Nomadland

Nomadland" Görüntü Yönetmeni Joshua James Richards En Sevdiği Film Çekimlerini Listeledi - Sayfa 7 / 7 - Pera Sinema

Ripubblicato negli Oscar Mondadori, Nomadland è il resoconto di una parte della società americana che, perso il lavoro, vive on the road a bordo di camper e furgoni, alla ricerca di lavori stagionali. Il libro della giornalista Jessica Bruder è stato reso in immagini attraverso il film omonimo, vincitore di tre premi Oscar. Vedere o rivedere l’opera di Chloé Zhao è un’esperienza che non attiene alla delusione. Sempre che si sia in grado di apprezzare la poesia di un racconto minimale che trova nei personaggi la forza per insegnare come reinventarsi quando il tempo ti ha insegnato a florescere e senescere.

“Ambulanti, vagabondi, lavoratori stagionali e anime inquiete ci sono sempre stati. Ma adesso, nel secondo millennio, un nuovo tipo di tribù errante sta emergendo. Persone che non avevano mai immaginato di diventare nomadi si mettono in viaggio. Abbandonano case e appartamenti tradizionali per vivere in quelli che alcuni chiamano «immobili su ruote» – furgoni, camper di seconda mano, scuolabus, pick-up camperizzati, roulotte da viaggio, e semplici vecchie sedan. Si allontanano dalle scelte impossibili che quello che un tempo era il ceto medio si trova a dover fare. Decisioni tipo:

Meglio mangiare o andare dal dentista? Pagare il mutuo o la bolletta dell’elettricità? Pagare una rata dell’automobile o comprare le medicine? Coprire l’affitto o i prestiti studenteschi? Comprare vestiti caldi o benzina per andare al lavoro?

Per molti la risposta sembrava radicale all’inizio.

Non puoi darti un aumento, ma che ne dici di tagliare le spese più cospicue? Barattare delle solide quattro mura per una vita su ruote?

Qualcuno li chiama «senzatetto». I nuovi nomadi rifiutano quest’etichetta. Dotati sia di un riparo che di un mezzo di trasporto, hanno adottato un termine diverso. Si definiscono, molto semplicemente, «senza casa».

Da lontano, molti di loro potrebbero essere scambiati per spensierati camperisti in pensione. Nelle occasioni in cui si concedono di andare al cinema o di cenare al ristorante, si mischiano alla folla. Per mentalità e aspetto, sono per lo più borghesi. Fanno il bucato nelle lavanderie a gettoni e s’iscrivono in palestra per usare le docce. Molti si sono messi in strada dopo che i loro risparmi sono stati distrutti dalla Grande Recessione. Per riempire stomaco e serbatoio, faticano lunghe ore in lavori fisicamente pesanti. In un’epoca di stipendi piatti e costi degli alloggi in aumento, si sono liberati dalle catene di affitti e mutui per riuscire a cavarsela. Stanno sopravvivendo all’America.

Ma per loro – come per chiunque – sopravvivere non basta. Quindi, quello che è cominciato come un tentativo disperato, è diventato un grido di guerra per qualcosa di più grande. Essere umani significa agognare qualcosa in più della mera sussistenza. Abbiamo bisogno di speranza, tanto quanto ne abbiamo di cibo e riparo.

E c’è speranza sulla strada. È un effetto collaterale dello slancio in avanti. Un senso di possibilità, vasto quanto il Paese stesso. Una convinzione radicata nel profondo che qualcosa di meglio arriverà. È solo più avanti, nella prossima città, la prossima opportunità di lavoro, il prossimo incontro fortuito con uno sconosciuto”.

Jessica Bruder, Nomadland

Nomadlandultima modifica: 2024-01-31T12:37:34+01:00da hyponoia

Un pensiero riguardo “Nomadland”

  1. Vidi il film al cinema. Sorprendente nel presentare una realtà di cui non sapevo nulla, molto ben fatto – ma secondo me ha il limite di somigliare un po’ troppo a un documentario. Comunque Frances MacDormand in quel film è immensa, come sempre.

Lascia un commento

Se possiedi già una registrazione clicca su entra, oppure lascia un commento come anonimo (Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato ma sarà visibile all'autore del blog).
I campi obbligatori sono contrassegnati *.