Cuore e regole

Per questo parlo loro in parabole: perché pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono. [14] E così si adempie per loro la profezia di Isaia che dice: Voi udrete, ma non comprenderete, guarderete, ma non vedrete. [15] Perché il cuore di questo popolo si è indurito, son diventati duri di orecchi, e hanno chiuso gli occhi, per non vedere con gli occhi, non sentire con gli orecchi e non intendere con il cuore e convertirsi, e io li risani. [16] Ma beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono. [17] In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l'udirono!

La totale consapevolezza della Verità comporta la grande responsabilita (ingiustificabile) di scegliere se seguirla oppure rifiutarla, molti rimangono nell'ignoranza spirituale e dottrinale fino a poco prima del trapasso, anche qui si può scorgere un grande velo di Misericordia, dove il fine ultimo rimane sempre la salvezza dell'anima.

considerare la propria verità come una verità assoluta é un grave atto di arroganza, e lo é anche il considerarsi depositari del bene e del male. Sono questi gli atteggiamenti che portano l'umanità ad una guerra infinita. Se le religioni si aprissero alla tolleranza e ad ammettere la propria opinabilità, si aprirebbe per l'umanità una stagione nuova.

luloca la Varità Assoluta è la legge dell'amore e della carità, non è arroganza bensì umiltà.

Gesù è la perfezione dell'amore universale

ecco: come volevasi dimostrare. Per me nessuno é perfetto. Il tuo canone della perfezione é un perfetto atto di arroganza.

... oppure incredulità

il fine ultimo della vita spirituale é quello di vivere una vita felice e realizzata. E questo é possibile farlo solo comprendendo bene se stessi.

Luloca, ma nella "vita spirituale", non esiste "se stessi". Vita spirituale è abbandonarsi! :))

di solito ci si abbandona ai vizi, non alle virtù. L'attività meditativa richiede la più efficace e viva partecipazione.

Beh, intendo "abbandonare" un'idea rigida di "io". Abbandonare l'idea che c'è uno che sta facendo qualcosa. Finchè continuiamo a ripetere "io, io, io", senza avere chiaro chi è questo io, siamo rigidi, imbalsamati :)

l'io individuale l'ho abbandonato da un bel po. Il mio essere sopravvive, ed é integro.

http://xmx.it/nuovo-testamento.htm

Roy non sono per nulla d'accordo, qui la posta in gioco è troppo alta per curarsi della tecnica.

Caro Marco, c'è chi annaspa e teme di affogare perché suo malgrado è stato buttato in piscina e quindi è ben felici di avere salva la pelle e chi invece nuota splendidamente e gioisce di stare nell'acqua sperando di non uscirne mai. Il cammino spirituale è un cammino che si fa perché è bello fare bene, perché è bello vedere sempre di più... perché è una cosa inaccettabile tornare indietro e appesantirsi con il male e ridiventare cieco. E'bello camminare incontro a Colui che abita la nostra stanza più interna e da sempre ci chiama.

Roy in questi termini siamo d'accordo, non avevo ben interpretato.

le onde radio, non si raccolgono certo con la vanga. Anche per l'energia é così, ma se un fulmine ti colpisce sulla zucca in genere te ne accorgi. Se dovessimo dare credito a tutto ciò che viene enunciato, senza alcuna prova o dato di fatto alla base, allora si, le castronerie potremmo raccoglierle con la vanga. Il plagio è un fenomeno psicologico nel quale una persona subisce una manipolazione che ne influenza in modo determinante il comportamento e la personalità.

porsi delle domande sulla propria esistenza é prerogativa di tutti. Credenti e non credenti possiedono una dimensione spirituale: cambia però molto il tipo di approccio a questo mondo interiore, che nel caso del non credente non é mediato da un presunto essere soprannaturale. Io non appartengo a nessuna tradizione: vivo di ricerca e la ricerca non può avere una tradizione immutata ed immutabile, sarebbe una contraddizione in termini. Chi ricerca la verità non può dare nulla per scontato e di immutabile nel proprio pensiero: la verità si nutre del dubbio e la ricerca non può partire da nulla di scontato.