Tessiture di sogno

Nel settembre dello scorso anno, durante una vacanza di due settimane in Corsica, mi spinsi una volta, a bordo di un autobus di linea azzurro, giù per la costa occidentale fino ad Ajaccio, con l’intento di girovagare in quella città, della quale altro non sapevo se non che aveva dato i natali all’imperatore Napoleone. Era una bella giornata, piena di luce, i rami delle palme sulla Place Maréchal Foch si muovevano appena nella brezza che arrivava dal mare, al porto era attraccata una nave da crociera d’un bianco abbagliante, simile a un grosso iceberg, e io, animato dalla sensazione di essere libero e senza legami, passeggiavo per i vicoli, mi infilavo ora nell’uno ora nell’altro di quegli androni bui e simili a gallerie, leggevo con una sorta di raccoglimento i nomi degli sconosciuti sulle cassette delle lettere in lamiera e tentavo di immaginarmi come sarebbe stato abitare in una di quelle fortezze di pietra, senz’altra occupazione sino alla fine della vita se non lo studio del tempo: del tempo passato e di quello che passa. Ma poiché nessuno può davvero permanere in se stesso e tutti noi dobbiamo sempre prefiggerci qualcosa di più o meno ragionevole, all’obiettivo da me vagheggiato – trascorrere alcuni degli ultimi anni senza impegni di sorta – subentrò l’impellente bisogno di riempire in qualche modo il pomeriggio, sicché, quasi non sapendo come, mi ritrovai nell’atrio del Musée Fesch con in mano il taccuino, la matita e un biglietto d’ingresso“.

W. G. Sebald, Tessiture di sogno

E arrivato a questo punto sei fregato. Perché se le prime cinque righe possono apparirti banali (mi rendo conto d’essere sacrilega), quelle che seguono ti costringeranno a volerne sapere di più del Musée Fesch che tanto alletta il visitatore in terra còrsa. Sebald è una scoperta recentissima e reputo che leggerlo possa costituire motivo di profondo interesse per chi si arrovella sul senso del tempo che passa. Per poi concludere con Sebald: “Non smetto di domandarmi cosa siano quei rapporti invisibili che determinano la nostra vita, come corrano i fili“.

Yamamoto Masao, Bonsai #4026, 2019 - Artwork 37909 | Jackson Fine Art

Yamamoto Masao

Bonsai #4026

Tessiture di sognoultima modifica: 2022-09-30T13:44:28+02:00da hyponoia