Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
"Vorrei che tutte le culture del mondo
potessero circolare liberamente intorno alla mia casa.
"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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« TENEREZZA | SOUVENIRS 2 » |
VIAGGIO DI RITORNO
Un post di Ody mi ha fatto pensare, forse come un contrappasso, ai bagagli dei viaggi di ritorno e in particolare a quella parte, più o meno ingombrante, che sono...i SOUVENIRS.
Impossibile tralasciarli o far finta di non vederli: in qualsiasi luogo più o meno turistico ci sono negozi e bancarelle fatti apposta per tentativi di seduzione. Anche se non ci fossero, c'è l'idea tutta mentale del souvenir, cioè il desiderio di portarsi con sé un ricordo del viaggio e dell'esperienza che ti ha in qualche modo lasciato qualcosa: così ricorderai, rivivrai, sospirerai, prometterai di ritornare...
Poi ci sono parenti ed amici che ti chiedono “Portami, se lo trovi...” e come si fa a non cercare di accontentarli? C'è anche chi non chiede niente, ma laggiù vedi quell'oggettino proprio adatto a lui...
Così la casa si riempie e, prima di essa, si strariempiono le valigie, i bagagli a mano e spesso c'è qualche sacchetto o borsina in più, che in treno non si sa dove mettere e in aereoporto fa anche chiudere un occhio ai controlli perchè, si sa... il commercio... la pubblicità ai prodotti locali...tutto sarà a beneficio dell'economia!
Insomma, un piccolo spazio per i souvenirs in qualche modo va trovato!
In auto o in camper io e mio marito abbiamo poche difficoltà...ma avendo la passione delle brocche e vasetti di ceramica ne compriamo uno quasi in ogni luogo visitato e se è un luogo famoso per le ceramiche anche più di uno...Dove riporli, come imballarli per farli arrivare a Firenze tutti interi? Così li riempiamo e li avvolgiamo nella biancheria già usata...tutto sta a ricordarsi di questi tesori nascosti al momento di riempire la lavatrice a casa...ma finora ci è sempre andata bene!
Il brivido del rischio lo corremmo diversi anni fa in Austria, quando ancora c'erano le dogane e le tasse da pagare: a Vienna avevo comprato ad un mercatino di robivecchi una splendida salsiera cecoslovacca rifinita in oro, con piattino e coperchio, naturalmente ad un prezzo che più stracciato ed abusivo non si poteva. Poi mi resi conto che ad un controllo doganale, al rientro, non avrei avuto nessun certificato di acquisto legale da mostrare e dirò di più: il quantitativo di cioccolata viennese che avevamo comprato, da golosoni, superava abbondantemente quello concesso per l'esportazione...
Che fare? Come i contrabbandieri...nascondemmo le cioccolate e i pezzi della salsiera ben sparsi nelle intercapedini degli sportelli e del resto dell'auto e per correre meno rischi di ispezione scovai sull'atlante un passo alpino per rientrare in Italia dal nome scritto in piccolissimo (quindi poco conosciuto), dove al confine i doganieri sonnecchiavano e lasciarono passare indisturbati noi due bravi ragazzi importatori clandestini di salsiere e cioccolate. Il bello fu, dopo un po' di chilometri, quando decidemmo di tirare fuori il nostro bottino: la salsiera era intatta, ma le cioccolate col caldo del motore stavano fondendo e avevano preso la sagoma degli spazietti in cui erano incastrate!
Ora, in camper, ci piace “importare” un po' di cibarie tipiche e dalla Francia lo facciamo regolarmente, ne parlai già anche l'anno scorso: riusciamo a fare provviste come quando si va al supermercato, spesso ci piace anche scegliere, in questi viaggi, quello che diventerà poi regalo natalizio per parenti o amici.
Ma dal Belgio...quella volta mio marito, passando anche per l'Alsazia, aveva letteralmente stipato ogni anfratto del camper con bottiglie di vino e di birra (di queste ultime alcune introvabili in Italia).
Al ritorno, decidemmo di attraversare la Svizzera perchè mio marito voleva farmi conoscere il fascino del passo del gran San Bernardo, che lui aveva già percorso.
Ma non avevamo pensato che la Svizzera non fa parte dell'unione europea...
Immaginate una serata buia e tempestosa e il nostro vecchio camper cigolante che dopo i tornanti e la casetta della dogana in territorio svizzero sta per superare l'analoga dogana sul confine italiano e noi già ci sentiamo a casa...
Dalla casetta spunta un carabiniere:
“Alt! Documenti! Da dove venite? Dove andate?”
E intanto il suo sguardo si allunga per sbirciare all'interno del camper che dall'esterno, vecchio e malandato, già doveva sembrargli parecchio sospetto, poi in una serata come quella chi avrebbe percorso il passo? Sicuramente c'era qualcosa di losco nella faccenda...E, venendo dalla Svizzera, eravamo quasi extracomunitari...
“Quanto denaro avete?”
Facemmo una sonora risata e gli aprimmo i portafogli davanti al naso: quasi vuoti. “Ma siamo tornando dalle ferie, abbiamo finito tutto!”
Non era convinto... “Cosa avete portato?”
“Qualche souvenirs, qualche bottiglia di vino...”
“Bottiglie? E quante?”
“Una ventina.”, rispose rapido mio marito, io mi sentii i sudori mentre pensavo “Veramente mi sembrano molte di più”, ma stetti zitta.
“Mmm...”con fare sospettoso il carabiniere con la torcia illuminò ancora una volta l'interno del camper, pensando forse di vedere il naso di qualche clandestino spuntare da dietro un divanetto e finalmente ci ridiede i documenti. “Andate”
A tutto gas ci buttammo giù per i tornanti italiani, mentre dicevo a mio marito:
“Le bottiglie mi sembrano di più, per fortuna che non è entrato in camper”
“Beh, sì, qualcuna di più, ma non ricordavo esattamente...”
A casa le contammo: tra vino e birra, grandi e piccole, erano 156!
Avrei ancora alcune cosucce da raccontare...ma...alla prossima puntata.
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