Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
"Vorrei che tutte le culture del mondo
potessero circolare liberamente intorno alla mia casa.
"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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« A TEATRO | TRE GIORNI » |
GRECIA BAGNATA
Maggio così piovoso ha fatto strage di sagre, manifestazioni e mercatini: sarebbe il mese più bello per organizzarne, non troppo caldo, le giornate si allungano e le serate sono tiepide, c'è un'aria languida di inizio vacanze.
Invece un disastro! Rovinate, rinviate se possibile, annullate per lo più. Con gravi danni, perchè in genere queste manifestazioni servono per nobili cause, il denaro raccolto è sempre molto utile: quest'anno si è raccolto certamente molto poco.
Per la prima volta in un paese confinante con Firenze la settimana scorsa erano state organizzate le "serate greche": sarebbe stato come fare un viaggio in quella terra affascinante, musica, folklore e, soprattutto, buon cibo tipico.
Una di quelle occasioni che riescono a smuovere anche il mio pigro marito, per assaggiare qualcosa di diverso. Così sabato scorso, visto che tutto sommato il tempo durante la giornata era stato grigio sì, ma non piovoso come al solito, all'ora di cena siamo saliti in auto per andare a "mangiare greco", seduti ai tavolini della sagra, ascoltando le melodie greche suonate dal vivo, che mi avrebbero certamente suscitato lontani ricordi nostalgici.
Il cielo al tramonto era tutto una sarabanda di nuvole oro e fiamma, tranne in un angolo dove si scuriva minacciosamente. Noi eravamo ottimisti e speranzosi di passare una serata piacevole, finalmente!
Però, quando abbiamo parcheggiato al paesino, fuori dalle sue mura medievali, mi era parso che il tramonto fosse terminato un po' troppo in fretta, che il buio fosse già parecchio scuro. L'istinto mi ha ispirato di prendere con me anche l'ombrello, quello da borsetta, ma insomma meglio essere prudenti. Dopo qualche passo ho suggerito anche a mio marito di prenderlo e lui è tornato alla macchina un po' sbuffante, perchè tanto si sa che sono io quella sempre pessimista.
Nel centro della cittadina, la piazza era trasformata in una piccola Grecia: le bandiere, i tendoni delle cucine, il fumo che si alzava dagli arrosti e il profumo dei "giros", la musica ritmata che si sentiva già da qualche strada prima. Però... cominciava a cadere qualche goccia di pioggia: cosa vuoi che sia, io ho il cappello impermeabile e il piumino leggero che ha resistito alla pioggia bolognese... potevo evitare di aprire l'ombrello.
Ma in pochi minuti, il tempo di fare il giro dei vari stands per scegliere il menù, la pioggia è diventata scrosciante, battente, tutti si rifugiavano sotto il piccolo bordo dei tendoni, che però gocciolava, quelli che già stavano mangiando seduti ai tavoli nel centro della piazza si sono precipitati anche loro nel minimo spazio sotto i tendoni affollandolo ancora di più. Velocissimi alcuni addetti hanno portato e aperto dei gazebo per proteggere i tavoli in mezzo, così delle persone ci sono tornate, ma ormai era tutto fradicio, tavoli e panche.
Chi, come noi, doveva ancora ordinare il cibo, o ha rinunciato ed è scappato a casa, oppure si è rassegnato a stare lì in fila, ombrello aperto e surplus di gocce di pioggia che sgrondavano dai bordi dei gazebo sopra le cucine.
Ma a quel punto tutti gli eroici che, come noi, volevano mangiare greco a ogni costo hanno approfittato della possibilità di "portare via" le portate, tra avvolgimenti di alluminio e buste biodegradabili. L'unico aspetto positivo: le file in attesa si erano considerevolmente accorciate, vista la fuga di molti.
E la pioggia continuava abbondantissima, la piazza, leggermente incavata verso il centro, andava riempiendosi d'acqua come un grande catino, ogni passo era uno sguazzare in un'immensa pozzanghera, alla ricerca di qualche antica pietra del selciato un po' più alta e sporgente delle altre.
Poi il ritorno alla macchina, ombrello aperto in bilico con i vari pacchetti, alla ricerca del lato delle strade con i tetti più sporgenti o sottovento, perchè naturalmente gli scrosci venivano anche di traverso, saltellando fra una pozzanghera e un torrente che scendeva alle caditoie ingolfate delle fogne.
A casa mi sono dovuta cambiare completamente, gli stivaletti hanno resistito all'acqua, ma il piumino e i jeans ci hanno messo tre giorni per asciugarsi.
In compenso i piatti greci (polipo, pita con souvlaki, formaggio fritto al miele) erano veramente deliziosi.
Però mangiati a casa nostra, senza l'orchestrina dal vivo con il sirtaki di sottofondo, avevano perso parecchio fascino.
Da oggi PARE che il tempo migliori. C'è da fidarsi?
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