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Messaggi di Novembre 2008

Post N° 299

Post n°299 pubblicato il 27 Novembre 2008 da atapo
 

FRANCESE (e non solo)
PER CUCCIOLI



Ieri pomeriggio, la mia lezione di francese per cuccioli ha preso una strada imprevista.(No, non siamo andati nel deserto, come potrebbe suggerire l'immagine, per lo meno non realmente...)

C.
, quella bambina di cui ho già parlato la primavera scorsa per un certo feeling che c'è tra noi, mi ha mostrato le sue mani decorate con l'hennè e mi ha spiegato entusiasta che nel fine settimana passato è stata alcuni giorni in Tunisia, dove finalmente ha incontrato i nonni paterni (che aveva visto solo una volta quando era molto piccola, causa divergenze familiari tra il babbo e i suoi parenti tunisini, mi era stato detto...).
Ci ha intrattenuto raccontandoci dei luoghi che ha visitato (Cartagine, Sfax, Sidi Bou Said...) e delle cose che l'hanno colpita di più.
Era contenta anche perchè pure io conosco quei luoghi, quindi l'aiutavo a ricordare e a spiegare meglio ai compagni.

Poi è giunta anche la domanda più...intellettuale:
"Maestra, ma perchè in Tunisia, che è in Africa, si parla l'arabo, ma si parla anche il francese?"
E a questa domanda si sono associati anche i bambini provenienti dal Marocco, che hanno aggiunto:
"I nostri genitori e soprattutto i nostri nonni sanno il francese, quando andiamo in Marocco vogliamo riuscire a parlarlo anche noi..."

Allora ho cercato di fare una piccola storia di colonie, colonialismo, Europei che dominavano e da cui gli stati africani e di altre parti del mondo si erano liberati anche con guerre e fatti drammatici (e confermava le mie parole anche S., che viene dallo SriLanka)
C. ricordava che in Tunisia è il 7 novembre la festa della liberazione.

Bambini tra 7 e 10 anni a cui cominciare a spiegare il mondo e la storia...non è facile...cerco di provare a rispondere alle loro curiosità con parole semplici...
Nel mio gruppo di alunni che provengono da tante parti del mondo è necessario inventarsi un modo nuovo di stare insieme...interculturale?! La lingua nuova di cui imparano piccole cose è anche un'opportunità per conoscerci e per vivere insieme.


Quando uno dei più piccoli ha commentato: "Ma allora i Francesi erano cattivi!"
è stato detto che cattivi erano molti e di molte nazioni, purtroppo...

Penso che questa conversazione sia stato tempo speso bene,
anche se parte della lezione che avevo preparato è stata rinviata...


Poi, in confidenza, parlare e ricordare quella terra di Tunisia dove ho passato tanti bei giorni di vacanza mi ha messo il buonumore, un po' di nostalgia e...tanta voglia di ripartire!

 
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Post N° 298

Post n°298 pubblicato il 26 Novembre 2008 da atapo
 

Scuola al passato remoto (18)
(continua dal post 295)

Dopo tre anni dal diploma, con la necessità di lavorare per dare un contributo in famiglia, occorreva fare il punto della situazione.

D'estate tutto OK, fra colonie e campi solari ero ben sistemata, ma nel resto dell'anno...non si poteva campare con due mesi di lavoro estivo , un po' di lezioni private e qualche giorno di supplenza!

Stava per uscire un nuovo concorso magistrale, questa volta mi ero iscritta ad un corso di preparazione ed avevo le idee più chiare, innanzitutto su come svolgere un tema di pedagogia.
Qualche speranza ce l'avevo...ma si sa che nei concorsi conta tantissimo anche la fortuna...quindi non volevo illudermi...


Una nuova cliente della mia mamma, che lavorava al Comune, conosciuta la nostra situazione, mi disse:
"Perchè non fai domanda per lavorare nei doposcuola del Comune di Bologna?
Tu risulti capofamiglia, con la mamma e il fratello minorenne a carico, avresti un ottimo punteggio."


Non sapevo che le disgrazie di famiglia potessero portare questo tipo di vantaggio!

A dir la verità, le pessime esperienze nei doposcuola che avevo avuto non mi facevano prendere in considerazione volentieri questa opportunità...
Ma ora professionalmente mi sentivo cresciuta, avrei potuto osare...
...poi non era il caso di andare avanti così...
Insomma, mi decisi e feci questa benedetta domanda.

In quel momento il Comune di Bologna stava sostenendo un grosso sforzo nel campo dell'istruzione, stava ampliando con i suoi insegnanti la disponibilità ad aprire sezioni di doposcuola per venire incontro alle sempre maggiori richieste delle famiglie,
soprattutto in alcune zone della città che si stavano riempiendo di nuove case,
con nuove famiglie in cui entrambi i genitori lavoravano,
con tanti immigrati, dal Sud d'Italia a quell'epoca.

Per cui si sapeva (voci dei giovani insegnanti miei conoscenti) che la vita nei doposcuola non era facile...


Con tutte le mie paure e i miei punti interrogativi, il primo ottobre 1972 iniziai la mia "supplenza annuale" come insegnante del Comune di Bologna,
in una scuola semicentrale della città, che già conoscevo poichè vi avevo fatto, negli anni prima, alcuni dei miei scarsi giorni di supplenza (unico aspetto della faccenda che mi rincuorava).

Anche se era un doposcuola, questa volta ce la dovevo fare, ad ogni costo!

 
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TELEFONATA

Post n°297 pubblicato il 24 Novembre 2008 da atapo
 

Figlia:"Mamma, credi che le catene della vostra macchina vadano bene anche sulla nostra?"

Io: "Non credo proprio, MA VOI NON AVETE LE CATENE???"

Figlia:" No, dovremo comperarle oggi pomeriggio... se Martino nasce ora non ci fanno nemmeno arrivare all'ospedale!"

Perchè mia figlia ha deciso che partorirà in un super ospedale modello, il cui unico difetto è di trovarsi in montagna, a 40 minuti di autostrada e strada a curve. E oggi la neve ha bloccato tutto e la polizia ora lascia passare solo chi ha le catene...

Martino comincia ad essere avventuroso ancora prima di nascere!

 
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Post N° 296

Post n°296 pubblicato il 24 Novembre 2008 da atapo
 


FATALITA' ???

Più o meno 10 anni fa, quando ero collaboratrice della direzione,  un pomeriggio, circa in questa stagione, un gruppo di noi insegnanti  eravamo riuniti nella mia scuola in un'aula dell'ultimo piano per un corso di aggiornamento.

Improvvisamente sentiamo un forte rumore di crollo proveniente da un'aula vicina.

Accorriamo e scopriamo che circa metà del controsoffitto era crollato sui banchi...

E non tirava vento...
E non avevano sbattuto porte...

E PER FORTUNA GLI ALUNNI ERANO GIA' USCITI...


E PER FORTUNA NOI INSEGNANTI CI ERAVAMO SISTEMATI IN UN'ALTRA AULA...


(Solo per questo non siamo finiti sui giornali)

Si scoprì che c'erano state infiltrazioni d'acqua dovute alle piogge recenti, che avevano indebolito la struttura...
Si scoprì anche che le infiltrazioni erano pure in altre aule...

Sì, avevamo notato e segnalato delle macchie di umidità sui soffitti...

...ma a chi aveva controllato non sembrava così grave...
 
Purtroppo, la storia si ripete...e le conseguenze sono state più tragiche stavolta...

 
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Post N° 295

Post n°295 pubblicato il 23 Novembre 2008 da atapo
 



Scuola al passato remoto (17)



La prima impresa fu la trasformazione in Pellerossa,

 che comportava il costruire un villaggio di tepee
nel prato della scuola. Col solleone che batteva implacabile, non era
male crearci qualche zona d'ombra aggiuntiva, oltre al misero gruppetto
di alberi che si trovava in quel cortile!
Per procurarci le canne,
struttura dei tepee, facemmo delle spedizioni lungo gli argini dei
canali che delimitavano i campi, le "guide" erano i ragazzi più grandi,
fieri di mostrarsi esperti nei loro territori di scorribande.

Poi le decorazioni, gli ornamenti, i trucchi...Il Comune era generoso
nella dotazione di materiali per fare attività espressive e con
l'aggiunta di "donazioni" provenienti dalle famiglie diventammo
Pellerossa molto credibili.

Era il 1972, anno di Olimpiadi (che finirono tragicamente, purtroppo), molti commentavano i risultati quindi...facemmo le Olimpiadi anche noi!
Con
un po' di fantasia riuscimmo ad organizzare molte gare: corsa, marcia,
salti vari, lotta, partite di squadra... Mancavano solo l'equitazione
(anche se qualcuno era bravissimo a "fare l'asino") e gli sport in
piscina (di sole ne avevamo molto, di acqua...nemmeno una pozzanghera!).
C'erano da definire gli spazi, le regole, i premi, cioè bisognava costruire le medaglie per i vincitori, bisognava allenarsi...

Poi ognuno si iscrisse alle gare che preferiva e finalmente potè partire la nostra Olimpiade, chi non gareggiava faceva il tifo!

Avevo
scoperto che nella stanza-segreteria della scuola c'era un televisore,
a quel tempo non molti bambini avevano il televisore a casa,
soprattutto in quella zona socialmente ed economicamente molto modesta,
allora come premio per il buon comportamento li portavo qualche volta,
nelle ore più calde della giornata, alla televisione per vedere le gare
olimpiche.
E come ci tenevano a questo premio! Chi ne combinava delle grosse veniva escluso, restava in altro luogo con l'altra insegnante.

Il dopo pranzo era un momento faticoso per tutti: troppo caldo,
bisognava "digerire" restando un po' tranquilli all'ombra (scarsa).
Allora leggevo storie, ma presto scoprii che  qualche ragazzino era un
brillante narratore, soprattutto di barzellette, e mi dava il cambio
molto volentieri. E scoprii anche che molti di loro erano bravissimi a
recitare, improvvisavano scenette dalle storielle che ascoltavano ed
erano uno spasso per tutti, pian piano coinvolgevano in questa "arte"
anche i più timidi.
Così l'ora del racconto diventò l'ora del teatro...che poi ci fu utile...

L'autista ci faceva notare l'estrema povertà culturale della zona. "Sono bambini, diceva, che
non hanno nulla, non vanno mai da nessuna parte, stanno tutti i giorni
tra casa e questa scuola dove non c'è nulla, a me piacerebbe portarli
col pulmino a vedere qualcosa, il Comune lo concederebbe..."
(allora i Comuni erano ancora ricchi!)
Bene! Ci trovammo subito d'accordo! Avremmo organizzato delle gite!

Cominciammo col visitare le cascine di
alcuni di loro (previo accordo con le famiglie ospitanti), così, tanto
per conoscerci meglio, per vedere gli animali,per capire il lavoro dei
contadini...

L'autista ci aveva parlato di una villa di nobili nelle zona, con un meraviglioso parco: riuscimmo ad andare a visitarla, conoscendone gli anziani proprietari
che per un giorno furono "sommersi" dai bambini a cui raccontarono di
tutto e di più, all'inizio con un po' di imbarazzo, forse anche timore,
che poi si sciolse...come sempre accade tra "nonni" e "nipoti".

Poi visitammo la Centrale del latte:

era così vicina, però nessun insegnante di quella scuola li aveva mai portati!

E, come in colonia, mi arrivavano
le confidenze sui maestri "cattivi", la scuola "difficile", i disagi
che molti provavano nel corso dell'anno scolastico...Invece, a vivere
lì con loro, non sembravano affatto bambini con difficoltà: erano
svegli, propositivi, simpatici...

e le solite domande mi si affollavano in mente, che si riassumevano in "perchè tanta differenza?"



L'autista ci raccontava che veramente l'ambiente del nostro Campo faceva pietà, in confronto ad altri
Campi che si tenevano in scuole immerse nel verde, con giardini ricchi
di  strutture e possibilità di gioco, alcune anche con la piscina..
.

LA PISCINA ?!

Ci venne un'idea grandiosa!


Avremmo chiesto a questi super-campi che ci ospitassero per un giorno, per poter usufruire anche della piscina.

Ma eravamo disposti a ricompensare l'ospitalità: la nostra COMPAGNIA TEATRALE, in cambio del bagno, avrebbe   offerto agli ospiti uno stupendo spettacolo!


 E così andammo in trasferta:

 le nostre drammatizzazioni in cambio di un bagno in piscina!


 Non era mai capitato prima a quei bambini...erano fuori di testa dall'entusiasmo!

I giorni passavano...ci fu anche la ...contestazione.

I più grandi soprattutto si lamentavano che il mangiare era scarso. Avevano ragione, in effetti: porzioni piccole, mai un bis...

I pasti venivano preparati in un'altra struttura, arrivavano e le
bidelle si occupavano della distribuzione: la stanza cucina-dispensa
era il loro regno e noi non ci mettevamo mai piede.

Ma a noi
maestre qualcosa non tornava: così, nell'ora della siesta anche per le
bidelle, un giorno penetrammo nella cucina e in frigorifero trovammo
ancora sigillati alcuni contenitori con porzioni del pranzo.

 
Ma non avevano detto che non c'era più nulla? Qualcuno faceva la cresta...

La cosa continuò anche i giorni successivi e a quel punto segnalammo il fatto e chiedemmo un'ispezione.

Nel frattempo i bambini avevano preparato e attaccato fuori dalla scuola gli striscioni:

ABBIAMO FAME! PAPPA PIU' ABBONDANTE
e cose del genere.

La "frode" fu scoperta e arrivarono razioni più ricche, soprattutto non
finirono più a casa delle bidelle alla sera, dopo la nostra uscita...

Per l'ultimo giorno del mese volevamo fare una festa, comprarci il gelato,le paste, invitare i genitori...

La nostra piccola società decise di autofinanziarsi, per fare una sorpresa alle famiglie. Come procurarsi un po' di soldi?

Gli raccontai che quando ero piccola con i miei amici facevamo le
pesche di beneficenza con i nostri giocattolini e l'idea piacque molto:

 portarono un po' di tutto da casa, pescavano loro,

si facevano dare qualche soldo dai genitori per comprare qualche biglietto e portare a casa la vincita,

 invitavano genitori e nonni a scuola per pescare,

invitavano anche chi passava per strada e chi capitava nella scuola:

non si salvava nessuno! (Nemmeno le maestre!) E si guadagnava!

La festa finale riuscì e i saluti furono calorosi:

 i bambini erano contenti di quello che avevano fatto, anche se gli dispiaceva di aver finito l'esperienza,

i genitori erano soddisfatti che in quel mese non avessero combinato guai,

 la mia collega mi disse:

" Non avrei mai creduto che mi sarebbe piaciuto così tanto lavorare in questo modo!"



Io...in quel
momento non me ne rendevo conto, ma ripensandoci nel corso degli anni
credo che sia stata una delle esperienze più belle e più ricche che ho
vissuto con i ragazzi: una società di bambini! Era stato bellissimo
vivere insieme, così...
 



 
 

 
  

 
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Post N° 294

Post n°294 pubblicato il 21 Novembre 2008 da atapo
 

Scuola al passato remoto (16)

continua dal post 283

L'avventura "Operazione Campo Solare" cominciò il primo agosto di mattina presto, davanti alla stazione di Bologna,
dove incontrai la collega nominata per la scuola materna ed entrambe salimmo sul pulmino del Comune, che ci avrebbe risparmiato il tragitto in autobus e a piedi, perchè la scuola era davvero sperduta in mezzo alla campagna.
Infatti il pulmino faceva un lungo giro per tutte le cascine a raccogliere la maggior parte dei bambini, che abitavano  parecchio distanti. Il giro contrario lo faceva alla sera e al termine depositava di nuovo noi maestre (esauste!) davanti alla stazione prima di tornare al deposito.

Il pulmino diventò già dal primo giorno il luogo della programmazione: anche l'autista, una persona meravigliosa, ne fu coinvolto e fu subito d'aiuto, visto che faceva quel servizio per tutto l'anno quindi conosceva meglio di noi i...personaggi.
I quali ...sì, erano parecchio...disinvolti, soprattutto quelli più grandi già di scuola media, che nella situazione estiva così a briglia sciolta, senza minacce di voti e sospensioni, di fronte a maestrine alle prime armi, erano diventati i BOSS della situazione e tiranneggiavano tutti.

Bisognava difendersi.
Ma la miglior difesa è l'attacco
e ancora meglio è unire le forze.

Così nella  prima corsa mattutina in pulmino proposi alla collega di fare gruppo unico, grandi e piccoli, per lei era una novità, che accettò .
(qualche giorno dopo ebbe un momento di "crisi" e minacciò di chiudersi in una stanza con i suoi piccolini, ma poi ...resistette!)

Era arrivato il momento di far fruttare le belle esperienze fatte nelle colonie.

Due cose mi erano MOLTO chiare:


primo, più i ragazzi sono impegnati a fare qualcosa che gli piace, meno hanno il tempo di organizzare guai,


secondo, per capire cosa gli piace fare, bisogna farli parlare, ascoltarli, discutere e valorizzare le loro proposte.
(vedi i cerchi serali)


Lì non era possibile fare il cerchio serale, allora impostai il cerchio mattutino:

appena arrivati col pulmino (e al cancello ci aspettavano quelli che abitavano più vicini) ci sedevamo tutti su una scalinata della scuola,
ci si dava il buongiorno,
si faceva una cantatina poi partiva la conversazione:
 raccontavano qualcosa di loro stessi (e gli altri pian piano imparavano ad ascoltare),
 c'erano lamentele da fare per qualcosa che non aveva funzionato e che si sarebbe potuto migliorare,
venivano fuori proposte su come passare le ore che ci attendevano o su attività più complesse...

Detto così, sembra facile.

In realtà i primi giorni furono davvero pesanti
(vedi più sopra la reazione della collega),
io dovevo avere una faccia di bronzo e un piglio militaresco per non essere sopraffatta dalle provocazioni e dovevo avere pronte una quantità incredibile di proposte o alternative accattivanti per "affascinare" anche i più indomabili,
i quali, se volevano avere i ruoli di primi attori a cui aspiravano, non dovevano far altro che...meritarseli!

Pian piano, anche con difficoltà e ricadute, tutti ci provarono gusto a passare le giornate in quella piccola società di bambini che si veniva formando,
dove ci si conosceva sempre meglio,
dove si decideva insieme cosa fare giorno dopo giorno,
dove i più grandi imparavano a collaborare con i più piccoli,
dove nel corso di quel mese di agosto vivemmo tutti insieme un'esperienza molto arricchente.
Una piccola scuola di campagna,
una trentina di bambini dai tre ai tredici anni,
due maestre e la collaborazione di un autista dal cuore grande:

questi i personaggi della storia.

E i fatti? Cosa facevamo in quelle calde giornate sperduti nella campagna?

Si saprà nella prossima puntata...  

 
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Post N° 293

Post n°293 pubblicato il 19 Novembre 2008 da atapo
 

Sì, oggi è stata una bella giornata perchè il

FRANCESE PER CUCCIOLI
 
è ricominciato!

Dopo le solite lungaggini burocratiche, oggi ho tenuto la prima lezione di quest'anno ai miei piccoli principi e principesse.

Si sono iscritti ben 19 bambini, dai 6 ai 10 anni, molti gli affezionati dell'anno scorso, diversi nuovi.
E, come l'anno scorso, più della metà vengono da famiglie in cui almeno un genitore non è italiano, quest'anno c'è abbondanza di provenienti dal Marocco e si capisce facilmente perchè...

Bene, un bell'assortimento!

Lavoriamo dalle 16,45 alle 18 (insomma, lavoriamo è una parola grossa...) e stasera stavo con loro così piacevolmente che la campanella della fine lezione è suonata quando pensavo di avere ancora un quarto d'ora...

 
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Post N° 292

Post n°292 pubblicato il 18 Novembre 2008 da atapo
 



Giorni un po' così...mi sento in certi momenti felice, in altri nervosa, o ansiosa, o svogliata...
L'autunno mi ha sempre fatto uno strano effetto depressivo, come a tanti del resto.

Aspetto con ansia Martino,
sono i giorni del cellulare sempre acceso e tenuto ben carico, del "tutto bene, nessuna novità",
poi mi immagino come sarà, stanotte l'ho anche sognato, era bellino bellino(ma quale nonna direbbe il contrario?).

Oggi sono stata a scuola,
ho ricevuto tante feste e saluti affettuosi dai bambini non solo della mia ex-classe, ma anche nelle classi dove ho fatto i piccoli laboratori l'anno scorso (già, avevo detto che li avrei raccontati e non l'ho fatto...),
ho controllato che fosse tutto a posto per domani...spero di raccontarvi domani sera...

E allora anche un po' di tristezza: ma perchè me ne sono andata? Non potevo "stringere i denti" e resistere ancora...
Questo pensiero ritorna, non ci posso fare niente, anche se poi cerco di razionalizzare e concludere che è stato meglio così...ho lo stesso tanti piccoli amici che mi accolgono sempre con affetto e mi fanno felice...

Poi torno a casa...e mi cascano le braccia:
i lavori di risistemazione e riordino procedono estremamente a rilento:
un po' di imprevisti (tubi dello scarico di nuovo sfondati, viti e chiodi rotti, perduti, pezzi introvabili...),
un po' mio marito si sta affollando le sue giornate tra l'università e gli impegni in parrocchia che sta riprendendo a ritmo sostenuto.
E' uno che non riesce a considerare i limiti di tempo e a organizzarsi di conseguenza: così inizia diecimila cose e le lascia per strada...o spera (anche inconsciamente) che poi qualcun altro gliele finisca (vedi il figlio che ogni tanto fa una capatina).

Io sono stufa di scavalcare attrezzi e pezzi di mobili o, peggio, di inciamparmi o scontrarmi, ho già le gambe piene di lividi,
sono stufa anche di affannarmi a pulire qualcosa se lui mi dice: "Pulisci questo che lo metto a posto",
poi invece lo lascia lì ancora per giorni e quando finalmente si decide è tutto da ripulire daccapo...
Anche coi computer siamo ancora in alto mare, a litigarci questo unico e forse fra qualche giorno di nuovo sarà in black-out...

Così divento nervosa, magari lo tratto male, gli dico di darsi una mossa e lui fa il più offeso di questo mondo, perchè si ritiene incompreso in tutta la sua buona volontà e impegno di fare tutto per tutti!
Basta! Mi sono sfogata un po', è meglio che vada a riposarmi.
Domani DOVRA' essere una buona giornata!

(Noto con soddisfazione che il nuovo look permette di mettere immagini belle grandi: anche questo è un piccolo piacere della vita!)

 
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Post N° 291

Post n°291 pubblicato il 15 Novembre 2008 da atapo
 

VITA DA (fra poco) NONNI

Il conto alla rovescia per l'arrivo di Martino si sta avvicinando ai numeri piccoli, anzi piccolissimi, allora...

LUI e LEI a colazione parlano di come disporre le cose nei nuovi mobili della cucina appena montata.

LEI (io):"Direi di mettere in alto tutti gli oggetti di vetro e di ceramica, in basso nei ripiani aperti i coperchi e le scatole di latta, così quando Martino verrà a trovarci non ci saranno pericoli e magari si divertirà anche coi coperchi e le scatole..."

LUI (marito, sospira):"Già, perchè nostra figlia oltre al gatto ci porterà anche Martino!"

LEI:"Sopporterai a stento Martino, così come fai col gatto? Che nonno degenere!"

LUI:"Saranno in due a distruggere la mia tranquillità!"

LEI:"Certo, dovremo controllare cosa combinano tutti e due, visto che il gatto si comporta esattamente come un bambino di un anno e mezzo."

LUI:"Spero almeno che Martino sia meno dispettoso e meno stronzo del gatto..."

LEI:"Non mi illuderei troppo: se assomiglierà a sua madre..."

Ai  NONNI FRA POCO  vanno quasi di traverso il thè e i biscotti,
ricordando le antiche imprese della figlia cucciola,
futura madre di Martino...

 
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.

Post n°290 pubblicato il 13 Novembre 2008 da atapo
 

TRAN  TRAN (più o meno)


Le giornate si vanno via via organizzando negli impegni e nelle attività che mi accompagneranno fino all'estate prossima.
Ho iniziato da un mese la ginnastica in piscina, per mantenere sotto controllo i miei problemi fisici.
Purtroppo il corso di yoga non è partito, è sospeso fino a gennaio,
per compensare mi impegno a fare quasi tutti i giorni una passeggiata tranquilla e rilassante (in quanto a riuscirci, però...)
Ho ancora qualcosa in sospeso, che spero si definirà in poco tempo...

Oggi, finalmente,
ho ricominciato il teatro
all'Università dell'età libera.


Che bello rivedere la regista e molti "teatranti" dell'anno scorso che si sono iscritti anche quest'anno, c'è qualcuno di nuovo da conoscere.
Io ormai mi sento una veterana, però una punta di emozione c'è sempre a muoversi  nelle improvvisazioni di fronte a tutti...

Mi sono presentata col cappellino bolognese e così mi sono fatta subito notare:
"Oh, la VOLPE ha cambiato cappello!"

Ma ora non sarò più la volpe, quest'anno si fa sul serio, lavoreremo sul "Prometeo incatenato" di Eschilo:
qualcuno lo conosce?
Io no, sarà un'occasione per scoprire qualcosa sul teatro greco.

E per fare subito sul serio, la regista ci ha fatto faticare fisicamente come se fossimo in palestra, poi ha cambiato i nomi a tutti in un gioco terribilmente difficile che dice venga fatto anche all'Actors Studio. 
E noi non saremo certo da meno!
Insomma, avevamo tutti antichi nomi greci, qualcuno complicatissimo. Io, per fortuna, ero Cassandra e dovrò tenermi questo nome per un po', non si sa quanto...lì al corso di teatro ci sono sempre sorprese!


Raoul Dufy

 
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Post N° 289

Post n°289 pubblicato il 12 Novembre 2008 da atapo
 

Oggi, 12 novembre,
su qualche calendario c'è scritto San Renato
allora mi sono fatta un regalo di onomastico:

mi sono presa la mattinata tutta per me e sono andata a vedere la mostra
I LUOGHI DI FATTORI
nell'accademia di belle arti di Firenze.


E' una mostra un po' particolare, ambientata proprio nei luoghi dove Giovanni Fattori studiò prima (ed era uno studente scavezzacollo) e insegnò poi.

Come al solito, ero da sola, ma ho...allungato le orecchie per imparare qualcosa di più dalle guide che accompagnavano varie classi, da bambini di 8-9 anni a ragazzi di liceo.




Mi veniva la solita punta di nostalgia perchè ricordavo le attività simili che facevo quando insegnavo (mi piaceva avvicinare i bambini all'arte), però ero contenta di vedere tanti giovani portati lì dagli insegnanti e, devo dire la verità, anche attenti e interessati.

Sapete cosa mi ha colpito?
Fattori fu professore al corso delle ragazze, perchè fino alla fine dell'ottocento all'Accademia c'erano corsi separati per maschi e femmine, le prime ragazze che "osavano" studiare ed essere così emancipate...e poi, fare le esercitazioni di copia di modelli nudi...che sconvenienza!

Fattori e le sue allieve

Due allieve di Fattori, delle quali c'erano alcuni quadri,
 Enedina Pinti e Adele Galeotti,
sono vissute rispettivamente 101 e 102 anni!

Forse...l'arte mantiene giovani?








     

   Enedina Pinti, autoritratto






















    Adele Galeotti, autoritratto

 
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Post N° 288

Post n°288 pubblicato il 09 Novembre 2008 da atapo
 


SHOPPING in AUTUMN

Malinconia stagionale?
Stress da superlavoro?
Overdose di problemi familiari?
Malanni fisici, psichici e psicofisici?

Niente paura!
Bologna, anzi la sua Montagnola, è lì pronta a coccolarti con le sue accoglienti braccia di caldi colori tra portici e bancarelle!


Questa volta erano quattro le
BLOGGER LADIES IN SHOPPING,



come le quattro stagioni,
i quattro petali del quadrifoglio (va beh, non sono petali, ma così è più romantico)
i quattro dell'Ave Maria,
i quattro cavalieri dell'Apocalisse,
portate dagli impavidi destrieri delle Ferrovie dello Stato
fornite non di Colt o di lance,
ma di capienti zaini e di comodi trolley.

E l'impresa ha portato i suoi frutti
sotto l'attento controllo del servizio di vigilanza



non una bancarella è sfuggita,
più era vintage più aveva fascino e tesori da ricercare con cura, con fiuto e con un po' di fortuna,


(indovinello: di quale lady è il braccio che fruga...fruga...? )

chi si provava maglioni e pellicce per combattere il gelido inverno padano,

chi si commuoveva davanti ai vestitini 0-3 mesi pensando (e provvedendo) al suo prossimo destino di nonna,

chi esaminava con occhio professionale eleganti giacchette per i prossimi impegni in società ( ma perchè fanno le giacche sempre con le maniche troppo corte?),

chi perdeva la testa per i cappellini dalle fogge più improbabili...






Si sono incontrati strani personaggi
(questa è per Rusty):






























Comunque per TUTTE è stata doverosa una prolungata sosta ai banchi
PROFUMI e &...



Ma nella mia città natale il mercato non è più quello della mia infanzia! Questo è l'ultimo robivecchi rimasto.



E vana è stata la ricerca delle "mistocchine" , le frittelle di castagne preparate in autunni lontani negli angoli bui sotto i portici, per riscaldare i  pomeriggi pungenti delle prime umidità padane: erano cotte in padelloni roventi e unti, alla faccia di ogni scrupolo igienico!

La stagione ci è stata amica, quando nel pomeriggio sono cadute le prime gocce di pioggia erano solo per ricordarci di guardare l'orologio, per non perdere il treno.
Qualche bancarella ci ha dato l'appuntamento ad una prossima volta...



Tornata a casa col mio cappellino nuovo in testa mi sentivo meglio, molto meglio...




 
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Post N° 287

Post n°287 pubblicato il 06 Novembre 2008 da atapo
 


Magritte, L'impero delle luci

CASA  DOLCE  CASA

Un piccolo saluto e vado a dormire, sono stanchissima!
Oggi mio figlio ha preso un giorno di ferie ed è venuto a darci una mano, anzi due, per quanto si è dato da fare!
Poi, deciso all'ultimo momento, è venuta a pranzo anche la figlia per stare un po' col fratello.
C'era da preparare per quattro, sempre un po'...arrangiato.

Ora, con le valide forze di un giovane, la cucina sta assumendo un volto...umano (consentitemi la parola un po' azzardata) e ho potuto cominciare a sistemare piatti, tegami e provviste in modo quasi definitivo. Però, quanti su e giù dal secondo piano (dove tutto era ammonticchiato provvisoriamente) al pianterreno...quante mensole e ripiani da ripulire!
Pensare che non dovrei fare molte scale nè portare pesi!

Per lo meno, quello che mio figlio ha deciso di montare, l'ha portato fino in fondo!
Invece suo padre sistema un po' qua, un po' là, inizia due o tre mobili e li lascia tutti a mezzo (e tutto in giro) o perchè manca qualcosa, o perchè cambia idea su attacchi o disposizioni, o perchè gli sopraggiungono altri impegni (e non approfondiamo) o perchè, dopo un po' di sforzo fisico va in tilt, visto che ad acciacchi è messo bene pure lui e non si mantiene affatto in forma...
Insomma, non vorrei essere troppo cattiva, ma quando passa mio figlio...dopo si vede! E mi viene il sospetto che queste sue "presenze" siano apposta perchè cerca di controllare la situazione e di dare una mossa a suo padre!

Ogni tanto penso: era meglio se mio marito era meno "aggeggione" e più "intellettuale", almeno avrebbe fatto fare tutto da qualcun altro, senza imbarcarsi in imprese superiori alle forze di chi...non ha più il fisico!
Buonanotte!

 
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Post N° 286

Post n°286 pubblicato il 05 Novembre 2008 da atapo
 



E' passato anche il 4 novembre, giorno piovosissimo,

così da mantenere ancora più vivo il ricordo di quanto successe tanti anni fa qui a Firenze.
Io allora abitavo in un'altra città,
ero ragazzina, conoscevo quella tragedia da spettatrice, come tutto il resto dell'Italia e del mondo.

Ora la sento più vicina alla mia esperienza, ora che da tanto tempo vivo qui e ho imparato ad amarla come parte della mia vita, questa Firenze.
E nelle settimane scorse, restaurando la mia vecchia casa,
 abbiamo scoperto, sotto strati di colore che volevano cancellare tutto, 
segni inequivocabili del passaggio delle acque del 4 novembre 1966...

Oggi, naturalmente, splende il sole.

 
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Post N° 285

Post n°285 pubblicato il 04 Novembre 2008 da atapo
 
Tag: cronaca

4 novembre 1966 a Firenze

l'era parecchio, ma parecchio umido

COMPAGNIA TEATRI D'IMBARCO
in coproduzione con COMMISSIONE CULTURA Q3
FINCOSTASSU'

di Alberto Severi
Regia Nicola Zavagli
con Giocavvi Esposito e gli attori della Compagnia
Musiche Vladimiro D'Agostino
Costumi Cristian Garbo


 


 


nell’anniversario dell’alluvione
a Firenze, con il patrocinio del Quartiere 3, uno spettacolo che vuole
essere momento di doveroso e necessario ricordo e giusta riflessione


Basato su I giorni del diluvio di F. Nencini e Acqua passata di M. Marcellini e G. L. Corinto


Un testo
quasi paradossale che racconta i giorni critici di Firenze durante
l'alluvione, attraverso un affresco di personaggi divertenti,
graffianti e poetici. Dopo aver piacevolmente “giocato” con la
drammaturgia di Severi per lo spettacolo I marziani, Teatri d'Imbarco
porta in scena questo curioso Fincostassù.

Ovvero il 4 novembre 1966 a
Firenze l'era parecchio ma parecchio umido.

Una cronaca dell’alluvione
ora umoristica, ora drammatica, ora grottescamente esilarante. Un
girotondo di situazioni tragicomiche e di personaggi che uno dopo
l'altro con brevi monologhi si passano il testimone del racconto,
finendo per comporre una foto di gruppo della Firenze anni Sessanta.
Sul palco quindici giovani attori immersi in una scena gioiosamente
astratta.


Per ricordare...

 
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Post N° 284

Post n°284 pubblicato il 04 Novembre 2008 da atapo
 

IL  PRATO

Non sta piovendo, sta diluviando!
L'acqua e il vento accelerano la caduta delle foglie.
Il MIO prato ne sarà ricoperto...
Già, ho "scoperto" un prato e l'ho fatto mio...



Nelle settimane passate avevamo parcheggiato il camper in una stradina tranquilla, tra i palazzi e le villette, accanto a noi c'era un prato.

Un piccolo pezzo di terreno di forma strana, a L, forse per questo non edificabile.
Non so se privato o del Comune, comunque lasciato allo stato brado, dunque per me bellissimo. Lo potevo vedere anche dall'interno del camper, per illudermi di stare non in città, ma in un bella radura tra i boschi.

Perchè nel mio prato c'è tutto quello che ci deve essere:
l'erba, innanzitutto,
dei pioppi che ora hanno il loro bel colore giallo,
poi un abete con i rami bassi che invogliano a salirci,
un buon numero di cespugli vari arruffati il giusto per creare tane e nascondigli,
per tutto ottobre il prato era fiorito di malva e cicoria, umili fiori che creavano allegre macchie di colore.

Un luogo così è pieno di uccelli: alcuni li vedevo, la maggior parte li sentivo, di giorno e di notte, alcuni li ho riconosciuti dai canti, altri no, di notte mi illudevo che ci fosse anche l'usignolo...

Da piccola, un prato così sarebbe stato il mio regno...
In quanti prati simili a questo ho giocato e fantasticato da piccola nella periferia della mia città! Con gli amici, vivevo storie e avventure che mi davano emozioni e mi hanno fatto crescere...
Invece in questo prato, nessuno:
mai bambini a giocarci, anche se dopo l'uscita da scuola del pomeriggio c'era ancora luce e faceva caldo,
mai nonni con i nipotini,
mai nemmeno qualcuno a far correre il cane (e altro),
mai nessuno a godere quell'angolo di natura intatta...
Perchè?
Tutti corrono...poi non si sa mai...poi le allergie...poi...poi...
Solo qualche gatto in caccia, o ad annusare curioso e ad osservare ogni foglia mossa dal vento...
Mi convinco ancora di più che i gatti sono più intelligenti di molti umani...



Ho pensato a Martino: quando me lo affideranno, lo voglio portare presto a godere del MIO prato...

 
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Post N° 283

Post n°283 pubblicato il 03 Novembre 2008 da atapo
 

Scuola al passato remoto (15)

continua dal post 276

Un'altro lavoro estivo ambito dai maestri precari e dagli universitari di Magistero era fare l'educatore nei campi solari del Comune di Bologna.
Molte città li organizzano, chiamandoli in vari modi, centri estivi o altro.
Si tratta di strutture in cui vengono iscritti bambini e ragazzi per alcune settimane o un mese: come le colonie, solo che funzionano diurni, circa dalle otto di mattina alle cinque-sei di sera. Di solito occupano scuole dotate di ampi giardini.
E' una soluzione per i genitori che lavorano entrambi durante l'estate.

Nel 1972 ero riuscita ad avere lavoro in un campo solare per il turno di agosto: perfetto!
Tornavo dalla colonia al mare verso il 20 di luglio, qualche giorno di riposo poi via, di nuovo al lavoro!
Quell'estate avrei guadagnato parecchio!

La scuola del mio campo era in estrema periferia, persa in mezzo ai campi, sapevo che era una struttura piccola e che ci saremmo state solo io per i ragazzini dai 6 ai 12 anni ed un'altra insegnante per i più piccoli di scuola materna.
Per coscienza professionale e per conoscere l'ambiente, alcuni giorni prima dell'inizio del mio turno di lavoro volli andare a visitarla.

Dopo due autobus e un tratto a piedi in mezzo ai campi sotto il sole di luglio, arrivai verso l'ora di pranzo al cancello della scuolina: il giardino era deserto, si sentiva un vocio abbastanza "vivace" proveniente dall'interno.
Suonai e alla bidella, che venne con tutta calma, spiegai chi ero e che volevo parlare con la maestra. Non mi aprì nemmeno, rientrò e poco dopo uscì dal'edificio una ragazza dallo sguardo stravolto...

Era sconvolta: non mi dette informazioni, usò la mia presenza e la mia curiosità per sfogarsi, vomitandomi addosso le peggiori notizie.
che non ce la faceva più,
che erano terribili,
dei veri selvaggi,
ingestibili,
peggio di così non poteva capitare...se non fosse che aveva bisogno di soldi avrebbe mollato da un pezzo...

E mentre parlava, il vocio dall'interno aumentava, diventava fracasso, finchè non si udì un rumore metallico di qualcosa di grosso e pesante che cadeva a terra, seguito da urla che solo un branco di ragazzini senza adulti attorno sono capaci di fare...
L'insegnante sbiancò, fece uno sguardo se possibile ancora più sconvolto, corse via e mi lasciò impietrita dietro quel cancello.

In che c... stavo per cacciarmi? Cosa mi aspettava?

Urgeva un piano strategico!

 
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Post N° 282

Post n°282 pubblicato il 02 Novembre 2008 da atapo
 

Un week-end passato a montare mobili...


Che non sono mai sistemati nel modo giusto...

Su e giù per le scale...
Pulire, spostare...


Nella confusione spesso non si trova più quello che serve...

Facilmente si diventa nervosi...
Allora si fanno scintille...


E siamo ben lontani dalla fine!
Sono stanca stanca STANCA !!!


Avrei voglia di scrivervi cose carine, ma non ne ho la forza. Per rilassarmi un poco, passeggio tra i blog a leggere qua e là, di più non ce la faccio!

 
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