Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
"Vorrei che tutte le culture del mondo
potessero circolare liberamente intorno alla mia casa.
"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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Messaggi del 04/09/2009
LA CITTA' FORTEZZA
Arrivare a Briançon dopo una settimana a zonzo tra le montagne è stato rientrare ...nel XXI secolo: i palazzi alti della periferia, il traffico, i semafori, le terribili rotonde in cui si gira, si gira, prima di riuscire a leggere tutte le direzioni e scegliere quella giusta...Poi le diecimila insegne, la pubblicità ad ogni angolo...i centri commerciali! Dove, prima di rientrare in Italia, avremmo dovuto far provviste di specialità e golosità francesi, come sempre nelle nostre trasferte.
Non è che Briançon sia una grande metropoli, è stato solo l'impatto dopo la quiete precedente...
In realtà è anche ospitale con i camper: li accetta nei parcheggi, ne ha destinato uno ampio in periferia con acqua e possibilità di scarico, dal quale passa un autobus (ben segnalato) che porta al centro storico.
Questa cittadina è stata la capitale degli Escartons francesi (vedi post precedenti) e ne conserva ancora gli antichi documenti legislativi, è una delle città fortificate da Vauban, ai tempi del re Sole, LuigiXIV.
panorama della città: in alto la zona vecchia e alcune fortificazioni
Vauban fu ingegnere militare che costruì possenti fortificazioni in molte città francesi, mura e castelli che si fanno ammirare ancora oggi. Dicevano ai suoi tempi : “Città assediata da Vauban, città espugnata...città fortificata da Vauban, città inespugnabile!”
A Briançon non solo costruì le mura attorno, ma tutto un complesso di castelli e postazioni fortificate sulle colline e sui monti che circondano la città: a vedere tutto questo arsenale bellico vengono i brividi, anche se sono costruzioni imponenti, ma ben inserite nel paesaggio! Addirittura Vauban progettò la cattedrale di Briançon che, effettivamente, è molto massiccia e caratteristica, ha un po' l'aspetto...militare, una bellezza severa molto particolare, se si pensa che era l' epoca del barocco.
stradina nella città vecchia, con una delle torri della cattedrale-fortezza
Il vecchio centro, dentro le mura, arrampicato sulla parte più alta, è diventato la meta dei turisti...Sarebbe carino, ma per la maggior parte della giornata sembra di passare nel centro di Firenze...anche perchè lì gli italiani sono tantissimi e spesso si fanno notare per la confusione e i capricci dei bambini. E' stato più bello quando vi ho potuto passeggiare verso le 10 di mattina, prima dell'invasione turistica.
la Grande Rue, cioè la strada principale
Una piazza e il suo cavaliere
L'ultimo pranzo a Briançon l'abbiamo dedicato alla fonduta savoiarda, che ci piace moltissimo e anche stavolta siamo stati rassasiés (rimpinzati e contenti).
L'ultima giorno della nostra sosta, vicino al parcheggio ci sarebbe stato un VIDE GRENIER: io credevo fosse un mercatino dell'antiquariato, invece ho scoperto una iniziativa interessante.
Le merci esposte non mi parevano proprio da antiquari, troppa era la varietà, ed anche tra gli espositori la maggior parte non sembravano commercianti, ma famiglie, anche con bambini. Allora ho indagato e mi hanno spiegato che tutti possono partecipare a un VIDE GRENIER (alla lettera: vuota soffitta) per cercare di vendere qualsiasi oggetto che non serve più, basta iscriversi a chi lo organizza, che può essere il Comune o una qualsiasi associazione. Mi è parso un ottimo modo per evitare lo spreco, per riciclare e non buttare: ciò che non serve a me può essere utile a un altro...
Molte mamme vendevano gli abitini dei figli cresciuti, ben ordinati e suddivisi nelle scatole per età, sesso, stagione...Molti si conoscevano tra loro, dai discorsi che sentivo capivo che era anche un'occasione per ritrovarsi tra conoscenti e raccontarsi le ultime novità.
Così ho approfittato per comperare a Martino dei pantaloncini invernali a un euro al paio, dei centrini fatti a mano per me e le mie donne di famiglia (figlia e nuora), un sottopentola di legno intagliato coi motivi del Queyras e altre amenità (o inutilità, dice il marito), tutto a pochi euro...
Mi è sembrata davvero una bella iniziativa e mi piacerebbe che anche in Italia si potesse organizzare qualcosa del genere...però ho paura che ci siano leggi e leggine che mettano i bastoni tra le ruote...che ne so, per l'igiene, i visti, i permessi, il non essere commercianti...tanto qui in Italia siamo bravissimi a complicare tutto!!!
A questo punto...eravamo quasi in Italia e non solo per i turisti italiani che ci circondavano: il confine non dista molti chilometri, si fa il passo del Monginevro e poco prima c'è il grazioso paesino di Montgenèvre, anche questo con una bella area di sosta dove abbiamo passato l'ultima notte “all'estero”.
Per concludere, voglio mettere alcune immagini di meridiane, ammirate lungo il viaggio: ce ne sono dappertutto, antiche o dipinte negli ultimi anni. Insieme alla lingua d'hoc, sono una tradizione che accomuna queste terre alpine d'Occitania.
E per la pazienza che avete avuto nel seguirmi fin qua, vi regalo un fiorellino alpino!
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