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RICORDI DI FUERTE

Post n°921 pubblicato il 26 Gennaio 2013 da atapo
 

 

STRADE e PISTE

Lo confesso, non so da dove cominciare. Sto sistemando le mie foto, elimino in modo impietoso quelle in cui trovo difetti al primo colpo d'occhio e nonostante tutto ne restano una marea...e mentre faccio questo lavoro tornano i ricordi, si rinnova la meraviglia per quella natura così ricca, così intatta, così forte nei colori e nei contrasti, una scelta si fa difficilissima e temo di non riuscire ad esprimere ciò che vorrei.

Sono convinta che sarebbe stato meglio avere la possibilità di una cronaca laggiù, giorno per giorno, allora avreste scoperto insieme a me e tutto sarebbe stato più vivo...

Ora come fare? Per giorni? Per tematiche? Mah! Probabilmente ne verrà fuori una gran confusione...

Ma devo decidermi...

La coppia dei nostri amici sono arrivati la sera dell'11 gennaio, avevano noleggiato la macchina come d'accordo e dal mattino seguente abbiamo cominciato le esplorazioni. Io alle saline avevo comprato un libro su Fuerteventura, una guida un po' particolare, turistica ma anche scientifica, con molte informazioni geologiche, naturalistiche, antropologiche, con belle illustrazioni e descrizioni dettagliate di molti percorsi per scoprire le bellezze dell'isola.

Ma non è tutto semplice come sembra...

Fuerte, come ho già detto, è ancora abbastanza “primitiva”: non ci sono autostrade,

ci sono strade principali tenute molto bene,

 


 

strade secondarie che conservano tracce di antiche asfaltature,

 


 

infine ci sono LE PISTE !

 


 

Quando andammo sei anni fa e noleggiammo l'auto per tre giorni, mio marito non volle andare per le piste, temendo di avere danni che poi l'assicurazione non copriva, e ci precludemmo il meglio. Stavolta invece il nostro amico ha fatto l'assicurazione “casco” che copre tutto, dunque...via! All'avventura!

Indubbiamente affrontare le piste è molto più emozionante e ti porta dappertutto, o quasi...perchè alcune piste che all'inizio paiono accessibili ad un tratto diventano adatte solo ai quad e alle bici da cross. Comunque la maggior parte sono tenute bene e percorribili senza troppe difficoltà. Ho letto che è una scelta di politica ambientale locale: mantenere bene le piste evita che i mezzi a motore si cerchino la strada dappertutto rovinando la vegetazione e la natura di quei luoghi quasi intatti.

Il fatto è che all'inizio non sai come sarà, le sorprese le trovi lungo il percorso! Nemmeno la mia guida è molto chiara in questo senso, perchè prevede che quei percorsi vengano fatti soprattutto A PIEDI (!), ma al secondo giorno avevo già capito che se indicava “difficoltà bassa” in qualche modo ce la potevamo fare anche con l'auto. Invece alle difficoltà media o alta era meglio lasciar perdere.

La prima esperienza di PISTA non fu molto felice: al ristorante dove pranzammo, vicino al punto di partenza, chiedemmo al cameriere: “Si può andare con la macchina?”

E lui: “Che macchina avete? Fatemela vedere.”

Gli mostrammo la Toyota e lui scosse la testa con espressione sconfortata: “ Non credo, c'è una salita...”

Noi affrontammo lo stesso, incuranti e baldanzosi, la nostra prima avventura e proprio perchè era la prima non riuscivamo nemmeno ad orientarci sulla guida anche perchè distratti dalla sorpresa dei paesaggi che mutavano ad ogni curva... Dopo vari chilometri di polvere e di sassi arrivammo alla famosa salita...solo da guardare e fotografare perchè faticavano ad affrontarla anche alcuni turisti che salivano a piedi...

(vedete sulla destra la super-salita?)

Con qualche manovra quasi nella sabbia (perchè eravamo affacciati su una deliziosa spiaggetta) riuscimmo a fare dietro front, tornammo indietro mentre le capre selvatiche sembravano ridacchiare al nostro ritorno...


 

Prendemmo la strada normale che con un lungo giro ci portò rapidamente alla spiaggia di Pozo Negro e all'omonimo paesino, che era il punto di arrivo anche della pista. E guardando meglio sulla guida scoprimmo che Pozo Negro si trovava proprio dietro il monte su cui si arrampicava quella salita: ce l'avevamo quasi fatta!

 

Un asinello sembrava prenderci in giro: come mezzo di trasporto meglio lui della Toyota!


Però ne valeva la pena di arrivarci in qualche modo a Pozo Negro, non vi pare? E questo fu solo il primo...

Nei giorni successivi andò meglio, un po' perchè avevamo capito come funzionava la faccenda, un po' perchè la suerte ci è stata favorevole, bisogna riconoscerlo.

 
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