà solo il tempo.

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L’ultimo tabù? Il ciclo mestrualeultima modifica: 2019-04-17T12:12:35+02:00da hyponoia