Creato da: giampi1966 il 13/03/2006
Questo blog si propone di promuovere la politica come servizio e la coerenza dei politici con gli obbiettivi programmatici. Troppo spesso l'agire del politico è distante anni luce dal suo programma e da ciò che professa. Per poter rinascere la politica deve sapersi imporre alle varie pressioni e deve guardare lontano.
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25 APRILE LIBERAZIONE?
Post n°22 pubblicato il 27 Aprile 2006 da giampi1966
Tag: storia politica Pubblico questo scritto dell'amico Giovanni perchè è fatto molto bene e perchè contiene molti condivisibili punti di riflessione, non condivido alcune analisi storiche politiche, tipo quella in cui si dice che i lavoratori in questi anni non hanno fatto delle importanti conquiste, perchè a mio parere fino ai primi anni 80, grazie al movimento operaio ed alla pressione del partito comunista le conquiste dei lavoratori sono state cospicue, tuttavia è anche vero che dopo tale data si è avuto un tracollo inarrestabile, ed oggi siamo nella situazione in cui versavano i lavoratori negli anni 50. 25 a prile m em oria e sogno Il 25 aprile 2006: premetto che non sono andato alla sfilata che si tiene come tutti gli anni e questa vota proprio a Milano, alcune suggestioni da quanto mi è giunto con tema la liberazione. LIBERAZIONE sostantivo femminile (astratto o concreto? boh) e poi… .. deriva dal verbo liberare ma chi è il soggetto? liberare da chi? liberare da cosa? liberare per .. chi o cosa? ecc… . RESISTENZA sostantivo femminile (ma guarda caso, sempre femminile!) mi ricordo una copertina di una rivista che evitava la confusione con la funzione di “opposizione elettrica” era una foto di una scritta su un muro: «LA RESISTENZA È LA NOSTRA STORIA» a che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare? Quello che più mi ha tenuto lontano dalla “sfilata”, oltre al ginocchio dolente, è il collegamento con la politica attuale sia nazionale che locale, ecc… . Vi passo comunque alcune riflessioni che ho maturato, accettatele e –se volete- ditemi cosa hanno detto a voi. Sono due riduzioni arbitrarie di alcuni pezzi che mi sono giunti in questi giorni nel 61 anniversario della liberazione, dove dicono gli organizzatori hanno partecipato centomila persone. Provo a dire a mio parere tramite questi due brani qual è il significato di libera zione Il primo è una libera riduzione da un testo che proviene da una realtà “apuo-verlinese” Il secondo è una libera riduzione che ha come origine Managua 1) La liberazione ancora da venire Sono ormai 61 anni che il 25 aprile si festeggia la liberazione dell’Italia dall’occupazione tedesca, iniziata l’8 settembre 1943 dopo la firma dell’armistizio. Quella “liberazione” fu in larga parte il frutto della lotta di decine di migliaia di partigiani che combatterono sulle montagne e nelle città, rischiando - e spesso perdendo – la propria vita, e di tutti coloro che ai partigiani dettero appoggio e sostegno. Quei partigiani non combattevano solo contro l’occupazione; combattevano innanzitutto per un futuro migliore, per una società i cui valori fondamentali fossero quelli della libertà, dell’uguaglianza, della solidarietà, della fratellanza tra i popoli, della lotta contro ogni ingiustizia, del rifiuto della guerra e dello sfruttamento. Ma subito dopo il 25 aprile del 1945 quegli ideali di lotta furono accantonati. Gli operai tornarono ad essere sfruttati nelle fabbriche e in modo ancora più intensivo che nel passato. Le disuguaglianze sociali continuarono ad approfondirsi. E l’antifascismo dei partigiani, costruito su valori magari “istintivi” ma chiari, venne diluito in un “antifascismo” da parata, istituzionalizzato e reso innocuo. Prima si cominciarono a raccontare ai giovani delle favole sulla Resistenza, poi si smise proprio di parlarne. Nessuno, ovviamente, volle più riconoscere che lo scontro tra fascisti e antifascisti era stato, innanzitutto, una guerra civile con una fortissima connotazione di classe. Non abbiamo mai pensato che l’Italia sia stata davvero “liberata” il 25 aprile 1945. Semmai, il 25 aprile 1945 segna il passaggio dall’occupazione militare tedesca all’occupazione politico-culturale (ma anche militare) degli USA, i “liberatori”. La “democrazia” ci permette di dire quello che pensiamo, si dice. Ma può esistere una vera libertà di espressione quando se alcuni hanno come strumento qualche volantino e altri hanno televisioni, radio, giornali? Fino a quando potremo farlo ? La risposta evidente è: fino a che saremo sostanzialmente ininfluenti. Fino a che la larga parte delle classi popolari continueranno ad appoggiare partiti e coalizioni che si differenziano solo nel modo di portare avanti gli stessi programmi e le stesse politiche. Aveva proprio ragione Berlusconi: chi vota contro i propri interessi è un coglione. E può essere interesse dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati… votare per partiti e personaggi, di destra o di “sinistra”, che in questi anni si sono resi responsabili, tra le altre cose, del più gigantesco processo di privatizzazioni del dopoguerra, della legge Turco-Napolitano con i suoi CPT, della concertazione con la sua politica del contenimento dei salari, ecc… … . No davvero, non era questa l’Italia per cui gli antifascisti combatterono durante la Resistenza. E non è questa l’Italia per cui combattiamo noi. Questa è l’Italia “piccola piccola” contro cui noi combattiamo. libera riduzione da: “25 aprile 2006, Zona apuo-versiliese, Toscana del Nord” 2) I sognatori In tutte le profezie è scritta la distruzione del mondo. Ma i secoli e la vita che sempre si rinnova hanno generato anche una generazione di amanti e sognatori. Fu così che proliferarono nel mondo i portatori di sogni. Gli accumulatori di ricchezze li temevano e lanciavano i loro eserciti contro di loro. Questi uomini non smettevano di sognare e costruire mondi belli mondi di fratelli, di uomini e donne che si insegnavano a leggere gli uni gli altri, che avevano cura l'uno dell'altro, si amavano, si aiutavano nell' arte di amare e nella difesa della felicità. I portatori di sogni conoscevano il loro potere. E per questo coltivavano giardini di sogni, perché chi non ha occhi per sognare non vede i sogni né di giorno né di notte. Noi sappiamo solo che li abbiamo visti. Sappiamo che la vita li ha generati per proteggersi dalla morte che annunciano le profezie. Libera riduzione da «I PORTATORI DI SOGNI» di Gioconda Belli (nata a Managua 9/12/48) I SOGNI SONO NELL'OGGI PERCHE' DIPENDONO DALLO SGUARDO Ringrazio l'amico Gianni per la foto
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