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« Messaggio #226. »

Post N° 227

Post n°227 pubblicato il 16 Giugno 2008 da atapo
 


Scuola al passato remoto (9)


Mentre succedevano queste cose, come ogni aspirante all'insegnamento naturalmente avevo fatto le mie brave domande per le supplenze nella scuola elementare.
Ma ero giovane di età, non avevo superato nessun concorso, per cui nelle graduatorie restavo disperatamente in fondo.
Talmente in fondo che in due anni mi chiamarono solo quattro volte!

Per fortuna queste quattro supplenze non furono "mordi e fuggi": la più breve fu di una settimana, le altre più lunghe fino a un mese circa. Io, alla telefonata, partivo attrezzata con la mia rivista di didattica a cui avevo fatto l'abbonamento e questa mi permetteva di gestire l'impatto del primo giorno, poi pian piano mi organizzavo...

E, con mia grande gioia, le cose funzionavano!
Non avevo quei grossi problemi che mi avevano messo in crisi nelle scuole private...forse perchè non ero solo a un doposcuola,
ma almeno per quei giorni sentivo di avere una MIA classe...


Le classi in cui capitai, così come quelle in cui sbirciavo nei giorni di supplenza, continuavano ad essere uguali a quelle che io avevo frequentato da bambina.
Così era facilitato il mio lavoro di supplente, perchè timidamente mi azzardavo a proporre a piccole dosi quello che meditavo dopo le mie letture da autodidatta...
Sollecitavo la conversazione, leggevo storie e le facevo drammatizzare, proponevo giochi di insiemistica (la moda del momento), giochi e quiz per il ripasso, preparavo rebus e parole incrociate per l'ortografia...
In quei pochi giorni non potevo di più, però mi accorgevo che per i bambini era come uno "scossone" e mi seguivano entusiasti,
contenti di imparare, presto dimenticavano la richiesta del "voto", che io cercavo di non dare, dicendo che i compiti li avrei passati poi alla titolare e ci avrebbe pensato lei.
In compenso abbondavo nei BENE quando portavano a termine il lavoro con impegno:
una gratificazione ci stava , anche se la novità di quelle giornate scolastiche così diverse da quelle a cui erano abituati rendeva gli alunni assai ben disposti .


Anche i "temi" cercavo che scaturissero da argomenti di loro interesse, su cui prima si parlava insieme.
E a questo proposito mi capitò un fatto curioso e significativo: una mia amica che studiava Pedagogia stava facendo una ricerca per un seminario: raccoglieva da varie classi-campione, per diversi mesi, i temi svolti a scuola, che venivano esaminati per ricavare dati riguardanti, tra l'altro, la correttezza sotto vari aspetti.

Una delle classi era la quarta femminile in cui restai supplente alcune settimane.
Inaspettatamente per gli studenti universitari, in questa classe alla tabulazione dei dati risultò una fase anomala, con risultati nettamente superiori al periodo precedente e al successivo:
si trattava dei temi assegnati da me durante quei giorni di supplenza, che erano stati più motivati quindi svolti con maggior impegno ed attenzione!

 
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Commenti al Post:
maxlioda
maxlioda il 16/06/08 alle 12:48 via WEB
Insegnare ai giovani è quanto di meglio si possa desiderare: essi sono ricettivi e se si semina bene i raccolti sono copiosi e danno una soddisfazione ineguagliabile al coltivatore. Liomax
(Rispondi)
 
atapo
atapo il 17/06/08 alle 22:21 via WEB
Io ho avuto tante soddisfazioni, ne è valsa la pena...
(Rispondi)
artemisia_gent
artemisia_gent il 17/06/08 alle 15:44 via WEB
sempre più interessante e affascinante...
(Rispondi)
 
atapo
atapo il 17/06/08 alle 22:23 via WEB
Hai usato la parola AFFASCINANTE, mi ha colpito: è vero, il nostro lavoro può essere affascinante, almeno, per me lo è stato!
(Rispondi)
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